A cura della
Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese
Il 30 gennaio 2009 la polizia ha sparato ed ucciso 2 lavoratori alla
Mitsubishi di Barcelona (Stato di Anzoategui) ferendone gravemente
altri 6, tutti impegnati nell'occupazione dello stabilimento della
multinazionale giapponese. L'occupazione era stata decisa a stragrande
maggioranza dalla assemblea dei lavoratori il 12 gennaio scorso per
protestare contro il mancato rinnovo del contratto a 135 lavoratori che
venivano utilizzati nella manutenzione degli impianti, ottenendo anche
la solidarietà dei lavoratori di altre aziende della zona. Il 30
pomeriggio però un gruppo di impiegati – accompagnato da forze
della polizia - si presenta ai cancelli della Mitsubishi
lanciando grida e slogan contro gli occupanti e chiedendo la fine
dell'occupazione; a questi si sono successivamente aggiunti ben 2
magistrati con un'ordinanza del tribunale sulla fine della occupazione.
I lavoratori non hanno accettato di uscire.
A questo punto è intervenuta la polizia che ha iniziato il
lancio di lacrimogeni, contrastata dal lancio di pietre e bottiglie
dall'interno dell'impianto: la polizia spara provocando due vittime
(Javier Marcano, 36 anni, dipendente della Mitsubishi, e Pedro Suarez
dipendente della società Macusa, 23 anni) ed il ferimento dei 6
lavoratori.
Attualmente, nonostante l'accaduto, la Mitsubishi è ancora
saldamente nelle mani degli occupanti cui si sono aggiunti numerosi
lavoratori accorsi da altre aziende della zona.
Secondo il segretario del sindacato locale Singetram, nelle aziende del
distretto è da tempo invalso l'utilizzo di manodopera in affitto
o in cooperativa sia per non dover applicare le leggi sul lavoro sia
per riconoscere stipendi al di sotto della media.
Quando nel 2007 la Wind di Sesto San Giovanni (MI) decide di
estenalizzare il lavoro delle telefoniste presso una sua controllata
viene loro offerto anche del denaro per indorare la pillola e ridurne
la resistenza.
È a questo che una parte di lavoratrici, consapevoli della
situazione di precarizzazione lavorativa dove vengono cacciate, si
ribella.
Il risultato è che 275 telefoniste, oltre a diffidare i
sindacati maggiori ad accordarsi con l'azienda a loro nome, promuovono
una lotta di resistenza con fasi alterne, dal boicottaggio dei
centralini customer care dei numeri verdi al picchetto del
negozio di "Mondo Wind", a varie iniziative fantasiose, come quella del
30 ottobre 2008, alle ore 7,30, quando un gruppo di 30 lavoratrici si
reca a far colazione al bar dove si trova l'amministratore delegato; o
l'acquisto di una pagina pubblicitaria, tramite colletta, su un
quotidiano per far sentire le proprie ragioni.
Tutto questo ci viene testimoniato da Silvana, attualmente delegata Rsu per la Cub.
Nel frattempo è stata intrapresa anche una vertenza legale che
proprio in questi giorni ha avuto un primo risvolto positivo.
Infatti la Omnia Network (ex Wind) è stata condannata a
risarcire le lavoratrici ricorrenti (dai 1500 ai 3000 euro) come
risarcimento per quanto perso nel passaggio.
Fra poco il magistrato deciderà anche sul rientro delle lavoratrici alla Wind.
Tempi di crisi a Torino, anzi alla FIAT. Marchionne aveva appena
dato l'annuncio dell'affare Chrisler che già spuntava l'allarme
per i possibili esuberi nel settore auto, pari – è stato detto –
a circa 60.000 addetti. Immediatamente ha fatto seguito il pressing nei
confronti del Governo al quale si chiedono denari in quantità
pena la catastrofe.
Tra questo tira e molla di notizie contrastanti, alla FIAT ha fatto la
sua improvvisa ricomparsa, ancora odoroso di naftalina, un residuo
degli anni pre-concertazione: LO SCIOPERO SPONTANEO!
Il 28 gennaio infatti gli addetti, già pesantemente colpiti da
ore ed ore di cassa integrazione, hanno dato vita ad uno sciopero
spontaneo di due ore, con annesso corteo interno che ha percorso i
reparti per terminare alla porta numero 2.
Sul motivo dello sciopero hanno detto: «Vogliamo risposte e
subito perchè non possiamo permettere che si perda il lavoro qui
in Italia, qui a Torino senza combattere»....«Questo
è solo l'inizio».
Il 29 Gennaio scorso i 600 lavoratori di Fiat Automobiles e di Fiat
Powertrain di Arese hanno scioperato dalle ore 9 alle ore 11 contro il
licenziamento per rappresaglia di Carmela, operaia iscritta allo Slai
Cobas, un licenziamento fatto dalla FIAT per ritorsione contro una
sentenza della Magistratura che ha reintegrato al lavoro un altro
lavoratore iscritto alla FIOM e licenziato nel marzo dello scorso anno.
Si tratta di un licenziamento illegittimo in quanto chiaramente a carattere anti sindacale.
Durante lo sciopero i lavoratori hanno presidiato la portineria
centrale tenendo poi una assemblea sulla strada antistante la fabbrica,
nel corso della quale lo Slai Cobas ha denunciato la politica della
Fiat che, con il consenso delle istituzioni nazionali e locali,ha
licenziato negli anni circa 20.000 lavoratori ed oggi continua a
speculare sull'area (2milioni e 350mila mq.) in vista dell'Expo
2015,con il concorso di comuni, provincia e regione mentre tenta di
sbarazzarsi dei 600 lavoratori Alfa rimasti, dei 300 del call center ed
dei 200 delle aziende collegate.
Nei prossimi giorni continueranno le iniziative di lotta.
Continuano gli episodi di vessazione nei confronti dei dipendenti
nel settore della grande distribuzione. Il 26 gennaio scorso,
all'interno del Supermercato Gs di Viale Monza a Milano una cassiera di
58 anni, malata di ipertensione e diabete, chiede alla sua responsabile
il permesso di poter andare alla toilette per necessità
fisiologiche.
La responsabile nega il permesso e la cassiera deve continuare il
servizio senza poter staccare nemmeno un solo minuto, finché,
non potendo ulteriormente resistere, lascia la cassa e, recatasi
finalmente in bagno, viene colta da un malore tanto che deve essere
ricoverata d'urgenza al Pronto Soccorso dove verrà trattenuta
sino a sera per accertamenti.
"Ho un'invalidità del 50 per cento perché soffro di
ipertensione, attacchi di panico e ho il diabete alto - racconta la
cassiera - tanto che non sono idonea a stare sempre alle casse.
... mi sono misurata il diabete ed era talmente alto che mi sono
sentita male e sono svenuta".
Evidentemente il caso analogo avvenuto circa un anno fa all' Esselunga
di Viale Papiniano, Milano, non ha insegnato nulla a certi signori. In
quella occasione, nella giornata dell'8 marzo, come F.A.M. abbiamo
partecipato ad un corteo combattivo entrato nel supermercato per
protestare.
Per contattare questa rubrica
bel-lavoro@federazioneanarchica.org