Gioie e dolori della ricerca di profitto nelle terre d'Oltremare.
Come noto a tutti, una moltitudine di aziende occidentali hanno pensato
bene da anni di delocalizzare la propria produzione in lontani Paesi
Asiatici, dove poter sfruttare manodopera a bassissimo costo e
soprattutto godere dei vantaggi della totale mancanza di una presenza
sindacale degna di questo nome.
Tutto bene direte voi ? Non sempre a quanto pare. Perché quando i lavoratori esasperati si incazzano…
I quotidiani indiani l'hanno etichettato come uno dei peggiori esempi
di violenza sul luogo di lavoro. Protagonista, suo malgrado, un'azienda
italiana che ha delocalizzato parte dei propri impianti in India nella
zona di Greater Noida: la Giuliano Trasmissioni - ora diventata
Oerlikon Graziano. La società con sede a Rivoli, nel torinese,
è leader nel settore dei componenti per la trasmissione di
potenza. La fabbrica è stata costruita nel 1998 e dal 2000
produce componenti per la trasmissione.
Circa duecento lavoratori recentemente licenziati dall'impresa dopo la
decisione di cessare parte della produzione, in seguito a recenti
scioperi scoppiati nell'azienda, hanno prima circondato la fabbrica e
poi, secondo alcuni impiegati della Graziano, hanno «distrutto
circa 20 auto presenti nel parcheggio all'interno dello stabile. Quando
poi è uscito il responsabile, Lalit Kishore Chaudhary, è
stato prima malmenato e poi colpito a martellate» causandone la
morte. Oltre a lui, sono almeno 50 gli impiegati rimasti feriti. 44
sono dovuti ricorrere a cure mediche, dieci sono ancora ricoverati in
terapia intensiva. Se la sono vista brutta anche cinque consulenti
italiani, in visita allo stabilimento, che hanno chiesto di essere
risparmiati dalla folla inferocita.
Quello che si sa al momento è che "l'episodio" ha creato
sbigottimento e paura tra la comunità di imprenditori italiani
che hanno stabilimenti e uffici in India.
Ancora un incidente mortale nel milanese. E' successo il 20 ottobre
a Magenta, alla Fonderia "Parola e Luranghi". Mustafà Dadouche,
marocchino di 33 anni, assieme al collega italiano, per conto della
ditta "Refractories Services" di Padova, stava lavorando alla pulizia
dei forni. Mentre scrostavano una botola a colpi di martello si
è staccato materiale pesante dalla parte alta dell'altoforno. Il
lavoratore immigrato è morto sul colpo per lo sfondamento del
cranio, il collega italiano se l'è cavata con qualche
escoriazione.
"Le ditte aggirano le norme di sicurezza appaltando i lavori più
rischiosi" dichiara il responsabile della CUB, il sindacato di base
presente in azienda. La stessa organizzazione proclama per il giorno
successivo lo sciopero di tutta la giornata, con l'astensione di tutti
i 70 dipendenti.
La direzione della Powertrain di Termoli (Campobasso), joint-venture
fra Fiat e Gm per la produzione di motori e cambi, ha convocato lo
scorso 23 Ottobre le Rappresentanze sindacali per annunciare le
modalità della Cassa Integrazione che inizierà il
prossimo 27/10/2008.
Secondo quanto riportato, la CIG allo stato attuale riguarderà solamente gli 800 addetti al reparto Cambi.
Ma non è tutto. Dallo stesso reparto verranno licenziati ben 150
Interinali, tutti giovani lavoratori, a palese riconferma di come – al
di là delle squallide fregnacce sinora raccontateci da parte dei
fautori della benefica "Flessibilità" - il lavoro
interinale e precario in genere rappresenti per il Capitale unicamente
il mezzo da utilizzare senza troppi scrupoli quando occorra liberarsi
della manodopera in eccedenza.
Come risposta a Termoli sono state preannunciate mobilitazioni di lotta da parte del Sindacalismo di Base.
Gli operai Francesco Ferrentino, Donato Auria, Michele Passanante,
Vincenzo Mirando e Tonino Innocenti erano stati strumentalmente
licenziati dalla Fiat di Melfi in seguito di una montatura giudiziaria
che li vedeva coinvolti in una indagine per presunta eversione e
terrorismo, senza aspettare la sentenza definitiva, ma neanche l'esito
dell'inchiesta, in deroga a quanto previsto dallo stesso contratto
nazionale.
Oggi, dopo che il Giudice per l'indagini preliminari del tribunale di
Potenza, dott. Pavese, ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta
stessa, la Fiat rifiuta tutt'ora di ritirare gli illegittimi
licenziamenti di questi operai e delegati la cui unica colpa è
quella di non piegare la testa.
Il licenziamento del macchinista e delegato alla sicurezza, Dante De
Angelis, avvenuto il 15 agosto, è stato solo ed unicamente un
atto di rappresaglia per aver rilasciato dichiarazioni sulla assenza di
manutenzione ed il conseguente decadimento della sicurezza a seguito di
numerosi incidenti ai treni Eurostar.
In pratica si interviene contro il ruolo stesso delle RLS (le
rappresentanze dei lavoratori nella sicurezza) che, nel caso delle
ferrovie hanno l'obbligo di "segnalare ogni possibile elemento di
rischio che possa pregiudicare la sicurezza dei lavoratori, dei treni e
dei cittadini-viaggiatori".
Per contestare questo licenziamento L'Assemblea Nazionale dei
Ferrovieri ha organizzato un presidio di solidarietà il 24
ottobre all'ingresso della stazione di Roma Termini ore 10 – 16. Anche
in Toscana un Comitato di solidarietà sorto ha organizzato il 28
ottobre un presidio davanti alla stazione di Pisa.
La giornata di sciopero nazionale di tutti i ferrovieri indetta per il
29 ottobre , da parte dei delegati RSU/RLS dall'Assemblea Nazionale dei
Ferrovieri, è stata illegittimamente precettata dal ministro
Matteoli. Oltre al ricorso al T.A.R. lo sciopero verrà indetto e
promosso successivamente.
Questo anche per riaffermare che "il servizio ferroviario è un
patrimonio dell'intera collettività e la sicurezza dei treni
è la sicurezza di tutti".
A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese