1. Contro il pacchetto sicurezza
Giovedì 5 febbraio il senato ha approvato il "pacchetto
sicurezza". Le nuove norme dovranno ancora tornare alla camera per
l'approvazione definitiva ma è improbabile un rovesciamento
della logica razzista e liberticida che le anima. Basta una breve
occhiata ad alcuni dei provvedimenti per coglierne la terrificante
valenza repressiva e xenofoba. Viene istituito il reato di immigrazione
clandestina, che, pur non contemplando il carcere, renderà
più facile la deportazione dei senza carte. Nel ventennio le
chiamavano squadracce, oggi ronde, con la nuova legge sono state
legalizzate. I senza casa saranno schedati, il che consentirà di
"censire" i rom senza dover subire le fastidiose proteste di chi si
oppone alla schedatura etnica. Chi non ha una casa decente non
avrà la residenza e, quindi, niente medico e niente scuola. I
medici potranno denunciare i pazienti senza documenti, anche se per
fortuna la resistenza contro questa norma inumana sta crescendo tra
medici e infermieri. Viene reintrodotto il reato di offesa a pubblico
ufficiale, con pene che arriveranno ai tre anni di carcere. Nel paese
dell'informazione asservita chi si prenderà la libertà di
scrivere su un muro pagherà multe da capogiro. Scioglimento e
confisca dei beni per le associazioni "sospettate" di appoggiare il
terrorismo e l'eversione, in tal modo si potranno sgomberare posti
occupati, chiudere sedi politiche sulla base di una semplice
supposizione.
Sabato 7 febbraio in via Po gli anarchici della FAI hanno aperto un
punto info contro il pacchetto sicurezza, con mostra, musica,
volantinaggi. Numerosi i passanti che, leggendo dei vari provvedimenti,
si sono stupiti ed hanno chiesto informazioni. Altri hanno preso il
fazzoletto rosso contro le retate.
Si replica giovedì 12 alle 18 davanti alle Molinette, sabato 14 dalle ore 15 ai giardini Lamarmora in via Cernaia.
2. Pane e farina in circoscrizione
Il primo febbraio il presidente dell'ottava circoscrizione, Mario
Cornelio Levi, scrive ai vigili urbani chiedendo "provvedimenti
urgenti" contro lo smercio abusivo di pane sotto ai portici di via
Nizza, "intollerabile" attacco ai negozianti della zona. A S. Salvario,
come in altre zone della città, sono molte le persone che
comperano il pane – buono e poco costoso – dai maghrebini che lo
vendono per la strada. In maggioranza anziani e anziane, infagottati in
cappottoni e sciarpe per difendersi dal freddo pungente dell'inverno,
si piazzano in un angolo di passaggio: un trolley, qualche sacchetto,
una cassetta di plastica ed ecco pronta la bancarella del pane: in
questi tempi duri per tutti c'è chi arrotonda le entrate e chi
risparmia sulla spesa.
Non bastavano le norme della giunta contro quelli che si fanno di
pizza, birra e kebab nel quadrilatero di S. Salvario, adesso i vigili
daranno la caccia agli spacciatori di pane. Cose della vita di tutti i
giorni, una vita sempre più abusiva. Per tutti.
Sono circa le 18,30 di mercoledì 4 febbraio: nella sede
dell'ottava circoscrizione è in corso la riunione del consiglio.
Inaspettati arrivano gli antirazzisti che, spiegate le loro ragioni,
consegnano due pagnotte e infarinano numerosi consiglieri.
Il giorno dopo il solito Massimo Numa su La Stampa tenterà di
inventarsi una matrice razzista nel gesto, prendendo a pretesto le
origini ebraiche del presidente di circoscrizione. Nonostante lo stesso
Levi neghi, riconoscendo nella sua lettera sui venditori di pane
l'origine del gesto, il giorno successivo il sindaco Chiamparino
esprimerà la propria solidarietà a Levi, per "l'attacco
antisemita". Il livore di Chiamparino arriva alla calunnia pur di
colpire chi lotta contro il razzismo. D'altra parte il sindaco
più amato di Italia ha il dente avvelenato contro panettieri e
pasticceri sin da quando un anarchico lo centrò in pieno volto
con una torta alla panna farcita di pasta d'acciuga. L'irrisione, la
beffa sono da sempre armi forti contro l'arroganza dei potenti.
3. Il mercato della domenica
Il mercato abusivo della domenica mattina, ormai riposizionato in
piazza della Repubblica davanti e intorno al Palafuksas, è ormai
affollatissimo: domenica mattina qualche bancarellaro ha persino
litigato per il posto al sole. Domenica 8 febbraio, la seconda del
mese, c'era anche il gran Balon, il mercato di
antiquariato/modernariato ormai figante e ordinato. La vicinanza dei
due mercati, quello per bene e quello per male, rende solitamente
nervosi i tutori del disordine, che provano qualche affondo contro gli
abusivi del pane e della menta, dei vestiti taroccati e di quelli
usati. Gli alpini di ronda hanno provato a far desistere gli ambulanti
ma senza successo. Più tardi, quando il mercato era ormai
avviato e affollatissimo, sull'altro lato della piazza è
arrivato un blindato carico di poliziotti dell'antisommossa e di digos,
che si sono limitati a segnare platealmente i nomi degli antirazzisti
presenti.
Un immigrato maghrebino, rivolgendosi ad alcuni compagni che
attacchinavano contro il pacchetto sicurezza, ha detto "sono qui da
nove anni e nonostante non abbia le carte, in nero ho lavorato persino
alla costruzione del palagiustiuzia". Poi, allargando le braccia, ha
soggiunto "queste leggi non serviranno a niente: chi affronta la morte
nel deserto e in mare non ha certo paura della galera".
R. Em.
Sfratto del Circolo dei malfattori rinviato al 6 aprile: la mattina
del 6 febbraio davanti al circolo dei malfattori di via Torriceli 19
è stato fatto un presidio contro lo sfratto. La polizia non si
è presentata, si sono visti soltanto tre loschi individui della
digos. Fin dalle 6 la partecipazione dei compagni\e è stata
numerosa e nel giro di poco hanno preso parte al presidio antisfratto
150/200 persone. Ringraziamo tutti/e per la solidarietà,
consideriamo che sia stata fondamentale la presenza del 6 febbraio nel
determinare il rinvio dello sfratto L'ufficiale giudiziario si è
presentato alle 8 e ha rinviato lo sfratto del circolo e
dell'appartamento occupato al 6 Aprile. Verso le 9 e mezza è
iniziata un' assemblea con le varie realtà presenti sulla
tematica autogestione e spazi sociali. Fin da ora rilanciamo per il 6
Aprile un altro presidio contro lo sfratto. Contro tutti gli sgomberi,
diffondiamo l'autogestione.
Circolo dei malfattori
Il nuovo anno a Pordenone si è aperto con l'inaugurazione del
"prefabbrikato" in cui ha sede il Circolo Libertario E. Zapata e a cui
lo stesso ha prestato braccia e idee per allestire uno spazio consono
ad attività aggregative di laboratorio/teatro/cineforum ed altro
ancora. Uno stanzone polifunzionale al cui interno ha cominciato
l'attività anche il Barabba caffè, luogo di "confidenze e
ristoro".
In questo contesto sabato 7 febbraio alle ore 18.00 sono cominciati i
"5 incontri con l'anarchismo", un'idea di conoscenza su cosa è
stato, è e sarà il movimento d'idee e di persone in carne
ed ossa che per oltre un secolo portano "chiuso nel petto un sogno
disperato e le anime corrose da idee favolose" fra noi; proprio citando
Leo Ferrè è stato proiettato il video "non son l'un per
cento", un documentario di Antonio Morabito, regista cararrino che con
questo film ha ricevuto il premio Sergio Leone nel 2007 e
partecipato a diversi film-festival.
Ospite dell'iniziativa, ci ha raggiunti Donato Landini, redattore di
Umanità Nova che stampa egli stesso nella storica tipografia di
Carrara, e che ha saputo restituire al dibattito momenti e
approfondimenti ulteriori sulla realizzazione del video ma soprattutto
chiarendo aspetti che nello stesso, per ovvie ragioni, sono stati solo
abbozzati.
Il dibattito è stato un ottimo strumento di confronto
(particolarmente sentite le questioni legate al conflitto, la violenza
e l'attualità o meno della rivoluzione) che si è
protratto per oltre 40 minuti dopo la proiezione a testimonianza
dell'interesse riscontrato. Oltre 40 gli intervenuti che si sono poi
fermati per il resto della serata tra buffet e canti anarchici e di
lotta fin dopo la mezzanotte.
Un arrivederci alla prossima iniziativa di sabato 14 febbraio con la
"pedagogia libertaria- storia di un altro imparare" dove invitato per
l'occasione sarà Francesco Codello, storico della pedagogia
libertaria e autore del libro "la buona educazione".
Nestor
E' dal 1995 che sulle montagne intorno Palazzuolo sono venute a
vivere persone che con il loro stile di vita e di lavoro intendono dar
continuità ad una cultura da sempre presente in qualunque parte
del mondo e che parla di autosufficienza, rispetto e dignità.
Quello che vogliamo sia chiaro è che nessuno di noi vuole
usurpare a nessuno spazi e proprietà, anzi il nocciolo della
nostra proposta è proprio quello di voler lasciare case e terre
del demanio (quindi della collettività) a disposizione di chi ne
ha bisogno per le normali esigenze di vita. La legge e lo stile di vita
predominante impongono la proprietà privata, quindi la chiusura
di spazi, spesso per poi lasciarli in abbandono, noi ci proponiamo come
stimolo alla proprietà collettiva! Venerdì 30 gennaio a
tutto questo si è risposto, ancora una volta, con la banale
arroganza e intimidazione: un "controllo" di case e documenti a cui
probabilmente seguiranno denunce e fastidi legali. Alle nostre proposte
portate avanti da anni non si trova modo migliore di confronto che una
ostentazione di forza e spreco di denaro (all'operazione hanno
partecipato 2 elicotteri, 4 automezzi e 16 militari di vario genere).
Mentre il giornale va in stampa è in corso il tentativo di sgombero di una delle case, seguiranno aggiornamenti
Alcuni abitanti di Campanara
Il neonato Coordinamento Toscano Anarchici Contro Tutti i Muri ha
realizzato il primo presidio sabato scorso a Pisa, dove distribuendo un
volantino in solidarietà alla gente di Gaza invitava al
boicottaggio dei prodotti israeliani, riconoscibili attraverso il
numero di codice 729.
Il presidio si è protratto per circa due ore davanti al
supermercato, poi a causa dell'incessante pioggia i volantini sono
stati terminati distribuendoli nel centro di Pisa. Erano presenti una
dozzina di compagni aderenti al coordinamento e l'iniziativa vuol
essere il primo momento per costruire una costante attività di
boicottaggio alle merci israeliane.
L'utilizzo di questa forma d'azione diretta ha la duplice valenza di
sensibilizzare l'opinione pubblica alla sofferenza che lo Stato
israeliano infligge alla popolazione palestinese e si prefigge, nel
lungo periodo, di incidere su alcuni settori dell'economia israeliana.
Il volantino distribuito si conclude sulle seguenti "parole d'ordine":
-stop al genocidio della popolazione di Gaza.
-stop all'apartheid in Palestina.
-sostegno alle popolazioni palestinesi che soffrono e che resistono.
-sostegno agli anarchici contro il muro dell'apartheid in Palestina.
-sostegno al movimento di azione diretta congiunta
palestinese/israeliano contro l'apartheid e a tutti gli israeliani che
lottano contro la militarizzazione della societa' israeliana.
-no al sionismo, no al fondamentalismo di hamas, no ad ogni ideologia nazionalista.
-terra e liberta' per i palestinesi.
-liberta' per i refusnik, gli obbiettori di coscienza e disertori israeliani.
-boicottaggio delle merci israeliane contrassegnate dal codice a barre 729.
Luca (uno dei presenti)