A cura di Raffaele
Sabato 31 gennaio si è svolta a Ginevra una manifestazione,
organizzata da un coordinamento di diversi gruppi e collettivi, contro
il World Economic Forum. Il 26 gennaio il Consiglio di Stato svizzero
aveva vietato il corteo, ma nonostante il divieto più di mille
persone si sono ritrovate nel centro di Ginevra. La polizia,
presente in forze, bloccava tutte le uscite e gli ingressi alla piazza,
fermando e perquisendo chiunque entrasse. In questo clima di
intimidazione continua, verso le due del pomeriggio il corteo inizia a
mettersi in moto. La polizia non aspetta un minuto e inizia a caricare
coloro che si trovavano nelle prime file; a quel punto il corteo si
sfalda e molti si disperdono nelle vie laterali, per poi tornare a
radunarsi e difendersi. L'aria è resa irrespirabile dal gas. La
manovra della polizia è finalizzata a respingere i manifestanti
verso la stazione, che nel pomeriggio diventa la zona in cui si
concentrano i pestaggi e le cariche.
Più di 30 manifestanti vengono fermati e 4 arrestati.
Diverse azioni si tengono anche a Davos, sede del vertice, e a Berna:
anche qui la polizia ha caricato e effettuato diversi fermi, ma nessun
arresto.
Fonti:
http://switzerland.indymedia.org/it
http://www.antiwef.ch
Diversi gruppi e collettivi animalisti hanno lanciato una campagna
internazionale di pressione e proteste contro il Max Mara Fashion Group
e tutti i suoi marchi.
La campagna contro la vendita di pelliccia nei negozi del MMFG è
già approdata in 13 diversi paesi, con proteste, banchetti
informativi e azioni simboliche, dimostrando che la volontà di
combattere il mercato sanguinario di questa azienda è diffusa e
decisa.
Anche in Italia sono in programma diverse azioni di boicottaggio e
informazione sulla produzione di pellicce e sull'attività di Max
Mara.
Campagne simili, sia in Italia che all'estero, hanno avuto esiti
positivi e diverse aziende hanno smesso di usare pellicce di animali
per produrre capi d'abbigliamento.
Fonti:
www.maxmaracampaign.net
www.campagnaaip.net
La mattina del 29 gennaio sono stati arrestati due anarchici russi,
Kender e Rustam, nella regione Tyumen, capoluogo del Tyumen Oblast,
ricca regione della Russia occidentale. Entrambi sono attivi da tempo
in Avtonomnoe Deystvie (Azione Autonoma), federazione anarchica
rivoluzionaria dell'ex Unione Sovietica fondata nel 2002 attiva
principalmente in Russia, Ucraina e Bielorussia. All'arresto si
è accompagnato la perquisizione delle abitazioni dei due
anarchici. In seguito all'arresto e l'interrogazione Kender e
Rustam sono stati accusati di vandalismo in merito all'articolo 214 del
codice penale russo, che non riconoscendo differenza tra reati minori e
delitti, rende l'accusa non punibile da una semplice multa. Nel
comunicato della Croce Nera Anarchica di Mosca, si esprime
preoccupazione appunto che l'uso della perquisizione, accompagnata
dalle dichiarazioni della polizia di non avere intenzione di
rilasciarli prima del prossimo lunedì, indicherebbe la
serietà delle accuse mosse. Il comunicato fa notare anche che al
momento dell'arresto è stato negato il diritto di contattare
un'avocato a Kender e Rustam, negando di fatto i loro diritti. Presente
anche nel comunicato è l'appello a chiamare o inviare fax a
Tyumen per chiedere le condizioni degli arrestati, dando i numeri
telefono e fax dell'Amministrazione della Lotta contro il Crimine
Organizzato e del Centro alla Lotta all'Estremismo della regione di
Tyumen. Il comunicato della Croce Nera Anarchica tradotta in italiano
è reperibile a quest'indirizzo:
http://www.anarchiainazione.org/node/1240
Sean