Umanità Nova, n.1 dell'11 gennaio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Mondo del Lavoro della F.A.M.

Chicago: ci licenzi?... noi occupiamo!

La storia della Republic Windows & Doors di Chicago rappresenta nel suo piccolo la svolta positiva di una delle tante vicende che stanno funestando il panorama economico USA: quello delle realtà industriali che chiudono i battenti a causa della crisi economica, mettendo sul lastrico i dipendenti. La società, fondata nel 1965 e specializzata nella costruzione di manufatti per l'edilizia abitativa, aveva raggiunto in questi ultimi anni degli ottimi risultati grazie al Boom immobiliare finchè, allo sgonfiarsi della bolla ha visto gli utili svanire improvvisamente con il risultato che il 4 dicembre scorso si è vista chiudere le linee di credito dalla Bank of America. Ha quindi deciso di cessare le attività e ha inviato la lettera di licenziamento ai suoi 300 operai e impiegati, senza neppure dare loro il preavviso di 60 giorni previsto dalle leggi federali. Forti di questa violazione e richiamando l'attenzione dei media sul fatto che proprio la Bank of America è stata beneficiaria di sostanziosi finanziamenti decisi dalla Casa Bianca, i lavoratori licenziati, in maggioranza Ispanici o Afro-americani, hanno occupato la fabbrica, affermando: "è tempo che i lavoratori aprano gli occhi e alzino la testa". La loro azione ha avuto un buon successo, seppure parziale. Grazie alla campagna di stampa promossa in conseguenza della lotta, dopo 6 giorni di occupazione la Bank of America è tornata sui suoi passi e ha concesso alla proprietà un prestito supplementare di 1,75 milioni di Dollari, vincolato però al pagamento ai lavoratori delle indennità di lavoro e della retribuzione per le ferie non godute. Ciascun operaio percepirà quindi 7.000 dollari, ma questo purtroppo non impedirà la chiusura dello stabilimento. L'importanza risiede però nel fatto che si tratta della prima occupazione di una fabbrica sin dal 30 dicembre del 1936, quando gli operai della General Motors avevano preso possesso dello stabilimento di Flint (Michigan).

Nuova Zelanda: la lotta dei lavoratori della Pack'n Save"

I lavoratori del punto vendita di Auckland della Pack'n Save, la principale catena di Supermarket della Nuova Zelanda, sono in sciopero dal 17 dicembre perchè la direzione rifiuta di iniziare le trattative sul rinnovo del contratto di lavoro. I lavoratori hanno iniziato un picchetto davanti al negozio della Lincoln Road al grido di "non siamo lavoratori scontati" e "pagaci Pack'n Save", dopo avere rifiutato la magra offerta di 12,30 dollari all'ora, inferiore alla precedente paga oraria e hanno fermamente dichiarato che il  picchetto andrà avanti per tutta la durata delle feste natalizie.

Cina: occupata una fabbrica chiusa dalla proprietà

Circa 300 lavoratori migranti sin dal 24 Dicembre sono assediati dalla polizia all'interno della Jianrong Suitcase Factory di Dongguan (Cina) dopo tre giorni di forti manifestazioni per le strade della città a seguito della improvvisa chiusura degli impianti. Le autorità locali hanno dichiarato che la proprietà della fabbrica, Giapponese, e il direttore, di Taiwan, non sono rintracciabili e hanno offerto ai lavoratori il pagamento del 60% degli stipendi maturati a partire dal mese di ottobre (circa 1.000 yuan al mese), ma senza riuscire a convincere gli assediati ad abbandonare i locali.

Moncalieri: occupata la Johnson Electric

I lavoratori della Johnson Electric di Moncalieri (To) hanno occupato la fabbrica che la proprietà Cinese ha deciso di chiudere. L'azienda, produttrice di calotte per autoveicoli, fornisce sia la Fiat che la Audi, ma da tempo si trova in difficoltà, tanto che, inizialmente, era stata proposta la mobilità per la metà dei dipendenti.
La settimana scorsa però, durante un incontro con la Regione Piemonte, è stata annunciata la decisione, causa l'aggravarsi della situazione finanziaria, di estendere la mobilità all'80% dei dipendenti, per giungere sostanzialmente alla totale chiusura degli impianti. Di qui la decisione dei lavoratori di occupare.

Termini Imerese: rimasti senza stipendio, occupano la Blue Boats

Hanno occupato l'azienda il 24 dicembre i 150 dipendenti della Blue Boats, società di Termini Imerese che produce yachts di gran lusso. A quanto pare, le commesse ci sarebbero ma l'azienda non ha a oggi ancora pagato gli stipendi del mese di novembre, il cui pagamento era slittato proprio il 24/12 insieme alle tredicesime, ed i lavoratori a questo punto temono che anche gli stipendi di dicembre facciano la stessa fine. Per questo motivo i dipendenti hanno passato la notte all'interno dello stabilimento in attesa di una risposta da parte dell'azienda, la quale, da parte sua ha fatto sapere che la banca, verso la quale è notevolmente esposta, non ha concesso ulteriori facilitazioni.

Si può fare!

Quello dell'esternalizzazione di interi settori aziendali è una pratica ormai generalizzata, causa di precarizzazione e riduzione di diritti per i lavoratori. E' quello che stava avvenendo anche all'istituto ospedaliero della Sacra Famiglia di Corsico (MI), facente parte delle associazioni "Sanità Religiose" aderente all'ARIS. L'esternalizzazione dei servizi in concessione alla ditta Intra riguardavano lavanderia, guardaroba, cucina, centralino e manutenzione, per un totale di 23 lavoratori. Solo la forte opposizione all'interno della CUB ha evitato che qualcuno "fra i soliti sindacati" facesse "il solito accordo favorevole alla esternalizzazione". La vertenza iniziata 4 anni fa si è conclusa l'11/12/08 con "un accordo tra OOSS e Sacra Famiglia che cancella l'esternalizzazione dei servizi a Intra."
Le lotte perse, sono quelle che non si fanno!

Contro i licenziamenti e per la sicurezza nelle ferrovie

Come già riportato sul n.36 di UN in questa rubrica, sono state attivate mobilitazione e presidi di protesta contro il licenziamento, nel giorno del ferragosto, del macchinista, delegato alla sicurezza, per aver rilasciato un'ovvia e doverosa dichiarazione sui gravi incidenti accaduti ai treni Eurostar nei mesi precedenti. Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, per ostacolare tale mobilitazione, per ben due volte (il 26-9-08 e il 29-10-08) ha precettato del tutto pretestuosamente lo sciopero contro questo provvedimento, nonostante fosse stato proclamato nel rispetto di tutte le regole. Finalmente il 28 novembre è stato possibile effettuare lo "sciopero nazionale di tutti i ferrovieri", promosso dalla Assemblea Nazionale Ferrovieri RSU/RLS  "contro un licenziamento che rappresenta un inaccettabile attacco alle libertà sindacali, alla sicurezza del lavoro..."

Per contattare questa rubrica:
bel-lavoro@federazioneanarchica.org


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