La sentenza emessa dal tribunale di Genova in merito alle
responsabilità del feroce pestaggio da parte della polizia,
avvenuto nel luglio del 2001 alla scuola Diaz di Genova (allora sede
del Genova Social Forum), nei confronti di decine e decine di giovani
"no-global" è, a mio avviso, ineccepibile.
Su oltre cento poliziotti (guidati e diretti dai più alti
vertici della polizia) che allora irruppero di notte, in assetto
anti-sommossa, nella scuola, massacrando a manganellate e altro
chiunque gli capitasse a tiro, solo 29 erano stati chiamati in
giudizio. Di questi solo tredici sono stati condannati a lievi pene
detentive (peraltro in parte condonate) e siamo certi che nessuno di
loro farà un giorno di galera o ne avrà nocumento per la
carriera poliziesca. Solo responsabilità e/o eccessi individuali
ha decretato la magistratura. Nessun piano pre-ordinato, nessuna
macchinazione dall'alto, nonostante l'intera operazione avesse avuto il
taglio di un blitz da teste di cuoio, giustificato a posteriori dal
rinvenimento di due molotov (peraltro introdotte dagli stessi
poliziotti) e da un simulato tentativo di accoltellamento subito da un
funzionario di polizia. Insomma, sembra voler dire la sentenza (come
già quella precedente sulle torture alla caserma di Bolzaneto),
col clima di quei giorni cosa pretendevate? Che qualche poliziotto
stressato non perdesse un po' la testa?
E' in effetti, almeno chi scrive, nulla pretendeva e niente di diverso
si aspettava. Viviamo in un dolce paese dove l'incertezza regna sovrana
in tutti i campi (da quello del lavoro precario e pericoloso a quello
della semplice sopravvivenza quotidiana) ma qualche sicurezza pur
l'abbiamo. Dal fatto che i governi (di qualunque colore siano) attuano
sempre politiche anti-popolari e contro i lavoratori, a quello che i
padroni capiscono solo il profitto, a quello che la magistratura mangia
nella greppia dei potenti, che la chiesa ipocritamente difende il
diritto alla vita e una società che lo nega, ecc. ecc. Poteva in
questo campionario di certezze mancare quella che la polizia è
sana e santa? Non scherziamo insomma. Che nessun poliziotto o
carabiniere abbia mai pagato per efferatezze e omicidi compiuti, negli
anni, nei confronti di lavoratori, disoccupati, giovani, emarginati,
ecc. è semplicemente un dovuto riconoscimento al "duro lavoro" e
al "fedele servizio" esercitati dalle forze dell'ordine.
Va bene, basta con i paradossi. Sono indignato dalla sentenza, come lo
sono dagli atteggiamenti ipocriti di chi, ancora, chiede un'inutile
commissione d'inchiesta parlamentare a fini propagandistici e/o
elettoralistici (basti ricordare il tristo Agnolotto che su quei fatti
ha costruito la sua carriera politica, o i genovesi Burlando e Vincenzi
in fregola elettorale, ma non parliamo troppo di queste rumente,
meritano solo disprezzo). Sono indignato, ma non in modo particolare
perché l'indignazione c'è sempre, è una compagna
di vita quotidiana che ci accompagna in questa società nefanda.
E' una necessità direi, perché ci tiene vivi e ci sprona
ad agire, a preparare il momento in cui tutto quello che si subisce, in
termini di sopraffazione, sfruttamento e violenza, verrà
restituito al mittente, con gli interessi...
W. Kerwal