È dall'anno scorso che Cenerentola (periodico libertario
bolognese, ndr) delinea l'evoluzione della crisi finanziaria. Abbiamo
descritto le reazioni dei grandi sistemi (la finanza internazionale,
l'economia degli Stati Uniti, lo sviluppo della potenza cinese, etc.),
cercando di raffigurare i possibili scenari futuri. Non abbiamo
però affrontato, se non per rapidi accenni, una questione
importante: che cosa possiamo fare noi? Il termine "noi" è
riferito al mondo libertario in senso lato, inteso sia come persone,
sia come organizzazioni che vi fanno riferimento.
Occorre premettere che proporre tale questione è, in qualche
modo, velleitario: il tessuto libertario italiano è composto da
un numero esiguo di persone, frammentato al suo interno e con scarsa
visibilità (e credibilità) al suo esterno. Date le
premesse, qualcuno potrebbe concludere, non senza una certa coerenza,
che in queste condizioni sarebbe meglio starsene zitti.
Eppure, il mondo avrebbe proprio bisogno di una ripresa della
prospettiva sociale libertaria. Un primo motivo è che è
rimasto ben poco in termini di progetti alternativi. Stiamo assistendo
al collasso del capitalismo liberista. Negli anni '80 era finita la
versione protezionista del capitalismo e all'inizio degli anni '90 era
crollato il sedicente comunismo autoritario (Unione Sovietica). Oggi,
il panorama economico e sociale del pianeta è di una piattezza
sconsolante: dalla Cina agli Stati Uniti, dall'Europa fino all'America
Latina passando per la Russia troviamo società che, pur
differendo molto le une dalle altre, sono tutte organizzate secondo
principi capitalisti. Quale può essere una alternativa di
progresso? Il fondamentalismo religioso islamico? Le dittature
familistiche come quella cubana e nordcoreana? Non scherziamo.
Nostro malgrado, rappresentiamo l'unica prospettiva di miglioramento
sociale disponibile. Questo è il lato positivo della questione.
Il lato negativo è che non siamo all'altezza della drammatica
situazione in cui viviamo. Negli anni '30 del secolo scorso, in
occasione della Grande Depressione, in Spagna il movimento libertario
aveva dimostrato di saper gestire efficacemente una società
occidentale, per di più sotto lo stress di una guerra. Oggi,
inutile negarlo, non ne saremmo capaci.
Però una nefasta occasione per riprendere l'iniziativa si sta
presentando, sotto forma di una terribile onda d'urto economica. Nei
prossimi mesi, purtroppo, assisteremo al dispiegarsi della crisi sulla
realtà sociale: chiusure di imprese, fallimenti, cassa
integrazione e licenziamenti per migliaia di lavoratori. Chi spera che
l'intervento dello Stato possa proteggerci da tali ferite
rimarrà deluso: lo Stato, quello italiano in particolare, fatica
a quadrare i suoi conti, perciò la disponibilità di
risorse per aiutare l'economia sarà limitata. Molte persone, che
ritenevano desiderabile e sostenibile l'attuale modello di vita,
dovranno amaramente ricredersi. Ci si offre la possibilità di
presentarci con qualche credenziale in più a coloro che fino ad
oggi, davanti alle nostre critiche sociali, ci liquidavano affermando
che il mondo non era poi troppo male e che i problemi che denunciavamo
derivavano solo dalla nostra auto-emarginazione. Occorre far sentire la
nostra voce affinché il maggior numero di persone possibile
sappia che gli anarchici, i libertari, non sono "quelli che mettono le
bombe", ma hanno invece da proporre un modello sociale realistico e
vantaggioso.
Accanto alla propaganda dobbiamo però sviluppare organizzazioni
la cui attività sia in grado di lenire i problemi che
deriveranno dalla recessione e dalla deflazione. Vi sono poche, per
ora, esperienze che andrebbero portate alla ribalta e, laddove
possibile, rinvigorite e diffuse.
Un tema particolarmente attuale è rappresentato dalla finanza.
Portare all'esterno del circuito bancario tanto l'impiego dei propri
risparmi, quanto la ricerca di finanziamenti per piccole
attività o progetti personali (l'acquisto della prima casa, per
esempio) rappresenta un obiettivo oggi praticabile.
Espressioni di finanza etica (penso alla rete di Mutue Auto Gestite)
potrebbero acquisire ulteriore credibilità per migliaia di
piccoli risparmiatori, colpiti dalle tante truffe che la finanza
capitalista ha loro inferto: obbligazioni argentine, Parmalat, Cirio,
Giacomelli, Lehman Brothers, titoli islandesi. Il miraggio dei guadagni
facili, prospettato da banche e consulenti finanziari, si è
spesso risolto in disastrose perdite che hanno danneggiato soprattutto
i piccoli risparmiatori, più sprovveduti davanti agli imbrogli
propinati loro anche attraverso fondi comuni di investimento, fondi
pensione e gestioni patrimoniali.
Il vero obiettivo di un risparmiatore consapevole, ossia difendere il
proprio capitale dall'inflazione, può essere perseguito
efficacemente attraverso un deposito presso una istituzione che lo
tratti come una persona adulta e non prometta rendimenti irrealistici
tacendo dei rischi ad essi associati.
Inoltre, la capacità di queste organizzazioni di piccola finanza
di cogliere le prospettive di crescita di attività economiche
legate al territorio ne fa agenti di effettivo sviluppo sostenibile.
Vi sono, inoltre, interessanti realtà produttive, alcune delle
quali di recente citate su Cenerentola: cooperative di coltivatori
biologici che rispettano l'ambiente, producono cibi non dannosi per la
salute dei consumatori, assicurano posti di lavoro di qualità e,
se integrati in circuiti distributivi ad hoc, permettono di fissare
prezzi non penalizzanti sia per i produttori, sia per gli acquirenti.
Occorre riprendere in mano vecchi strumenti, come le mutue e le
cooperative, per dar loro un effettivo ruolo di progresso sociale.
Purtroppo, oggi tali imprese spesso sono state trasformate in
entità finanziarizzate, holding che controllano società
per azioni, anche quotate in borsa.
Sia ben chiaro: queste iniziative non rappresentano la rivoluzione.
Tuttavia permetterebbero di affrontare meglio la crisi, di far giungere
un concreto messaggio libertario ad una cerchia più ampia di
persone e, nello stesso tempo, ci aiuterebbero ad acquisire esperienze
utili per proporre concreti sistemi alternativi al meccanismo economico
e sociale attuale. Sotto questo profilo, il momento è propizio,
spetta a noi sfruttarlo.
Toni