Umanità Nova, n.40 del 14 dicembre 2008, anno 88

Grecia. Dopo l'uccisione di Andreas si estende la rivolta 


Atene 6 dicembre 2008 ore 21. Un'auto delle polizia in pattuglia entra nel quartiere Exarchia, via Mesologgiou, dove hanno sede numerosi centri giovanili, anarchici e studenteschi. I due agenti a bordo fanno parte di una neonata unità speciale chiamata Blue Suits,  creata appositamente per reprimere dimostranti, composta da  poliziotti addestrati allo scontro "duro" e politicamente indottrinati. Il loro ingresso nel quartiere è visto come una provocazione. Un gruppetto di giovani reagisce con insulti e lancio di bottigliette di birra e pezzi di legno. A questo punto i poliziotti escono dall'auto, sparano granate stordenti, uno di loro estrae la pistola a freddo e uccide sul colpo uno di questi ragazzi, Andreas Alexandros Grigoropoulos, dell'età di quindici anni. I proiettili sparati erano di plastica ma gli arrivano al cuore.
I due agenti, accusati il primo di omicidio volontario e il suo collega di complicità, hanno sostenuto di aver sparato in aria e che un proiettile sia rimbalzato su un cartello stradale in ferro.
Le risposte in Grecia e all'estero non hanno tardato a farsi sentire.
Da due giorni la Grecia è in fiamme: manifestazioni a Salonicco, Patrasso, Iraklio, Sparta,  Alessandropoli, Volos, Creta, Corinto.
Ci sono state anche iniziative di solidarietà internazionale: a Londra, Berlino, Amburgo al momento in cui scriviamo.
Il numero dei manifestanti e i luoghi delle manifestazioni crescono di ora in ora.
Il contesto nel quale si è perpetrato l'omicidio è esemplare nella sua "normalità".
Il quartiere di Exarchia (o Eksarhia) è una specie di TAZ (per il governo greco una sorta di banlieue); la pattuglia che ha causato "l'incidente" fa parte di speciali corpi antisommossa. La relazione con le dimissioni presentate dal ministro degli interni e delle politiche giovanili è evidente; la responsabilità politica di queste scelte viene riconosciuta dallo stesso governo di centro-destra. Il primo ministro le ha respinte, ma, di fronte al dilagare delle proteste, non è escluso che si vada ad un rimpasto di governo.
Lo scontro ad Exarchia, non è nato dal nulla: era in corso una piccola iniziativa di lotta degli studenti nel quadro delle mobilitazioni contro la riforma della scuola (sul modello della Tremonti-Gelmini). Mobilitazioni che hanno avuto estensione e radicalità. La logica dell'"incidente" cercato per provocare il movimento ci sta tutta.
I molti testimoni da subito hanno denunciato la precisa dinamica con la quale l'agente ha colpito il ragazzo, tant'é che il governo è dovuto ritornare sui propri passi, facendo arrestare i poliziotti e scusandosi  con la famiglia della vittima, nel vano tentativo di soffocare la giusta protesta che poco dopo ha travolto tutte le principali città della Grecia.
Già la difficile situazione economica che caratterizza tutto il mondo occidentale aveva fatto crescere la mobilitazione nel paese.
Lo sciopero generale che ci sarà in questi giorni raccoglierà ampiamente le ragioni della protesta, la quale difficilmente potrà essere contenuta in una semplice sfilata.
Nello stesso giorno è previsto anche il funerale di Andreas.
Già da oggi è partito il blocco dell'Università di Atene e Salonicco che si annuncia di tre giorni.
Ad ogni ora che passa giungono nuove notizie di scontri.
Si profila un'intera settimana di rivolta.
La Grecia non è nuova a proteste tanto dure quanto estese, ma il concatenarsi degli eventi, non ultimo la situazione di crisi del governo Karamanlis, potrebbero segnare una svolta (per quanto interna agli assetti istituzionali) per l'intero paese.
L'esplosione di tanta violenza e rabbia ha scandalizzato e sorpreso  l'opinione pubblica nazionale e internazionale, ma il vero responsabile di  tutto ciò va cercato altrove e si chiama Kostas Karamanlis. Capo di un blocco conservatore di cui è perno il partito della Nuova Democrazia, insediatosi nel 2004 come presidente del governo, si è da subito contraddistinto per una politica fortemente neoliberista, privatizzando alcune aziende pubbliche e varando nuove riforme delle pensioni e del mercato del lavoro. Questa politica in cinque anni ha avuto come effetto l'impoverimento del potere d'acquisto della gran massa dei lavoratori, una crescente disoccupazione e precarietà del lavoro soprattutto tra le fasce giovanili.
Inoltre, una politica di incentivazione alla produttività con scarsa attenzione alla sicurezza sul  lavoro è all'origine di diversi incidenti che si sono verificati negli  ultimi mesi, tra cui quello più grave nei cantieri navali di Perama, vicino al porto del Pireo, dove sono morti otto operai. Il governo è stato più volte al centro di scandali finanziari ed è responsabile dell'incuria  nell'organizzazione dei soccorsi alla popolazione colpita dal devastante incendio dell'estate del 2007, incuria che ha portato Karamanlis alle prime dimissioni. Rieletto presidente nel settembre 2007, il suo governo ha risposto alla crisi economica e politica accelerando i programmi di privatizzazione, irrigidendosi nei confronti dell'opposizione e attuando un maggiore controllo sociale e repressivo. In particolare il governo Karamanlis si è distinto nella caccia agli anarchici, cercando di far cadere sul movimento anarchico la responsabilità dell'aumento della tensione sociale.

W & M


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