Umanità Nova, n.35 del 2 novembre 2008, anno 88

L'agitazione nella scuola-2


Roma: mobilitazioni alla prima

La privatizzazione non è la soluzione ma solo profitto per il padrone. Tantissimi slogan riecheggiano, in questi giorni, nelle strade e negli atenei in mobilitazione. Una protesta colorata e rumorosa che viaggia come un'onda da nord a sud dello Stivale. Una dirompente reazione ad un tentativo di smantellamento dei luoghi di pubblica cultura, che è stata, erroneamente, sottovalutata dai padroni. A nulla è servita la politicante retorica di chi raschia nel barile dell'istruzione ogni qualvolta si cerchi qualche fondo per i propri fallimentari investimenti. Questa volta nessuno è riuscito ad annichilire un movimento salubre, autogestito ed autorganizzato che autonomamente si è attivato quando ha capito che aveva le forze per farlo. Quest'onda travolgente è fatta non solo di studenti, ma anche di docenti, di ricercatori, di personale ausiliario e di tutti coloro che ruotano intorno alla pubblica conoscenza. E' questo che ha impedito ai giornali di deformare l'informazione. L'informazione stessa ha scavalcato i media, che hanno dovuto inseguire la notizia, che invece si era diffusa attraverso l'altra informazione, quella fatta di persone, di passaparola, di internet, di radio indipendenti e di giornali autofinanziati. La lotta, che ha coinvolto ogni fascia di istruzione, dalle elementari alle università, ha visto in queste ultime, chiaramente, una migliore organizzazione di contro-informazione e di rivolta. Con i tagli trasversali e con la possibilità di introduzione di privati nelle università è divampata la preoccupazione di una manipolazione del sapere e della strumentalizzazione della ricerca, soprattutto scientifica. Si è venuto così a creare un gruppo compatto all'interno di ogni singola facoltà, che si muove in maniera totalmente indipendente, fuori e contro i partiti e con metodologie orizzontali e assembleari. A Roma la prima università a dare il via a questa protesta è stata la Sapienza, l'ateneo più grande d'Europa, occupando il dipartimento di Fisica. Infatti la notte tra il 21 e il 22 ottobre alcuni studenti hanno deciso di dare un segnale forte incatenando il dipartimento. Il giorno seguente, quando era previsto l'incontro con il rettore Guarini e con il futuro "magnifico" rettore Frati (che prenderà la carica a novembre), la partecipazione era inaspettatamente molto significativa, con un numero di persone che superava di molto la capienza di qualsiasi stanza. Dopo le deludenti affermazioni dei massimi responsabili dell'ateneo, dal rettorato è partito un corteo non autorizzato molto partecipato che ha raggiunto la stazione Termini, dove molti studenti, tra cui alcuni compagni del gruppo C. Cafiero della Federazione Anarchica, hanno occupato diversi binari e distribuito volantini. Questo gesto ha dato un'ampia visibilità al movimento che si è allargato a macchia d'olio in tutti gli atenei di Roma. Molte facoltà di Tor Vergata e Roma 3 hanno occupato diverse aule o interi dipartimenti e si è creata una fitta rete comunicativa tra le stesse. Tutte si sono presentate al corteo dei sindacati di base. Questa lotta dal basso ha avuto un' eco importante e nelle facoltà si sono creativamente organizzati momenti di cultura alternativa e di lotta autogestita come lezioni nelle piazze, comunicazioni e pubbliche assemblee. Le iniziative si susseguono molto velocemente e le decisioni vengono prese a breve termine, visto che le situazioni sono in continuo mutamento. Così, venerdì 24 ottobre, un'assemblea d'ateneo si è trasformato in corteo non autorizzato ed ha raggiunto l'Auditorium "Parco della Musica" di Roma, simbolo dello sfarzo e megalomania comunale e della devastazione del territorio, dove si stava svolgendo il Festival del Cinema. Gli studenti in rivolta si sono seduti tra gli stand e il tappeto rosso, continuando a distribuire volantini e cantando slogan di protesta. Ma questo è solo l'inizio, le dittatoriali minacce di Berlusconi e le indicazioni stragiste e vigliacche dell'ex presidente della Repubblica e senatore a vita Francesco Cossiga non riusciranno a metter paura ad un movimento convinto nelle idee e nella forma: si preannuncia un autunno molto rovente.
'Gnazio

Pisa: Fine settimana col botto

A Pisa l'Università è stata ancora sulle prime pagine dei giornali locali, e non solo a causa delle proteste: in settimana sono infatti arrivati degli ispettori ministeriali per controllare i bilanci dell'ateneo. Questo dopo che a Siena era stato scoperto un "buco" di diverse centinaia di milioni e che a Firenze avevano dichiarato che, con i provvedimenti in arrivo, nel 2010 il fondo di funzionamento ordinario non basterà a pagare gli stipendi.
Intanto sul versante della mobilitazione sono continuate le lezioni in piazza, scuole elementari comprese, sotto la torre pendente e davanti al comune, e sono diverse le medie superiori (più o meno) occupate e molte altre quelle in agitazione. Ma negli ultimi giorni l'attenzione di tutti era puntata a giovedì 23, data prevista per il corteo cittadino che avrebbe dovuto dare la misura dell'estensione e della forza della protesta in corso.
Già al concentramento, fissato alle ore 15, si è capito immediatamente che non sarebbe stata una manifestazione come le altre e infatti il corteo è partito solo dopo poche decine di minuti e gli ultimi gruppi hanno lasciato la piazza dopo quasi un'ora. Rinforzato anche da manifestanti arrivati dalle città più vicine (Livorno, Viareggio, Lucca, Massa), il serpentone lungo quasi un chilometro si è snodato nelle strade del centro e ha invaso i lungarni. Ancora una volta hanno partecipato un po' tutti: studenti universitari e medi, docenti, lavoratori precari e non, mamme con bambini e semplici curiosi. A detta dei pisani più vecchi, un corteo così numeroso non si vedeva in città da più di venti anni.
Arrivati davanti alla Sapienza (la sede storica dell'Università di Pisa) un consistente gruppo di manifestanti ha deciso di invaderla simbolicamente, in risposta alle dichiarazioni bellicose del presidente del consiglio, suscitando così qualche attrito - verbale - con la parte del corteo che non era d'accordo sull'azione. Una assemblea in piazza dei Cavalieri ha concluso la giornata non disturbata da polizia e Carabinieri, presenti discretamente (ma in forze) e nascosti nelle strade adiacenti la manifestazione.
La settimana è però finita con un altro genere di "botto", quello di una bomba carta lanciata la sera di venerdì 24 nel cortile dello Spazio Antagonista "Newroz", e che solo per caso non ha provocato danni.
Caotico-info

Genova: cronache di lotta nella scuola

Da ormai una decina di giorni, non diversamente da quanto accade in molte altre città, a Genova è in atto una mobilitazione sul problema della scuola contro i provvedimenti Brunetta e Gelmini nonché le norme "taglia-spese" della finanziaria Tremonti.
Il movimento è nato lentamente, ma è cresciuto di giorno in giorno. Scioperi, assemblee, cortei hanno investito pressoché tutte le scuole, dalle elementari all'università.
E' un movimento di lotta prettamente riformista che rivendica finanziamenti e funzionalità dell'istruzione pubblica ai vari livelli, ma ha caratteristiche nuove rispetto al passato.
In primo luogo il livello di massa delle mobilitazioni con decine di migliaia di partecipanti ai vari cortei; in secondo luogo la trasversalità della mobilitazione che ha raccolto maestri, genitori, studenti medi superiori, studenti e docenti universitari, precari della scuola e dell'università; infine l'assenza pressoché totale degli apparati dei partiti e partitini di sinistra: nessuna forza politica sembra in grado di egemonizzare e nemmeno di controllare più di tanto quello che sta succedendo.
Abbiamo avuto una chiara riprova della spontaneità del movimento il 17 ottobre, quando, in occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base e dunque in assenza quasi totale dei militanti più attivi concentratisi a Roma e a Milano, un corteo autorganizzato di quasi 5.000 tra studenti e precari ha percorso le vie della città. E' stato un segnale importante per chi opera a favore dell'autonomia della classe e delle lotte. Speriamo che ogni velleità neo-burocratica, da qualsiasi parte provenga, sia battuta sul nascere, ed è questo comunque l'obiettivo di una necessaria battaglia politica. Altrimenti sappiamo già come andrà a finire…
W.

Carrara: la scuola si muove

Mecoledì c'è stata una riunione sindacale indetta per discutere i decreti Gelmini/Berlusconi e la partecipazione allo sciopero del 30 ottobre. Naturalmente, in diversi abbiamo contestato il ritardo con cui è stato indetto questo sciopero, fatto "a babbo morto", come giustamente ha detto un collega. Si è inoltre insistito sulla necessità di continuare la mobilitazione dopo il 30 con azioni diverse e soprattutto cercando di coinvolgere i genitori e le donne, che con la diminuzione del tempo scuola, vedranno ulteriormente ridotta la possibilità di lavorare.
Mentre eravamo riuniti è arrivata una delegazione di studenti delle superiori che ci hanno ragguagliato sulle loro iniziative e ci ha invitato a partecipare alla manifestazione indetta per venerdì 24.
La manifestazione è andata molto bene. Hanno partecipato tutte le scuole della città, con una presenza di oltre 2000 studenti (secondo i giornali, ma probabilmente la stima è per difetto). Le principali strade cittadine sono state bloccate per circa 4 ore e la manifestazione si è conclusa con un sit in davanti al Comune. L'organizzazione è stata nello stesso tempo efficiente e creativa. 
Tra gli striscioni e i cartelli ce n'erano alcuni molto simpatici; uno diceva: "se la scuola privata è l'unica via, io vado per i campi" e un altro: "se la cultura pesa, provate l'ignoranza". Poi c'erano quelli più seri, come "l'ignoranza rende burattini" e tanti altri.
AnnaMaria

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