"La completezza, come sempre, non sarà raggiunta. Ma si lavora a testa bassa per raggiungerla...".
Ho chiesto a Sergio Durzu, ideatore, costruttore e artefice de il
deposito.org, qualche informazione per scrivere questo pezzo sul suo
sito-archivio di canti popolari; e Sergio ha concluso le mail che mi ha
mandato proprio con questa frase. Da qui vorrei partire, perchè
è in queste parole che si nasconde lo spirito del suo lavoro di
questi anni.
ildeposito.org è un archivio, per essere precisi un archivio di
"testi, accordi e musica", ed è organizzato proprio come un
archivio. Inizialmente i canti erano catalogati solo in base al periodo
storico in cui sono nati. Successivamente ha acquisito altre chiavi di
ricerca, sempre più analitiche e precise, che lo rendono uno
strumento molto flessibile, in cui è possibile cercare i canti
in base alla sezione cronologica, alla tematica, all'autore, all'anno,
alla lingua o al paese d'origine.
È on line dall'ottobre 2004, quando il primo blocco di materiale
ammontava a circa 200 canti. A oggi i canti catalogati sono più
di 1100, in gran parte italiani, ma anche molti internazionali con
traduzione. Per molti di questi ildeposito fornisce gli accordi per
chitarra, una breve scheda e soprattutto la possibilità di
scaricare il file audio o di ascoltarlo on line.
Canti comunisti, anarchici, della Resistenza, del lavoro,
dell'emigrazione. Nella convinzione che la musica popolare sia
sì espressione politica e sociale, sia tradizione e sia
soprattutto corpo di una visione del mondo, di cui questi canti sono
testimonianza e veicolo. Alla base ci sono le teorie dell'antropologo
Ernesto De Martino, filtrate dal lavoro di intellettuali come Gianni
Bosio, che hanno teorizzato, ricercato sul campo e lavorato sulla
cultura popolare (e sulla musica popolare, sua "produzione"), entrambe
alternative alla cultura dominante, borghese.
Non solo passione, quindi, dietro questa "creatura", ma volontà
di perpetuare, conservare, trasmettere il sapere: "la nostra speranza
è che l'archivio che abbiamo realizzato, e continuiamo ad
alimentare, possa servire non solo per tutelare il repertorio di cui ci
occupiamo, ma anche perché tale repertorio viva e possa
diventare uno mezzo, magari didattico e di conoscenza. Cerchiamo di
avere una particolare cura della contestualizzazione dei canti,
perché pensiamo che la musica popolare sia in grado di fornire
il punto di vista sui grandi eventi della Storia delle classi popolari,
in alternativa a quanto ci viene spesso genericamente raccontato e
proposto".
E il sito "funziona". Attorno a ildeposito.org si è raccolto un
folto gruppo di appassionati, cuoriosi, studiosi. È attiva una
mailing list, gli utenti hanno la possibilità di confrontarsi
nello spazio forum, possono postare commenti all'interno del blog. E
soprattutto possono collaborare con informazioni e segnalazioni per
dare volume all'archivio.
Il deposito.org conserva e ci consegna un patrimonio di esperienze e
conoscenza, si fa strumento prezioso di ricostruzione, rinnova la
tradizione della lotta delle classi oppresse.
Lo fa bene, con precisione, con energia. A testa bassa verso il suo obiettivo.
Cristiano