Umanità Nova, n.38 del 23 novembre 2008, anno 88

Bel lavoro



La Nissan di Barcellona licenzia. I lavoratori reagiscono

La crisi del mercato dell'auto colpisce anche la Spagna. Il 10 Novembre è stata presentata al Departamento de Trabajo de la Generalitat di Barcellona la comunicazione con la quale la Nissan Motor Iberica - secondo le norme in vigore in Spagna – avanza la richiesta di procedere al licenziamento di 1.680 addetti, dei quali 1.280 entro il corrente anno ed altri 392 entro il 2009, minacciando, in alternativa, la chiusura totale delle attività  entro il 2012.
Il giorno successivo un migliaio di lavoratori Nissan si sono diretti dalla Plaza d'Espaňa, nel centro di Barcellona, fino alla sede della società nipponica, contro la quale hanno iniziato un fitto lancio di uova, pietre, bengala e bottiglie di vetro, tentando inoltre di sfondarne le vetrate di cristallo usando come arieti alcune transenne metalliche.
In difesa della Nissan sono prontamente accorsi in forze i Mossos d'Escuadra (la Polizia regionale Catalana) in tenuta antisommossa, a loro volta accolti da fischi ed insulti, accompagnati dal lancio di pietre e pomodori.
Da notare che durante la marcia fino alla sede della Nissan sono risuonati insulti e minacce nei confronti del signor Fumiaki Matsumoto, grande capo della Nissan Iberica, e grida contro il Governo centrale e quello regionale Catalano.
La mobilitazione prosegue con una manifestazione che sfilerà per le vie di Barcellona fino alla sede del Parlamento Catalano.
 

Ministero del lavoro o della precarietà?

"Benvenuti nel portale di Italia Lavoro, strumentale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali per la promozione e per la gestione di azioni nel campo delle politiche del lavoro, dell'occupazione e dell'inclusione sociale." (...) "per migliorare le capacità del sistema paese nel creare opportunità di occupazione, rivolgendosi, in particolare, alle categorie più deboli del mercato del lavoro." Così recita la presentazione del sito di Italia Lavoro, agenzia governativa creata nel 1997 e preposta, secondo i nostri governanti, a promuovere e gestire azioni su politiche del lavoro, occupazione e inclusione sociale.
Tutto bello? Tutto fila liscio?  No, ovviamente!
Il 28 Ottobre la suddetta agenzia e' stata interessata da uno sciopero per tutta la giornata dei circa 800 dipendenti, la maggioranza dei quali – manco a dirlo – precari, ai quali il datore di lavoro ha preparato un spiacevole sorpresa. Italia lavoro ha infatti presentato al Ministero del Lavoro la bozza di un regolamento interno finalizzato a stabilire i nuovi criteri che verrano d'ora in avanti seguiti per la stipula dei contratti di lavoro; la novità consiste nel fatto che, a detta dei lavoratori, il nuovo regolamento automaticamente porterebbe al mancato rinnovo del contratto per i lavoratori precari che operano all'interno di Italia Lavoro, alcuni dei quali sin dalla nascita della Agenzia stessa e quindi da ben 10 anni.
Apoteosi delle mendaci politiche del Lavoro portate avanti dai Governi di vario colore sin qui susseguitisi.

Solidarietà a Monsignor Bazzarri. Niente soldi a chi lavora

Oggi più che mai tutto il padronato ha tirato fuori le unghie, nessuna azienda vuole cedere su niente, nessuno vuole che i lavoratori portino a casa uno stipendio decente.  Fra queste associazioni spicca in primo piano l'impero imprenditoriale della fondazione Don Gnocchi.
Anche qui dove il bene del prossimo dovrebbe essere di casa nessun cedimento: il contratto nazionale non viene firmato e per allungarne i tempi, insieme alle organizzazioni confederali, si divertono a giocare ai danni dei lavoratori.
Alcuni lavoratori, per ritorsione, hanno redatto e distribuito nell'azienda una strofetta canzonatoria per ridicolizzare la rigidità dei dirigenti della Fondazione.
Per le tre confederazioni sindacali ciò costituisce un grave scandalo e mentre esprimono tutta la loro solidarietà nei confronti dei dirigenti del Don Gnocchi, tentano di screditare l'agire del sindacato di base.
"... cari burocrati,  voi state dalla parte dei padroni, noi cerchiamo di stare dalla parte dei lavoratori sempre anche quando voi giudicate che sbagliano" è il giudizio categorico espresso dallo Slai Cobas, il sindacato presente all'interno dell'Istituto Palazzolo.

Pugno di ferro della Direzione milanese "S.Giulia & S.Chiara"

La Direzione ha espresso la volontà di non incontrare le rappresentanze sindacali di base le quali richiedono un maggior rispetto dell'applicazione dell'attuale "pessimo" contratto di lavoro. A fronte di questioni come orario, salario, organico, relazioni sindacali, ecc. la Direzione ha risposto alle organizzazioni sindacali di base dei lavoratori che il clima "è ottimo" e che il "comitato d'ascolto dei soci" è sufficientemente rappresentativo anche dei lavoratori della stessa realtà Cooperativa estromettendo, di fatto, il sindacato.
A fronte di questa arroganza padronale, il sindacato di base C.U.B. (Sanità – privato) ha già avviato le necessarie procedure di sciopero invitando congiuntamente alla solidarietà  lavoratori, utenti, parenti e conoscenti.

All'ortomercato di Milano si preannuncia la lotta

L'ortomercato di Milano è la più grande distribuzione nella città delle merci ortofrutticole, dove agiscono centinaia d'imprese per conto della SOCEMI, la società che gestisce per conto del Comune di Milano (e di Banca Intesa) con un giro di affari di 2.500 milioni di euro all'anno. Tante piccole imprese (sotto i 15 dipendenti) e cooperative sono addette al movimento delle merci e alla gestione dei magazzini. Una situazione in cui la mafia la fa da padrone, consentendo un'organizzazione del lavoro che non rispetta diritti contrattuali, né salari, né sicurezza sul lavoro. Salari al disotto del minimo, lavoro nero e caporalato sono la regola. Viene sfruttata molto manodopera di immigrati "irregolari" che vengono pagati fino a 3 euro l'ora.
Negli ultimi tempi si è autorganizzato un "Movimento Lavoratori Ortofrutticolo" che è riuscito a mettere a segno due giornate, a distanza una dall'altra, in cui è stato proclamato uno sciopero senza preavviso, costringendo per tutta la notte e il mattino seguente, il blocco di tutti i mezzi di trasporto, che non hanno potuto varcare i cancelli.
In questi giorni è uscito un appello dei "lavoratori ortomercato"  secondo cui …"constatato che la condizione di vita e di lavoro assume sempre più i toni cupi dello schiavismo, in una realtà dove torna a dominare il ruolo infame di 'cooperative' organizzate dai caporali su mandato dei padroni" – la risposta – "sarà l'occupazione dell'Ortomercato; sarà la grande battaglia per la libertà e la giustizia. Sarà un dicembre infuocato dalla lotta dei lavoratori."

A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

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