Lo sciopero del 17 ottobre, senza alcuna inopportuna enfasi,
è stato indubbiamente un momento importante dal punto di vista
sia della capacità di iniziativa di ampia parte del sindacalismo
alternativo che, ed è la cosa che più conta, da quello
della disponibilità alla lotta di settori consistenti di
lavoratori del settore pubblico, scuola in primis ma non solo, e
del settore privato.
Nelle settimane seguenti non sono mancati momenti alti di scontro,
basta pensare a questo proposito al recente sciopero selvaggio dei
lavoratori di Alitalia, e conflitti aziendali legati all'utilizzo della
cassa integrazione quando non alla chiusura di molte aziende.
Una fase, insomma, di tensioni sociali forti e non semplici da
affrontare. Basta, a questo proposito, pensare alla situazione del
movimento di lotta sviluppatosi nella scuola, movimento importante ma
che deve fare i conti con la scelta del governo di tirare dritto,
scelta per molti versi obbligata visto che, a fronte dei tagli
previsti, il governo non può che vincere o perdere seccamente e
non vi sono i tradizionali margini di mediazione ai quali i lavoratori
della scuola sono abituati.
Inoltre, nei prossimi giorni, si danno due ulteriori ed importanti
momenti di mobilitazione. Sabato 6 dicembre, in particolare, a Torino
vi saranno due manifestazioni.
Al mattino un corteo nel giorno dell'anniversario della strage della
ThyssenKrupp, un corteo importante perché si propone di impedire
che sulla materia della sicurezza sui posti di lavoro cali il silenzio.
Nel pomeriggio dello stesso giorno si terrà una altrettanto
importante manifestazione in Val di Susa che non solo intende ricordare
la liberazione di Venaus ma, soprattutto, rilanciare la mobilitazione
contro un governo che minaccia apertamente la repressione militare nei
confronti di un movimento straordinario per ampiezza, tenuta e
radicalità come è quello NO TAV.
Lo sciopero generale del 12 dicembre assume, in questo contesto, un
rilievo notevole. È, infatti, ovvio che la scelta della CGIL di
rompere con CISL e UIL, che come è loro uso (per loro non vi
sono governi nemici) sono disposte a concedere a governo e
confindustria un discreto credito in cambio di concessioni per quanto
riguarda il governo subalterno delle scelte da loro assunte, è
per molti versi strumentale ma è anche vero che la
disponibilità alla mobilitazione c'è ed è
possibile, ed in questa prospettiva si colloca la scelta di CUB,
Confederazione Cobas ed SdL Intercategoriale, ma non solo, di
scioperare e porre all'ordine del giorno una piattaforma di lotta, la
stessa del 17 ottobre, che non è compatibile con quella della
CGIL.
Una scelta non semplice e che ha suscitato, nel campo del sindacalismo
alternativo, critiche legittime anche all'interno delle organizzazioni
promotrici ma anche una scelta i cui risultati vanno e, soprattutto,
andranno, valutati sulla base dell'utilità allo sviluppo di una
mobilitazione che è solo all'inizio.
Cosimo Scarinzi