Umanità Nova, n.35 del 2 novembre 2008, anno 88

Profili


Aldo Tugnoli
Difficile ricostruire se fosse un nastrino, un garofano o un fazzoletto - rosso - la causa dell'irritazione che indusse una squadraccia di fascisti a rincorrere e a picchiare una ragazza di quindici anni, Nina Jolanda Anzini, il 16 maggio 1921, in Via San Giacomo a Bologna. Altrettanto difficoltoso, potremmo dire impossibile, per un operaio appena tornato a casa dal lavoro, il giovane anarchico Aldo Tugnoli, non accorrere in aiuto dell'adolescente. Nato il 15 ottobre 1902 a Bologna, figlio di Silvia, "ragazza madre", Aldo, aderente al Gruppo Anarchico Pietro Gori, abita al numero civico 49, dove dal cortile interno si diramano due scale; una conduce alla sua abitazione, l'altra a quella di Vindice Rabitti, altro compagno del gruppo ora assente: è a Firenze dove, meno conosciuto, è già attivo nella lotta armata contro il fascismo, scelta che attraverso un percorso ineludibile lo vedrà dalle strade dell'esilio passare per la rivoluzione spagnola e giungere alla Resistenza. Tutto si consuma in pochi attimi: alle parole rimostranti di Tugnoli, sceso in strada, i fascisti rispondono malmenandolo e sparandogli fin su per le scale, dove egli aveva cercato rifugio: trasportato all'ospedale Sant'Orsola si spegne due giorni dopo, il 18 maggio. Appresa la notizia, l'amico, compagno e coetaneo Vindice, torna da Firenze. L'inchiesta giudiziaria viene archiviata e la questura impedisce l'apposizione della parola "assassinato" sulla lapide, al cimitero. E' del Gruppo Anarchico Pietro Gori l'iniziativa della costituzione degli Arditi del Popolo a Bologna, certamente col pensiero anche a un esile emblema rosso, rosso un fiore, rosso d'amore, commosso e furioso nero del dolore.

Marabbo


home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti