A cura di Raffaele
L'11 novembre non è stato un giorno tranquillo a Varsavia.
Era il novantesimo anniversario dell'indipendenza e il governo aveva
organizzato sontuosi festeggiamenti (tra cui una struttura a forma di
palla costruita per l'occasione), nonostante la crisi economica e il
sempre maggiore impoverimento della classe lavoratrice polacca. Anche i
fascisti erano intenzionati a festeggiare, ma i compagni e le compagne
anarchiche, insieme ad altri antifascisti/e, hanno organizzato un
blocco stradale, impedendo ai nazisti di marciare, benché
fossero protetti e scortati dalla polizia. Gli antifascisti sono stati
circondati dai poliziotti e tenuti in stato di fermo per tre ore, fatto
che ha impedito loro di essere presenti anche ai "festeggiamenti" per
l'indipendenza. Infatti i compagni avevano costruito una "palla"
alternativa, al cui interno veniva fatta musica e si poteva ballare,
mangiare e leggere volantini e giornali anarchici. La palla non
è rimasta vuota, ma è stata riempita dalla gente comune;
la polizia si è mostrata anch'essa interessata all'evento
alternativo, schedando e intimidendo chiunque vi uscisse.
Fonti:
www.ainfos.ca
http://cia.bzzz.net/english_news
In tutta Europa il 14 novembre si sono svolte manifestazioni davanti
alle ambasciate e ai consolati italiani contro la legge 133 e in
sostegno alle lotte in Italia. In Spagna tra il 13 e il 14 novembre
presidi e cortei si sono tenuti a Granada, Barcellona e Madrid, anche
contro il processo di Bologna (processo europeo di riforma e
privatizzazione del sistema scolastico e universitario); in Germania
sono scesi in strada complessivamente centomila studenti; in Francia il
12 novembre è stato occupato il festival del cinema italiano di
Parigi e il 14 gli studenti hanno organizzato un presidio presso
l'ambasciata. Altre manifestazioni, grandi e piccole, si sono svolte in
Inghilterra, Olanda, Belgio…
Fonti:
http://133.anche.no
http://indymedia.nl
www.bolognaprocess.it
Scontri e tensione fuori dalla sede della Nissan di Barcellona, dopo
la decisione dell'azienda automobilistica giapponese di licenziare
3.600 lavoratori.
Un migliaio di lavoratori hanno preso d'assalto la sede della
multinazionale, un edificio di dieci piani, con lanci di uova, pietre e
transenne di ferro. L'intervento degli agenti della polizia catalana, i
Mossos d'Esquadra, ha provocato ulteriori momenti di tensione, dato che
i poliziotti sono stati fatti bersaglio di pietre e oggetti.
Alla fine i manifestanti sono stati dispersi, senza che si siano registrati feriti.
Grida di protesta sono state rivolte dai manifestanti contro il
responsabile di Nissan Motor Iberica, Fumiaki Matsumoto, contro il
premier socialista Josè Luis Rodriguez Zapatero e il presidente
del governo autonomo catalano, Josè Montilla, perché
«si oppongano frontalmente a un piano di ristrutturazione»
che, secondo i sindacati, «è ingiustificato».