Umanità Nova, n.6 del 15 febbraio 2009, anno 89

Venezuela i gangster in azione


Il 27 novembre dell'anno scorso, tre militanti operai dello Stato di Aragua in Venezuela sono stati vigliaccamente assassinati. Non è questo un caso isolato.
In Venezuela tra l'ottobre del 2006 ed il settembre del 2008 sono stati registrati ben 77 casi di sindacalisti assassinati. Questi crimini hanno avuto come vittime militanti legati ai settori della costruzione e del petrolio e hanno avuto origine, nella loro quasi totalità, nella lotta per il 'controllo' del rispettivo settore, che in grosse percentuali (75 per cento nel caso della costruzione) è nelle mani del sindacato, per cui chi ne 'governa' la direzione ne ricava i benefici legati alla vendita dei posti di lavoro. E' da sottolineare che in questa lotta per il controllo dell'apparato non vi è alcuna differenza politica perché tutti i contendenti sono 'interni' alle istituzioni.
Il risultato è che, dopo la Colombia, il Venezuela è il paese al mondo dove l'attività sindacale si presenta come la più pericolosa. E non è neanche un caso che, come denunciano a Caracas gli organismi di difesa dei diritti umani, su i 52 più recenti casi di assassinio di sindacalisti solo 3 sono stati risolti con la condanna per i colpevoli.
Le centrali sindacali, da parte loro, tacciono; sia che siano di opposizione, come la CTV, o affini al governo, come la UNT o la FSBT, non hanno dato vita ad alcuna campagna, ad alcuna denuncia pubblica di queste atrocità. In quanto ai settori legati allo 'chavismo', cioè al presidente Chàvez, essi liquidano la scomoda faccenda attribuendone la responsabilità ai complotti dell'imperialismo alleato ai padroni autoctoni, dimenticando la realtà che fa dei settori della costruzione e del petrolio quelli più connessi con l'apparato statale, sia in rapporto diretto che indiretto. Per quanto riguarda poi il governo esso ha dato la classica risposta di facciata, promuovendo nel 2007 un Tavolo di alto livello contro la violenza sindacale, che si è prontamente arenato nel nulla.
Nel caso specifico dei tre sindacalisti assassinati, Richard Gallardo, Luis Hernàndez e Carlos Requena, si è trattato chiaramente di un omicidio politico. I tre erano militanti di un gruppo trozkista che ha alcuni punti di forza nella zona; per esempio Hernàndez era segretario generale del sindacato nello stabilimento della Pepsi di Villa de Cura, eletto dai suoi compagni con 3.816 voti. Le circostanze nelle quali è avvenuto il massacro rendono chiaro che siamo di fronte ad una progressione nell'uso dei sistemi criminali nella lotta sindacale. I familiari e i compagni dei tre, fin dal primo momento, hanno accusato burocrati di apparato e leader politici vicini all'ufficialità chavista di esserne i mandanti. E con evidenti ragioni: da tre anni il gruppo di appartenenza dei tre ha sviluppato una critica politica che li ha distanziati dallo chavismo il che, unito alle denunce e alle azioni contro la mafia dominante nella regione, li ha posti nel mirino dei potentati locali. Chavez ha tentato di dirottare le responsabilità dell'omicidio verso indefinite imprese straniere e verso misteriose formazioni paramilitari, giocando sul fatto che i tre assassinati avevano portato, poco prima, la loro solidarietà ai lavoratori di un'impresa di proprietà colombiana.
Questa versione è stata poi modificata allorquando il ministro dell'Interno ha annunciato la cattura dell'autore materiale dell'omicidio, sostenendo che la causa del tragico fatto risiedeva nella lotta per il controllo del contratto collettivo dell'industria delle gassose. Una versione che ha indignato i molti che si erano mobilitati contro questo episodio di gangsterismo: inaccettabile mistificare il significato di un omicidio politico ridotto ad un aggiustamento di conti, ma anche trovare un capro espiatorio in un lavoratore della Pepsi che, secondo diversi testimoni, era al suo posto di lavoro al momento del massacro. Per chiudere loro definitivamente la bocca il nuovo governatore chavista di Aragua ha dichiarato che non avrebbe più permesso proteste intorno alla versione ufficiale dei fatti, in quanto aveva informazioni precise che tale proteste erano funzionali ad un piano di destabilizzazione del regime. Ciliegina sulla torta: una nuova Commissione d'inchiesta è stata istituzionalmente insediata.
"In rivoluzione, i sindacati debbono sparire. I sindacati nacquero con lo stesso veleno dell'autonomia. I sindacati non possono essere autonomi, dobbiamo finirla con questo."
Hugo Chàvez (dal discorso tenuto in occasione del lancio del PSUV, Caracas, 24 marzo 2007).

M.V.

liberamente tratto da "El libertario" di Caracas.

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