Giacomo Bottino, figlio di Augusto e di Raffaella Cupello, nasce a
Paola (CS) il 12 Febbraio 1897. Giovanissimo emigra a San Paolo del
Brasile e rientra in Italia nel 1919. Prende casa a Formia, dove trova
lavoro come stuccatore presso la ditta del costruttore di villini,
l'ingegner Naretti. Nel 1921, in casa di Errico Malatesta, durante una
riunione conosce una giovane anarchica toscana, Ida Scarselli,
"ospite"di Malatesta poichè ricercata dalla polizia con l'accusa
di aver partecipato, insieme a gran parte della sua famiglia, allo
scontro armato contro i fascisti del 28 febbraio 1921 a Certaldo (FI).
Giacomo è molto conosciuto negli ambienti anarchici e
altrettanto nelle questure di mezz'Italia. Nell'aprile del 1922, a
Roma, viene colto in flagrante mentre distribuisce volantini di
propaganda anarchica tra i militari, arrestato per apologia di
reato e accusato di incitazione alla diserzione e alla disobbedienza.
Per sfuggire alla morsa poliziesca dal Lazio si nasconde in Sicilia, ma
il 13 Febbraio 1927, a Messina, viene catturato e arrestato con
l'accusa di appartenenza ad organizzazioni e partiti disciolti e per
propaganda sovversiva e assegnato al confino per anni cinque da
trascorrere nelle isole di Lipari e Ponza. Otterrà la
libertà il 14 Febbraio 1932, per fine periodo, dopo cinque anni
e 2 giorni di confino. E' proprio durante il confino che sposa la sua
amata compagna Ida Scarselli, sorella dei temutissimi anarchici
Ferruccio, Egisto, Oscar, Tito, Ines, Leda, alcuni dei quali avevano
dato vita alla cosiddetta "Banda dello Zoppo". Nel 1933 Giacomo e Ida
vengono condotti al soggiorno obbligato a Paola, in provincia di
Cosenza. In questa cittadina del Tirreno cosentino la crisi
occupazionale è un vero dramma sociale e l'impiego gli viene
garantito solo fino all'ultimazione delle palazzine del nascente
quartiere destinato a ospitare le famiglie dei ferrovieri. In piena
crisi lavorativa, impossibilitato a svolgere altri lavori, con la paura
di non poter garantire alla famiglia il minimo indispensabile per
sopravvivere, a seguito di un' accesa discussione con il commissario
prefettizio, viene da questi denunciato e dichiarato agli arresti per
trenta giorni. Nonostante le pressioni dei fascisti locali, che non
riescono a piegarlo neanche con le minacce fisiche, il Pretore di
Paola, con sentenza del 7 luglio 1933, lo assolve per insufficienza di
prove dalla imputazione di minaccia a pubblico ufficiale. Dopo
l'arresto, per Giacomo e la sua compagna Ida, in attesa del figlio
Germinal, era diventato difficile vivere nel paesino calabrese. Il 27
marzo del 1939, due giorni prima della visita di Benito Mussolini a
Cosenza, Giacomo, Ida e molti altri antifascisti calabresi vengono
arrestati, per misure cautelari di polizia, e solo dopo due o tre
giorni di detenzione vengono rilasciati. Caduto il fascismo, Giacomo
riprendere appieno la sua attività politica e nei giorni 10 e 11
Settembre 1944 si reca a Napoli per la riunione organizzativa dei
Gruppi Libertari dell'Italia liberata. Il 6 maggio 1945 a Roma
partecipa, insieme a Nino Malara e Stefano Vatteroni, alla riunione
della Federazione Comunista Libertaria Laziale. Nei giorni 15, 16, 17,
18 e 19 Settembre del 1945 parte per Carrara dove partecipa al
Congresso Nazionale quale rappresentante del Gruppo Anarchico "Pietro
Gori" di Paola, con la delegazione calabrese composta da Nino Malara e
Luigi Sofrà. Il 1° Settembre del 1946, a Cosenza,
sarà la figlia ventenne, Scintilla, a presentare alla folla
radunata in un cinema il noto conferenziere anarchico Armando Borghi.
Il primo maggio del 1946 sempre a Cosenza, Germinal, secondogenito di
Ida e Giacomo, seppur giovanissimo, viene incaricato di portare la
bandiera rosso-nera alla gigantesca manifestazione che si tiene in
quella città per festeggiare, dopo vent'anni di dittatura, la
festa dei lavoratori. Ma è giunto il momento di voltare pagina,
di dichiarare chiusa l'esperienza italiana. Il 5 gennaio 1947, la
famiglia Bottino parte per Roma dove risiede per soli 14 giorni;
difatti, il 19 gennaio riparte per Napoli da dove s'imbarca alla volta
del Brasile, terra in cui approderà il 17 febbraio. Finalmente
si realizza il sogno coltivato da Giacomo nei momenti più tristi
della dittatura fascista: ricongiungersi al fratello imprenditore edile
per cercare di garantire alla sua famiglia una vita più serena.
Ma il sogno di condurre una vita "normale", di riprendersi piano piano
dalle tante sofferenze patite, non si realizzerà completamente.
Negli anni della dittatura militare brasiliana a Niteròi, un
provocatore minaccia continuamente la famiglia Bottino. Un giorno,
rivoltella in mano, il delinquente minaccia di morte Germinal, e dopo
poco tempo denuncia ai militari i contatti di Giacomo con degli
anarchici brasiliani. Due settimane dopo aver tenuto in casa sua una
riunione con degli anarchici brasiliani, Giacomo, viene convocato in un
ufficio segreto del governo militare, ma grazie alla lunga esperienza
italiana ne esce senza gravi conseguenze. Non pago dei rischi fatti
correre all'intera famiglia, il 14 settembre 1970, nel corso
dell'ennesima lite il rissoso confinante apre il fuoco contro Giacomo
uccidendolo. Dopo aver contribuito alla ricostruzione del movimento
anarchico e sindacale in Italia, in quel caldo paese, l'infaticabile
"Giacomino", amico di Errico Malatesta, marito di una delle prime donne
condannate dal tribunale speciale, cessa di vivere lasciando alla lotta
la sua amata compagna Ida e i tre figli Scintilla, Germinal e Spartaco.
Angelo Pagliaro