I padroni non pagano, gli operai li sequestrano
L'episodio che proponiamo è interessante, perché nel suo
piccolo condensa gli aspetti dell'attuale globalizzazione del capitale
e della forza lavoro, l'outsourcing (il vecchio ma sempre nuovo
subappalto), la crisi finanziaria e, soprattutto, le forme di lotta
operaia come risposta.
Nell'arcipelago Turks and Caicos (territorio d'oltremare del Regno
Unito), nell'Atlantico del Nord, l'azienda israeliana Ashtrom occupa
oltre trecento operai cinesi per la costruzione di un complesso
turistico di lusso. L'azienda è finanziata dalla banca Lehman
Brothers che, dopo il suo disastroso fallimento (causato dai mutui
subprime), non è più in grado di far fronte ai propri
impegni, tra cui il pagamento dei salari ai trecento operai, oltre alla
restituzione dei 15.000 yen, versati da ciascun operaio a una
società di lavoro interinale per essere assunti.
Che cosa fanno gli operai? L'unica cosa che in quelle condizioni
potevano fare: hanno sequestrato 15 dirigenti dell'azienda che, nel
giro di pochi giorni, ha dovuto pagare i salari e restituire il
maltolto.
Lotta alla Bennet
Ancora una volta, nella notte che ha preceduto la riuscita giornata di
sciopero generale indetto da alcune sigle del sindacalismo di base (17
ottobre), ad Origgio( VA), si è tenuta una fermata con presidio
davanti al magazzino centrale della Bennet. I lavoratori delle
cooperative Leonardo e Java, che lavorano in quel deposito, appoggiati
dallo Slai Cobas e da altre realtà sociali del milanese,
bloccando di fatto i tre ingressi, hanno impedito ai camion di passare,
e quindi il rifornimento di parecchi supermercati della catena Bennet.
Lo sciopero è riuscito alla grande: pochi lavoratori hanno
deciso di entrar dentro, magari scavalcando il muretto. Gli operai
delle due cooperative, per lo più immigrati, sono in lotta da
parecchi mesi per rivendicare il rispetto del contratto collettivo
nazionale e dei propri diritti sindacali, oggi disattesi. Per esempio,
per quanto riguarda il salario, per un accordo sottoscritto dai
sindacati confederali presenti, ai soci lavoratori delle cooperative
spetta il 60% del minimo salariale previsto, a cui si può
aggiungere un 20% legato alla produttività anche individuale.
Una lotta dura, che ha visto nelle settimane precedenti, una risposta
repressiva da parte aziendale: licenziamenti politici e trattamento
differenziato e peggiorativo per gli operai più esposti.
Dall'altra parte, dopo un momento anche di difficoltà in cui,
almeno ufficialmente, alcuni lavoratori decidevano di disdire la
tessera sindacale dello Slai, gli operai non si sono piegati e molti
iscritti alla Cgil sono passati al sindacato di lotta presente nel
magazzino, dandosi anche un momento di autoorganizzazione. Certo faceva
piacere notare, lavoratori che nei presidi precedenti insultavano
coloro che presiedevano davanti al deposito, ora non entrare dentro e
partecipare attivamente all'iniziativa operaia. Tra l'altro, la
partecipazione al presidio dei lavoratori delle due cooperative e stata
notevolmente superiore alle altre volte, incertezze e paure sono venute
meno.
Da lodare anche quei lavoratori esterni, anche studenti, che per dare
la loro solidarietà agli scioperanti stanno dando un appoggio a
questa lotta, passando la notte davanti al magazzino e magari poi
andando alla manifestazione indetta dal sindacalismo di base:
erano riconoscibili anche dagli occhiali scuri che nascondevano la
notte non dormita.
Ora la lotta si può allargare: ad altri magazzini del gruppo
Bennet, ma non solo: sarebbe auspicabile l'appoggio di lavoratori di
altre fabbriche, che magari all'interno della loro realtà
produttiva, in questo momento, hanno difficoltà a sviluppare un
intervento sindacale.
I lavoratori della IVECO di Suzzara in lotta
Lo stabilimento IVECO di Suzzara (Mantova) è un importante
gruppo Europeo che produce prevalentemente furgoni. La Direzione
ha da tempo deciso di "alleggerire" il numero degli addetti,
cominciando da quelli assunti con i famigerati contratti a tempo
determinato. Nei primi giorni di Ottobre sarebbero dovute partire le
lettere di licenziamento per i primi 160 lavoratori, ai quali si
sarebbero successivamente aggiunti nel 2009 sia gli addetti con
contratto a scadenza l'anno prossimo sia quelli assunti con contratto
biennale di formazione. In tutto circa 300/400 lavoratori.
In risposta ai primi 40 licenziamenti, nella mattinata del 10 Ottobre
si è tenuta una assemblea interna in una atmosfera
particolarmente tesa dove i 1.500 addetti IVECO, ai quali si sono
aggiunti successivamente anche i lavoratori delle imprese dell'indotto,
hanno deciso di bloccare la produzione e di occupare i cancelli dello
stabilimento, impedendo l'uscita delle bisarche già cariche di
furgoni. Successivamente hanno occupato la stazione ferroviaria,
interrompendo la linea Mantova-Verona, bloccato le vie principali della
città ed il principale rondò sulla Strada Provinciale,
mandando in tilt la circolazione, e occupato per breve tempo il casello
autostradale più vicino. Tutto questo nonostante l'arrivo sul
posto di Polizia e Carabinieri e nonostante le minacce da parte della
Questura di procedere immediatamente alla denuncia per interruzione di
pubblico servizio. La situazione si è poi temporaneamente
sbloccata soltanto nel pomeriggio, quando il Prefetto ha convocato
Azienda e rappresentanze Sindacali.
Contro la ristrutturazione alle Poste
Alle Poste di Baggio (Milano) si è costituito un Comitato di
Lotta dei Lavoratori con l'intento di contrastare la ristrutturazione
che taglia posti di lavoro con la riduzione di "zone di Recapito" da
104 a 72. La conseguenza nella sede postale di Baggio è che
salta un zona su tre, con il pieno accordo di Cisl, Cgil, Uil,
Failp-Cisal, Sailp-Confsal e Ugl. Informazioni analoghe vengono dalle
altre sedi di Milano. Il risultato di questa pesante riorganizzazione
è quella di un notevole aumento di carico di lavoro e un
notevole aumento di diacenza. In pratica si creano le condizioni di
esuberi.
Con l'assemblea autoconvocata del 12 giugno e con il presidio
autorganizzato dell'11 luglio in Piazza Cordusio, il Comitato di Lotta
ha dimostrato che i lavoratori, in modo autonomo, sanno contare sulle
proprie forze. Il Comitato di Lotta di Baggio ha partecipato con
i lavoratori delle Poste alla manifestazione di Milano in occasione
dello sciopero generale, con un proprio striscione.
a cura della "Commissione Lavoro" della Federazione Anarchica Milanese