Umanità Nova, n.4 del 1 febbraio 2009, anno 89

Il gruppo libertario cetrarese


Il libro: "Il Gruppo Libertario Cetrarese" di Angelo Pagliaro, edizioni Klipper2008, pp. 117, Euro 10,00.

Tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento, Cetraro, comunità che si affaccia sul Tirreno cosentino, come tante altre comunità calabresi, meridionali e in senso lato italiane, conobbe un forte fenomeno migratorio verso le Americhe. In quell'epoca "circa trecento cetraresi si trasferirono in Argentina… dopo anni ed anni trascorsi a Cetraro tra tentativi di riscatto e ricerca disperata di lavoro". Giunti in terra Argentina "trovarono dei gruppi di compaesani che immediatamente offrirono loro, aiuto e solidarietà…; insieme all'aiuto materiale gli fecero conoscere libri e giornali che incitavano alla lotta per una società senza sfruttati e sfruttatori, basata sui principi della solidarietà, mutuo appoggio e libertà. Quasi tutti aderirono ai gruppi libertari o socialisti e ai sindacati di categoria, impegnandosi, una volta raggiunta una certa sicurezza economica, nell'aiuto solidale verso i connazionali e verso i compagni di fede e le organizzazioni che lottavano in ogni parte del mondo contro il fascismo".  I brani virgolettati sono tratti da "Il Gruppo Libertario Cetrarese" di Angelo Pagliaro edizioni Klipper, un libro che ha senza dubbio il pregio di portare alla luce, fatti e luoghi, spesso dimenticati, o non degnamente trattati, legati al fenomeno dell'emigrazione.
Dalla ricerca di cui è oggetto il libro non solo l'anarchismo dei meridionali d'Italia ne esce rinvigorito, ma anche l'anarchismo tout court, perché arricchito da nomi che risultano per lo più sconosciuti. Nomi che spesso molti di noi trattiamo come "minori" e li lasciamo storicamente nell'anonimato, mentre andrebbero invece rivalutati per il ruolo militante che ebbero nella diffusione delle idee libertarie ed anarchiche in particolare e nel movimento di emancipazione sociale in senso lato. Nomi che diedero vita a una miriade di gruppi, come è il caso di questi "contadini cetraresi analfabeti", che in terra argentina attivarono gruppi "che adottavano spesso il nome dei paesi di provenienza… Nucleo Libertario cetrarese, gruppo anarchico cetrarese, I coriglianesi uniti", ma anche nomi più ideologicamente etichettati come "Senza Patria", "Senza Patria e senza Dio", gruppi che esplicarono la loro attività nell'anarcosindacalista F.O.R.A. (Federacion Obrera Regional Argentina) e nel movimento anarchico argentino, allora interessato da una vivace polemica tra i sostenitori della prassi dell'azione diretta anarcosindacalista ed i sostenitori della cosiddetta prassi degli anarchici espropriatori. Angelo Pagliaro non è un anarchico "militante", ma è senza dubbio un libertario dedito alla ricerca storica,  è vicino all'attività che gli anarchici svolgono oggi nel territorio del cosentino, ed è sicuramente con grande passione che ha coltivato questo suo lavoro andando a spulciare fra gli archivi del ministero dell'Interno, dove ha trovato i fascicoli degli anarchici calabresi che vengono per l'appunto resi pubblici attraverso il suo libro.
Ed è proprio grazie ad Angelo, che molti suoi conterranei, emigrati in Argentina, non resteranno più nell'oblio della storia e saranno invece ricordati, da chi avrà modo di leggere il suo libro, come persone che accanto all'attività lavorativa che svolgevano per vivere espletavano un'intensa attività politica, la quale consentì "ai nostri emigrati", grazie allo studio continuo e alla lettura dei numerosi giornali stampati nell'Argentina di allora in lingua italiana, di accrescere il loro alquanto povero bagaglio culturale.
L'anarchismo, insomma, per questi emigrati cetraresi non rappresentò solo una scuola di lotta e di riscatto sociale per la libertà, ma riuscì a sopperire anche alla cosiddetta "cultura scolastica" che non avevano mai conosciuto in terra natia. "Contadini e muratori poveri che per conquistarsi l'alfabeto hanno pagato sudore e sangue, al punto che qualcuno di loro divenne collaboratore delle stesse riviste che per anni aveva letto e diffuso o divenne promotore di importanti realtà socio-culturali": è senza dubbio questo il pensiero più bello e toccante che Angelo Pagliaro dedica ai suoi conterranei.

D. Liguori

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