Umanità Nova, n.39 del 7 dicembre 2008, anno 88

La redazione di Umanità Nova rinnovata e ampliata


Dopo la recente sessione straordinaria del Congresso della FAI tenutosi a Livorno, la redazione di Umanità Nova ha ricevuto un mandato pieno. Contestualmente si è meglio definita la composizione del collettivo redazionale collegiale.
Oggi, tale collettivo è composto da 10 persone, fra compagne e compagni, di Spezzano Albanese, Roma, Carrara, Bologna e Milano. Accanto a queste/i ci sono i collettivi redazionali locali di Palermo, di Cosenza, di Napoli, di Roma, della Toscana, di Bologna e di Milano; inoltre la schiera dei collaboratori, più o meno fissi, più o meno costanti. Oltre cinquanta persone che settimanalmente lavorano per produrre un'informazione ed una cultura anarchica. Un grande potenziale, anche se con pochi mezzi, che rappresenta degnamente le aspirazioni di radicale trasformazione sociale di cui questo giornale è interprete.
Nel dibattito della FAI che ha prodotto la soluzione di questa composizione redazionale e di questa nuova "avventura", il principio fondamentale che è emerso è quello della rotazione degli incarichi. Un principio che ha prodotto un reale rinnovamento anche in termini generazionali; oggi, in questa rete di compagne e compagni, molti giovani si sono assunti l'impegno dell'edizione di Umanità Nova. Un principio che permetterà a tutti e tutte di ruotare anche nei compiti tecnici che compongono la schedulazione dei lavori per fare un giornale: dal proto (chi mette in pagina), al correttore di bozze (sia sintattico che ortografico), al redattore (chi chiede/commissiona gli articoli, imposta il numero per la settimana e le settimane successive).
Per far questo, tra l'altro, attiveremo il seguente indirizzo di posta elettronica uenne_redazione@federazioneanarchica.org che fungerà da mailing-list della redazione e sarà anche il recapito pubblico della redazione di Umanità Nova. Chi scriverà al giornale via e-mail non lo indirizzerà solo ad alcuni di noi ma (automaticamente) a tutte e tutti; alcuni collettivi redazionali locali hanno già attivato dei "sotto-grappoli" di questa mailing list per cui le comunicazioni potranno arrivare sempre in modo automatico anche ai collaboratori.
Accanto alla rotazione, la collegialità e il pluralismo.
Umanità Nova continuerà ad essere un giornale di parte, come recita la manchette che vi invita a sostenere questo giornale ma, come nella migliore tradizione del nostro movimento, essere di parte non significa rinunciare ad essere aperti al confronto ed alla sperimentazione.
La nostra parte è quella di un anarchismo sociale, indirizzato da un programma rivoluzionario che ha come fine l'abbattimento dello stato e di ogni forma gerarchica e la realizzazione di una società libertaria e comunista. Questa parte - ne siamo sicuri, sperimentandolo quotidianamente - non è composta solo dagli aderenti alla FAI e spesso travalica i confini dello stesso movimento anarchico organizzato. Umanità Nova vorrebbe essere la voce di queste donne e di questi uomini: chi organizza e sostiene le istanze antigerarchiche e antiburocratiche nel movimento operaio (dove la componente dei migranti è elemento nuovo ed essenziale nella rivendicazione e nell'affermazione della dignità umana); nelle associazioni antifasciste e antirazziste; nel lavoro territoriale in difesa dell'ambiente e a sostegno di una ecologia non solo naturale, ma anche sociale, che ponga le basi per una autodeterminazione locale e globale, basata sui principi del federalismo e delle libere comuni; nella costruzione delle pratiche di autodeterminazione dei popoli, dei singoli, dei generi; nelle pratiche di autodifesa dal "nemico": lo stato, la chiesa, l'infame borghesia; nelle pratiche di solidarietà e di sperimentazione di un modo altro di vivere una vita degna di essere vissuta.
Come è nostro solito, "spariamo alto" anche se con miseri mezzi.
Per questo, per il momento e con molta umiltà, abbiamo pensato ad alcuni accorgimenti. Siccome le nostre casse non possono permetterci di andare molto oltre ciò che già da decenni facciamo, possiamo utilizzare alcuni mezzi di comunicazione ormai abbastanza diffusi da non essere più solo appannaggio di poche élites privilegiate. È dal 1997 che esiste uno spazio internet di Umanità Nova: http://isole.ecn.org/uenne. Fino a oggi, questo spazio è servito come "archivio" e come mezzo di propaganda per migliaia di persone che non hanno contatti stabili con il movimento organizzato. La funzione di un-online si estenderà: privilegiando la quantità dell'informazione possibile, metteremo su carta quanti più pezzi possibili; contemporaneamente cercheremo di "usare le forbici" il meno possibile; quindi metteremo su un-online le versioni integrali dei contributi che ci sono pervenuti e che non hanno trovato spazio sulla carta; qui, sulla carta, metteremo i richiami dei possibili approfondimenti. Su questo sito attiveremo anche un "pulsante per le sottoscrizioni" affinché chi voglia possa utilizzare anche questo mezzo per sostenere il lavoro di pubblicazione di Umanità Nova.
Intanto, per volare più in alto, il prossimo numero lo faremo a 16 pagine. Non solo perché è l'ultimo dell'anno; non solo perché è un ulteriore segno di rinnovamento ma anche perché, e soprattutto, daremo spazio alle nostre radici: il 12 dicembre del 1969 è cambiata la "storia"; di fronte ad un montante movimento di emancipazione che attraversava tutti gli ambiti sociali, lo stato, per mano dei propri agenti e della manovalanza fascista, ha voluto dare uno dei segnali più perversi: oltre non si passa! Pena la guerra civile. Una guerra che la bomba alla Banca dell'Agricoltura di Milano, la defenestrazione dell'anarchico, il nostro compagno, Giuseppe Pinelli, le retate contro Valpreda e compagni segnalavano sanguinosa. Purtroppo molti di noi, i più attempati, sono i reduci di quella guerra che si è snodata per tutti gli anni '70 e che ha visto decine di morti, altre stragi di stato (dall'Italicus, a Piazza della Loggia, al 2 agosto del 1980 quando è stata fatta saltare un'intera ala della stazione ferroviaria di Bologna, passando anche per l'abbattimento del DC9 sui cieli di Ustica; e ne abbiamo ricordate solo alcune), centinaia di migliaia di arresti e più di un milione di anni di carcere. Oggi, di fronte a nuovi, importanti, movimenti di emancipazione, la strategia della paura continua ad essere una delle opzioni politiche che il governo (sia l'attuale che i precedenti) ci palesa. Il ruolo dei fascisti è, ogni giorno di più, centrale nella repressione e si accompagna (con complicità sempre più evidenti) alle "normali" operazioni di ordine pubblico. Perché i giovani sappiano, perché da questo traggano degli insegnamenti utili a fare meglio, ricorderemo un pezzo della nostra storia: non solo quella degli anarchici, ma quella di un intero paese e di un'intera generazione.

Il collettivo redazionale


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