Se un comico dichiara «io sono nato e morirò antifascista», va preso sul serio?
Se il personaggio in questione è Andrea Rivera la domanda
è pertinente, specie se pochi giorni prima agli stessi studenti
in movimento aveva chiesto di "tendere una mano ai ragazzi del Blocco
studentesco" in quanto "Non bisogna creare barriere, la violenza porta
altra violenza, altrimenti le nostre lotte saranno inutili".
E aveva pure aggiunto "non si può essere soltanto antifascisti" ("Il Manifesto", 18.11.08).
Il giorno seguente, aveva persino ulteriormente ribadito tale
posizione: "dico che bisogna aprirsi, ascoltare i ragazzi di estrema
destra che non la pensano come noi.
Non giova alzar muri (...) Io penso che l'antifascismo è anche
essere pro: dobbiamo riprenderci questi ragazzi con il dialogo e la
musica è lo strumento" ("Metro", 19.11.08).
Davvero uno strano modo d'intendere l'antifascismo, ma d'altra parte
viviamo tempi in cui tutto è possibile, persino sentire Fini
fare professione di antifascismo.
Il caso di Andrea Rivera rimane però emblematico, anche solo per
la sua notorietà negli ambienti giovanili sinistrorsi, di un
modo di intendere la politica che esclude a priori il conflitto, anche
quando è necessario autodifendersi dalle sempre più
numerose e pericolose aggressioni messe in atto da squadre fasciste,
come purtroppo testimoniano gli assassinii di Renato Biagetti e Nicola
Tommasoli.
Sempre il noto comico-cantante-attore, pochi mesi orsono, dopo la
spedizione fascista a Villa Ada durante un concerto antirazzista, aveva
avanzato un'altra geniale proposta ossia di "mandare i militari a
proteggere i centri sociali" e aveva pure suggerito alcuni preziosi
consigli ai compagni: "quando vedete i fascisti sorprendeteli con
l'ironia, accoglieteli col saluto romano. Dialogo e ironia, uniche
armi" ("Corriere della Sera", 31.8.08).
Da parte nostra attendiamo che sia lui a dare il buon esempio; se
è fortunato magari può pure incontrare -come successo a
Bologna- dei musicisti come i Legittima Offesa, con i quali sicuramente
lo scambio culturale risulterà intenso ed educativo.
Nel frattempo, il nostro antifascismo rimane pro-intelligenza.
Sandra K.