Umanità Nova, n.9 dell'8 marzo 2009, anno 89

Centri sociali processi e supercops


Il giorno 18 febbraio si è svolta la prima udienza del processo per lo sgombero, avvenuto nel 2005, del centro sociale "Mario Lupo" di Parma. Parte dei testimoni dell'accusa sono alcuni dei vigili coinvolti nell'inchiesta sul 'caso Bonsu', ovvero il pestaggio dello studente ghanese avvenuto durante un operazione antidroga per opera di un cosiddetto Nucleo di pronto intervento della Polizia municipale di Parma. Con questo approfondimento vogliamo mettere in luce alcuni risvolti della vicenda, che ha il suo scenario a Parma.
La storia in breve
Lo stabile dell'ex Macello in piazzale Allende venne occupato nel 1977 da un insieme di gruppi politici di varia natura e nei primi anni '80 il circolo venne intitolato alla memoria di Mario Lupo, militante di Lotta continua ucciso a coltellate nel 1972 da alcuni neofascisti. Negli anni l'ex-macello vide molte gestioni (fu anche circolo arci, così come rimase chiuso per breve tempo). Dagli anni '90 in poi fu centro sociale a tempo pieno, sede di vari gruppi  politici dell'area ex autonomia e non solo. Nel 2005 il "Mario Lupo" fu sgomberato. Dopo un primo tentativo fallito il 29 settembre lo sgombero riuscì il 7 ottobre, dopo un'intera giornata di assedio e la demolizione di parte dell'edificio per riuscire a far scendere gli ultimi militanti asserragliati sul tetto. Da allora si costituì l'Assemblea permanente del Mario Lupo, per portare avanti attività e mobilitazioni. Il 27 e 28 gennaio 2007 lo stabile fu rioccupato e sgomberato. I tre militanti che rimasero sul tetto per due giorni vennero arrestati e processati per direttissima.
L'ultimo grido d'allarme
Nel marzo del 2005 il centro sociale era in piena attività, l'assemblea che si riuniva nel centro sociale elaborò e diffuse un documento sulla militarizzazione della polizia municipale. Per capire di che si tratta ne proponiamo un breve estratto.
"Il corpo dei vigili urbani sta subendo un continuo e radicale processo di trasformazione. Dall'essere organo di vigilanza con prevalenti compiti amministrativi e funzioni ausiliarie di polizia (controllo delle attività commerciali, edilizie, smaltimento rifiuti, [etc.]) al divenire un organismo di preminenti funzioni di polizia (controllo del territorio e immigrazione, repressione della criminalità, gestione dell'ordine pubblico). Cresce una insicurezza diffusa, frutto di campagne politiche finalizzate ad alterare la realtà degli eventi per giustificare forme di razzismo o di militarizzazione del territorio. È un fenomeno indotto: mentre diminuiscono i comportamenti delittuosi, aumentano paradossalmente le richieste di intervento sul versante della sicurezza. Alle derive militaristiche corrisponde lo smantellamento di servizi utili ai cittadini. In una città come Parma sempre più afflitta da emergenze sociali (casa, licenziamenti, aumento della precarietà nei rapporti di lavoro, sottoccupazione, scarse retribuzioni, privatizzazione e riduzione dell'assistenza sociale pubblica) l'ordine pubblico diviene l'unica "risposta" comoda. […] Di prevenzione non si vuole più parlare: la repressione (mirata a trasformare le problematiche sociali in esclusive questioni di ordine pubblico) deve essere indiscriminata e totale […] fenomeni "criminali" o "extra-legali", a cui si cerca di sopperire disperatamente con atteggiamenti alla Rambo. Tutto ciò rimanda alla qualità e ai contenuti ideologici trasmessi nella formazione interna al corpo, alle linee direttive: a questo serve un professionista come Ugo Terracciano, attuale comandante dei Vigili di Parma [nel 2005], in realtà distaccato presso la Polizia Municipale ma dirigente della Polizia di Stato con esperienza nella DIGOS (polizia politica), grande sostenitore della vigente legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Basta sfogliare i quotidiani locali per notare la dannosità per il cittadino stesso di delegare al vigile certi poteri, sottolineata dalla crescente violenza del rapporto cittadino/vigile (aumento delle aggressioni, aumento delle denunce)."
Il documento si concludeva con la richiesta di dimissioni dei vertici del corpo della polizia municipale e il 'disarmo' della stessa da quegli strumenti di repressione che aveva iniziato a darsi.
Ieri, oggi…e domani?
In coda al documento precedentemente citato si trovava una raccolta di articoli, tratti dai giornali della città, riguardanti un episodio esemplare. Nel mese di gennaio era avvenuto lo sgombero di una cartiera abbandonata all'interno della quale avevano trovato rifugio molti immigrati. L'operazione fu svolta interamente dalla polizia municipale, spaccarono tutto, buttarono fuori tutti, alcuni stranieri successivamente dichiararono di essere stati malmenati. Questo avvenimento fece scalpore sia perché era gennaio, faceva molto freddo, e furono buttate sulla strada circa una ventina di persone le quali 'occuparono', con il beneplacito del parroco, una chiesa del centro, e sia perché fu la prima operazione di quel tipo attuata interamente dalla polizia municipale. Fino ad allora uno sgombero poteva essere svolto solo dalla polizia di stato, i carabinieri e la guardia di finanza, ma quel giorno grazie ad un'ordinanza di tipo sanitario (motivi igenici) emessa dal sindaco, i vigili fecero le prove del loro nuovo ruolo di supercops. Molti furono i dubbi sollevati dalla stampa e da alcuni personaggi pubblici riguardo la legittimità di quell'azione.
Il 29 settembre di quell'anno la polizia municipale fece un altro tentativo di sgombero, questa volta andato male, al centro sociale "Mario Lupo". In quell'occasione ci fu un po' di parapiglia, i vigili si presentarono di buzzo buono ma alcuni militanti furono più svelti, questa anche la versione che è emersa durante la prima udienza del processo. Un altro dato degno di nota è che tutti i vigili presenti quel giorno si recarono in ospedale per medicazioni, eppure quelli che hanno testimoniato fino ad ora dicono di essersi fatti male accidentalmente, addirittura a causa di una fuga precipitosa, perché presi dal panico. Ma dal 2005 ad oggi cosa è cambiato? Prima di tutto, anche se è cambiato il comandante dei vigili, il processo di militarizzazione non si è fermato. Nel tempo si sono moltiplicati gli inseguimenti e i fermi molto aggressivi svolti dai vigili nei confronti di ambulanti, sempre stranieri. Poi arrivò il 29 settembre 2008, quando uno studente ghanese di nome Emmanuel fu fermato nel campetto di fronte alla sua scuola, rincorso, picchiato, sequestrato per ore in questura. Questa storia denunciata dal ragazzo stesso, appellato con epiteti razzisti e malmenato, ha dato luogo ad una procedura di restrizioni dei pubblici uffici per quasi tutti coloro che parteciparono all'azione e in particolare per alcuni ha portato agli arresti domiciliari. Nei giorni successivi all'episodio emerse che all'interno del corpo dei vigili era stato creato un gruppo 'speciale', detto 'nucleo operativo di pronto intervento'. Alcuni dei componenti di questo corpo furono impiegati per il tentativo di sgombero del 29 settembre '05 al "Mario Lupo", dove si distinsero per la 'vivacità'.
In ultima battuta
Il documento citato sopra, prodotto esattamente 4 anni fa, è di un'attualità scottante. Ci sono processi all'interno delle forze dell'ordine che non si arrestano anche se cambiano le dirigenze, processi forti. La propaganda sulla sicurezza ha alimentato paure che hanno spostato l'opinione pubblica fino a farle accettare la violenza, purché in mano alle cosiddette forze dell'ordine. Ma era necessario aspettare di vedere la foto della faccia di un giovane, gonfia e irriconoscibile, fare il giro di tutti i giornali d'Italia, per capire che qualcosa non va?

Ateneo Libertario Parma

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