Umanità Nova, n.8 del 1 marzo 2009, anno 89

Sgomberiamo lo stato


Come riportato negli ultimi numeri di U.N. la città di Milano rappresenta la punta di diamante delle nuove politiche sicuritarie, autoritarie e parafasciste dello stato versione 2009.
Come era ben prevedibile, a ricerca di nuovi capri espiatori, dopo i "sempreverdi" migranti, rom, ecc. l'attacco si è diretto ai più "autoctoni", ma non per questo meno "pericolosi", spazi sociali.
Con modalità dalle sfumature diverse, ma identiche nel fine ultimo: cancellare fisicamente questa esperienza sociale, politica e culturale che ha contraddistinto la sinistra antagonista e rivoluzionaria milanese e non solo.
Gli avvisi di sfratto e sgombero si susseguono quotidianamente e nel mirino della giunta leghilfascistaitaliota occupante Palazzo Marino ci sono finiti l'Ambulatorio Medico Popolare Autogestito di Via dei Transiti, la sede sindacale dell'U.S.I.-A.I.T. di Viale Bligny, il circolo anarchico "Malfattori" di Via Torricelli, la Cascina Autogestita "Torchiera" Senzacqua e anche la storica sede della Federazione Anarchica Milanese di Viale Monza 255.
Ma ad un simile attacco non sì e rimasti inermi a subire.
La presenza di centinaia di compagne e compagni ne ha impedito per tutti l'esecuzione.
Dalle prove generali alle grandi manovre in stile militare però si è passati, nella mattinata del 22 gennaio 2009, con lo sgombero e la messa sotto sequestro dello "storico" c.s.o.a. COX 18 sede anche della Libreria Calusca e dell'Archivio Primo Moroni.
Colmo il vaso la goccia tracima e così, in oltre 10.000, si è subito sfilato per la città di Milano con un corteo forte e determinato a cui ha fatto seguito, venerdì 13 febbraio, la riconquista di ciò che veniva autoritariamente tolto: Cox 18 tornava a vivere ed essere spazio libero e autonomo a disposizione del quartiere e della città tutta.
Milano sarà malauguratamente sede expò 2015 e gli appetiti voraci dei soliti noti palazzinari sopravvissuti alle loro varie tangentopoli (Ligresti & co.) sono tornati prepotentemente alla ribalta con vecchi e nuovi padrini.
Una nuova stagione di speculazione edilizia è alle porte e tutto ciò che può arrecare disturbo va emarginata, azzittita e, se necessario, eliminata fisicamente.
La loro metropoli "vetrina", ripulita da ogni emarginazione da essa stessa creata, ben si guarda dal solo "tollerare" spazi sociali autogestiti in grado di fornire momenti di socializzazione e di ricomposizione dal basso di tanti segmenti sociali privi di riferimenti politici e sindacali, motore di molteplici forme di iniziativa libertaria o comunque autonoma.
L'attacco deve essere diretto, definitivo, non vi devono essere mediazioni o deroghe all'esistenza di questo tipo di esperienze di autorganizzazione territoriale.
E così, nella metropoli desertificata, popolata e attraversata notte facendo da ronde parafasciste con autorizzazione statale, rimangono a disposizione luoghi di aggregazione mercificata e culturalmente omologati al pensiero unico di regime.
Ma come ben siamo soliti dire…si son fatti i conti senza l'oste!!!
Noi anarchiche e anarchici, strenui lottatori contro l'oppressione statale e capitalista, inguaribili amanti della libertà non saremo certo spettatori lobotomizzati del loro teatrino da incubo.
Non ci incutono paura scomuniche a divini, fogli di via e di confino, ronde in camicie di vario colore, sgomberi e ruspe.
Il nostro desiderio di una vita libera da Stato, capitale e da qualsiasi forma di oppressione fa sì che la nostra schiena non si pieghi, la nostra testa e il nostro sguardo siano rivolti al futuro e le nostre braccia sventolino bandiere rossonere sulle loro macerie di morte.

Paolo Masala

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