Umanità Nova, n.7 del 22 febbraio 2009, anno 89

L'altra internet. Sicurezza fa rima con censura


Le famigerate "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" (DDL 733bis), meglio note come pacchetto sicurezza, approvate in Senato il 5 febbraio scorso [*], sono state arricchite da un emendamento (il 50bis) in coda all'articolo che istituisce la schedatura dei senza fissa dimora, che - se approvato -  rischia di essere il tentativo più forte di repressione della libertà di espressione ancora possibile su Internet.

L'ignobile proposta riguarda i "delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero (...) delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali" commessi tramite Internet. E prevede che il Ministro degli Interni possa, tramite proprio decreto in seguito ad una segnalazione dei giudici, disporre "l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.". Il tutto dovrà essere posto in atto, dai fornitori di connettività, entro 24 ore dalla decretazione, pena una multa da 50 a 250 mila euri.
L'articolo viene collegato ad una recente non-notizia pompata da tutti i media, ovvero l'esistenza su un noto social network di un gruppo di amici dei mafiosi; se la norma precedente fosse stata già in vigore il Ministro degli Interni avrebbe potuto imporre l'oscuramento di tutto il social network, in quanto è molto difficile nella maggior parte dei casi filtrare solo ed esclusivamente la pagina (o le pagine) web incriminate.

Questo ennesimo giro di vite dimostra che l'intolleranza crescente verso i non allineati si è indirizzata questa volta verso un mezzo di comunicazione attraverso il quale si possono esprimere liberamente le proprie idee, la legge infatti colpisce dei "reati d'opinione" e non certo dei comportamenti più o meno pericolosi per gli altri. Non è la prima volta che il governo, destra o sinistra che sia, prova a mettere il bavaglio ad Internet col sistema del blocco dei siti scomodi. Era già successo nel recente passato con i siti di scommesse che non pagano tasse allo stato, con quelli che vendono sigarette senza pagare il monopolio e con i siti "pedo pornografici" e adesso sembra che debba toccare anche a quelli dove si esprimono idee che contrastano con le leggi vigenti.
E questo, molto probabilmente, non è ancora tutto: sempre in queste settimane si sta discutendo sull'emanazione di nuovi provvedimenti contro quelli che scaricano da Internet film e musica senza pagare i diritti d'autore e di come contrastare i programmi che permettono di telefonare quasi gratis e senza essere intercettati.

Attacchi del genere non avvengono certamente a caso: più aumentano le persone collegate in Rete e maggiore è il flusso di comunicazione che producono; più facile diventa esprimere le proprie opinioni davanti ad una platea potenzialmente grandissima e maggiore è la necessità che il controllo statale e poliziesco non perda il suo potere repressivo.
Ieri con le leggi fasciste sulla stampa (ancora in vigore) applicate a discrezione contro volantini, manifesti o pubblicazioni scomode ed oggi con questa nuova norma indirizzata verso le nuove tecnologie di comunicazione.

Pepsy


[*] Il testo approvato, che deve passare alla Camera, si può trovare qui http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/33027_testi.htm

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