A cura di Raffaele e Hugo
L'11 novembre la polizia ha messo a soqquadro un paese della Francia
centrale, Tarnac, e arrestato una decina di persone in nome
dell'antiterrorismo per dei supposti atti di sabotaggio sulle linee dei
treni ad alta velocità. L'accusa sostiene di disporre di
numerosi indizi, di avere trovato scritti anarchici nelle perquisizioni
e di essere sicura che cinque degli accusati erano presenti presso le
linee sabotate al momento dei fatti, ma è costretta a
riconoscere di non avere nessuna prova. Quattro persone sono state
rilasciate dopo 96 ore. Successivamente il 2 dicembre la corte
d'appello di Parigi ha ordinato la scarcerazione di altri tre accusati
e dovrebbe decidere a breve qualcosa sull'eventuale scarcerazione degli
ultimi due accusati.
Le modalità dell'operazione, la pesantezza delle accuse, la
mancanza di prove sono tutti segnali di un'evidente montatura
giudiziaria. Questi fatti hanno avuto una certa eco nella
società francese, provocando qualche polemica e numerosi
attestati di solidarietà. È stata così lanciata
una campagna di sostegno da parte dei compagni degli accusati e di
molti abitanti di Tarnac, ripresa e sottoscritta da intellettuali e
uomini di cultura. Ma, soprattutto, sono sorti una ventina di comitati
di sostegno in Francia e altrove.
Uno di questi, formatosi il 25 novembre a Bruxelles, ha subito varie
"attenzioni"poliziesche: un membro del comitato è stato
arrestato e interrogato dopo che nella sua vettura sono stati trovati
volantini sulla vicenda. La polizia, prima di rilasciarlo, ha
effettuato altre perquisizioni e pare che i giudici abbiano aperto un
altro fascicolo, in Belgio, con accuse di terrorismo. Il comitato di
sostegno di Bruxelles agli arrestati per l'11 novembre sostiene che
ciò sia avvenuto per intimidire chi dà appoggio agli
arrestati.
Insomma, a solidarizzare con persone accusate di terrorismo si finisce
per essere imputati di terrorismo. Una storia già vista, ma per
questo non meno grave: le lotte politiche e sociali sono criminalizzate
e l'accusa di "terrorismo" è la spada di Damocle sulle dinamiche
di lotta. La mobilitazione per la libertà degli accusati va
quindi di pari passo con la protesta contro la legislazione
antiterrorismo.
Il 6 dicembre a Berlino i nazisti avevano organizzato una
manifestazione nel quartiere di Lichtenberg per difendere un loro
spazio. Ma diversi gruppi del movimento antifascista berlinese, tra cui
molti compagni e compagne anarchici, hanno voluto esprimere a chiare
lettere il proprio dissenso contro chi propaganda odio e razzismo. Gli
scontri sono continuati per tutto il pomeriggio e la polizia è
intervenuta con cariche e idranti. Gli arrestati sono circa 30 fra i
nazisti e 40 tra gli antifascisti, molti i feriti.
Fonti: http://de.indymedia.org
http://brp.jg-stadtmitte.de
Lunedì primo dicembre 2008, durante la notte, la casa dove
vivono due attivisti della Sac (il sindacato libertario svedese),
insieme alla loro figlia di pochi anni, è stata oggetto di un
gravissimo attentato incendiario: attraverso la cassetta della posta
è stata versata benzina all'interno è ed stato dato
fuoco. La casa è bruciata quasi completamente, ma la coppia e la
bambina sono riusciti a salvarsi, restando illesi. Non c'è
dubbio che siano stati dei nazisti: i compagni erano già stati
minacciati e i loro nomi e indirizzo comparivano su un sito fascista.
Due giorni prima, sabato 29 novembre a Högdalen il circolo
socialista libertario "Il Ciclope" era stato dato alle fiamme.
I compagni hanno organizzando una manifestazione antifascista e
antirazzista sabato 6 dicembre per denunciare pubblicamente i fatti.
Messaggi di solidarietà sono giunti da tutta Europa.
Fonti: www.ainfos.ca
www.sac.se
http://anarkisterna.com