Umanità Nova, n.35 del 2 novembre 2008, anno 88

L'altra Internet. Il Deposito. Canti di protesta


"La completezza, come sempre, non sarà raggiunta. Ma si lavora a testa bassa per raggiungerla...".
Ho chiesto a Sergio Durzu, ideatore, costruttore e artefice de il deposito.org, qualche informazione per scrivere questo pezzo sul suo sito-archivio di canti popolari; e Sergio ha concluso le mail che mi ha mandato proprio con questa frase. Da qui vorrei partire, perchè è in queste parole che si nasconde lo spirito del suo lavoro di questi anni.
ildeposito.org è un archivio, per essere precisi un archivio di "testi, accordi e musica", ed è organizzato proprio come un archivio. Inizialmente i canti erano catalogati solo in base al periodo storico in cui sono nati. Successivamente ha acquisito altre chiavi di ricerca, sempre più analitiche e precise, che lo rendono uno strumento molto flessibile, in cui è possibile cercare i canti in base alla sezione cronologica, alla tematica, all'autore, all'anno, alla lingua o al paese d'origine.
È on line dall'ottobre 2004, quando il primo blocco di materiale ammontava a circa 200 canti. A oggi i canti catalogati sono più di 1100, in gran parte italiani, ma anche molti internazionali con traduzione. Per molti di questi ildeposito fornisce gli accordi per chitarra, una breve scheda e soprattutto la possibilità di scaricare il file audio o di ascoltarlo on line.
Canti comunisti, anarchici, della Resistenza, del lavoro, dell'emigrazione. Nella convinzione che la musica popolare sia sì espressione politica e sociale, sia tradizione e sia soprattutto corpo di una visione del mondo, di cui questi canti sono testimonianza e veicolo. Alla base ci sono le teorie dell'antropologo Ernesto De Martino, filtrate dal lavoro di intellettuali come Gianni Bosio, che hanno teorizzato, ricercato sul campo e lavorato sulla cultura popolare (e sulla musica popolare, sua "produzione"), entrambe alternative alla cultura dominante, borghese.
Non solo passione, quindi, dietro questa "creatura", ma volontà di perpetuare, conservare, trasmettere il sapere: "la nostra speranza è che l'archivio che abbiamo realizzato, e continuiamo ad alimentare, possa servire non solo per tutelare il repertorio di cui ci occupiamo, ma anche perché tale repertorio viva e possa diventare uno mezzo, magari didattico e di conoscenza. Cerchiamo di avere una particolare cura della contestualizzazione dei canti, perché pensiamo che la musica popolare sia in grado di fornire il punto di vista sui grandi eventi della Storia delle classi popolari, in alternativa a quanto ci viene spesso genericamente raccontato e proposto".
E il sito "funziona". Attorno a ildeposito.org si è raccolto un folto gruppo di appassionati, cuoriosi, studiosi. È attiva una mailing list, gli utenti hanno la possibilità di confrontarsi nello spazio forum, possono postare commenti all'interno del blog. E soprattutto possono collaborare con informazioni e segnalazioni per dare volume all'archivio.
Il deposito.org conserva e ci consegna un patrimonio di esperienze e conoscenza, si fa strumento prezioso di ricostruzione, rinnova la tradizione della lotta delle classi oppresse.
Lo fa bene, con precisione, con energia. A testa bassa verso il suo obiettivo.

Cristiano

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti