Umanità Nova, n.36 del 9 novembre 2008, anno 88

Bel lavoro


India: La fabbrica licenzia e i lavoratori linciano l'amministratore

Gioie e dolori della ricerca di profitto nelle terre d'Oltremare.
Come noto a tutti, una moltitudine di aziende occidentali hanno pensato bene da anni di delocalizzare la propria produzione in lontani Paesi Asiatici, dove poter sfruttare manodopera a bassissimo costo e soprattutto godere dei vantaggi della totale mancanza di una presenza sindacale degna di questo nome.
Tutto bene direte voi ? Non sempre a quanto pare. Perché quando i lavoratori esasperati  si incazzano…
I quotidiani indiani l'hanno etichettato come uno dei peggiori esempi di violenza sul luogo di lavoro. Protagonista, suo malgrado, un'azienda italiana che ha delocalizzato parte dei propri impianti in India nella zona di Greater Noida: la Giuliano Trasmissioni - ora diventata Oerlikon Graziano. La società con sede a Rivoli, nel torinese, è leader nel settore dei componenti per la trasmissione di potenza. La fabbrica è stata costruita nel 1998 e dal 2000 produce componenti per la trasmissione.
Circa duecento lavoratori recentemente licenziati dall'impresa dopo la decisione di cessare parte della produzione, in seguito a recenti scioperi scoppiati nell'azienda, hanno prima circondato la fabbrica e poi, secondo alcuni impiegati della Graziano, hanno «distrutto circa 20 auto presenti nel parcheggio all'interno dello stabile. Quando poi è uscito il responsabile, Lalit Kishore Chaudhary, è stato prima malmenato e poi colpito a martellate» causandone la morte. Oltre a lui, sono almeno 50 gli impiegati rimasti feriti. 44 sono dovuti ricorrere a cure mediche, dieci sono ancora ricoverati in terapia intensiva. Se la sono vista brutta anche cinque consulenti italiani, in visita allo stabilimento, che hanno chiesto di essere risparmiati dalla folla inferocita.
Quello che si sa al momento è che "l'episodio" ha creato sbigottimento e paura tra la comunità di imprenditori italiani che hanno stabilimenti e uffici in India.

Magenta: sciopero per la morte di un operaio in Fonderia

Ancora un incidente mortale nel milanese. E' successo il 20 ottobre a Magenta, alla Fonderia "Parola e Luranghi". Mustafà Dadouche, marocchino di 33 anni, assieme al collega italiano, per conto della ditta "Refractories Services" di Padova, stava lavorando alla pulizia dei forni. Mentre scrostavano una botola a colpi di martello si è staccato materiale pesante dalla parte alta dell'altoforno. Il lavoratore immigrato è morto sul colpo per lo sfondamento del cranio, il collega italiano se l'è cavata con qualche escoriazione.
"Le ditte aggirano le norme di sicurezza appaltando i lavori più rischiosi" dichiara il responsabile della CUB, il sindacato di base presente in azienda. La stessa organizzazione proclama per il giorno successivo lo sciopero di tutta la giornata, con l'astensione di tutti i 70 dipendenti.

A Termoli Cassa  Integrazione  e  Licenziamenti

La direzione della Powertrain di Termoli (Campobasso), joint-venture fra Fiat e Gm per la produzione di motori e cambi, ha convocato lo scorso 23 Ottobre le Rappresentanze sindacali per annunciare le modalità della Cassa Integrazione che inizierà il prossimo 27/10/2008.
Secondo quanto riportato, la CIG allo stato attuale riguarderà solamente gli 800 addetti al reparto Cambi.
Ma non è tutto. Dallo stesso reparto verranno licenziati ben 150 Interinali, tutti giovani lavoratori, a palese riconferma di come – al di là delle squallide fregnacce sinora raccontateci da parte dei fautori della benefica "Flessibilità" -  il lavoro interinale e precario in genere rappresenti per il Capitale unicamente il mezzo da utilizzare senza troppi scrupoli quando occorra liberarsi della manodopera in eccedenza.
Come risposta a Termoli sono state preannunciate mobilitazioni di lotta da parte del Sindacalismo di Base.

Alla FIAT di Melfi cade la montatura ma gli operai restano licenziati

Gli operai Francesco Ferrentino, Donato Auria, Michele Passanante, Vincenzo Mirando e Tonino Innocenti erano stati strumentalmente licenziati dalla Fiat di Melfi in seguito di una montatura giudiziaria che li vedeva coinvolti in una indagine per presunta eversione e terrorismo, senza aspettare la sentenza definitiva, ma neanche l'esito dell'inchiesta, in deroga a quanto previsto dallo stesso contratto nazionale.
Oggi, dopo che il Giudice per l'indagini preliminari del tribunale di Potenza, dott. Pavese, ha disposto l'archiviazione dell'inchiesta stessa, la Fiat rifiuta tutt'ora di ritirare gli illegittimi licenziamenti di questi operai e delegati la cui unica colpa è quella di non piegare la testa.

Contro il licenziamento. In difesa della sicurezza nelle FS

Il licenziamento del macchinista e delegato alla sicurezza, Dante De Angelis, avvenuto il 15 agosto, è stato solo ed unicamente un atto di rappresaglia per aver rilasciato dichiarazioni sulla assenza di manutenzione ed il conseguente decadimento della sicurezza a seguito di numerosi incidenti ai treni Eurostar.
In pratica si interviene contro il ruolo stesso delle RLS (le rappresentanze dei lavoratori nella sicurezza) che, nel caso delle ferrovie hanno l'obbligo di "segnalare ogni possibile elemento di rischio che possa pregiudicare la sicurezza dei lavoratori, dei treni e dei cittadini-viaggiatori".
Per contestare questo licenziamento L'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri ha organizzato un presidio di solidarietà il 24 ottobre all'ingresso della stazione di Roma Termini ore 10 – 16. Anche in Toscana un Comitato di solidarietà sorto ha organizzato il 28 ottobre un presidio davanti alla stazione di Pisa.
La giornata di sciopero nazionale di tutti i ferrovieri indetta per il 29 ottobre , da parte dei delegati RSU/RLS dall'Assemblea Nazionale dei Ferrovieri, è stata illegittimamente precettata dal ministro Matteoli. Oltre al ricorso al T.A.R. lo sciopero verrà indetto e promosso successivamente.
Questo anche per riaffermare che "il servizio ferroviario è un patrimonio dell'intera collettività e la sicurezza dei treni è la sicurezza di tutti".

A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese


 

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