Sabato 29/11, in contemporanea con la manifestazione di Parma, anche
a Mestre si è svolta una manifestazione contro il razzismo e le
politiche (sia nazionali che locali) che discriminano e perseguitano i
migranti, siano essi regolari o non. L'iniziativa promossa dalla Rete
Antirazzista di Venezia ha visto un presidio in piazza Ferretto e un
breve corteo nel centro a cui hanno partecipato alcune centinaia di
persone, in maggior parte immigrati. Il corteo, partito urlando Fuori i
razzisti dalla città e Siamo tutti clandestini, è stato
salutato da un applauso degli studenti, insegnanti e genitori presenti
ad un presidio anti-Gelmini. Presenti anche attivisti di varie
realtà politiche solidali (Zona Bandita spa, Slaicobas, Pac,
Sinistra Critica). Diffuso un volantino della Fai-Venezia contro le
Leggi razziali, dal titolo: 1938-2008 Un passato che non passa.
redVE
Dopo il grave pestaggio del quindici novembre, diversi altri episodi
confermano come anche nel capoluogo emiliano i fascisti stiano
avanzando in maniera inquietante. Nella notte del 26 CasaPound ha
incappucciato, come in diverse città italiane, alcuni monumenti
in centro città. Volenterosi antifascisti hanno provveduto a
vanificare l'azione. Giovedì 27 un militante dei Giovani
Comunisti è stato minacciato con un coltello da un tale
autodefinitosi fascista, poi identificato dalla questura come l'autore
di diverse aggressioni nei mesi scorsi, tra cui un accoltellamento su
un treno e il pestaggio di un clochard. Venerdì 28 un buttafuori
della mensa universitaria, noto da tempo come simpatizzante
neofascista, ha aggredito e spintonato alcuni studenti colpevoli di
aver attaccato un adesivo su una bottiglia d'olio che recitava il
famoso slogan "Noi la crisi non la paghiamo". Sabato ventinove il
cenacolo intellettuale dell'Associazione Edera ha tenuto un convegno in
una sala civica, blindato dalla Polizia a seguito della denuncia
pubblica di alcuni compagni indignati.
L'antifascismo bolognese, pur con notevoli difficoltà di
coordinamento, non sta a guardare: il 20 gli studenti No-Gelmini hanno
raggiunto in corteo le Due Torri e lì proiettato Nazirock, il
giorno dopo si sono tenuti volantinaggi e una denuncia pubblica
dell'ANPI. Genera sempre più insofferenza la presenza
settimanale del banchetto di Azione Universitaria (ovvero AN) nella
centrale Piazza Verdi: la mattina del 20 è stato veementemente
contestato da una ventina di compagni, poi fermati dalla Polizia,
accorsa con cinque volanti e Digos, e identificati in questura
(ventidue le denunce per vari capi d'accusa). Dopo il loro rilascio, un
corteo spontaneo di oltre un centinaio di studenti ha fatto ritorno in
zona universitaria. Il 27 lo stesso banchetto è stato
bersagliato di fischi e uova dagli studenti che tornavano in corteo
dalla contestazione di una conferenza su istruzione e università.
Infine è in cantiere un corteo antirazzista e antifascista per
l'anniversario della strage di Piazza Fontana che si terrà nel
pomeriggio del 13 dicembre nel quartiere Barca.
Fin qui un breve resoconto dell'evolversi della situazione negli ultimi
giorni, stiamo preparando un approfondimento sul prossimo numero su
come Bologna stia diventando il nuovo laboratorio dell'estrema destra.
Bzk
Sabato 29 novembre si è tenuta la manifestazione contro il
razzismo e la Carta di Parma, che altro non è se non la
formalizzazione - da parte di sindaci di centro destra e centrosinistra
- dell'ideologia securitaria, in base alle quale, con la scusa della
sicurezza, ogni spazio di effettiva libertà è limitato o
represso.
Scaturita in particolare dal pestaggio razzista di una squadraccia di
vigili urbani contro un ragazzo ghanese (come ha sancito persino la
giustizia borghese, data l'enormità del fatto), la
manifestazione è stata il culmine di un percorso
intrapreso da circa due mesi a questa parte da un composito elenco di
gruppi, associazioni e individualità, tra cui il Gruppo
Anarchico Cieri e l'USI Sez. Parma.
Un lungo corteo di circa 1000 persone si è snodato per le vie
della città, e tra queste anche uno spezzone libertario
(composto da USI, FAI e altre realtà emiliane) di più di
un centinaio persone. Il corteo è stato molto buono dal
punto di vista qualitativo (interventi, striscioni, ecc) e numerico,
non altrettanto dal punto di vista della comunicatività e
del rispetto degli obbiettivi iniziali, a causa soprattutto della
tensione causata da episodi e atteggiamenti che si sono sovrapposti
allo stesso, spaventando di fatto la presenza migrante, contrariamente
a quanto avvenuto al presidio - poi diventato corteo - d'inizio ottobre
ben diversamente caratterizzato.
La manifestazione ha dimostrato quanto sia importante continuare la
lotta antirazzista senza alcun indulgenza verso le false paure
alimentate dal Potere, e allo stesso tempo quanto siano deleterie,
rispetto all'obbiettivo, le espressioni apparentemente ribellistiche,
in realtà solo "estetiche" e autoreferenziali.
max
Lunedì 17 novembre, un migliaio di studenti hanno partecipato
al corteo indetto nella giornata di mobilitazione studentesca mondiale,
disertando le lezioni e portando nelle piazze quella che è la
nostra idea di scuola, anni luce distante da quella imposta dalle leggi
del mercato e dall'autoritarismo. Vista l'opera di falsificazione e
criminalizzazione dei fatti messa in atto dai giornali, e le probabili
denunce contro alcuni manifestanti già annunciate dalla
questura, sentiamo la necessità di chiarire ciò che
realmente accaduto ed il suo significato.
Fin dalla prima mattinata, la sbirraglia si è contraddistinta
per il suo atteggiamento particolarmente provocatorio: il corteo, che
la questura si era rifiutata nei giorni precedenti di autorizzare, una
volta partito da piazza D'Azeglio, seguito da uno spropositato numero
di mezzi ed uomini blu, viene bloccato in piazza San Marco, dove dei
nutriti cordoni di poliziotti bloccavano l'imbocco di via Lamarmora.
Con l'uso dell'antisommossa la Digos cerca di costringere la
manifestazione a prendere via Cavour, facendola scadere nel solito
breve corteo per il centro, non incisivo nè fastidioso alla
sfrenata circolazione cittadina.
Come è sempre stato in queste giornate, abbiamo reputato
necessario non ridurre le nostre dimostrazione ad atti puramente
simbolici, ma trasformarle in azioni reali di lotta, capaci di alterare
la normalità ed incidere in città: con determinazione non
ci siamo dati per vinti, fino a che la stessa polizia s'è vista
costretta a permettere il proseguimento del corteo.
Degno di nota anche il cordone di poliziotti davanti all'ingresso del
liceo Michelangiolo... probabilmente il ricordo di quel 10 ottobre in
cui gli studenti dello Spezzone Autorganizzato deviavano il corteo e
occupavano la scuola continua a fargli paura!
Lo striscione d'apertura "Per una scuola autogestita:
autorganizzazione, antifascismo, lotta!" ha pensato ad esplicitare
quelle che sono le nostre chiare, determinate e irrevocabili parole
d'ordine. Le azioni realizzate durante il corteo, invece, hanno pensato
a concretizzare quest'ultime.
Arrivati sotto il liceo Castelnuovo, ignoti facinorosi "appartenenti
all'ala dura del movimento" (da repubblica), oscuravano le telecamere
all'ingresso della scuola, e lasciavano sul muro la scritta
"videosorvegliateci sto c***o!": abbiamo espresso così la nostra
opposizione a tutte le politiche securitarie e repressive che rendono
le nostre scuole sempre più simili a dei penitenziari. La scuola
che vogliamo è un luogo di cultura, e non certo di controllo.
A quel punto il corteo occupa i "viali" e arriva in piazza della
Libertà, passando accanto al Caffè Decò, che
ospita l'associazione pseudo-culturale Giorgio Almirante (vicino alla
Nuova Destra Sociale), oltre che numerose iniziative di chiaro stampo
fascista ( non è certo un caso se, come apprendiamo dai
giornali, in quel momento si trovava al suo interno il coordinatore
regionale del Lazio della Nuova Destra Sociale). Proprio sabato scorso
si svolgeva nel bar il concerto del gruppo musicale neonazista
"Hobbit", che ha richiamato a Firenze naziskin e infami di mezz'italia:
quella che abbiamo sentito è stata la necessità di
chiarire che a Firenze non c'è posto per queste merde. E'
così che i soliti ignoti "bersagliavano" il bar con dei
fumogeni, e lo abbellivano con la scritta "Fasci Infami!" (senza
nessuna stella a cinque punte, come riferisce La Nazione, che pur si
contraddice pubblicando la stessa foto del muro...).
Il corteo prosegue su Viale Don Minzoni, e incrocia via Maruffi, dove
ha sede quello che Azione Giovani spaccia per "centro sociale" (di
destra): Casaggì. Lì una decina di fasci, protetti dalla
polizia (!) e a debita distanza dai manifestanti, provocano il corteo e
si impostano in ridicole pose da "machi italici" dell'ultima ora e
filmano tutto a mò di Digos. A fatti accaduti, non contenti
della figuraccia, gridano allo scandalo per un fantomatico "tentato
assalto contro la sede di Azione Giovani [...] con tanto di nuovo
lancio di petardi, fumogeni, bottiglie e lattine di birra" e chiedendo
di nuovo l'intervento di chi come loro da sempre svolge il ruolo di
servo dei servi: la polizia. Ma com'è che quelli che tanto amano
definirsi ribelli e non-conformi ora si appellano alla legalità?
E' questa la nostra risposta a chi crede che a Firenze possano esistere
zone franche per gli antifascisti e a chi dietro "nè rossi
né neri" nasconde un piano di sdoganamento dei nuovi fascismi,
che oggi riescono a far passare i propri contenuti razzisti anche
nell'istruzione scolastica, che da quest'anno si macchierà della
vergogna della classi divise per italiani e stranieri.
Al termine della manifestazione, conclusasi in piazza Savonarola,
diverse persone sono state fermate da Digos e polizia, confermando
l'accanimento della questura contro questa giornata e le lotte
studentesche.
Non possiamo tollerare che cinque o sei persone vengano prese, come al
solito, come capri espiatori, nel tentativo di frenare un movimento
collettivo.
Chi preferisce le dissociazioni alla solidarietà di fronte a
fatti di tale gravità non fa altro che stare al gioco di chi ci
vuole zitti ed obbedienti.
Rete dei collettivi studenteschi fiorentini
Com'è noto Fabriano (provincia di Ancona) fu una delle culle
dell'internazionalismo italiano, ai tempi di uomini come Napoleone
Papini, Sisto Spuri, Luigi Fabbri, Virgilio Virgili, Cesare Stazi,
Giuseppe e Comunardo Vedova, Attilio Franca. Dopo un tentativo,
fallito, di far rinascere un gruppo anarchico nel 1984, nella primavera
scorso ci abbiamo riprovato ed abbiamo fondato il Circolo Libertario
Attilio Franca di Fabriano. Perchè abbiamo scelto di chiamarci
così? Perchè Attilio Franca (1889-1960) è, a
tutt'oggi, l'ultimo anarchico militante socialmente attivo nella nostra
realtà. Perchè Attilio visse da protagonista la settimana
rossa del 1914, l'antifascismo e la Resistenza, cioè i momenti
della nostra storia di cui noi andiamo più fieri. La
collaborazione con i compagni del Luigi Fabbri e della Fai di Jesi
è stato determinante per il nostro circolo. Proprio con loro
abbiamo partecipato al corteo in occasione dello sciopero fabrianese
del 7 novembre , quando abbiamo diffuso il volantino di cui riportiamo
il testo. "Come nel 1949. Quasi sessant'anni fa da questo territorio
partì per Ancona la marcia della fame. Oggi come allora. Certe
dinamiche sociali sono rimaste le stesse. Anzi sono peggiorate. Il
capitalista conosce soltanto il proprio guadagno e i lavoratori sono
ancor più precari e deboli nei confronti dei padroni,
completamente in balia di questo osceno liberismo globalizzato. Nel
1951 la famiglia iniziò a regnare su Fabriano, che si
consegnò via via sempre più nelle mani dei Merloni.
Operaio-contadino, basso costo del lavoro, assenza di
conflittualità nelle relazioni aziendali, consenso elettorale al
partito della famiglia, la Dc: questo furono le caratterizzanti il
modello fabrianese di sviluppo. In cambio della piena occupazione i
fabrianesi diedero pieni poteri (a parte i soli tre anni della giunta
Castagnari) a tempo indeterminato alla famiglia. I più
confidavano nel capitalismo buono dei loro padroni e nel legame
indissolubile tra i Merloni e Fabriano...Ed ora? In cosa bisogna
confidare? Noi lo diciamo ora come l'abbiamo sempre detto, anche nel
1949: confidiamo nella lotta. Solo la lotta paga. La lotta per la
nostra vita, per la nostra dignità, per affrancarci sempre
più da padroni e padroncini, dalle cosiddette leggi del mercato,
dallo sfruttamento per il profitto di lor signori. Servi di nessuno,
padroni di nulla! questo è l'indirizzo del nostro blog:
http://libertarifabriano.blogspot.com