Umanità Nova, n.2 del 18 gennaio 2009, anno 89

informAzione


Cosenza: per la Palestina

Lunedì 5 gennaio 2009, alcune decina di persone si sono ritrovate nella storica piazza di movimento, nel centro di Cosenza, dove ad attenderli hanno trovato un enorme bandierone palestinese, ed uno striscione con su scritto "Le pietre contro le bombe, il coraggio contro la viltà, in Palestina l'intifada vincerà." Nel mentre si preparava l'amplificazione per gli interventi, veniva volantinato: vita, terra e libertà, per il popolo palestinese, fermiamo il massacro a Gaza, a firma del cpoa Rialzo, Radio Ciroma, e settori Ultrà, quali Rebel Fans e Cosenza Vecchia. La Cosenza sociale e politica si ritrova in piazza in una sera di solidarietà internazionalista, assente la sinistra istituzionale, sindacati di stato, buoni solo per lo sciopero a "comando" come il 12 dicembre, presente qualcuno del prc, ma proveniente dall'antagonismo. In alcuni interventi si ode: "stanno trasformando Gaza nel più grande cimitero del Mediterraneo, non possiamo permettere che uno stato possa agire impunito in questo modo, per questo anche l'Italia dovrebbe rompere ogni complicità con Israele", e "la rappresaglia sionista ha i numeri delle proporzioni naziste". I partecipanti decidono di partire per un corteo spontaneo verso un'altra piazza lungo la passeggiata dei saldi del corso principale, in una città che il sindaco democristiano, votato dalla sinistra, già difensore della Marlane, avvelenatrice di operai e terreni nel nord Calabria, vorrebbe normalizzata. Lungo il corteo: interventi al megafono, accesi fumogeni e vengono scanditi slogan anche sulla crisi, attirando la partecipazione di qualcuno che non era presente al sit-in. Fra le fila si ragiona contro la costruzione dell'inceneritore in provincia  (www.difendilacabria.org) e l'appello chiesto dal pm nel processo dei 13 no global. Arrivati nell'altra piazza, fra un ipocrita albero di natale e un mesto presepe, si decide di andare al teatro dell'Acquario, dove alcuni artisti sono impegnati in uno spettacolo di cronaca storica e storie di vita palestinese: lo spettacolo pur montato velocemente, ha alta intensità drammaturga, riesce bene, il teatro è già quasi pieno, ma ci si arrangia fra le fila e a terra. Serata intensa e partecipata, si sono raccolti fondi per la Luna Rossa, assente la provincia.
Estero

Pisa: cronaca antifascista

Per sabato 10 gennaio, "la Destra" (quella di F. Storace) aveva indetto una iniziativa contro la privatizzazione dell'acqua da tenersi in una piazza centrale di Pisa, città dove negli ultimi due mesi ci sono state diverse provocazioni di chiara matrice fascista che hanno avuto come obiettivo le sedi di gruppi e partiti antifascisti.
Visti anche questi precedenti c'era da aspettarselo che il passaparola scattato poche ore prima avrebbe funzionato e così, in mattinata e ben prima dell'inizio della manifestazione programmata, la piazza era presidiata da un centinaio di compagni e compagne. Favorito - nonostante il freddo - dalla giornata di sole, il presidio è andato avanti in modo assolutamente tranquillo e pacifico fino al tramonto, quando è arrivata la notizia che i fascisti calati in città anche da altre località, dopo essere stati confinati in un parcheggio periferico dalle forze del disordine, erano stati scortati ai caselli autostradali. Il giorno seguente notizie comparse sui giornali e su internet hanno raccontato anche di alcuni fascisti che sarebbero stati malmenati e della "minaccia" lanciata dal capo del partito di "tornare tutti insieme a Pisa" con o senza l'autorizzazione del Ministro degli Interni.

Caotico-info (Pisa)

Bologna: casa

E' attivo da alcuni mesi un coordinamento di iniziativa e di lotta sulla questione della casa. Di questo coordinamento fanno parte diverse realtà a cominciare da ASIA (RdB/CuB), passando per famiglia Bresci, il coordinamento migranti della provincia di Bologna, per arrivare ad alcuni collettivi dell'università.
All'indirizzo http://bolognaprendecasa.noblogs.org/ troverete altro materiale. A questi compagni e compagne abbiamo chiesto un filo comunicativo per Umanità Nova sulla questione casa; per Bologna in prima istanza ma anche per la regione visto che questa realtà collettiva si coordina con altre realtà come Modena, Reggio Emilila e Parma. Il primo contributo che ci hanno inviato è il documento che pubblichiamo di seguito che si riferisce alla vertenza sulla "spesa sociale" con il comune di Bologna.

redb

Casa e bilancio del Comune di Bologna: l'eterno scaricabarile tra stato-regione-comune, e a pagare sono sempre gli inquilini...
Il 19-12-2008 si è concluso il confronto tra Amministrazione Comunale e OOSS, che ha visto l'RdB/CUB bocciare in toto il bilancio, definendolo "il peggiore del mandato Cofferati". AS.I.A, Associazione Inquilini Assegnatari federata all'RdB/CUB, ha partecipato e condiviso la scelta.
AS.I.A. ritiene insufficienti le risposte del Comune in merito alle richieste sul problema abitativo all'interno della discussione sul bilancio. Siamo di fronte ad una montante sofferenza rispetto alla condizione abitativa, che si manifesta a tutti i livelli: da chi ha acceso un mutuo, a chi deve pagare l'affitto ad un privato fino ad arrivare a chi dalla sofferenza passa all'emergenza vera e propria ed è quindi senza casa o rischia di perderla. C'è un aumento vertiginoso di richieste di case popolari, di contributi per l'affitto e di interventi dell'assistenza sociale, sommersa dalle richieste di aiuto per la casa. Il Comune trova soluzioni non solo parziali, ma anche controproducenti, di fatto ancora una volta depotenziando l'edilizia pubblica e il diritto alla casa rispetto agli interessi della rendita privata. Le politiche del Comune di Bologna sono ovviamente condizionate dalla scelte e dal bilancio regionale. In tutta l'Emilia Romagna sono pervenute 52.000 richieste di contributo per l'affitto, che aumentano di più di 4000 unità all'anno, e circa 30.000 richieste di accesso ad un alloggio di edilizia popolare. Sia Comune che Regione imputano questa situazione al Piano Casa emanato dal Governo con la legge 133, che di fatto blocca i fondi destinati alla ristrutturazione, circa 2000 alloggi in Emilia Romagna. Sicuramente la legge 133 è un passo ulteriore verso lo smantellamento dell'edilizia pubblica e si inserisce in un percorso che è già in atto da anni. I numeri che abbiamo di fronte sono il risultato di almeno dieci anni di attacchi al diritto alla casa, in cui l'amministrazione comunale di Bologna e della regione Emilia Romagna sono stati agenti attivi, legiferando e investendo in politiche sempre meno rivolte al pubblico. Il teatrino dello scaricabarile delle responsabilità tra Stato-Regione-Comune è evidente se si analizzano le scelte politiche bipartisan. Da una parte le amministrazioni locali criticano fortemente le scelte del governo centrale, lo stesso presidente della Regione Emilia Romagna Errani chiede impegni per le politiche abitative direttamente al governo Berlusconi, dall'altra si prevede di cominciare ad applicare la 133. E si discute proprio di applicarla nei suoi aspetti più discriminatori, che vanno ad alimentare una guerra tra poveri, come nel caso del problema abitativo dei migranti. E' paradossale che si discuta di requisiti sempre più restrittivi di accesso all'ERP, quando le case non ci sono e non c'è la volontà politica di ampliare il patrimonio pubblico. Come AS.I.A. riteniamo che oggi sia necessario un sostanziale cambio di passo nel ruolo pubblico, è imprescindibile un finanziamento regionale permanente indipendente dalle risorse governative e destinato alle politiche abitative, recuperando l'edilizia sovvenzionata rispetto all'agevolata.
Gli inquilini non vogliono pagare questo teatrino politico, è ora di rimettere al centro il diritto alla casa a tutti i livelli dal governo agli enti locali.
Per ASIA-RdB/CUB
Lidia Triossi

Bologna: lavoro


1. "Non pagheremo noi i vostri errori"
Per la prima volta i lavoratori dell'amministrazione provinciale di Bologna sono scesi in sciopero. Dopo oltre due mesi di iniziative (presidi ogni martedì pomeriggio durante le sedute del Consiglio Provinciale), comunicati stampa inviati ai giornali, volantinaggi nei luoghi di lavoro, i lavoratori della Provincia di Bologna, per la prima volta nella storia dell'Ente, sono scesi in sciopero il 5 dicembre 2008. L'astensione dal lavoro ha avuto un ottimo risultato: oltre 300 lavoratori hanno incrociato le braccia. Punte molto alte di adesione (oltre il 60%) si sono avute nelle sedi di via Zamboni, via Malvasia e Strada Maggiore. Lo sciopero è stato indetto per protestare contro il licenziamento di decine di lavoratori precari, la diminuzione del 50% del salario accessorio, il blocco delle progressioni di carriera fino al 2011, l'aumento dei carichi di lavoro. Uno sciopero indetto dalle sole Rappresentanze di Base, in sintonia con quanto richiesto dai lavoratori. La Giunta presieduta dalla Presidente Draghetti (PD) ha sostanzialmente fallito dal punto di vista economico gli obiettivi di mandato (basti pensare che il bilancio 2009 prevede un "buco" di oltre 14 milioni di euro), ma gli unici a pagare le conseguenze di questa politica disastrosa saranno i lavoratori. Com'è già successo nel caso di tanti managers pubblici che hanno portato allo sfascio e alla bancarotta grandi aziende per poi andarsene con liquidazioni d'oro, anche la Provincia di Bologna vorrebbe addossare ai più deboli il costo di scelte avventate e irresponsabili. Dopo lo sciopero, i lavoratori e i delegati aziendali RdB hanno inviato una lettera aperta a tutti i Gruppi Consiliari chiedendo un voto contrario al Bilancio 2009, in quanto conteneva linee di indirizzo molto negative per i lavoratori. Nonostante questa richiesta esplicita, il 19 dicembre il Bilancio 2009 è stato approvato con i voti favorevoli di PD, IDV, SD, VERDI e l'astensione del PRC (contrari FI e AN). I lavoratori hanno dichiarato di volere proseguire le mobilitazioni: la partita per quanto li riguarda non è affatto conclusa. Chi ha creduto di liquidare la questione approvando il Bilancio per l'anno 2009, troverà una conflittualità crescente tra i lavoratori.

2. Licenziamento alle Coop.
A fine dicembre Babacar Ndiaye è stato licenziato dalla Coop adriatica. La ragione è evidentemente  il suo attivismo sul luogo di lavoro. Babacar non è un caso isolato: chi "dà fastidio" viene licenziato dalle Coop. Da un comunicato del Coordinamento migranti di Bologna: "Poche parole sono bastate per dichiarare che tre ritardi – sempre annunciati, sempre dovuti a circostanze eccezionali – sono sufficienti a chiudere le porte in faccia a un lavoratore (...) Alla direzione della Coop Adriatica, in poche parole, noi diciamo che questo non ci piace affatto. Non ci piace affatto, e per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Babacar Ndiaye, oggi impegnato in una battaglia legale contro la Coop, determinato a demolire il mito per cui 'la Coop non perde mai una causa'. Non ci piace affatto, e per questo con Babacar siamo determinati a denunciare quello che non può rimanere in silenzio. La Coop non può nascondere dietro a tre ritardi un gesto apertamente razzista."
La Coop da parte sua ha provato a smentire ogni accusa, in primo luogo quella  di razzismo, con un comunicato postato direttamente sul nodo locale di Indymedia (!). Ma la lotta in sostegno di Babacar è iniziata: a essa dà la propria solidarietà l'USI, da anni attiva all'interno del coordinamento migranti, che si propone di muoversi in maniera unitaria con gli altri sindacati di base, subito contattati, e con tutte le realtà sociali che risponderanno anche a questo appello alla lotta, che si caratterizzerà con dimostrazioni e presidi di fronte agli uffici e ai punti vendita delle Coop.
Per info:http://www.coordinamentomigranti.splinder.com/ 

Redb

NoTav Milano-Bologna

Sabato 13 dicembre 2008, a dare il benvenuto al Presidente della regione Lombardia Formigoni, alla sindaco Moratti, al vicepresidente della Commissione Europea Tajani e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta per l'inaugurazione della linea ad alta velocità Milano – Bologna, c'erano oltre un centinaio di pendolari, di cittadini raccolti sotto le bandiere di alcune associazioni di pendolari e utenti e di alcune organizzazioni del sindacalismo di base.
Quello che segue è il comunicato che hanno distribuito in centinaia di copie ai passanti molto solidali con le cause della protesta

P.M.

No alla ferrovia per pochi privilegiati!
Più del 90% dei viaggiatori usa il treno su piccole-medie distanze, cioè non usa l'alta velocità; per quel 10% che la userà si sono spese cifre enormi (oltre 50 miliardi di euro) per attrezzare le linee e comprare nuovi treni.
Affari per la gola di banche/finanza ed ex-industriali" (es. Montezemolo e Della Valle con NTV) che, dopo aver delocalizzato e smantellato il patrimonio industriale italiano e fatto affari con gli immobili, ora si avventano sulla torta ferroviaria per accaparrarsi lauti guadagni e lasciando i debiti ai cittadini e ai lavoratori come già fatto con Alitalia.
Per quel 90% di viaggiatori e pendolari si è fatto ben poco per modernizzare e velocizzare le linee ferroviarie tradizionali, rimaste più o meno quelle di 30 anni fa.
In alcuni casi, anzi, si è anche peggiorato con:
1) eliminazione dei binari per incroci e precedenze;
2) disabilitazione di molte stazioni causando solo degrado;
3) molte vetture e locomotive obsolete e insufficienti a garantire un servizio adeguato;
4) ridotta manutenzione e scarsa pulizia completano il quadro.
I treni sono sporchi perché la pulizia viene assegnata con gare di appalto al massimo ribasso con ampio ricorso a subappalti, offrendo minima qualità, con sempre meno personale, più sfruttato, precario e sottopagato e con sempre meno tempo per pulirli.
I pendolari e lavoratori delle ferrovie, questo stato di quasi abbandono e precarietà del trasporto ferroviario fatto di continui ritardi, disservizi e soppressioni, lo vivono ogni giorno sulla propria pelle.
Da anni si è privatizzato e desternalizzato le attività produttive riducendo di 120mila i ferrovieri a spese della collettività. Con quale risultato?
UNA FERROVIA PER POCHI E... PREMI e SUPERLIQUIDAZIONI PER I DIRIGENTI!
Sono stati spesi tanti soldi pubblici per poi sentir dire dall'amministratore delegato delle FS Mauro Moretti(ex sindacalista CGIL) che le FS faranno la concorrenza al trasporto aereo. Nello stesso tempo si danno tanti soldi pubblici all'Alitalia per far concorrenza alle FS!
E dopo il danno anche la beffa: dal 14 dicembre, per far partire l'AV,  si tagliano i servizi per i pendolari e si allungano i tempi di percorrenza: bel risultato!!!
Mentre si continua imperterriti a finanziare i progetti faraonici della TAV, si lasciano le linee tradizionali ancora indietro (soprattutto sui grandi nodi metropolitani) e si trasformano (sulla carta) le categorie dei treni facendoli diventare tutti eurostar. Si mascherano così aumenti dei biglietti ed abbonamenti, si impedisce di fatto ai pendolari di utilizzare nelle ore di punta treni sui quali viaggiano da anni, si opera per eliminare altre migliaia di ferrovieri e lavoratori delle pulizie, si cerca di imporre un macchinista solo alla guida dei treni.
Alla faccia della sicurezza, della funzionalità e dell'efficienza del servizio!
Diciamo BASTA A QUESTO SCEMPIO!!!

Incendio al presidio NoTav di Bruzolo (To)

Dopo l'attacco al presidio NoTav  di Borgone, avvenuto ai primi di dicembre, dopo la riuscitissima tre giorni di Lotta NoTav, ora a bersaglio dei provocatori SiTav è toccato al  Presidio di Bruzolo, dove hanno tentato di dargli fuoco e solo una coincidenza, del passaggio da quelle parti di amici NoTav che l'incenerimento del presidio, per fortuna non è avvenuto. Noi da Torino diamo la  Nostra Solidarietà. Del presidio di Bruzolo, come in quel di Borgone  abbiamo avuto  ottimi  e piacevoli  trascorsi, dove insieme ai presidianti della Valle abbiamo organizzato alcune iniziative con cene di condivisione, senza l'uso del denaro. Quella che Noi chiamiamo BellaVita. In particolare nell'estate del 2005, prima dell'arresto di Tobia e gli altri antirazzisti, del corteo 18 Giugno,  organizzammo una  piacevole iniziativa, proprio al presidio di Bruzolo con la presentazione del libro  di Tobia Imperato, "Le scarpe dei suicidi". E' con grande e sincera Solidarietà che salutiamo i presidianti di Borgone e Bruzolo e l'intera ValSusa.
Saluti NoTav.

Osservatorio Ecologico Volante
Torino Squatter

Alleghiamo comunicato dei presidianti NoTav di Bruzolo

Comunichiamo che venerdì 19 Dicembre alle prime ore della sera (18.00) si è sviluppato un principio di incendio nella scarpata a fianco del Presidio.
Oggi abbiamo verificato con l'aiuto di amici dell'AIB e dei Vigili del Fuoco la dinamica dell'evento.
Senza ombra di dubbio si tratta di un incendio doloso.
I soliti "ignoti" coperti come sempre dalle tenebre hanno appiccato il fuoco in almeno tre punti diversi.
Le fiamme avrebbero raggiunto la casetta e procurato i danni che ognuno può immaginare.
Per fortuna il tempestivo intervento di alcuni NO-TAV di passaggio ha evitato il peggio.
Ringraziando di cuore gli "spegnitori", denunciamo l'ennesimo atto provocatorio nei confronti del movimento NO-TAV.
In un momento particolarmente delicato della vicenda, dopo la grande manifestazione del 06 di Dicembre che ha dimostrato che il movimento è vivo e assolutamente determinato ad opporsi alla realizzazione dell'opera al di là dei tavoli di concertazione, dopo le scritte NO-Mafia che tanto hanno turbato i sonni dei "normalizzatori", dopo le celebrazioni di Venaus, le intimidazioni hanno colpito più volte il movimento.
Naturalmente i metodi sono quelli dell'anonimato e dei gesti simbolicamente inquietanti.
Pensano che ci sia divisione e debolezza.
Non è così, chi è NO-TAV continuerà la battaglia con determinazione e in questi mesi il movimento è cresciuto sia in termini di numero sia in termini di capacità di auto organizzazione nonostante tutti i tentativi di creare confusione ed incertezza.
Così come per il danneggiamento del Presidio di Borgone, i Volantini SI-TAV anonimi e deliranti, il tentativo di criminalizzazione per le scritte No-Mafia ed altri episodi che hanno colpito singoli esponenti NO-TAV, anche in questo caso respingiamo l'intimidazione e la provocazione con il solo modo che
conosciamo :
"Continuare la lotta come abbiamo fatto negli ultimo 15 anni"
Ora e Sempre Resistenza

Per il Presidio NO-TAV di Bruzolo
Luigi

Torino. Gara di insulto al leghista

Sabato 13 dicembre. Il fogliaccio fascista Torino Cronacaqui aveva annunciato una ronda padana al mercato di Porta Palazzo. Avrebbe dovuto esserci anche Borghezio, uno che di ronde se ne intende: si è fatto le ossa anni addietro appiccando fuoco ai giacigli di due senza casa sotto il Ponte Mosca, in corso Giulio Cesare.
Non potevano mancare gli antirazzisti, che hanno organizzato un gara di insulto al leghista. Appuntamento alle 11 del mattino in piazza Statuto e da lì, attraverso il centro, distribuendo ed affiggendo sui muri miniflier con moccoli diretti ai leghisti. A zig zag, facendo a gara ad eludere le numerose volanti di polizia, carabinieri e vigili urbani sino al mercato in piazza della Repubblica. Ma Borghezio e le sue ronde padane non si sono fatti vedere: la ronda era una bufala mediatica. Ben presenti erano invece i soliti alpini di pattuglia, che sono stati tampinati per tutta la piazza dagli antirazzisti.
Il giorno dopo la pioggia non ha dato tregua: il consueto mercato domenicale degli abusivi non si è tenuto. Nei giorni successivi i giornali hanno riportato con enfasi la notizia dell'introduzione, nella via Cottolengo ripulita dai commerci illeciti, di un parcheggio a pagamento, un dissuasore per gli illegali. Chi sa che ne diranno ora i commercianti "in regola" di questa strada triste: cominceranno a lamentarsi che il parchimetro gli sottrae clienti? Chi è causa del suo mal...
Il presidente del Coordinamento Comitati spontanei di Torino, Carlo Verra, ha dichiarato che l'opposizione di "pochi anarchici dei centri sociali" era stata vinta dalle forze dell'ordine che per due mesi hanno pattugliato la via. Peccato che Verra, i giornali e la polizia mentano sapendo di mentire. Il mercato abusivo della domenica, quello gestito dagli immigrati del quartiere, non è affatto sparito. In tre mesi di lotta, settimana dopo settimana, il mercato si è preso un altro spazio, più grande, più bello e più visibile nel bel mezzo della piazza, davanti al Palafuksas. Per ora la polizia chiude un occhio. Anzi. Due. Forse il timore di una rivolta che cova sotto le ceneri induce la questura ad una certa prudenza.

R. Em.

Pistoia: aggressione fascista. La ricostruzione dei fatti

Sabato sera 30 novembre allo spazio liberato ex Breda Est era in corso un'iniziativa di solidarietà con gli antifascisti condannati per i fatti di Milano dell'11 Marzo 2006, quando alcuni fascisti, tra i sei e gli otto, si sono presentati all'ingresso della palazzina con cinghie, catene, tirapugni e coltelli; un compagno, al quale esprimiamo massima solidarietà, si è subito lanciato a fronteggiarli ed è stato colpito con una catena alla testa (quattro punti all'arcata sopraccigliare e due dietro la nuca); subito sono sopraggiunti altri compagni, che dopo un breve parapiglia hanno messo in fuga i neofascisti.
Diversi solidali si sono lanciati all'inseguimento e giunti alla "barriera" (noto incrocio pistoiese) hanno trovato ad attenderli carabinieri, polizia e un'auto della digos (si trovavano casualmente a passare di li? mah). In tutto sono stati fermati quattro fascisti (alcuni sono riusciti a fuggire), cinque compagni e un passante (!) che si era fermato per capire cosa stesse succedendo.
La serata è terminata alle 3 di notte davanti alla caserma dei carabinieri, dove un centinaio di solidali hanno chiesto il rilascio dei compagni.
Domenica pomeriggio alla palazzina si è tenuta un'assemblea molto partecipata (un'ottantina di persone) nella quale sono state decise le iniziative successive da mettere in atto per denunciare l'inasprimento della violenza fascista in città. Al termine dell'assemblea, una cinquantina di convenuti hanno organizzato un corteo che ha attraversato la città fino a terminare in piazza del globo, dove sono stati attaccati due striscioni ("aggressione fascista allo spazio liberato ex Breda Est" e "Pistoia ripudia il fascismo") e distribuiti numerosi volantini.

Da un comunicato delle anarchiche/i pistoiesi


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