Umanità Nova, n.5 dell'8 febbraio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della
Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
    

Venezuela: alla Mitsubishi la polizia spara e uccide 2 lavoratori

Il 30 gennaio 2009 la polizia ha sparato ed ucciso 2 lavoratori alla Mitsubishi di Barcelona (Stato di Anzoategui) ferendone gravemente altri 6, tutti impegnati nell'occupazione dello stabilimento della multinazionale giapponese. L'occupazione era stata decisa a stragrande maggioranza dalla assemblea dei lavoratori il 12 gennaio scorso per protestare contro il mancato rinnovo del contratto a 135 lavoratori che venivano utilizzati nella manutenzione degli impianti, ottenendo anche la solidarietà dei lavoratori di altre aziende della zona. Il 30 pomeriggio però un gruppo di impiegati – accompagnato da forze della polizia -  si presenta ai cancelli della Mitsubishi lanciando grida e slogan contro gli occupanti e chiedendo la fine dell'occupazione; a questi si sono successivamente aggiunti ben 2 magistrati con un'ordinanza del tribunale sulla fine della occupazione. I lavoratori non hanno accettato di uscire.
A questo punto è intervenuta la polizia che ha iniziato il lancio di lacrimogeni, contrastata dal lancio di pietre e bottiglie dall'interno dell'impianto: la polizia spara provocando due vittime (Javier Marcano, 36 anni, dipendente della Mitsubishi, e Pedro Suarez dipendente della società Macusa, 23 anni) ed il ferimento dei 6 lavoratori.
Attualmente, nonostante l'accaduto, la Mitsubishi è ancora saldamente nelle mani degli occupanti cui si sono aggiunti numerosi lavoratori accorsi da altre aziende della zona.
Secondo il segretario del sindacato locale Singetram, nelle aziende del distretto è da tempo invalso l'utilizzo di manodopera in affitto o in cooperativa sia per non dover applicare le leggi sul lavoro sia per riconoscere stipendi al di sotto della media.

Alla Wind: quando le lavoratrici non accettano l'esternalizzazione

Quando nel 2007 la Wind di Sesto San Giovanni (MI) decide di estenalizzare il lavoro delle telefoniste presso una sua controllata viene loro offerto anche del denaro per indorare la pillola e ridurne la resistenza.
È a questo che una parte di lavoratrici, consapevoli della situazione di precarizzazione lavorativa dove vengono cacciate, si ribella.
Il risultato è che 275 telefoniste, oltre a diffidare i sindacati maggiori ad accordarsi con l'azienda a loro nome, promuovono una lotta di resistenza con fasi alterne, dal boicottaggio dei centralini customer  care dei numeri verdi al picchetto del negozio di "Mondo Wind", a varie iniziative fantasiose, come quella del 30 ottobre 2008, alle ore 7,30, quando un gruppo di 30 lavoratrici si reca a far colazione al bar dove si trova l'amministratore delegato; o l'acquisto di una pagina pubblicitaria, tramite colletta, su un quotidiano per far sentire le proprie ragioni.
Tutto questo ci viene testimoniato da Silvana, attualmente delegata Rsu per la Cub.
Nel frattempo è stata intrapresa anche una vertenza legale che proprio in questi giorni ha avuto un primo risvolto positivo.
Infatti la Omnia Network (ex Wind) è stata condannata a risarcire le lavoratrici ricorrenti (dai 1500 ai 3000 euro) come risarcimento per quanto perso nel passaggio.
Fra poco il magistrato deciderà anche sul rientro delle lavoratrici alla Wind.

Mirafiori: a volte ritornano

Tempi di crisi a Torino, anzi alla FIAT. Marchionne aveva appena dato l'annuncio dell'affare Chrisler che già spuntava l'allarme per i possibili esuberi nel settore auto, pari – è stato detto – a circa 60.000 addetti. Immediatamente ha fatto seguito il pressing nei confronti del Governo al quale si chiedono denari in quantità pena la catastrofe.
Tra questo tira e molla di notizie contrastanti, alla FIAT ha fatto la sua improvvisa ricomparsa, ancora odoroso di naftalina, un residuo degli anni pre-concertazione: LO SCIOPERO SPONTANEO!
Il 28 gennaio infatti gli addetti, già pesantemente colpiti da ore ed ore di cassa integrazione, hanno dato vita ad uno sciopero spontaneo di due ore, con annesso corteo interno che ha percorso i reparti per terminare alla porta numero 2.
Sul motivo dello sciopero hanno detto: «Vogliamo risposte e subito perchè non possiamo permettere che si perda il lavoro qui in Italia, qui a Torino senza combattere»....«Questo è solo l'inizio».

Alfa Romeo di Arese: sciopero contro un licenziamento per rappresaglia

Il 29 Gennaio scorso i 600 lavoratori di Fiat Automobiles e di Fiat Powertrain di Arese hanno scioperato dalle ore 9 alle ore 11 contro il licenziamento per rappresaglia di Carmela, operaia iscritta allo Slai Cobas, un licenziamento fatto dalla FIAT per ritorsione contro una sentenza della Magistratura che ha reintegrato al lavoro un altro lavoratore iscritto alla FIOM e licenziato nel marzo dello scorso anno.
Si tratta di un licenziamento illegittimo in quanto chiaramente a carattere anti sindacale.
Durante lo sciopero i lavoratori hanno presidiato la portineria centrale tenendo poi una assemblea sulla strada antistante la fabbrica, nel corso della quale lo Slai Cobas ha denunciato la politica della Fiat che, con il consenso delle istituzioni nazionali e locali,ha licenziato negli anni circa 20.000 lavoratori ed oggi continua a speculare sull'area (2milioni e 350mila mq.) in vista dell'Expo 2015,con il concorso di comuni, provincia e regione mentre tenta di sbarazzarsi dei 600 lavoratori Alfa rimasti, dei 300 del call center ed dei 200 delle aziende collegate.
Nei prossimi giorni continueranno le iniziative di lotta.

Supercati Gs: vietato andare al gabinetto durante il lavoro?

Continuano gli episodi di vessazione nei confronti dei dipendenti nel settore della grande distribuzione. Il 26 gennaio scorso, all'interno del Supermercato Gs di Viale Monza a Milano una cassiera di 58 anni, malata di ipertensione e diabete, chiede alla sua responsabile il permesso di poter andare alla toilette per necessità fisiologiche.
La responsabile nega il permesso e la cassiera deve continuare il servizio senza poter staccare nemmeno un solo minuto, finché, non potendo ulteriormente resistere, lascia la cassa e, recatasi finalmente in bagno, viene colta da un malore tanto che deve essere ricoverata d'urgenza al Pronto Soccorso dove verrà trattenuta sino a sera per accertamenti.
"Ho un'invalidità del 50 per cento perché soffro di ipertensione, attacchi di panico e ho il diabete alto - racconta la cassiera - tanto che non sono idonea a stare sempre alle casse. ...  mi sono misurata il diabete ed era talmente alto che mi sono sentita male e sono svenuta".
Evidentemente il caso analogo avvenuto circa un anno fa all' Esselunga di Viale Papiniano, Milano, non ha insegnato nulla a certi signori. In quella occasione, nella giornata dell'8 marzo, come F.A.M. abbiamo partecipato ad un corteo combattivo entrato nel supermercato per protestare.


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