La Resistenza continua
Sono trascorsi tre anni dalla notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2005,
quando la polizia assalì il presidio No Tav di Venaus, spezzando
le barricate, distruggendo le tende e la baracca comune, mandando
all'ospedale numerosi manifestanti.
Erano i giorni della resistenza e della rivolta, i giorni in cui
un'intera vallata si sollevò contro l'occupazione militare per
impedire la devastazione del territorio e il saccheggio delle risorse.
A tre anni da allora molta acqua è passata sotto i ponti della
Dora. Sono stati tre anni di trattative tra i governi che si sono
succeduti e le istituzioni valsusine, chiamate a discutere dopo che la
rivolta aveva fermato le ruspe.
La maggioranza dei sindaci si è poco a poco schierata su
posizioni "come Tav", abbandonando l'opposizione ad un'opera dannosa,
utile solo agli interessi della potente e trasversale lobby del cemento
e del tondino.
Ma la gente non ha cambiato idea.
Alla fine di dicembre saranno presentati i tracciati e l'Unione Europea
dovrebbe confermare il finanziamento di quasi 700 milioni di euro per
la costruzione della tratta transfrontaliera della nuova linea ad alta
velocità tra Torino e Lyon. La fresa è già pronta
nei magazzini di una ditta di Quincinetto (TO).
Siamo quindi al dunque.
Berlusconi, come già prima di lui Di Pietro, ha promesso che
userà la forza contro chi proverà ad opporsi all'apertura
dei cantieri.
I No Tav sono pronti alla resistenza.
Il 6 dicembre, tre anni dopo l'assalto della polizia alla Libera
Repubblica di Venaus, i No Tav saranno nuovamente in piazza a Susa per
una grande manifestazione. Una manifestazione che avrà carattere
nazionale e coinvolgerà i tanti che, in ogni angolo della
penisola lottano contro i potenti che lucrano sulla vita di noi tutti,
distruggendo la terra, l'aria, l'acqua, per appropriarsi di risorse
sottratte alla scuola, alla sanità, ai trasporti per chi studia
e lavora.
La manifestazione di Susa sarà molto importante. Secondo i media
il movimento No Tav è ormai ridotto ad uno zoccolo duro di
estremisti potenzialmente violenti e isolati dalla popolazione, ormai
convinta alla ragionevolezza dalla lunga opera di mediazione fatta al
Tavolo tecnico sul Tav.
I sindaci hanno tentato di spezzare il fronte No Tav con la proposta
del F.A.R.E. (Ferrovie Alpine Ragionevoli ed Efficienti), che cambia
nome alle cose per farle restare le stesse.
A Susa il 6 dicembre si gioca una partita molto importante: la
scommessa è che la manifestazione sappia – sia sul piano locale
che su quello nazionale – dare una risposta forte e chiara a chi spera
che il mutato atteggiamento dei sindaci divida il movimento.
Il momento è delicato e cruciale.
Le nostre bandiere sono state presenti in tutti i momenti decisivi di questa lotta: non possono mancare in quest'occasione.
Facciamo appello per la costruzione di uno spezzone rosso e nero al
corteo del 6 dicembre a Susa. L'appuntamento è per le 14,30 alla
stazione FS di Susa.
Federazione Anarchica Torinese
fai_to@inrete.it
338 6594361