H. Pekar, G. Dumm, P. Buhle, Studenti contro il potere, Alet Edizioni (2008), pp. 221 Euro 17
La rivolta studentesca degli anni ‘60, quella che culminò nel
“maggio francese”, ha avuto alcune delle sue radici più profonde
negli Stati Uniti. E il testo in questione racconta proprio una parte
di questa storia, quella degli SDS (Students for a Democratic Society)
una delle tante forze che contribuirono al più diffuso e
importante movimento di contestazione globale del XX secolo. Il volume
è diviso in due parti, la prima (più piccola) dove viene
raccontata la storia degli SDS (1962-1969) e la seconda dove a prendere
la parola sono i singoli militanti che ricordano episodi relativi a
quegli anni dei quali sono stati protagonisti. Si tratta di una serie
di piccole storie, mai più lunghe di una decina di pagine, e
molto diverse tra loro, sia come temi che come livello di
approfondimento: dai problemi di leadership esistenti tra la fazione
maoista e quella che potremmo definire “movimentista” all’emergere
delle tematiche sulla liberazione della donna, dall’apporto dato alla
lotta dai cantanti folk ai contatti degli studenti con il mondo del
lavoro, dal problema della violenza a quello dell’uso delle sostanze
psicoattive.
Vengono ricordati sia episodi conosciuti anche all’estero, come gli
scontri alla Convenzione di Chicago e i quattro studenti uccisi dalla
Guardia Nazionale alla Kent University, sia altri molto meno noti, come
quello della fazione “anarco-surrealista” degli SDS dello Iowa. Ma il
testo in questione non è un saggio nel senso classico del
termine: è infatti una raccolta di fumetti dove la storia viene
raccontata attraverso il linguaggio popolare dei comics, che negli USA
hanno una lunga tradizione alternativa.
Un limite del volume è che gli autori esprimono, molto
chiaramente, una posizione che potremmo definire di “centro” degli SDS:
a farne le spese sono sempre i maoisti del “PL” (Progressive Labour
Party) ed i “Weathermen” (I meteorologi) la componente più
radicale dell’organizzazione. Il mezzo del fumetto è
interessante come strumento per diffondere storie che altrimenti
sarebbero destinate ad una più scarsa circolazione e, nonostante
i disegnatori non siano delle firme famose, il volume è nel suo
complesso accettabile. Interessante anche scoprire che, dopo quaranta
anni, gli SDS sono stati ricostituiti. Il volume si chiude proprio con
alcune tavole dedicate ad un ideale passaggio di consegne tra i vecchi
militanti ed i nuovi.
Chi volesse iniziare ad approfondire l’argomento su Internet può
partire dalle immancabili pagine della wikipedia in lingua inglese che
dedicano agli SDS una lunga voce e magari dare un’occhiata a come si
muovono oggi su queste pagine web:
http://studentsforademocraticsociety.org/
Pepsy