Giancarlo Piancastelli
Lunedì 12 gennaio 2009 è morto per un infarto a Castel
Bolognese (RA) il compagno Giancarlo Piancastelli. Aveva 58 anni,
essendo nato nella stessa città il 15 marzo 1950. Il decesso
è avvenuto nella casa in cui il compagno risiedeva, in una
frazione di campagna a pochi chilometri dal centro cittadino.
Apparteneva alla generazione che si era affacciata alla politica
intorno al Sessantotto, e negli anni Settanta aveva fatto parte del
"Gruppo anarchico giovanile" di Castel Bolognese, che in ambito locale
affiancava il gruppo dei 'vecchi' militanti libertari superstiti, la
maggioranza dei quali aveva iniziato a svolgere la propria
attività negli anni della Prima guerra mondiale, e aveva poi
affrontato il fascismo subendo aggressioni persecuzioni e in qualche
caso esilio (Nello Garavini, Emma Neri, Giuseppe Santandrea, Aurelio
Lolli, Ernesto Rani). Giancarlo, insieme al fratello minore Emiliano
(scomparso ormai da tempo, all'età di soli 26 anni) e a diversi
altri giovani, nel 1973 aveva contribuito con i militanti più
anziani ed esperti alla apertura di una sede e alla riattivazione della
Biblioteca Libertaria di Castel Bolognese, originariamente fondata nel
1916 e poi chiusa forzatamente all'avvento al potere del fascismo.
Negli anni successivi, mentre andavano spegnendosi per ragioni
anagrafiche uno dopo l'altro i vecchi militanti, il "Gruppo anarchico
giovanile" si era sciolto, anche per la defezione di alcuni dei suoi
membri presto ritiratisi da ogni impegno politico. Non era stato questo
il caso di Giancarlo, che per quanto riluttante a mettersi in mostra in
prima fila, aveva continuato poi sempre - fino alla fine - a professare
ideali libertari. Nel novembre 1985 era stato così tra i Soci
fondatori della Cooperativa nata per gestire la Biblioteca Libertaria
"Armando Borghi", a cui in seguito aveva dato a lungo il suo
contributo, di idee e finanziario, assumendo anche incarichi di un
certo rilievo (per anni, tra l'altro, aveva ricoperto la carica di
Presidente del Collegio dei Sindaci revisori della Cooperativa). Negli
ultimi tempi, forse anche perché caduto in una forma di
depressione, aveva diradato notevolmente la sua partecipazione alle
attività della Biblioteca, ma continuava a tenersi informato e –
quando necessario – a dare il suo parere sugli argomenti oggetto di
discussione, a dimostrazione del fatto che il suo interesse non era
venuto meno.
Proveniente da una famiglia di agricoltori particolarmente numerosa,
con genitori profondamente cattolici, era stato uno studente
decisamente brillante durante gli anni trascorsi al Liceo Scientifico a
Faenza – negli stessi anni eccelleva anche nello sport – e si era poi
iscritto al Corso di laurea in Filosofia all'Università di
Bologna. Pur avendo pressoché completato gli esami, si era
però rifiutato di discutere la Tesi, decidendo di lavorare poi
sempre come coltivatore diretto nell'azienda agricola di famiglia
insieme ad alcuni dei fratelli. Negli stessi anni si era sposato con
una insegnante di Bologna, da cui aveva avuto una figlia ormai
più che ventenne.
La sua scomparsa, prematura e inattesa, lascia attoniti e addolorati
tutti i compagni e gli amici che lo hanno conosciuto e che gli hanno
voluto bene. Conoscendolo, non si poteva non apprezzarlo per la sua
carica di umanità, il grande equilibrio che gli consentiva di
andare d'accordo con tutti pur senza rinunciare alle sue idee, l'acuta
intelligenza. Nonché per la sagace ironia, applicata a
tutto e tutti, compreso se stesso. Sappiamo che ci mancherà
molto.
Gianpiero Landi
per la Biblioteca Libertaria "A. Borghi"