Dopo la recente sessione straordinaria del Congresso della FAI
tenutosi a Livorno, la redazione di Umanità Nova ha ricevuto un
mandato pieno. Contestualmente si è meglio definita la
composizione del collettivo redazionale collegiale.
Oggi, tale collettivo è composto da 10 persone, fra compagne e
compagni, di Spezzano Albanese, Roma, Carrara, Bologna e Milano.
Accanto a queste/i ci sono i collettivi redazionali locali di Palermo,
di Cosenza, di Napoli, di Roma, della Toscana, di Bologna e di Milano;
inoltre la schiera dei collaboratori, più o meno fissi,
più o meno costanti. Oltre cinquanta persone che settimanalmente
lavorano per produrre un'informazione ed una cultura anarchica. Un
grande potenziale, anche se con pochi mezzi, che rappresenta degnamente
le aspirazioni di radicale trasformazione sociale di cui questo
giornale è interprete.
Nel dibattito della FAI che ha prodotto la soluzione di questa
composizione redazionale e di questa nuova "avventura", il principio
fondamentale che è emerso è quello della rotazione degli
incarichi. Un principio che ha prodotto un reale rinnovamento anche in
termini generazionali; oggi, in questa rete di compagne e compagni,
molti giovani si sono assunti l'impegno dell'edizione di Umanità
Nova. Un principio che permetterà a tutti e tutte di ruotare
anche nei compiti tecnici che compongono la schedulazione dei lavori
per fare un giornale: dal proto (chi mette in pagina), al correttore di
bozze (sia sintattico che ortografico), al redattore (chi
chiede/commissiona gli articoli, imposta il numero per la settimana e
le settimane successive).
Per far questo, tra l'altro, attiveremo il seguente indirizzo di posta
elettronica uenne_redazione@federazioneanarchica.org che fungerà
da mailing-list della redazione e sarà anche il recapito
pubblico della redazione di Umanità Nova. Chi scriverà al
giornale via e-mail non lo indirizzerà solo ad alcuni di noi ma
(automaticamente) a tutte e tutti; alcuni collettivi redazionali locali
hanno già attivato dei "sotto-grappoli" di questa mailing list
per cui le comunicazioni potranno arrivare sempre in modo automatico
anche ai collaboratori.
Accanto alla rotazione, la collegialità e il pluralismo.
Umanità Nova continuerà ad essere un giornale di parte,
come recita la manchette che vi invita a sostenere questo giornale ma,
come nella migliore tradizione del nostro movimento, essere di parte
non significa rinunciare ad essere aperti al confronto ed alla
sperimentazione.
La nostra parte è quella di un anarchismo sociale, indirizzato
da un programma rivoluzionario che ha come fine l'abbattimento dello
stato e di ogni forma gerarchica e la realizzazione di una
società libertaria e comunista. Questa parte - ne siamo sicuri,
sperimentandolo quotidianamente - non è composta solo dagli
aderenti alla FAI e spesso travalica i confini dello stesso movimento
anarchico organizzato. Umanità Nova vorrebbe essere la voce di
queste donne e di questi uomini: chi organizza e sostiene le istanze
antigerarchiche e antiburocratiche nel movimento operaio (dove la
componente dei migranti è elemento nuovo ed essenziale nella
rivendicazione e nell'affermazione della dignità umana); nelle
associazioni antifasciste e antirazziste; nel lavoro territoriale in
difesa dell'ambiente e a sostegno di una ecologia non solo naturale, ma
anche sociale, che ponga le basi per una autodeterminazione locale e
globale, basata sui principi del federalismo e delle libere comuni;
nella costruzione delle pratiche di autodeterminazione dei popoli, dei
singoli, dei generi; nelle pratiche di autodifesa dal "nemico": lo
stato, la chiesa, l'infame borghesia; nelle pratiche di
solidarietà e di sperimentazione di un modo altro di vivere una
vita degna di essere vissuta.
Come è nostro solito, "spariamo alto" anche se con miseri mezzi.
Per questo, per il momento e con molta umiltà, abbiamo pensato
ad alcuni accorgimenti. Siccome le nostre casse non possono permetterci
di andare molto oltre ciò che già da decenni facciamo,
possiamo utilizzare alcuni mezzi di comunicazione ormai abbastanza
diffusi da non essere più solo appannaggio di poche
élites privilegiate. È dal 1997 che esiste uno spazio
internet di Umanità Nova: http://isole.ecn.org/uenne. Fino a
oggi, questo spazio è servito come "archivio" e come mezzo di
propaganda per migliaia di persone che non hanno contatti stabili con
il movimento organizzato. La funzione di un-online si estenderà:
privilegiando la quantità dell'informazione possibile, metteremo
su carta quanti più pezzi possibili; contemporaneamente
cercheremo di "usare le forbici" il meno possibile; quindi metteremo su
un-online le versioni integrali dei contributi che ci sono pervenuti e
che non hanno trovato spazio sulla carta; qui, sulla carta, metteremo i
richiami dei possibili approfondimenti. Su questo sito attiveremo anche
un "pulsante per le sottoscrizioni" affinché chi voglia possa
utilizzare anche questo mezzo per sostenere il lavoro di pubblicazione
di Umanità Nova.
Intanto, per volare più in alto, il prossimo numero lo faremo a
16 pagine. Non solo perché è l'ultimo dell'anno; non solo
perché è un ulteriore segno di rinnovamento ma anche
perché, e soprattutto, daremo spazio alle nostre radici: il 12
dicembre del 1969 è cambiata la "storia"; di fronte ad un
montante movimento di emancipazione che attraversava tutti gli ambiti
sociali, lo stato, per mano dei propri agenti e della manovalanza
fascista, ha voluto dare uno dei segnali più perversi: oltre non
si passa! Pena la guerra civile. Una guerra che la bomba alla Banca
dell'Agricoltura di Milano, la defenestrazione dell'anarchico, il
nostro compagno, Giuseppe Pinelli, le retate contro Valpreda e compagni
segnalavano sanguinosa. Purtroppo molti di noi, i più attempati,
sono i reduci di quella guerra che si è snodata per tutti gli
anni '70 e che ha visto decine di morti, altre stragi di stato
(dall'Italicus, a Piazza della Loggia, al 2 agosto del 1980 quando
è stata fatta saltare un'intera ala della stazione ferroviaria
di Bologna, passando anche per l'abbattimento del DC9 sui cieli di
Ustica; e ne abbiamo ricordate solo alcune), centinaia di migliaia di
arresti e più di un milione di anni di carcere. Oggi, di fronte
a nuovi, importanti, movimenti di emancipazione, la strategia della
paura continua ad essere una delle opzioni politiche che il governo
(sia l'attuale che i precedenti) ci palesa. Il ruolo dei fascisti
è, ogni giorno di più, centrale nella repressione e si
accompagna (con complicità sempre più evidenti) alle
"normali" operazioni di ordine pubblico. Perché i giovani
sappiano, perché da questo traggano degli insegnamenti utili a
fare meglio, ricorderemo un pezzo della nostra storia: non solo quella
degli anarchici, ma quella di un intero paese e di un'intera
generazione.
Il collettivo redazionale