Umanità Nova, n.3 del 25 gennaio 2009, anno 89

Ricordando


Giancarlo Piancastelli

Lunedì 12 gennaio 2009 è morto per un infarto a Castel Bolognese (RA) il compagno Giancarlo Piancastelli. Aveva 58 anni, essendo nato nella stessa città il 15 marzo 1950. Il decesso è avvenuto nella casa in cui il compagno risiedeva, in una frazione di campagna a pochi chilometri dal centro cittadino. Apparteneva alla generazione che si era affacciata alla politica intorno al Sessantotto, e negli anni Settanta aveva fatto parte del "Gruppo anarchico giovanile" di Castel Bolognese, che in ambito locale affiancava il gruppo dei 'vecchi' militanti libertari superstiti, la maggioranza dei quali aveva iniziato a svolgere la propria attività negli anni della Prima guerra mondiale, e aveva poi affrontato il fascismo subendo aggressioni persecuzioni e in qualche caso esilio (Nello Garavini, Emma Neri, Giuseppe Santandrea, Aurelio Lolli, Ernesto Rani). Giancarlo, insieme al fratello minore Emiliano (scomparso ormai da tempo, all'età di soli 26 anni) e a diversi altri giovani, nel 1973 aveva contribuito con i militanti più anziani ed esperti alla apertura di una sede e alla riattivazione della Biblioteca Libertaria di Castel Bolognese, originariamente fondata nel 1916 e poi chiusa forzatamente all'avvento al potere del fascismo. Negli anni successivi, mentre andavano spegnendosi per ragioni anagrafiche uno dopo l'altro i vecchi militanti, il "Gruppo anarchico giovanile" si era sciolto, anche per la defezione di alcuni dei suoi membri presto ritiratisi da ogni impegno politico. Non era stato questo il caso di Giancarlo, che per quanto riluttante a mettersi in mostra in prima fila, aveva continuato poi sempre - fino alla fine - a professare ideali libertari. Nel novembre 1985 era stato così tra i Soci fondatori della Cooperativa nata per gestire la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi", a cui in seguito aveva dato a lungo il suo contributo, di idee e finanziario, assumendo anche incarichi di un certo rilievo (per anni, tra l'altro, aveva ricoperto la carica di Presidente del Collegio dei Sindaci revisori della Cooperativa). Negli ultimi tempi, forse anche perché caduto in una forma di depressione, aveva diradato notevolmente la sua partecipazione alle attività della Biblioteca, ma continuava a tenersi informato e – quando necessario – a dare il suo parere sugli argomenti oggetto di discussione, a dimostrazione del fatto che il suo interesse non era venuto meno.
Proveniente da una famiglia di agricoltori particolarmente numerosa, con genitori profondamente cattolici, era stato uno studente decisamente brillante durante gli anni trascorsi al Liceo Scientifico a Faenza – negli stessi anni eccelleva anche nello sport – e si era poi iscritto al Corso di laurea in Filosofia all'Università di Bologna. Pur avendo pressoché completato gli esami, si era però rifiutato di discutere la Tesi, decidendo di lavorare poi sempre come coltivatore diretto nell'azienda agricola di famiglia insieme ad alcuni dei fratelli. Negli stessi anni si era sposato con una insegnante di Bologna, da cui aveva avuto una figlia ormai più che ventenne.
La sua scomparsa, prematura e inattesa, lascia attoniti e addolorati tutti i compagni e gli amici che lo hanno conosciuto e che gli hanno voluto bene. Conoscendolo, non si poteva non apprezzarlo per la sua carica di umanità, il grande equilibrio che gli consentiva di andare d'accordo con tutti pur senza rinunciare alle sue idee, l'acuta intelligenza. Nonché per la sagace  ironia, applicata a tutto e tutti, compreso se stesso. Sappiamo che ci mancherà molto.
                           
Gianpiero Landi
per la Biblioteca Libertaria "A. Borghi"



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