Umanità Nova, n.35 del 2 novembre 2008, anno 88

Bel lavoro


I padroni non pagano, gli operai li sequestrano
L'episodio che proponiamo è interessante, perché nel suo piccolo condensa gli aspetti dell'attuale globalizzazione del capitale e della forza lavoro, l'outsourcing (il vecchio ma sempre nuovo subappalto), la crisi finanziaria e, soprattutto, le forme di lotta operaia come risposta.
Nell'arcipelago Turks and Caicos (territorio d'oltremare del Regno Unito), nell'Atlantico del Nord, l'azienda israeliana Ashtrom occupa oltre trecento operai cinesi per la costruzione di un complesso turistico di lusso. L'azienda è finanziata dalla banca Lehman Brothers che, dopo il suo disastroso fallimento (causato dai mutui subprime), non è più in grado di far fronte ai propri impegni, tra cui il pagamento dei salari ai trecento operai, oltre alla restituzione dei 15.000 yen, versati da ciascun operaio a una società di lavoro interinale per essere assunti.
Che cosa fanno gli operai? L'unica cosa che in quelle condizioni potevano fare: hanno sequestrato 15 dirigenti dell'azienda che, nel giro di pochi giorni, ha dovuto pagare i salari e restituire il maltolto.

Lotta alla Bennet
Ancora una volta, nella notte che ha preceduto la riuscita giornata di sciopero generale indetto da alcune sigle del sindacalismo di base (17 ottobre), ad Origgio( VA), si è tenuta una fermata con presidio davanti al magazzino centrale della Bennet. I lavoratori delle cooperative Leonardo e Java, che lavorano in quel deposito, appoggiati dallo Slai Cobas e da altre realtà sociali del milanese, bloccando di fatto i tre ingressi, hanno impedito ai camion di passare, e quindi il rifornimento di parecchi supermercati della catena Bennet.
Lo sciopero è riuscito alla grande: pochi lavoratori hanno deciso di entrar dentro, magari scavalcando il muretto. Gli operai delle due cooperative, per lo più immigrati, sono in lotta da parecchi mesi per rivendicare il rispetto del contratto collettivo nazionale e dei propri diritti sindacali, oggi disattesi. Per esempio, per quanto riguarda il salario, per un accordo sottoscritto dai sindacati confederali presenti, ai soci lavoratori delle cooperative spetta il 60% del minimo salariale previsto, a cui si può aggiungere un 20% legato alla produttività anche individuale.
Una lotta dura, che ha visto nelle settimane precedenti, una risposta repressiva da parte aziendale: licenziamenti politici e trattamento differenziato e peggiorativo per gli operai più esposti. Dall'altra parte, dopo un momento anche di difficoltà in cui, almeno ufficialmente, alcuni lavoratori decidevano di disdire la tessera sindacale dello Slai, gli operai non si sono piegati e molti iscritti alla Cgil sono passati al sindacato di lotta presente nel magazzino, dandosi anche un momento di autoorganizzazione. Certo faceva piacere notare, lavoratori che nei presidi precedenti insultavano coloro che presiedevano davanti al deposito, ora non entrare dentro e partecipare attivamente all'iniziativa operaia. Tra l'altro, la partecipazione al presidio dei lavoratori delle due cooperative e stata notevolmente superiore alle altre volte, incertezze e paure sono venute meno.
Da lodare anche quei lavoratori esterni, anche studenti, che per dare la loro solidarietà agli scioperanti stanno dando un appoggio a questa lotta, passando la notte davanti al magazzino e magari poi andando  alla manifestazione indetta dal sindacalismo di base: erano riconoscibili anche dagli occhiali scuri che nascondevano la notte non dormita.
Ora la lotta si può allargare: ad altri magazzini del gruppo Bennet, ma non solo: sarebbe auspicabile l'appoggio di lavoratori di altre fabbriche, che magari all'interno della loro realtà produttiva, in questo momento, hanno difficoltà a sviluppare un intervento sindacale.

I lavoratori della IVECO di Suzzara in lotta
Lo stabilimento IVECO di Suzzara (Mantova) è un importante gruppo Europeo che produce prevalentemente furgoni. La Direzione  ha da tempo deciso di "alleggerire" il numero degli addetti, cominciando da quelli assunti con i famigerati contratti a tempo determinato. Nei primi giorni di Ottobre sarebbero dovute partire le lettere di licenziamento per i primi 160 lavoratori, ai quali si sarebbero successivamente aggiunti nel 2009 sia gli addetti con contratto a scadenza l'anno prossimo sia quelli assunti con contratto biennale di formazione. In tutto circa 300/400 lavoratori.
In risposta ai primi 40 licenziamenti, nella mattinata del 10 Ottobre si è tenuta  una assemblea interna in una atmosfera particolarmente tesa dove i 1.500 addetti IVECO, ai quali si sono aggiunti successivamente anche i lavoratori delle imprese dell'indotto, hanno deciso di bloccare la produzione e di occupare i cancelli dello stabilimento, impedendo l'uscita delle bisarche già cariche di furgoni. Successivamente hanno occupato la stazione ferroviaria, interrompendo la linea Mantova-Verona, bloccato le vie principali della città ed il principale rondò sulla Strada Provinciale, mandando in tilt la circolazione, e occupato per breve tempo il casello autostradale più vicino. Tutto questo nonostante l'arrivo sul posto di Polizia e Carabinieri e nonostante le minacce da parte della Questura di procedere immediatamente alla denuncia per interruzione di pubblico servizio. La situazione si è poi temporaneamente sbloccata soltanto nel pomeriggio, quando il Prefetto ha convocato Azienda e rappresentanze Sindacali.

Contro la ristrutturazione alle Poste
Alle Poste di Baggio (Milano) si è costituito un Comitato di Lotta dei Lavoratori con l'intento di contrastare la ristrutturazione che taglia posti di lavoro con la riduzione di "zone di Recapito" da 104 a 72. La conseguenza nella sede postale di Baggio è che salta un zona su tre, con il pieno accordo di Cisl, Cgil, Uil, Failp-Cisal, Sailp-Confsal e Ugl. Informazioni analoghe vengono dalle altre sedi di Milano. Il risultato di questa pesante riorganizzazione è quella di un notevole aumento di carico di lavoro e un notevole aumento di diacenza. In pratica si creano le condizioni di esuberi.
Con l'assemblea autoconvocata del 12 giugno e con il presidio autorganizzato dell'11 luglio in Piazza Cordusio, il Comitato di Lotta ha dimostrato che i lavoratori, in modo autonomo, sanno contare sulle proprie forze. Il Comitato di Lotta di  Baggio ha partecipato con i lavoratori delle Poste alla manifestazione di Milano in occasione dello sciopero generale, con un proprio striscione.

a cura della "Commissione Lavoro" della Federazione Anarchica Milanese

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti