Umanità Nova, n.36 del 9 novembre 2008, anno 88

Notizie dalla scuola - 2


Palermo: quando l'onda potrà diventare uno tsunami

Se nell'ottantanove il movimento nato a Palermo e denominato la "pantera" aveva coinvolto una grandissima mole di studenti, l'odierno movimento dell' "onda" (questo è infatti il nome che si sta delineando a livello nazionale) sta mobilitando una massa di individui tale da rendere obsoleto il paragone. Si tratta di un movimento che tocca e coinvolge trasversalmente studenti e lavoratori precari di ogni ordine e grado. L'emergenza è sociale e i palermitani l'hanno capito.
Un' immensa fiumana sta rivitalizzando la città e ,dopo l'approvazione della legge Gelmini del 29 ottobre, sta intensificando la propria presenza nelle piazze e nelle strade. Giorno 27 ottobre sono scese in piazza 30000 persone che hanno letteralmente paralizzato la città. Il 29, dopo la votazione in senato, c'è stato un corteo spontaneo e non autorizzato (protagonista di alcuni blocchi stradali) che ha coinvolto altre migliaia di studenti. Sono manifestazioni di forte coinvolgimento popolare che non devono essere sprecate. Infatti è proprio questo il rischio: buttare all'aria tutto, bruciando in pochi giorni un movimento che dovrà durare mesi per riuscire a centrare gli obiettivi.
Le componenti studentesche dopo un inizio molto positivo e di massima coesione, sono arrivate a delle incomprensioni forti che si sono manifestate apertamente in sede assembleare. La fonte principale delle discussioni era soprattutto la modalità d'azione della protesta, senza tra l'altro soffermarsi su argomenti in questo momento molto più importanti come i contenuti della lotta. Per fortuna in questi ultimissimi giorni le incomprensioni sembrano rientrate e tutte le componenti studentesche insieme agli studenti indipendenti stanno concertando delle proteste che si stanno rivelando all'avanguardia per il futuro del movimento: una di queste è quella di continuare la didattica ordinaria fuori dai locali della facoltà (piazze e vie del centro storico); il lavoro costante di volantinaggio; lo svolgimento giornaliero di manifestazioni cittadine (con l'interruzione della didattica nelle ore stabilite per il corteo); la formazione di comitati di quartiere che coinvolgano l'intera società; lo svolgimento di attività serali (incontri, spettacoli, concerti) dentro la Facoltà di Lettere e Filosofia che coinvolgano tutti gli studenti dell'ateneo e tutte le persone interessate facenti parte del mondo extra universitario.
L'obiettivo è quello di non sprecare tutta l'energia accumulata in queste settimane facendo delle occupazioni premature (sebbene Scienze politiche si sia un po' isolata, avendo occupato lunedì 27) ma rinvigorire il movimento con l'allargamento del consenso presso tutti gli strati della società.
L'occupazione dell'intero ateneo e di tutte le scuole della città e della provincia, sarà un'azione automatica che si potrà realizzare agevolmente dopo qualche settimana di lotta sul campo. Allora l' "onda" potrà diventare uno "tsunami".

Gaetano Zaccaria

L'Aquila: presidio contro il DL 137

Il 28 ottobre 2008, nonostante la pioggia battente, si è tenuto davanti al palazzo della prefettura il presidio di protesta per l'abrogazione del DL 137/2008 e dell'art. 64 della L. 133/2008. Presenti circa un centinaio di persone, tra studenti di scuole superiori e universitari, precari e lavoratori della scuola, personale ATA, pensionati. Con loro i COBAS Scuola, i militanti dello SpazioLibero51, gli attivisti del Comitato Antirazzista. Tutti concordi nel manifestare il dissenso nei confronti di provvedimenti che prevedono un taglio di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, l'ulteriore aumento del numero degli alunni per classe, la riduzione delle ore di lezione per tutti gli ordini di scuola, l'accorpamento di 2.500 istituti con meno di 500 alunni e la chiusura di 4.500 scuole con meno di 50 alunni, lo smantellamento del tempo pieno, il funzionamento delle scuole materne anche solo al mattino e con una sola insegnante, il taglio di 131.841 posti di docenti e ATA, la disoccupazione per altrettanti precari che lavorano da decenni nella scuola. Nessun dubbio sul fatto che il maestro unico tuttologo determinerà un netto peggioramento della qualità della scuola elementare; che l'impostazione della riforma, caratterizzata dalla restaurazione dell'ordine e da una falsa immagine di "serietà", vuole far credere che i problemi della scuola e della società si possano risolvere tornando al grembiulino, al voto numerico, alla bocciatura con il 5 in condotta, alle classi differenziate per alunni stranieri.
L'assemblea esprime un netto rifiuto nei confronti di qualsiasi ipotesi di mediazione sul "maestro unico" e di contrattazione sui tagli, che significano sempre e in ogni caso la riduzione della qualità e della quantità del servizio pubblico; in generale, ritiene che l'obiettivo di questa politica scolastica sia solamente un ulteriore dequalificazione della scuola pubblica e il potenziamento della scuola privata. Il sapere non si compra. Il lavoro non è merce. La lotta continua.

Edo

Modena: "Scuola Libera", un'aula autogestita dagli studenti in ogni scuola.

"Scuola Libera" è un collettivo nato dall'unione di individualità appartenenti all'USI Modena, al collettivo de "Gli Agitati" e allo spazio sociale Libera. Il compito che il collettivo si è dato è la diffusione della pedagogia libertaria e la sperimentazione di una scuola altra, non coercitiva e non finalizzata alla produzione, ma impegnata al completo sviluppo intellettuale e manuale dell'individuo. La creazione di una scuola libertaria è un progetto a medio periodo che darebbe senso compiuto al lavoro culturale e pedagogico che il collettivo intende svolgere. Il collettivo è formato da studenti, insegnanti e semplici individui che ritengono la pedagogia fondamentale per un cambiamento sociale radicale e duraturo. Entrando nel merito della legge Gelmini e delle altre che l'hanno preceduta il giudizio del collettivo è sicuramente negativo. Una delle cose da "fare subito" è lottare per avere un'aula autogestita dagli studenti (aperta al contributo positivo degli insegnanti) in ogni scuola, dove discutere delle varie leggi e dei vari movimenti di lotta che si sono sviluppati all'interno della scuola nei vari anni. Il collettivo "Scuola Libera" sta realizzando una mostra sulla scuola e la pedagogia libertaria che sarà esposta al Dopolavoro USI di via S. Agata 13, sede del gruppo.

Scuola Libera


 

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