Se nell'ottantanove il movimento nato a Palermo e denominato la
"pantera" aveva coinvolto una grandissima mole di studenti, l'odierno
movimento dell' "onda" (questo è infatti il nome che si sta
delineando a livello nazionale) sta mobilitando una massa di individui
tale da rendere obsoleto il paragone. Si tratta di un movimento che
tocca e coinvolge trasversalmente studenti e lavoratori precari di ogni
ordine e grado. L'emergenza è sociale e i palermitani l'hanno
capito.
Un' immensa fiumana sta rivitalizzando la città e ,dopo
l'approvazione della legge Gelmini del 29 ottobre, sta intensificando
la propria presenza nelle piazze e nelle strade. Giorno 27 ottobre sono
scese in piazza 30000 persone che hanno letteralmente paralizzato la
città. Il 29, dopo la votazione in senato, c'è stato un
corteo spontaneo e non autorizzato (protagonista di alcuni blocchi
stradali) che ha coinvolto altre migliaia di studenti. Sono
manifestazioni di forte coinvolgimento popolare che non devono essere
sprecate. Infatti è proprio questo il rischio: buttare all'aria
tutto, bruciando in pochi giorni un movimento che dovrà durare
mesi per riuscire a centrare gli obiettivi.
Le componenti studentesche dopo un inizio molto positivo e di massima
coesione, sono arrivate a delle incomprensioni forti che si sono
manifestate apertamente in sede assembleare. La fonte principale delle
discussioni era soprattutto la modalità d'azione della protesta,
senza tra l'altro soffermarsi su argomenti in questo momento molto
più importanti come i contenuti della lotta. Per fortuna in
questi ultimissimi giorni le incomprensioni sembrano rientrate e tutte
le componenti studentesche insieme agli studenti indipendenti stanno
concertando delle proteste che si stanno rivelando all'avanguardia per
il futuro del movimento: una di queste è quella di continuare la
didattica ordinaria fuori dai locali della facoltà (piazze e vie
del centro storico); il lavoro costante di volantinaggio; lo
svolgimento giornaliero di manifestazioni cittadine (con l'interruzione
della didattica nelle ore stabilite per il corteo); la formazione di
comitati di quartiere che coinvolgano l'intera società; lo
svolgimento di attività serali (incontri, spettacoli, concerti)
dentro la Facoltà di Lettere e Filosofia che coinvolgano tutti
gli studenti dell'ateneo e tutte le persone interessate facenti parte
del mondo extra universitario.
L'obiettivo è quello di non sprecare tutta l'energia accumulata
in queste settimane facendo delle occupazioni premature (sebbene
Scienze politiche si sia un po' isolata, avendo occupato lunedì
27) ma rinvigorire il movimento con l'allargamento del consenso presso
tutti gli strati della società.
L'occupazione dell'intero ateneo e di tutte le scuole della
città e della provincia, sarà un'azione automatica che si
potrà realizzare agevolmente dopo qualche settimana di lotta sul
campo. Allora l' "onda" potrà diventare uno "tsunami".
Gaetano Zaccaria
Il 28 ottobre 2008, nonostante la pioggia battente, si è
tenuto davanti al palazzo della prefettura il presidio di protesta per
l'abrogazione del DL 137/2008 e dell'art. 64 della L. 133/2008.
Presenti circa un centinaio di persone, tra studenti di scuole
superiori e universitari, precari e lavoratori della scuola, personale
ATA, pensionati. Con loro i COBAS Scuola, i militanti dello
SpazioLibero51, gli attivisti del Comitato Antirazzista. Tutti concordi
nel manifestare il dissenso nei confronti di provvedimenti che
prevedono un taglio di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica,
l'ulteriore aumento del numero degli alunni per classe, la riduzione
delle ore di lezione per tutti gli ordini di scuola, l'accorpamento di
2.500 istituti con meno di 500 alunni e la chiusura di 4.500 scuole con
meno di 50 alunni, lo smantellamento del tempo pieno, il funzionamento
delle scuole materne anche solo al mattino e con una sola insegnante,
il taglio di 131.841 posti di docenti e ATA, la disoccupazione per
altrettanti precari che lavorano da decenni nella scuola. Nessun dubbio
sul fatto che il maestro unico tuttologo determinerà un netto
peggioramento della qualità della scuola elementare; che
l'impostazione della riforma, caratterizzata dalla restaurazione
dell'ordine e da una falsa immagine di "serietà", vuole far
credere che i problemi della scuola e della società si possano
risolvere tornando al grembiulino, al voto numerico, alla bocciatura
con il 5 in condotta, alle classi differenziate per alunni stranieri.
L'assemblea esprime un netto rifiuto nei confronti di qualsiasi ipotesi
di mediazione sul "maestro unico" e di contrattazione sui tagli, che
significano sempre e in ogni caso la riduzione della qualità e
della quantità del servizio pubblico; in generale, ritiene che
l'obiettivo di questa politica scolastica sia solamente un ulteriore
dequalificazione della scuola pubblica e il potenziamento della scuola
privata. Il sapere non si compra. Il lavoro non è merce. La
lotta continua.
Edo
"Scuola Libera" è un collettivo nato dall'unione di
individualità appartenenti all'USI Modena, al collettivo de "Gli
Agitati" e allo spazio sociale Libera. Il compito che il collettivo si
è dato è la diffusione della pedagogia libertaria e la
sperimentazione di una scuola altra, non coercitiva e non finalizzata
alla produzione, ma impegnata al completo sviluppo intellettuale e
manuale dell'individuo. La creazione di una scuola libertaria è
un progetto a medio periodo che darebbe senso compiuto al lavoro
culturale e pedagogico che il collettivo intende svolgere. Il
collettivo è formato da studenti, insegnanti e semplici
individui che ritengono la pedagogia fondamentale per un cambiamento
sociale radicale e duraturo. Entrando nel merito della legge Gelmini e
delle altre che l'hanno preceduta il giudizio del collettivo è
sicuramente negativo. Una delle cose da "fare subito" è lottare
per avere un'aula autogestita dagli studenti (aperta al contributo
positivo degli insegnanti) in ogni scuola, dove discutere delle varie
leggi e dei vari movimenti di lotta che si sono sviluppati all'interno
della scuola nei vari anni. Il collettivo "Scuola Libera" sta
realizzando una mostra sulla scuola e la pedagogia libertaria che
sarà esposta al Dopolavoro USI di via S. Agata 13, sede del
gruppo.
Scuola Libera