Se la beffa costituzionale della Repubblica fondata sul lavoro ha
sempre fatto storcere il naso ai più onesti lavoratori, oggi
possiamo dichiararci spettatori di una sistematica ed organica macchina
per l'eliminazione degli operai.
L'approvazione definitiva della legge 81/2008, anche detta "Testo Unico
sulla Sicurezza nel Lavoro", sembra infatti concretizzare l'ipotesi di
una soluzione finale nei confronti dei lavoratori di questo Paese, dato
che ad aprile 2009 terminerà il tempo a disposizione dei
legislatori per aggiustare con le ultime modifiche il testo approvato
dal Parlamento sette mesi fa, il quale abroga ogni norma
precedentemente stabilita dalla giurisdizione italiana in materia di
sicurezza sul lavoro e per molti anni nessuno potrà più
cambiarne l'assetto.
Il testo iniziale della legge, che ha visto un iter di preparazione
lungo diversi anni, era stato definito da più parti come il
più avanzato a livello europeo. Nonostante luci ed ombre sulla
propria efficacia, un piccolo comma era stato riservato alla
discussione pratica della normativa, secondo il quale per un anno di
tempo sarebbe stato possibile eseguire le correzioni più utili
all'applicazione della direttiva.
Poi a maggio è entrato in carica il nuovo governo Berlusconi,
uno dei più asserviti a Confindustria dall'inizio della
Repubblica, e subito si è capito verso quale parte avrebbe
puntato l'ago della bilancia negli aggiustamenti al Testo Unico: poco
prima dell'estate, in giugno, sfruttando l'emergenza rifiuti campana,
l'art. 41 del DL 112 ha istituzionalizzato i primi regali ai padroni
con alcune deroghe alle norme contenute nel T.U., arrivando a
soddisfare anche la precisa richiesta di Confindustria riguardo il
taglio di alcune sanzioni a carico degli imprenditori, originariamente
previste dalla legge: con questo decreto viene infatti esclusa la
sospensione dell'attività imprenditoriale nei casi di reiterata
violazione delle norme in materia di orari di lavoro. Gli
amministratori del lavoro straordinario possono finalmente tirare un
sospiro di sollievo.
Seguendo questa tendenza, l'illuminato Testo Unico sulla Sicurezza,
presentato come il più equilibrato sull'individuazione delle
responsabilità negli infortuni sul lavoro, diventerà
presto il peggiore di tutti i tempi, condannando l'Italia ad una catena
di sciagure che peseranno come dei macigni sulla schiena dei già
precari lavoratori. Se le leggi Treu e Biagi hanno contribuito
all'assoggettamento dei giovani che entrano nel mondo del lavoro,
questo T.U. andrà a colpire chiunque a prescindere
dall'esperienza e dall'ambito lavorativo, senza escludere le famiglie
ed i parenti.
È così che anche la più silenziosa ed implacabile strage di Stato sta per essere ultimata.
La lotta per affermare le ragioni dei lavoratori è oggi di
importanza fondamentale e se ad aprile avremo la certezza di un
futuro che per ora si prospetta nero, la forza di reagire a tutto
ciò non mancherà mai. Il 6 dicembre, triste anniversario
della strage all'acciaieria di Torino che tolse la vita ai sette operai
della Thyssenkrupp, un grande corteo si snoderà per le vie della
città. Sono i compagni dei lavoratori uccisi quella notte di un
anno fa che marceranno uniti contro il desolante futuro a cui i padroni
ci vogliono destinare ed è per il nostro avvenire che iniziative
come questa dovranno moltiplicarsi in ogni luogo. Per ribadire che non
potrà mai essere un Testo Unico a salvarci dai carnefici che
siedono nei consigli d'amministrazione, ma che soltanto la
volontà di ognuno nell'essere padrone del proprio lavoro
potrà garantire un futuro di umana dignità.
Luca Dubbini