Umanità Nova, n.6 del 15 febbraio 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica  Milanese

Irlanda: occupata la più antica fabbrica di cristallerie

La Waterford Crystal, i cui impianti si trovano a Kilbarry nella Contea irlandese di Waterford, vantava una fama a livello mondiale quale produttrice di preziose cristallerie addirittura sin dal 1783. Ma dopo essere passata attraverso mani e vicissitudini diverse, ha definitivamente chiuso i battenti il 30 gennaio scorso, strangolata dalla competizione con i produttori asiatici e dalla crisi economica.
Immediata la risposta di centinaia di lavoratori che, in un'Irlanda la cui economia già versa in serie condizioni di salute, hanno immediatamente risposto all'appello dei sindacati locali che chiamavano all'occupazione degli impianti, avvenuta nottetempo e nonostante l'opposizione del servizio di sicurezza privato, con il quale sono scoppiate alcune scazzottate.
Mentre il governo invita a mantenere la calma nell'attesa che nuovi investitori si facciano avanti per rilevare l'azienda, l'occupazione prosegue tra l'ira degli occupanti: "siamo inferociti, qui la gente sente di essere stata tradita", dato che si va incontro, nel migliore dei casi, al dimezzamento dei dipendenti in un'area dove l'occupazione già langue.

Chiude la fabbrica. 90 dipendenti la occupano

Ennesimo episodio di deindustrializzazione nella verde terra di Padania.
Alla ripresa delle attività dopo le feste natalizie il consiglio di amministrazione della tintoria Cromos Srl di Cerro Maggiore (Mi) ha comunicato ai rappresentanti sindacali che l'azienda non avrebbe riaperto i battenti causa cessata attività. Sbigottiti sono rimasti i lavoratori, dato che l'azienda già nel 2007 aveva subito una pesante ristrutturazione che aveva ridotto il personale da 150 a 90 dipendenti; inoltre, una speranza nella prosecuzione dell'attività era stata fornita proprio dalla nuova proprietà che da 18 mesi aveva preso in mano le redini dell'azienda.
"Siamo all'oscuro di tutto, non ci è ancora arrivata la paga di dicembre e non sappiamo cosa sarà di noi. Il colmo è che di lavoro ce ne sarebbe ancora; abbiamo nei magazzini almeno 80 tonnellate di materiale grezzo da finire".
Anche una delegazione di lavoratori della Cromos che si era recata presso gli uffici amministrativi della società è dovuta tornare indietro a mani vuote in quanto la proprietà non si è nemmeno degnata di riceverla.
Prosegue nel frattempo l'occupazione dell'azienda intrapresa dai dipendenti sin dalle prime voci di chiusura.

Assolti i lavoratori dell'ATM

Tra la fine del 2003 e l'inizio del 2004 molti di noi guardarono con grande rispetto e ammirazione ai lavoratori dell'Atm (l'azienda di trasporti milanese) che, nei cinque giorni di sciopero indetti nel trasporto pubblico, in ogni occasione si astennero dal lavoro per  l'intera giornata, violando così il rispetto delle cosiddette "fasce protette", previste dal regolamento sullo sciopero.
In quei giorni Milano fu letteralmente paralizzata e l'impatto di quello sciopero sulla pubblica opinione enorme. Nei mesi e negli anni successivi la reazione dell'Atm fu molto pesante con oltre 4000 denunce per interruzione di pubblico servizio. Non sempre, però, allo stato e ai padroni le cose riescono perfettamente. In questo caso, ad esempio, di fronte alla richiesta di condanna del Pm (15 giorni di reclusione convertiti in 720 euro), il tribunale ha decretato che non si tratta di reato penale, ma solo di illecito amministrativo. Al di là delle motivazioni del giudice (non certo un sostegno alla lotta quanto un cavillo giuridico) una bella notizia per quei lavoratori coraggiosi e determinati.
Una forma di lotta da ritentare...alla prossima occasione. 

La Marcegaglia... leader anche nel "non rispetto dei diritti"

Carlo Caron, lavoratore presso la Marcegaglia Buildtech di Milano, dopo nove mesi di contratto interinale con la promessa di una sicura assunzione a tempo indeterminato, si è visto interrompere all'improvviso il rapporto di lavoro, senza un valido motivo.
L'azienda non ha inteso dare ascolto né alle richieste della RSU, né alla volontà esplicita espressa dai lavoratori nella propria assemblea. A distanza di un anno, la sentenza del magistrato disponeva il reintegro del lavoratore, con contratto a tempo indeterminato e il pagamento di tutte le mensilità arretrate. L'azienda ha provato ugualmente a lasciarlo fuori offrendogli dei soldi, ricevendo un netto rifiuto. Ma l'azienda non si è arresa a questa sconfitta e ha giocato la carta del trasferimento del lavoratore presso lo stabilimento di Gaffignana. I legali di Carron hanno immediatamente fatto ricorso contro il ricattatorio trasferimento, e, cosa importante, i lavoratori sono scesi in lotta solidali.
E' stato effettuato un'ora di sciopero articolato durante l'intera giornata del 3 febbraio, con presidio ai cancelli della azienda, affinché anche la Marcegaglia Buildtech rispetti i diritti dei lavoratori.

Dall'Inghilterra: appello ai lavoratori Italiani

La scorsa settimana l'Inghilterra è stata attraversata da un'ondata di scioperi spontanei in 20 stabilimenti, con migliaia di lavoratori che hanno sfidato le leggi antisindacali.
Il governo ne è stato scosso, preoccupato dell'allargarsi di questa forma di protesta.
"Lo sciopero non è contro i lavoratori stranieri come è stato riportato dalla stampa e dai media" scrivono in un volantino il Comitato di Sciopero Improvviso LOR. "Lottiamo per difendere il lavoro e fermare le gare al ribasso". Quelle delle "gare al ribasso" è un sistema normalmente utilizzato negli appalti in Italia, e in Europa, per aumentare sempre maggiormente i livelli di sfruttamento. Continua ancora il volantino: "Il padronato, i banchieri e il governo ci hanno messo nei guai dal punto di vista economico. Adesso vogliono che paghiamo noi la crisi, attaccando il nostro lavoro, i salari e le condizioni lavorative. Non se ne parla neanche!...Scioperiamo contro i padroni, come quelli di Alstom e Irem, che rifiutano di assumere i lavoratori locali. Facciamo sciopero contro le leggi europee, che favoriscono il padronato e contro le decisioni giudiziari che rendono legale lo sfruttamento della manodopera a basso costo per massimizzare i profitti dei padroni".
Il comunicato del Comitato inizia con un "Appello ai lavoratori italiani: partecipate al nostro sciopero per salari e lavoro a condizioni sindacali".
Va anche rimarcato che al momento la vertenza si è conclusa con un accordo che prevede l'assunzione di un centinaio di lavoratori locali.

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bel-lavoro@federazioneanarchica.org

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