Umanità Nova, n.3 del 25 gennaio 2009, anno 89

Lo stato di polizia ferito nell'onore


Il senato della repubblica ha iniziato ad approvare gli articoli del disegno di legge governativo 733, contenente quelle norme che erano state stralciate dal cosiddetto pacchetto sicurezza approvato prima dell'estate con decreto legge (d.l. 23.5.08 n. 92, convertito in l. 24.7.08 n. 125). Il testo arrivato in aula ha subito notevoli modifiche ed integrazioni in commissione: basti dire che dagli iniziali 20 articoli si è arrivati a 55. Dall'analisi dei lavori parlamentari in aula si può constatare che si continua a mettere mano a questo testo, anche in modo significativo. I lavori parlamentari non sono esauriti e proseguiranno nei prossimi giorni, quando dovrebbe essere terminata l'analisi dei vari articoli che compongono il provvedimento.
Preliminarmente, si può osservare che nel disegno di legge in questione si ritrovano norme che rispecchiano le paranoie securitarie di questo governo e del suo elettorato, da un lato, e che costituiscono nuovi tasselli dello stato di polizia che la destra nostrana ha in progetto di perfezionare. Molte norme tendono quindi ad inasprire la situazione degli stranieri ed in particolare degli extracomunitari anche nella loro vita quotidiana (matrimonio, status di rifugiato) oltre che a prevedere il famoso "reato di clandestinità" e il prolungamento della detenzione massima nei cpt da 60 gg. a 18 mesi; altre norme aggravano le pene e l'apparato repressivo di reati come la violazione di domicilio (art. 614 c.p.), il furto (art. 625 c.p.), la rapina (art. 628 c.p.), la truffa (art. 640 c.p.), prevedono un'aggravante per l'aggressione di anziani o per l'aggressione nelle vicinanze di posta, banca, ecc.; altre norme vanno a colpire "l'insozzamento delle strade" o il danneggiamento di edifici in via di recupero o l'occupazione di suolo pubblico per il commercio ambulante o l'uso dei minori per l'accattonaggio; diverse norme riguardano i reati di mafia, le misure di prevenzione, il "carcere duro" per mafiosi e terroristi (art. 41bis legge sull'ordinamento penitenziario). Al tempo stesso, nel corpo del testo in questione, durante l'analisi in aula avvenuta nei giorni 14 e 15 gennaio, è, ad esempio, stato inserito con un nuovo articolo del codice penale (art. 341bis) il reato di "oltraggio a pubblico ufficiale" punito con reclusione fino a tre anni per chi offenda l'onore di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni: una bella fattispecie penale utilizzabile con grande elasticità per colpire ad esempio i manifestanti che lanciano slogan "oltraggiosi"...
Piccolo anticipo della riforma della giustizia è contenuta anche negli articoli che modificano le norme sul processo davanti al giudice di pace, consentendo alle forze di polizia, semplicemente informando il pubblico ministero, di portare direttamente davanti al giudice gli arrestati in flagranza per reati come... "Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato", cioè il reato di "clandestinità" (nuovo art. 10bis del T.U. Immigrazione): rapido giro dal giudice di pace e rapida espulsione; o, più realisticamente, permanenza temporanea fino a 18 mesi in un cpt. La cosa è stata ottenuta senza prevedere la reclusione per il reato di "clandestinità": basta rendere la condotta una fattispecie penale, seppur contravvenzionale, punita con sola ammenda, ma con un apparato sanzionatorio che marcia a tappe forzate con l'unica finalità dell'espulsione o dell'internamento nel centro di permanenza temporanea. E' appunto interessante l'ampliamento del potere delle forze di polizia, in linea con la prospettata "riforma" del sistema giudiziario che dovrebbe vedere un affrancamento appunto di polizia, carabinieri, finanzieri, e chi più ne ha più ne metta, dal potere di controllo ed indirizzo del pubblico ministero, in uno con la repressione di un semplice status personale (essere in Italia senza permesso di soggiorno). Ancora una volta è tra le pieghe di norme inserite in silenzio e lontano dai riflettori che arrivano i rischi maggiori per la libertà di tutti. L'esperimento di perseguitare e criminalizzare un soggetto a prescindere dalla commissione di fatti di reato specifici, ma per quello che è, cioè in questo caso un migrante, prosegue e si lega al dilatarsi dei poteri della polizia, delineando, se ancora ve ne fosse bisogno, i contorni netti del nostro stato di polizia.

W.B.


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