Umanità Nova, n.40 del 14 dicembre 2008, anno 88

Movimenti di resistenza in India


La rivoluzione verde venne applicata in suolo indiano a partire dalla fine degli anni '60. Tale riforma prevedeva l'introduzione di nuovi semi ad alto rendimento di produttività, che dovevano sostituire le sementi tradizionalmente usate, cambiando anche tutto il modo di fare e concepire il lavoro agricolo. Grazie a numerose politiche di propaganda adottate dal governo, questa riforma era vista di buon occhio da parte dei contadini che la attendevano con molta speranza. La rivoluzione verde arrivò cosi a toccare anche le montagne himalayane, dove i contadini locali hanno provato e vissuto in prima persona i problemi enormi dovuti alla  pratica della nuova tecnica agricola. La monocultura e l'inclusione rurale nel sistema di mercato, di acquisto di semi e vendita di cereali, non poteva soddisfare la fame dei contadini. In Uttarakhand essi si sono dunque uniti in un movimento, il Beej Bachao Andolan, determinato nell'impresa di salvare le varietà tradizionali di sementi, e così la loro autonomia.
Nella stessa regione himalayana dell'India, è emersa anche un'altra voce in reazione a questa rivoluzione verde. Navdanya è un'organizzazione non governativa impegnata nella salvaguardia della biodiversità locale, alla cui testa troviamo Vandana Shiva, militante piuttosto conosciuta all'interno dei movimenti alter-mondialisti.
Queste due reazioni, sviluppatesi in seguito all'arrivo della rivoluzione verde sulle montagne, esprimono certamente l'inadeguatezza di una tale riforma in ambiente rurale. Ma non solo.
Entrambe sembrano porre gli stessi argomenti in opposizione a questa riforma economica, le stesse parole e sementi vengono poste al centro della loro protesta. Ma due percorsi diversi vedono gli stessi semi elevarsi al centro dei loro discorsi ed esperienze.
Navdanya ha costruito una banca dei semi dove conserva le varietà di sementi tradizionali che poi può distribuire ai contadini, i quali diventeranno così suoi associati. Un contadino associato a Navdanya cederà il surplus della sua produzione a Navdanya stessa, che si occuperà di rimettere questi prodotti con marchio biologico sul mercato, attraverso i suoi punti vendita a Dehra Dun, New Delhi e Mumbay. Essa ha dunque edificato quello che in termini economici è conosciuto come monopsonio (un mercato caratterizzato dalla presenza di un solo acquirente). Le sementi emergono in Navdanya quale strumento di rivendicazione che trova nella banca di semi l'immagine della sua istituzionalizzazione. Si tratta di una forma di protesta in dialogo con il potere, rivendicante dei diritti per un futuro migliore, per un nuovo mondo da costruire.
Il Beej Bachao Andolan è un collettivo di contadini auto-organizzatisi orizzontalmente per non perdere le loro sementi e tecniche agricole tradizionali. Essi non hanno una vera banca di semi, perché, come dicono, ogni contadino ne ha una nei suoi campi, e alle riunioni annuali e mensili scambiano i semi tra loro. Essi praticano da sempre un'agricoltura di sussistenza che li porta d essere autonomi a livello alimentare. Si tratta poi di un movimento dalle radici Gandhiane, con quindi una forte aspirazione all'autonomia anche spirituale. Nel Beej Bachao Andolan le sementi emergono dunque al centro del processo di soggettivazione dei contadini: esse sono al centro della loro costruzione di sé come soggetti delle loro vite. Le sementi qui non sono uno strumento di rivendicazione per qualche diritto, ma l'elemento alla base della loro possibilità di continuare a esistere, come contadini. Le sementi sono il simbolo e la chiave dell'autonomia, concreta possibilità di continuare a praticare lo stile di vita desiderato.
Navdanya si vorrebbe l'erede istituzionale di questo movimento, ma invero ne è il tradimento. La sua azione ha elevato le sementi ad un livello di rivendicazione sociale che traspone l'immediata necessità di autonomia dei contadini sul piano istituzionale della rivendicazione di diritti per un futuro migliore, ma un futuro lontano. Nel presente, il mondo migliore non emerge dalla struttura di un'organizzazione verticale e gerarchica come Navdanya.
L'autonomia alimentare invece praticata dal Beej Bachao Andolan sembrerebbe la sola via possibile e praticabile per costruire un mondo diverso, lontano dalle imposizioni esterne. Un mondo che, semplicemente, corrisponda alle proprie necessità e ai propri desideri. Un mondo che parta dal presente, e oggi si opponga alle strutture del potere, costruendo se stesso. Una realtà infine che vede i contadini di queste montagne opporsi al sistema odierno di gestione economica e politica della società grazie a delle semplici ma concrete azioni quotidiane, al raggiungimento della completa autonomia alimentare, veicolo e medium necessario per una totale autonomia. È solo grazie a queste piccole pratiche quotidiane, e non alla rivendicazione di diritti per un lontano futuro, che questi contadini sono essi stessi ribelli. Navdanya emerge invece come voce istituzionale di questa ribellione; voce che se nelle parole sembra portare lo stesso messaggio, nei fatti lo anestetizza trasponendolo ad un livello lontano, astratto, istituzionale.

MGCammelli

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