Umanità Nova, n.35 del 2 novembre 2008, anno 88

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Milano: controla guerra il razzismo e il fascismo

Sabato 25 ottobre, come preannunciato, in un angolo di via Torricelli, si è svolta l'iniziativa di "Pagine Contro la Guerra" promossa dal Comitato Milanese Contro la Guerra che da due anni è impegnato "per il ritiro di tutte le missini estere, per la chiusura di tutte le basi, per la cancellazione delle spese militari".
Hanno partecipato con esposizione di libri, riviste e altri documentazioni inerenti alle tematiche contro la guerra, il razzismo, il fascismo ed altro ancora, con propri banchetti, oltre lo stesso Comitato contro la guerra, la FAI milanese, il c.s. Vittoria, il c.s. Transiti, c.s. Conchetta, il Comitato antirazzista, lo Slai Cobas e Conf. Cobas, il Pcl, pagine marxiste, una presenza anche del Comitato contro gli F 35 di Novara.
Il tema della giornata è stato centrato sulla situazione attuale di Vicenza, con la presenza di un compagno del sindacalismo di base (Cub) che ha messo in evidenza le difficoltà che sta attraversando il movimento di lotta, dopo la fase istituzionalizzante intrapresa dal "Presidio". A suo giudizio ha ritenuto un momento di parziale risveglio quello della consultazione autogestita, che ha testimoniato la forte opposizione alla base presente nella popolazione. E' stata espressa una speranza generale nella ripresa della lotta di fronte al proseguimento dei lavori della base militare.
Importante è stata la testimoniaza della compagna Maria del comitato No Tav attraverso un intervento accalorato che, dopo aver fatto la breve storia dello sviluppo di quel movimento e il tentativo da tempo in atto per bloccarlo attraverso i "tavoli istituzionali", ha dato comunicazione di una prossima importante iniziativa del movimento stesso per il 6 dicembre. La data ricorda la pesante aggressione poliziesca subita dal movimento di lotta No Tav.
E' già stata preannunciata la prossima iniziativa a Milano, a breve distanza, di "Pagine Contro la Guerra" davanti alla piazzetta del c.s. Transiti, anche come risposta allo sfratto contro l'Ambulatorio Popolare, molto importante in particolare per l'assistenza medica che offre agli immigrati senza permesso.
Enrico

Bologna: Razzisti in azione

Volantini razzisti con la scritta " .. via via dal nostro paese, bastardi stranieri ah ah ah …" sono stati diffusi recentemente in città. Alle parole qualcuno a fatto seguire i fatti: nella notte fra lunedì e martedì (21 ottobre scorso) è stato incendiato il phone center-internet point in via Protti, 13 e c'è stato un ulteriore tentativo di incendio ad un altro phone-center che funziona anche come money transfer. In entrambe i casi il volantino suddetto è stato ritrovato sui luoghi degli attentati.
Il Coordinamento Migranti di Bologna e Provincia ha emesso un comunicato nel quale, tra l'altro, scrive : "A noi pare evidente che qualcuno sta giocando col fuoco: c'è chi organizza in modo sistematico raids contro i migranti bolognesi. Siamo di fronte a un salto di qualità dinnanzi al quale ogni tentativo di sminuire la gravità dei fatti, ogni silenzio, ogni mancata risposta è colpevole."
Per rispondere a tutto questo ed alla canea razzista, il coordinamento continua la sua lotta. Per esempio: "Intanto, contro l'apartheid scolastico voluto da questo governo saremo venerdì 24 ottobre alle 17.30 in Vicolo Bolognetti per l'assemblea del coordinamento delle scuole elementari a spiegare le ragioni dei migranti."
La sottovalutazione dell'azione combinata degli squadristi, dei politici, del governo è, oggi più che mai, complicità colpevole.
redb

L'Aquila: lo stato della mafia - la mafia dello stato.

Lunedì 20 ottobre si è tenuto presso lo Spazioibero51 dell'Aquila un secondo incontro tra studenti, precari, lavoratori e attivisti del sindacalismo di base sulla questione "sanitopoli". L'idea è di costituire quanto prima nelle cittadine abruzzesi comitati popolari territoriali ed intraprendere un percorso di lotta unitario, una vera opposizione a tutti quei comitati d'affari intenzionati a distruggere un'idea di salute rispondente al benessere fisico, psichico, emotivo e sociale della persona; intenzionati solo a mercificare la salute e il benessere, un diritto che dovrebbe essere pubblico, universale, umano, a misura d'uomo e di donna, rispettoso del fabbisogno di cure dell'intera collettività. Perché le strutture sanitarie, così come tutti i servizi sociali, devono essere gestite e controllate direttamente dai lavoratori stessi e dai cittadini che vivono sul territorio; perché tra questi, gli utenti, e la collettività deve essere sempre vivo l'interesse sulla qualità delle prestazioni erogate. Perché l'accesso ai sistemi socio-sanitari deve avere carattere universale, per tutta la popolazione, senza distinzione di reddito o di cittadinanza; deve essere gratuito, improntato non sulla logica del profitto, ma su quella della solidarietà collettiva; generalizzato ed esaustivo di tutto il fabbisogno della collettività, dalla prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro alla cura e riabilitazione; deve essere umano, rispettoso della dignità e del benessere fisico, psichico e emotivo degli utenti e dei lavoratori. Scegliamo la partecipazione contro l'autoritarismo, la solidarietà contro l'isolamento, la cooperazione alla competizione, il mutuo appoggio al libero mercato. Le mobilitazioni e le azioni in difesa di tutti i settori della vita pubblica, il sostegno all'autonomia organizzativa dei gruppi in ogni area della vita sociale, il supporto all'auto-organizzazione nelle lotte, sono strade da percorrere, perché portano inevitabilmente alla creazione di reti in grado di dare una nuova direzione all'organizzazione e alla gestione della vita sociale. Se la società è una vasta rete di connessioni di lavoro cooperativo, allora questa rete di cooperazione può essere il punto di partenza, anche solo un punto di partenza per spezzare i vincoli della coercizione, dell'autoritarismo e dello sfruttamento. È in questa rete di lavoro cooperativo, che contempla milioni di azioni quotidiane, che si trovano le basi reali della vita sociale.
edo

Torino: Protesta alla farmaspia Bosio

In via Garibaldi 26 c'è la farmacia Bosio. Nobile ingresso, testone di Galeno con tanto di scritta in greco, bei lampadari. La Bosio è una delle 15 farmaspie pioniere, dove dal 1° ottobre si raccolgono le informazioni su poveri, mendicanti, rom, posteggiatori abusivi, senza casa. L'accordo tra Comune e Rete delle farmacie prevede una prima fase sperimentale di tre mesi e poi l'estensione della pratica del farmacista spia alle altre 280 farmacie.
Un bell'esperimento di delazione anonima di massa mascherata da servizio agli anziani. In un primo momento i farmacisti si sono dichiarati entusiasti, presentandosi a La Stampa e ad Epolis come ultima trincea contro la criminalità.
Da qualche tempo sono meno sicuri di se, minimizzano, negano l'evidenza, cercano di cambiare le carte già smazzate in tavola. I volantini, manifesti e comunicati di denuncia, nonché le chiamate indignate di numerosi cittadini sono state il segnale di un disagio diffuso di fronte ad un esperimento di controllo sociale che ricorda da vicino le pratiche della dittatura fascista.
Nel pomeriggio del 23 ottobre un gruppetto di antirazzisti si è radunato di fronte alla farmacia Bosio, aprendo uno striscione "boicotta le farmacie spia", facendo interventi dal megafono e distribuendo un volantino che riportiamo sotto.
Nonostante le irritate proteste della farmacista i passanti si fermavano curiosi, chiedevano informazioni, e spesso esprimevano la loro indignazione.
Un piccolo segnale di rivolta contro la cappa ossessiva di controllo cui siamo quotidianamente sottoposti.
Spropositata la reazione della polizia che in pochi minuti ha adunato nella via una quindicina di agenti della Digos mentre una camionetta dell'antisommossa stazionava nella limitrofa piazza Arbarello.
La campagna contro le farmaspie continua…
R. Em.

Torino: Tra casa Africa e via Cottolengo

In piazza Sabotino, nel cuore del quartiere S. Paolo, da circa due settimane c'è "Casa Africa", un'occupazione abitativa fatta da oltre un centinaio di profughi e rifugiati dal corno d'Africa.
Gli occupanti, sostenuti da un comitato di solidarietà costituito prevalentemente da militanti dei centri sociali Gabrio e Askatasuna, il 25 ottobre sono scesi in strada per un presidio davanti alla loro nuova casa. Una cinquantina di metri più in là, all'imbocco del mercato di via Di Nanni, stavano una ventina di militanti della Lega Nord, tra cui Borghezio, difesi da un nugolo di poliziotti e Digos, che impedivano ai numerosi antirazzisti presenti di avvicinarsi.
Gli occupanti hanno fatto interventi dal microfono, cantato canzoni nella loro lingua, rivendicando la scelta di occupare una casa in risposta al silenzio dell'amministrazione comunale. Questa occupazione, che segue ad un anno di distanza quella analoga in via Bologna, si pone in maniera dialogante nei confronti delle istituzioni cittadine: in questo caso la richiesta fatta al comune è l'acquisto dell'immobile, una ex clinica ora in mano al curatore fallimentare.
Alcuni esponenti dell'Assemblea Antirazzista di Torino, pur molto critici per la scelta di privilegiare l'interlocuzione istituzionale rispetto ad un percorso di autonomia già intrapreso dai rifugiati con la pratica dell'occupazione, hanno partecipato al presidio per solidarietà nei confronti dei migranti.
Domenica 26 ottobre in via Cottolengo, c'era la consueta animazione. Il mercato abusivo dei migranti, blindato dalla polizia il 12, liberato la domenica successiva da una affollata partita di calcio di fronte alla quale i blindati sono stati ritirati, è tornato alla normalità. Per l'intera mattinata la polizia non si è fatta vedere.
Gli antirazzisti, presenti con una delegazione più numerosa del solito, non hanno dovuto estrarre le loro armi segrete: qualche decina di palloni da calcio. Hanno però pensato bene che era venuto il momento di allargare il mercato dal lato di piazza della Repubblica: banchetti di libri, sciarpe, succhi di frutta, pantaloni hanno affiancato la solita distribuzione di volantini e flier.
L'appuntamento è per domenica prossima. In via Cottolengo dalle 10,30 in poi. Dopo una sconfitta e due vittorie la partita continua…
R. Em.


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