Il 27 novembre nella centralissima via Po è stato fatto un
presidio antimilitarista con punto info, mostra sulle guerre
dell'Italia dalla Somalia al Kosovo all'Afganistan. Poi musica,
interventi, distro. La digos, probabilmente a corto di lavoro, ha
piazzato una mezza dozzina di agenti, coadiuvati da un gruppone
dell'antisommossa a sorvegliare gli anarchici volantinare.
Una miglior dimostrazione sulla natura della guerra che si sta combattendo anche nelle nostre strade non potevano farla.
R. Em.
Sabato 15 novembre un piccolo corteo organizzato dal centro sociale
ubik-lab (di area ex-disobbediente) con la partecipazione di militanti
di varie realtà provinciali, ha attraversato la città
notoriamente xenofoba e borghese per sostenere la saldatura tra
rivendicazione dei lavoratori migranti e difesa dei diritti allo studio
e del lavoro garantito, denunciando la natura classista, razzista e
para fascista dell'attuale governo e degli amministratori locali, che
avevano accolto l'iniziativa di un sumit delle destre estreme europee
in onore e sulla figura di Haider. L'iniziativa dei nazi è stata
ritirata da Forza Nuova-Treviso dopo l'annunciata manifestazione
dell'antagonismo trevisano, per cui l'iniziale manifestazione antinazi
si è trasformata in un happening di cultura e protesta, la quale
è terminata alla loggia dei cavalieri con il concerto ska dei
Talco. All'iniziativa hanno partecipato alcuni compagni del collettivo
libertario "C. Giuliani" di Vittorio Veneto con altri anarchici
della zona. Il volantino dei compagni è andato a ruba , la
curiosità e l'interesse dei passanti e dei migranti è
stato forte. L'enorme dispiegamento di forze non ha intimidito gli
antirazzisti e gli anarchici che nella simpatia della gente hanno
trovato la conferma che un'altra Treviso è possibile. Come ci ha
detto una simpatica signora "eccovi qua non si vi vedeva dagli anni
'70..finalmente". Siamo tornati.
Uno che c'era
"Il TeLOS rappresenta un pugno nell'occhio nell'ennesima
città vetrina, nelle cui vene scorre come spesso avviene un
sangue marcio e infetto. Noi siamo la linfa vitale di una nuova
possibilità, di un modo diverso di vivere e fare vivere gli
spazi e le città. Meglio zittirci in fretta, prima che le nostre
idee possano attecchire in qualche cuore libero e possano diffondere il
malcontento tra gli sfruttati e gli ultimi, i diseredati e gli
invisibili"
Il nome della cittadina di Saronno, circa 38.000 abitanti, situata a 20
chilometri da Milano ma inserita nella Provincia di Varese, richiama
inevitabilmente il nome del famoso Amaretto e dei pregiati biscotti
Lazzaroni, uniche glorie e vanto della città.
Per il resto ... null'altro ! Il suo passato di polo industriale di
notevole importanza è oramai morto e sepolto e nulla resta delle
aziende, anche di notevole dimensione, che fino agli anni '60 l'avevano
animata, prime fra tutte l'Isotta Fraschini e la CEMSA del Gruppo
Caproni, per finire poi con il pluripremiato Biscottificio Lazzaroni,
la cui produzione è stata ormai da circa 10 anni "delocalizzata"
ad Isola del Gran Sasso (Abruzzo), chiara dimostrazione di come agli
imprenditori padani non freghi assolutamente nulla dei padani
lavoratori.
Saronno da anni è ormai diventata una propaggine di Milano,
verso la quale schiere di pendolari si dirigono ogni mattina sfidando
le inefficienze delle F.N.M. Ferrovie Nord Milano o affrontando
perigliosi viaggi via autostrada.
La vita cittadina scorre quindi torpidamente tranquilla tra una
"Trippata alla Lombarda" ed un incontro cittadino con il signor Jaquin
Navarro-Valls, ex direttore della sala stampa del Reame Vaticano, tra
l'inaugurazione in pompa magna di una via intitolata a San
Josemaría Escrivá, fondatore di quella bella consorteria
chiamata (ironicamente, spero) Opus Dei e una interpellanza della Lega
Nord, fieramente schierata all'opposizione in Comune, rivolta alla
maggioranza composta da PDL e AN, in merito al problema
"Sicùressa" (in italiano Sicurezza) nel territorio di
Sarònn (Saronno). Qui impera la Compagnia delle Opere e tutto
passa dalle sue mani.
Recentemente però il quieto vivere saronnese è stato
bruscamente messo a subbuglio da alcuni fatti incresciosi che
hanno messo a serio rischio la "Sicùressa" dei cittadini. Le
scritte sui muri inneggianti al defunto Duce, del genere "viva la RSI,
by Benito" sono state improvvisamente sostituite da molte altre di ben
diverso tenore quali "Viva Bresci", "Ribellarsi è giusto",
"Cloro al clero" o "Fuoco alle galere".
Ma non basta; dopo un primo tentativo di occupazione circa un anno fa,
immediatamente fallito per il pronto intervento delle Forze del
(dis)Ordine, finalmente, il 13 Settembre 2008 un gruppo di giovani
saronnesi ha preso possesso di uno stabile con annesso capannone,
totalmente abbandonati ormai da anni, rinominandolo TeLOS, acronimo di
Territorio Libero Occupato Saronnese.
Ripetendo un copione già noto, nella mattinata successiva un
folto gruppo di militi della Benemerita insieme a "Poliziotti locali"
(a quanto si dice rigorosamente assunti tra gli aderenti ad AN), sicuri
del fatto loro hanno invaso il fabbricato per cacciare gli occupanti
... con il ben magro risultato di esserne proprio loro alla fine
cacciati fuori a pedate. Evidentemente poco soddisfatti della
figuraccia, Carabinieri e Poliziotti locali si sono ripresentati in
forze al TeLOS nella giornata del 19 Settembre, solo per aggiungere al
loro glorioso medagliere una ennesima penosa ritirata di fronte alla
reazione determinata degli occupanti e di numerosi sostenitori subito
accorsi.
E non è tutto: già messa a dura prova dalla occupazione,
la cittadinanza è entrata in fibrillazione quando una
manifestazione convocata dal TeLOS per l'11 Ottobre ha richiamato
centinaia di persone, tra aderenti a Centri sociali del circondario,
simpatizzanti vari e – sorpresa – diversi cittadini saronnesi, giovani
e meno giovani, tutti uniti nel sostenere il diritto dei giovani di
Saronno ad avere uno spazio autogestito.
Rimasto nella mani degli occupanti mentre le FF.OO. si dedicavano alla
cura dell'onore ferito, il TeLOS – sui cui muri sono apparsi nel
frattempo alcuni coloratissimi murales - proseguiva nelle sue
attività quali concerti, cineforum, dibattiti e la
partecipazione alle manifestazioni antifasciste ed antirazziste che si
sono svolte in questi ultimi mesi a Milano e hinterland, richiamando
ragazzi sia da Saronno e dintorni, sia da località ben
più distanti, evidentemente incuriositi e attirati da qualcosa
che non sia il solito pub serale.
Purtroppo però, la mattina del 19 Novembre un manipolo di
figuri, capitanati da un ben noto esponente della "nomenklatura" locale
-la solita laida commistione fra (bassa)politica ed (alti)affari - si
è presentato davanti al TeLOS scortato dalla Polizia locale e da
una squadra di operai che, dopo averlo saldato, hanno bloccato il
cancello di ingresso con una pesante barriera di cemento.
Si è quindi ripetuta la scena già svoltasi in precedenza,
con la differenza che, alla fine, ad essere cacciati non sono stati i
soliti C.C. (a quanto pare totalmente ignorati dagli autori del colpo
di mano) ma i Poliziotti locali, gli operai con gru ed attrezzi,
nonchè coloro che li avevano pagati per questo sporco lavoro. Il
giorno successivo infine, ennesimo ed inutile tentativo di invasione
(porte sfondate, uso di cemento a presa rapida) sventato a colpi di
sacchetti di spazzatura. Altra fuga ingloriosa.
Da qui è partita una violenta e vomitevole campagna di stampa
portata contro il TeLOS da un giornaletto cittadino di cui il figuro
sopra citato (evidentemente dotato di molti mezzi) è
proprietario, direttore responsabile, "columnist", ecc., con una prima
pagina dove lo stesso si atteggia a impavido difensore dei diritti e
dei beni dei cittadini, abbandonati alla furia di un gruppo di
delinquenti dall'inerzia di magistratura, Prefetto e FF.OO.
Poi si è capito il perchè di questa azione squadristica e
della successiva campagna stampa. Il figuro in questione, forse
ultimamente un po' emarginato dalla locale consorteria
politico/affaristica, sta per presentarsi alle prossime elezioni
comunali con una lista denominata "Saronno sicura", pronto poi – dopo
avere rastrellato un po' di voti - a mercanteggiare da pari con gli ex
amici/soci in affari un rientro alla grande nella stanza dei bottoni (e
degli affari) saronnesi.
Sta a noi tentare di impedire questo lercio giuoco, portando la massima
e fattiva solidarietà perchè il TeLOS possa continuare a
vivere.
Crazy cat
Per farsi l'idea delle reali proporzioni della protesta degli
studenti e della forza del movimento dell'Onda Anomala, può
essere utile allungare lo sguardo sulla provincia più profonda e
su quelle aree emarginate del territorio completamente oscurate dalla
stampa di regime e a volte dimenticate anche dalla controinformazione
di molti compagni. In Umbria la rivolta del mondo della scuola è
stata molto più forte nei piccoli centri che nelle grandi
città, eccezione fatta per Perugia dove, anche grazie
all''università, le manifestazioni hanno avuto grande successo.
Vorremmo raccontarvi quanto sta succedendo a Spoleto e in Valnerina. A
Cascia e Norcia, paesini di montagna con meno di 10 mila abitanti, si
sono viste le prime occupazioni della storia, mentre vicino al 100%
è stata l'adesione di giovani, professori, bidelli e altri
lavoratori della scuola agli scioperi del 17 e del 30 ottobre.
Grandissima quindi la paura (anzi la certezza, leggendo quanto scritto
nel decreto Gelmini) della chiusura e dell'accorpamento di tutte le
scuole esistenti in Valnerina, un'area formata da piccoli paesi di
montagna, ma che complessivamente è abitata da oltre 40 mila
abitanti. Unica incomprensione è la mancanza di unità nei
sindacati ...
Forse è dovuto al fatto che siamo montanari e tanti problemi di
galateo sindacale, con mancanza di inviti ed altro, non riusciamo
proprio a capirli! Grande adesione anche a Spoleto: il 17 ottobre
decine di persone hanno raggiunto Roma per la manifestazione indetta da
CUB, SdL e Cobas; il 30 in 500 fra studenti, prof e genitori hanno
partecipato all'assemblea- manifestazione di Villa Redenta; il
giovedì successivo, 6 novembre, 300 studenti hanno sfilato in
corteo per le vie del centro. In ultimo, una piccola parentesi sulla
repressione che ha portata in carcere un anno fa, il 23 ottobre 2007, 5
compagni: il 24 ottobre si è svolta una iniziativa pubblica per
non abbandonare le vittime della repressione a cui hanno partecipato
60-70 persone, inoltre in città nessuno si è fatto
intimidire tanto che nelle manifestazioni di questi giorni le uniche
bandiere presenti erano quelle rosso e nere! È proprio il caso
di dirlo, la protesta non si arresta!!!
Alcuni bardasci