Atene 6 dicembre 2008 ore 21. Un'auto delle polizia in pattuglia
entra nel quartiere Exarchia, via Mesologgiou, dove hanno sede numerosi
centri giovanili, anarchici e studenteschi. I due agenti a bordo fanno
parte di una neonata unità speciale chiamata Blue Suits,
creata appositamente per reprimere dimostranti, composta da
poliziotti addestrati allo scontro "duro" e politicamente indottrinati.
Il loro ingresso nel quartiere è visto come una provocazione. Un
gruppetto di giovani reagisce con insulti e lancio di bottigliette di
birra e pezzi di legno. A questo punto i poliziotti escono dall'auto,
sparano granate stordenti, uno di loro estrae la pistola a freddo e
uccide sul colpo uno di questi ragazzi, Andreas Alexandros
Grigoropoulos, dell'età di quindici anni. I proiettili sparati
erano di plastica ma gli arrivano al cuore.
I due agenti, accusati il primo di omicidio volontario e il suo collega
di complicità, hanno sostenuto di aver sparato in aria e che un
proiettile sia rimbalzato su un cartello stradale in ferro.
Le risposte in Grecia e all'estero non hanno tardato a farsi sentire.
Da due giorni la Grecia è in fiamme: manifestazioni a Salonicco,
Patrasso, Iraklio, Sparta, Alessandropoli, Volos, Creta, Corinto.
Ci sono state anche iniziative di solidarietà internazionale: a Londra, Berlino, Amburgo al momento in cui scriviamo.
Il numero dei manifestanti e i luoghi delle manifestazioni crescono di ora in ora.
Il contesto nel quale si è perpetrato l'omicidio è esemplare nella sua "normalità".
Il quartiere di Exarchia (o Eksarhia) è una specie di TAZ (per
il governo greco una sorta di banlieue); la pattuglia che ha causato
"l'incidente" fa parte di speciali corpi antisommossa. La relazione con
le dimissioni presentate dal ministro degli interni e delle politiche
giovanili è evidente; la responsabilità politica di
queste scelte viene riconosciuta dallo stesso governo di centro-destra.
Il primo ministro le ha respinte, ma, di fronte al dilagare delle
proteste, non è escluso che si vada ad un rimpasto di governo.
Lo scontro ad Exarchia, non è nato dal nulla: era in corso una
piccola iniziativa di lotta degli studenti nel quadro delle
mobilitazioni contro la riforma della scuola (sul modello della
Tremonti-Gelmini). Mobilitazioni che hanno avuto estensione e
radicalità. La logica dell'"incidente" cercato per provocare il
movimento ci sta tutta.
I molti testimoni da subito hanno denunciato la precisa dinamica con la
quale l'agente ha colpito il ragazzo, tant'é che il governo
è dovuto ritornare sui propri passi, facendo arrestare i
poliziotti e scusandosi con la famiglia della vittima, nel vano
tentativo di soffocare la giusta protesta che poco dopo ha travolto
tutte le principali città della Grecia.
Già la difficile situazione economica che caratterizza tutto il
mondo occidentale aveva fatto crescere la mobilitazione nel paese.
Lo sciopero generale che ci sarà in questi giorni
raccoglierà ampiamente le ragioni della protesta, la quale
difficilmente potrà essere contenuta in una semplice sfilata.
Nello stesso giorno è previsto anche il funerale di Andreas.
Già da oggi è partito il blocco dell'Università di Atene e Salonicco che si annuncia di tre giorni.
Ad ogni ora che passa giungono nuove notizie di scontri.
Si profila un'intera settimana di rivolta.
La Grecia non è nuova a proteste tanto dure quanto estese, ma il
concatenarsi degli eventi, non ultimo la situazione di crisi del
governo Karamanlis, potrebbero segnare una svolta (per quanto interna
agli assetti istituzionali) per l'intero paese.
L'esplosione di tanta violenza e rabbia ha scandalizzato e
sorpreso l'opinione pubblica nazionale e internazionale, ma il
vero responsabile di tutto ciò va cercato altrove e si
chiama Kostas Karamanlis. Capo di un blocco conservatore di cui
è perno il partito della Nuova Democrazia, insediatosi nel 2004
come presidente del governo, si è da subito contraddistinto per
una politica fortemente neoliberista, privatizzando alcune aziende
pubbliche e varando nuove riforme delle pensioni e del mercato del
lavoro. Questa politica in cinque anni ha avuto come effetto
l'impoverimento del potere d'acquisto della gran massa dei lavoratori,
una crescente disoccupazione e precarietà del lavoro soprattutto
tra le fasce giovanili.
Inoltre, una politica di incentivazione alla produttività con
scarsa attenzione alla sicurezza sul lavoro è all'origine
di diversi incidenti che si sono verificati negli ultimi mesi,
tra cui quello più grave nei cantieri navali di Perama, vicino
al porto del Pireo, dove sono morti otto operai. Il governo è
stato più volte al centro di scandali finanziari ed è
responsabile dell'incuria nell'organizzazione dei soccorsi alla
popolazione colpita dal devastante incendio dell'estate del 2007,
incuria che ha portato Karamanlis alle prime dimissioni. Rieletto
presidente nel settembre 2007, il suo governo ha risposto alla crisi
economica e politica accelerando i programmi di privatizzazione,
irrigidendosi nei confronti dell'opposizione e attuando un maggiore
controllo sociale e repressivo. In particolare il governo Karamanlis si
è distinto nella caccia agli anarchici, cercando di far cadere
sul movimento anarchico la responsabilità dell'aumento della
tensione sociale.
W & M