Umanità Nova, n.39 del 7 dicembre 2008, anno 88

È nel lavoro la strage di Stato quotidiana


Se la beffa costituzionale della Repubblica fondata sul lavoro ha sempre fatto storcere il naso ai più onesti lavoratori, oggi possiamo dichiararci spettatori di una sistematica ed organica macchina per l'eliminazione degli operai.
L'approvazione definitiva della legge 81/2008, anche detta "Testo Unico sulla Sicurezza nel Lavoro", sembra infatti concretizzare l'ipotesi di una soluzione finale nei confronti dei lavoratori di questo Paese, dato che ad aprile 2009 terminerà il tempo a disposizione dei legislatori per aggiustare con le ultime modifiche il testo approvato dal Parlamento sette mesi fa, il quale abroga ogni norma precedentemente stabilita dalla giurisdizione italiana in materia di sicurezza sul lavoro e per molti anni nessuno potrà più cambiarne l'assetto.
Il testo iniziale della legge, che ha visto un iter di preparazione lungo diversi anni, era stato definito da più parti come il più avanzato a livello europeo. Nonostante luci ed ombre sulla propria efficacia, un piccolo comma era stato riservato alla discussione pratica della normativa, secondo il quale per un anno di tempo sarebbe stato possibile eseguire le correzioni più utili all'applicazione della direttiva.
Poi a maggio è entrato in carica il nuovo governo Berlusconi, uno dei più asserviti a Confindustria dall'inizio della Repubblica, e subito si è capito verso quale parte avrebbe puntato l'ago della bilancia negli aggiustamenti al Testo Unico: poco prima dell'estate, in giugno, sfruttando l'emergenza rifiuti campana, l'art. 41 del DL 112 ha istituzionalizzato i primi regali ai padroni con alcune deroghe alle norme contenute nel T.U., arrivando a soddisfare anche la precisa richiesta di Confindustria riguardo il taglio di alcune sanzioni a carico degli imprenditori, originariamente previste dalla legge: con questo decreto viene infatti esclusa la sospensione dell'attività imprenditoriale nei casi di reiterata violazione delle norme in materia di orari di lavoro. Gli amministratori del lavoro straordinario possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Seguendo questa tendenza, l'illuminato Testo Unico sulla Sicurezza, presentato come il più equilibrato sull'individuazione delle responsabilità negli infortuni sul lavoro, diventerà presto il peggiore di tutti i tempi, condannando l'Italia ad una catena di sciagure che peseranno come dei macigni sulla schiena dei già precari lavoratori. Se le leggi Treu e Biagi hanno contribuito all'assoggettamento dei giovani che entrano nel mondo del lavoro, questo T.U. andrà a colpire chiunque a prescindere dall'esperienza e dall'ambito lavorativo, senza escludere le famiglie ed i parenti.
È così che anche la più silenziosa ed implacabile strage di Stato sta per essere ultimata.
La lotta per affermare le ragioni dei lavoratori è oggi di importanza fondamentale e se ad aprile  avremo la certezza di un futuro che per ora si prospetta nero, la forza di reagire a tutto ciò non mancherà mai. Il 6 dicembre, triste anniversario della strage all'acciaieria di Torino che tolse la vita ai sette operai della Thyssenkrupp, un grande corteo si snoderà per le vie della città. Sono i compagni dei lavoratori uccisi quella notte di un anno fa che marceranno uniti contro il desolante futuro a cui i padroni ci vogliono destinare ed è per il nostro avvenire che iniziative come questa dovranno moltiplicarsi in ogni luogo. Per ribadire che non potrà mai essere un Testo Unico a salvarci dai carnefici che siedono nei consigli d'amministrazione, ma che soltanto la volontà di ognuno nell'essere padrone del proprio lavoro potrà garantire un futuro di umana dignità.

Luca Dubbini


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