Umanità Nova, n.4 del 1 febbraio 2009, anno 89

Bel lAvoro


Turchia: fabbrica occupata contro i licenziamenti

Il 22 dicembre i circa 450 operai di una società metallurgica di medie dimensioni, la Sinter Metal di Umraniye, uno dei sobborghi di Istanbul,  si sono barricati all'interno della fabbrica per protesta dopo l'annuncio di un pesante taglio occupazionale (a causa della crisi economica). Il 19 dicembre infatti, tre giorni prima dell'occupazione degli impianti, la direzione dello stabilimento aveva licenziato ben 37 lavoratori e, per reazione, i rimanenti si erano iscritti in massa al sindacato dei Metallurgici Birlesik-Metal. Lunedì 22 dicembre sempre la direzione ha fatto chiudere i cancelli della fabbrica, impedendo così l'entrata ai lavoratori che subito hanno iniziato a lanciare grida e slogan di protesta. Inoltre, dopo nemmeno un'ora dall'inizio della protesta, ha annunciato i nomi di circa 400 dipendenti che dal quel momento erano a tutti gli effetti licenziati. A questo punto tutti i lavoratori, sia i licenziati, sia coloro che erano stati "graziati", hanno scavalcato il cancello e occupato l'impianto, cosa che si è protratta per ben 4 giorni, al termine dei quali, di fronte alle pesanti minacce da parte della Sinter-Metal, si è deciso di lasciare libero l'impianto, dando inizio però al picchettaggio a tempo indeterminato al di fuori del perimetro dell'azienda. Il picchettaggio sta andando avanti ormai da un mese, senza che a oggi si intraveda una soluzione.

La magistratura ordina il reintegro dei licenizmanei ma la Fiat di Melfi se ne frega

A pochi giorni della decisione dei giudici di annullare il licenziamento di Francesco Ferrentino RSU Flmuniti–Cub, la magistratura annulla anche quello di Donato Auria (della stessa organizzazione sindacale) e ne dispone l'immediato reintegro. Sono passati 14 mesi dal suo licenziamento, avvenuto assieme a quello di Michele Passannante, da parte della Fiat – Sata di Melfi e di Vincenzo Mirando, operaio della CEVA Logistics della terziarizzazione Fiat. Tutti e tre erano stati licenziati per aver ricevuto un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta per attività e propaganda a fini terroristici. Non era stato sufficiente il provvedimento di archiviazione per tutti e tre  per completa estranietà ai fatti nel marzo 2008  opera della magistratura. In attesa anche per gli altri due lavoratori di una rapida e analoga ordinanza di reintegro al posto di lavoro, vale la pena osservare che la Fiat non ha tuttora ottemperato al reintegro di Francesco Ferrentino come ordinato dal Tribunale di Melfi.

Effetti della crisi: ora i lavoratori interinali non servono più

Dopo anni di bilanci in crescita senza soste, già da tempo anche per le agenzie di lavoro interinale si fanno sentire gli effetti della crisi. Con l'improvviso incrudelirsi della situazione economica, la situazione è ormai infatti radicalmente cambiata anche per le innumerevoli agenzie che della flessibilità (precarietà) altrui hanno fatto un'occasione di lucro. Già da ottobre le aziende avevano infatti iniziato a non rinnovare i contratti di "somministrazione". Ora poi si assiste ad un fenomeno nuovo, la restituzione "preventiva" di lavoratori da parte di imprese che non possono o non vogliono continuare ad utilizzarli: «Per la prima volta le aziende stanno valutando se conviene loro lasciare scadere i contratti o addirittura pagare le penali e rimandare indietro i lavoratori prima della scadenza, cosa mai avvenuta in precedenza» dice un manager di una delle più note agenzie del settore. Da notare infine che, in caso di mancato utilizzo del lavoratore per mancanza di offerta, l'agenzia può tranquillamente disfarsene per "giustificato motivo oggettivo".

Alla Ahslrom di Gallarate: "non vogliamo rimanere per strada"

La crisi avanza come un buldozer, ma colpisce soprattutto i lavoratori dipendenti che in numero crescente rimangono disoccupati e senza prospettiva. Il 7 gennaio è toccato ai lavoratori della multinazionale Finlandese Ahlsrom che hanno ricevuto la comunicazione della chiusura dello stabilimento di Gallarate (VA), con un totale di 61 lavoratori lasciati a casa nei 4 stabilimenti in Italia: gli altri 3 sono dislocati a Cressa (No), Mozzate e Carbonate. Ma la prospettiva è di chiudere tutta la produzione in Italia. I lavoratori dello stabilimento di Gallarate, i più colpiti in questo momento con la chiusura immediata, il 13 gennaio hanno scioperato per l'intera giornata, con presidio e blocco delle portinerie, invitando le RSU e i lavoratori degli altri stabilimenti del gruppo a iniziative di lotta concordate unitariamente. "Ci hanno lasciato a piedi senza darci spiegazioni – dicono Antonio Ferrari dell'AL Cobas e il delegato Rsu Massimo Sinatra -…ci avevano promesso che qui non si sarebbe mai smantellato…prospettive di ricollocamento in questo momento di crisi non ci sono".

Milano: azione di lotta dei lavoratori precari dell'editoria 

Sabato 13 dicembre a Milano si è svolta una azione di volantinaggio davanti alle principali librerie, effettuato dalla Rete dei Redattori Precari e finalizzato a denunciare il proliferare dei contratti precari nel mondo della carta stampata. La maggioranza delle persone che acquistano un libro non sono infatti a conoscenza del fatto che un prodotto editoriale, oltre ad avere bisogno di un buon autore, necessita del lavoro di una numerosa schiera di professionisti dell'editoria (grafici, traduttori, impaginatori, addetti alla vendita, ecc. ecc.) che oramai – nella stragrande maggioranza - prestano la loro opera inquadrati con contratti di lavoro a tempo determinato, partita IVA ed ogni altro scandaloso tipo di rapporto, finalizzato al più bieco risparmio sul costo della mano d'opera per quanto specializzata e quindi necessaria all'uscita della pubblicazione stessa. L'azione di volantinaggio si é quindi rivolta ai lettori per sensibilizzarli circa la realtà odierna del mondo dell'editoria e denunciare come anche questo settore, dietro una facciata di presunta rispettabilità "culturale", nella realtà dei fatti non si faccia scrupolo di sfruttare una moltitudine di lavoratori.
Per maggiore informazione vedi www.rerepre.org

Argentina: disoccupati organizzano una mensa presso la casa del Ministro dell'Economia

 L' Argentina, come la maggior parte dell'America Latina, sta cominciando a sentire gli effetti della crisi economica mondiale. I lavoratori licenziati in Ottobre dalla Envases de Plata, una impresa che produce di contenitori in alluminio, che da tempo stanno occupando gli impianti della Envases nel sobborgo di Quilmes, Buenos Aires, hanno recentemente istituito una mensa popolare in prossimità dell'abitazione di Carlos Fernandez, Ministro per l'Economia. I lavoratori licenziati, rimasti ormai senza mezzi di sussistenza, reclamano il pagamento dei salari arretrati e chiedono di essere riassunti.
Inoltre lamentano di non essere stati informati della perdita del posto di lavoro mediante apposita comunicazione al personale da parte del datore di lavoro, dato che l'annuncio era stato dato invece dallo stesso Ministro ai loro rappresentanti sindacali.

A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
bel-lavoro@federazioneanarchica.org

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