Umanità Nova, n.38 del 23 novembre 2008, anno 88

Una sentenza ineccepibile


La sentenza emessa dal tribunale di Genova in merito alle responsabilità del feroce pestaggio da parte della polizia, avvenuto nel luglio del 2001 alla scuola Diaz di Genova (allora sede del Genova Social Forum), nei confronti di decine e decine di giovani "no-global" è, a mio avviso, ineccepibile.
Su oltre cento poliziotti (guidati e diretti dai più alti vertici della polizia) che allora irruppero di notte, in assetto anti-sommossa, nella scuola, massacrando a manganellate e altro chiunque gli capitasse a tiro, solo 29 erano stati chiamati in giudizio. Di questi solo tredici sono stati condannati a lievi pene detentive (peraltro in parte condonate) e siamo certi che nessuno di loro farà un giorno di galera o ne avrà nocumento per la carriera poliziesca. Solo responsabilità e/o eccessi individuali ha decretato la magistratura. Nessun piano pre-ordinato, nessuna macchinazione dall'alto, nonostante l'intera operazione avesse avuto il taglio di un blitz da teste di cuoio, giustificato a posteriori dal rinvenimento di due molotov (peraltro introdotte dagli stessi poliziotti) e da un simulato tentativo di accoltellamento subito da un funzionario di polizia. Insomma, sembra voler dire la sentenza (come già quella precedente sulle torture alla caserma di Bolzaneto), col clima di quei giorni cosa pretendevate? Che qualche poliziotto stressato non perdesse un po' la testa?
E' in effetti, almeno chi scrive, nulla pretendeva e niente di diverso si aspettava. Viviamo in un dolce paese dove l'incertezza regna sovrana in tutti i campi (da quello del lavoro precario e pericoloso a quello della semplice sopravvivenza quotidiana) ma qualche sicurezza pur l'abbiamo. Dal fatto che i governi (di qualunque colore siano) attuano sempre politiche anti-popolari e contro i lavoratori, a quello che i padroni capiscono solo il profitto, a quello che la magistratura mangia nella greppia dei potenti, che la chiesa ipocritamente difende il diritto alla vita e una società che lo nega, ecc. ecc. Poteva in questo campionario di certezze mancare quella che la polizia è sana e santa? Non scherziamo insomma. Che nessun poliziotto o carabiniere abbia mai pagato per efferatezze e omicidi compiuti, negli anni, nei confronti di lavoratori, disoccupati, giovani, emarginati, ecc. è semplicemente un dovuto riconoscimento al "duro lavoro" e al "fedele servizio" esercitati dalle forze dell'ordine.
Va bene, basta con i paradossi. Sono indignato dalla sentenza, come lo sono dagli atteggiamenti ipocriti di chi, ancora, chiede un'inutile commissione d'inchiesta parlamentare a fini propagandistici e/o elettoralistici (basti ricordare il tristo Agnolotto che su quei fatti ha costruito la sua carriera politica, o i genovesi Burlando e Vincenzi in fregola elettorale, ma non parliamo troppo di queste rumente, meritano solo disprezzo). Sono indignato, ma non in modo particolare perché l'indignazione c'è sempre, è una compagna di vita quotidiana che ci accompagna in questa società nefanda. E' una necessità direi, perché ci tiene vivi e ci sprona ad agire, a preparare il momento in cui tutto quello che si subisce, in termini di sopraffazione, sfruttamento e violenza, verrà restituito al mittente, con gli interessi...

W. Kerwal


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