Umanità Nova, n.39 del 7 dicembre 2008, anno 88

informAzione -3


Torino: antimilitaristi in via Po

Il 27 novembre nella centralissima via Po è stato fatto un presidio antimilitarista con punto info, mostra sulle guerre dell'Italia dalla Somalia al Kosovo all'Afganistan. Poi musica, interventi, distro. La digos, probabilmente a corto di lavoro, ha piazzato una mezza dozzina di agenti, coadiuvati da un gruppone dell'antisommossa a sorvegliare gli anarchici volantinare.
Una miglior dimostrazione sulla natura della guerra che si sta combattendo anche nelle nostre strade non potevano farla.
R. Em.

Treviso: che siano tornati?

Sabato 15 novembre un piccolo corteo organizzato dal centro sociale ubik-lab (di area ex-disobbediente) con la partecipazione di militanti di varie realtà provinciali, ha attraversato la città notoriamente xenofoba e borghese per sostenere la saldatura tra rivendicazione dei lavoratori migranti e difesa dei diritti allo studio e del lavoro garantito, denunciando la natura classista, razzista e para fascista dell'attuale governo e degli amministratori locali, che avevano accolto l'iniziativa di un sumit delle destre estreme europee in onore e sulla figura di Haider. L'iniziativa dei nazi è stata ritirata da Forza Nuova-Treviso dopo l'annunciata manifestazione dell'antagonismo trevisano, per cui l'iniziale manifestazione antinazi si è trasformata in un happening di cultura e protesta, la quale è terminata alla loggia dei cavalieri con il concerto ska dei Talco. All'iniziativa hanno partecipato alcuni compagni del collettivo libertario "C. Giuliani" di Vittorio Veneto con altri  anarchici della zona. Il volantino dei compagni è andato a ruba , la curiosità e l'interesse dei passanti e dei migranti è stato forte. L'enorme dispiegamento di forze non ha intimidito gli antirazzisti e gli anarchici che nella simpatia della gente hanno trovato la conferma che un'altra Treviso è possibile. Come ci ha detto una simpatica signora "eccovi qua non si vi vedeva dagli anni '70..finalmente". Siamo tornati.
Uno che c'era

Saronno: i guastafeste

"Il TeLOS rappresenta un pugno nell'occhio nell'ennesima città vetrina, nelle cui vene scorre come spesso avviene un sangue marcio e infetto. Noi siamo la linfa vitale di una nuova possibilità, di un modo diverso di vivere e fare vivere gli spazi e le città. Meglio zittirci in fretta, prima che le nostre idee possano attecchire in qualche cuore libero e possano diffondere il malcontento tra gli sfruttati e gli ultimi, i diseredati e gli  invisibili"
Il nome della cittadina di Saronno, circa 38.000 abitanti, situata a 20 chilometri da Milano ma inserita nella Provincia di Varese, richiama inevitabilmente il nome del famoso Amaretto e dei pregiati biscotti Lazzaroni, uniche glorie e vanto della città.
Per il resto ... null'altro ! Il suo passato di polo industriale di notevole importanza è oramai morto e sepolto e nulla resta delle aziende, anche di notevole dimensione, che fino agli anni '60 l'avevano animata, prime fra tutte l'Isotta Fraschini e la CEMSA del Gruppo Caproni, per finire poi con il pluripremiato Biscottificio Lazzaroni, la cui produzione è stata ormai da circa 10 anni "delocalizzata" ad Isola del Gran Sasso (Abruzzo), chiara dimostrazione di come agli imprenditori padani non freghi assolutamente nulla dei padani lavoratori.
Saronno da anni è ormai diventata una propaggine di Milano, verso la quale schiere di pendolari si dirigono ogni mattina sfidando le inefficienze delle F.N.M. Ferrovie Nord Milano o affrontando perigliosi viaggi via autostrada.
La vita cittadina scorre quindi torpidamente tranquilla tra una "Trippata alla Lombarda" ed un incontro cittadino con il signor Jaquin Navarro-Valls, ex direttore della sala stampa del Reame Vaticano, tra l'inaugurazione in pompa magna di una via intitolata a San Josemaría Escrivá, fondatore di quella bella consorteria chiamata (ironicamente, spero) Opus Dei e una interpellanza della Lega Nord, fieramente schierata all'opposizione in Comune, rivolta alla maggioranza composta da PDL e AN, in merito al problema "Sicùressa" (in italiano Sicurezza) nel territorio di Sarònn (Saronno). Qui impera la Compagnia delle Opere e tutto passa dalle sue mani.
Recentemente però il quieto vivere saronnese è stato bruscamente messo a subbuglio da alcuni fatti  incresciosi che hanno messo a serio rischio la "Sicùressa" dei cittadini. Le scritte sui muri inneggianti al defunto Duce, del genere "viva la RSI, by Benito" sono state improvvisamente sostituite da molte altre di ben diverso tenore quali "Viva Bresci", "Ribellarsi è giusto", "Cloro al clero" o "Fuoco alle galere".
Ma non basta; dopo un primo tentativo di occupazione circa un anno fa, immediatamente fallito per il pronto intervento delle Forze del (dis)Ordine, finalmente, il 13 Settembre 2008 un gruppo di giovani saronnesi ha preso possesso di uno stabile con annesso capannone, totalmente abbandonati ormai da anni, rinominandolo TeLOS, acronimo di Territorio Libero Occupato Saronnese.
Ripetendo un copione già noto, nella mattinata successiva un folto gruppo di militi della Benemerita insieme a "Poliziotti locali" (a quanto si dice rigorosamente assunti tra gli aderenti ad AN), sicuri del fatto loro hanno invaso il fabbricato per cacciare gli occupanti ... con il ben  magro risultato di esserne proprio loro alla fine cacciati fuori a pedate. Evidentemente poco soddisfatti della figuraccia, Carabinieri e Poliziotti locali si sono ripresentati in forze al TeLOS nella giornata del 19 Settembre, solo per aggiungere al loro glorioso medagliere una ennesima penosa ritirata di fronte alla reazione determinata degli occupanti e di numerosi sostenitori subito accorsi.
E non è tutto: già messa a dura prova dalla occupazione, la cittadinanza è entrata in fibrillazione quando una manifestazione convocata dal TeLOS per l'11 Ottobre ha richiamato centinaia di persone, tra aderenti a Centri sociali del circondario, simpatizzanti vari e – sorpresa – diversi cittadini saronnesi, giovani e meno giovani, tutti uniti nel sostenere il diritto dei giovani di Saronno ad avere uno spazio autogestito.
Rimasto nella mani degli occupanti mentre le FF.OO. si dedicavano alla cura dell'onore ferito, il TeLOS – sui cui muri sono apparsi nel frattempo alcuni coloratissimi murales -  proseguiva nelle sue attività quali concerti, cineforum, dibattiti e la partecipazione alle manifestazioni antifasciste ed antirazziste che si sono svolte in questi ultimi mesi a Milano e hinterland, richiamando ragazzi sia da Saronno e dintorni, sia da località ben più distanti, evidentemente incuriositi e attirati da qualcosa che non sia il solito pub serale.
Purtroppo però, la mattina del 19 Novembre un manipolo di figuri, capitanati da un ben noto esponente della "nomenklatura" locale -la solita laida commistione fra (bassa)politica ed (alti)affari - si è presentato davanti al TeLOS scortato dalla Polizia locale e da una squadra di operai che, dopo averlo saldato, hanno bloccato il cancello di ingresso con una pesante barriera di cemento.
Si è quindi ripetuta la scena già svoltasi in precedenza, con la differenza che, alla fine, ad essere cacciati non sono stati i soliti C.C. (a quanto pare totalmente ignorati dagli autori del colpo di mano) ma i Poliziotti locali, gli operai con gru ed attrezzi, nonchè coloro che li avevano pagati per questo sporco lavoro. Il giorno successivo infine, ennesimo ed inutile tentativo di invasione (porte sfondate, uso di cemento a presa rapida) sventato a colpi di sacchetti di spazzatura. Altra fuga ingloriosa.
Da qui è partita una violenta e vomitevole campagna di stampa portata contro il TeLOS da un giornaletto cittadino di cui il figuro sopra citato (evidentemente dotato di molti mezzi) è proprietario, direttore responsabile, "columnist", ecc., con una prima pagina dove lo stesso si atteggia a impavido difensore dei diritti e dei beni dei cittadini, abbandonati alla furia di un gruppo di delinquenti dall'inerzia di magistratura, Prefetto e FF.OO.
Poi si è capito il perchè di questa azione squadristica e della successiva campagna stampa. Il figuro in questione, forse ultimamente un po' emarginato dalla locale consorteria politico/affaristica, sta per presentarsi alle prossime elezioni comunali con una lista denominata "Saronno sicura", pronto poi – dopo avere rastrellato un po' di voti - a mercanteggiare da pari con gli ex amici/soci in affari un rientro alla grande nella stanza dei bottoni (e degli affari) saronnesi.
Sta a noi tentare di impedire questo lercio giuoco, portando la massima e fattiva solidarietà perchè il TeLOS possa continuare a vivere.
Crazy cat

Spoleto e Valnerina: la protesta non si arresta

Per farsi l'idea delle reali proporzioni della protesta degli studenti e della forza del movimento dell'Onda Anomala, può essere utile allungare lo sguardo sulla provincia più profonda e su quelle aree emarginate del territorio completamente oscurate dalla stampa di regime e a volte dimenticate anche dalla controinformazione di molti compagni. In Umbria la rivolta del mondo della scuola è stata molto più forte nei piccoli centri che nelle grandi città, eccezione fatta per Perugia dove, anche grazie all''università, le manifestazioni hanno avuto grande successo. Vorremmo raccontarvi quanto sta succedendo a Spoleto e in Valnerina. A Cascia e Norcia, paesini di montagna con meno di 10 mila abitanti, si sono viste le prime occupazioni della storia, mentre vicino al 100% è stata l'adesione di giovani, professori, bidelli e altri lavoratori della scuola agli scioperi del 17 e del 30 ottobre. Grandissima quindi la paura (anzi la certezza, leggendo quanto scritto nel decreto Gelmini) della chiusura e dell'accorpamento di tutte le scuole esistenti in Valnerina, un'area formata da piccoli paesi di montagna, ma che complessivamente è abitata da oltre 40 mila abitanti. Unica incomprensione è la mancanza di unità nei sindacati ...
Forse è dovuto al fatto che siamo montanari e tanti problemi di galateo sindacale, con mancanza di inviti ed altro, non riusciamo proprio a capirli! Grande adesione anche a Spoleto: il 17 ottobre decine di persone hanno raggiunto Roma per la manifestazione indetta da CUB, SdL e Cobas; il 30 in 500 fra studenti, prof e genitori hanno partecipato all'assemblea- manifestazione di Villa Redenta; il giovedì successivo, 6 novembre, 300 studenti hanno sfilato in corteo per le vie del centro. In ultimo, una piccola parentesi sulla repressione che ha portata in carcere un anno fa, il 23 ottobre 2007, 5 compagni: il 24 ottobre si è svolta una iniziativa pubblica per non abbandonare le vittime della repressione a cui hanno partecipato 60-70 persone, inoltre in città nessuno si è fatto intimidire tanto che nelle manifestazioni di questi giorni le uniche bandiere presenti erano quelle rosso e nere! È proprio il caso di dirlo, la protesta non si arresta!!!
Alcuni bardasci

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