Il giorno 18 febbraio si è svolta la prima udienza del
processo per lo sgombero, avvenuto nel 2005, del centro sociale "Mario
Lupo" di Parma. Parte dei testimoni dell'accusa sono alcuni dei vigili
coinvolti nell'inchiesta sul 'caso Bonsu', ovvero il pestaggio dello
studente ghanese avvenuto durante un operazione antidroga per opera di
un cosiddetto Nucleo di pronto intervento della Polizia municipale di
Parma. Con questo approfondimento vogliamo mettere in luce alcuni
risvolti della vicenda, che ha il suo scenario a Parma.
La storia in breve
Lo stabile dell'ex Macello in piazzale Allende venne occupato nel 1977
da un insieme di gruppi politici di varia natura e nei primi anni '80
il circolo venne intitolato alla memoria di Mario Lupo, militante di
Lotta continua ucciso a coltellate nel 1972 da alcuni neofascisti.
Negli anni l'ex-macello vide molte gestioni (fu anche circolo arci,
così come rimase chiuso per breve tempo). Dagli anni '90 in poi
fu centro sociale a tempo pieno, sede di vari gruppi politici
dell'area ex autonomia e non solo. Nel 2005 il "Mario Lupo" fu
sgomberato. Dopo un primo tentativo fallito il 29 settembre lo sgombero
riuscì il 7 ottobre, dopo un'intera giornata di assedio e la
demolizione di parte dell'edificio per riuscire a far scendere gli
ultimi militanti asserragliati sul tetto. Da allora si costituì
l'Assemblea permanente del Mario Lupo, per portare avanti
attività e mobilitazioni. Il 27 e 28 gennaio 2007 lo stabile fu
rioccupato e sgomberato. I tre militanti che rimasero sul tetto per due
giorni vennero arrestati e processati per direttissima.
L'ultimo grido d'allarme
Nel marzo del 2005 il centro sociale era in piena attività,
l'assemblea che si riuniva nel centro sociale elaborò e diffuse
un documento sulla militarizzazione della polizia municipale. Per
capire di che si tratta ne proponiamo un breve estratto.
"Il corpo dei vigili urbani sta subendo un continuo e radicale processo
di trasformazione. Dall'essere organo di vigilanza con prevalenti
compiti amministrativi e funzioni ausiliarie di polizia (controllo
delle attività commerciali, edilizie, smaltimento rifiuti,
[etc.]) al divenire un organismo di preminenti funzioni di polizia
(controllo del territorio e immigrazione, repressione della
criminalità, gestione dell'ordine pubblico). Cresce una
insicurezza diffusa, frutto di campagne politiche finalizzate ad
alterare la realtà degli eventi per giustificare forme di
razzismo o di militarizzazione del territorio. È un fenomeno
indotto: mentre diminuiscono i comportamenti delittuosi, aumentano
paradossalmente le richieste di intervento sul versante della
sicurezza. Alle derive militaristiche corrisponde lo smantellamento di
servizi utili ai cittadini. In una città come Parma sempre
più afflitta da emergenze sociali (casa, licenziamenti, aumento
della precarietà nei rapporti di lavoro, sottoccupazione, scarse
retribuzioni, privatizzazione e riduzione dell'assistenza sociale
pubblica) l'ordine pubblico diviene l'unica "risposta" comoda. […] Di
prevenzione non si vuole più parlare: la repressione (mirata a
trasformare le problematiche sociali in esclusive questioni di ordine
pubblico) deve essere indiscriminata e totale […] fenomeni "criminali"
o "extra-legali", a cui si cerca di sopperire disperatamente con
atteggiamenti alla Rambo. Tutto ciò rimanda alla qualità
e ai contenuti ideologici trasmessi nella formazione interna al corpo,
alle linee direttive: a questo serve un professionista come Ugo
Terracciano, attuale comandante dei Vigili di Parma [nel 2005], in
realtà distaccato presso la Polizia Municipale ma dirigente
della Polizia di Stato con esperienza nella DIGOS (polizia politica),
grande sostenitore della vigente legge Bossi-Fini sull'immigrazione.
Basta sfogliare i quotidiani locali per notare la dannosità per
il cittadino stesso di delegare al vigile certi poteri, sottolineata
dalla crescente violenza del rapporto cittadino/vigile (aumento delle
aggressioni, aumento delle denunce)."
Il documento si concludeva con la richiesta di dimissioni dei vertici
del corpo della polizia municipale e il 'disarmo' della stessa da
quegli strumenti di repressione che aveva iniziato a darsi.
Ieri, oggi…e domani?
In coda al documento precedentemente citato si trovava una raccolta di
articoli, tratti dai giornali della città, riguardanti un
episodio esemplare. Nel mese di gennaio era avvenuto lo sgombero di una
cartiera abbandonata all'interno della quale avevano trovato rifugio
molti immigrati. L'operazione fu svolta interamente dalla polizia
municipale, spaccarono tutto, buttarono fuori tutti, alcuni stranieri
successivamente dichiararono di essere stati malmenati. Questo
avvenimento fece scalpore sia perché era gennaio, faceva molto
freddo, e furono buttate sulla strada circa una ventina di persone le
quali 'occuparono', con il beneplacito del parroco, una chiesa del
centro, e sia perché fu la prima operazione di quel tipo attuata
interamente dalla polizia municipale. Fino ad allora uno sgombero
poteva essere svolto solo dalla polizia di stato, i carabinieri e la
guardia di finanza, ma quel giorno grazie ad un'ordinanza di tipo
sanitario (motivi igenici) emessa dal sindaco, i vigili fecero le prove
del loro nuovo ruolo di supercops. Molti furono i dubbi sollevati dalla
stampa e da alcuni personaggi pubblici riguardo la legittimità
di quell'azione.
Il 29 settembre di quell'anno la polizia municipale fece un altro
tentativo di sgombero, questa volta andato male, al centro sociale
"Mario Lupo". In quell'occasione ci fu un po' di parapiglia, i vigili
si presentarono di buzzo buono ma alcuni militanti furono più
svelti, questa anche la versione che è emersa durante la prima
udienza del processo. Un altro dato degno di nota è che tutti i
vigili presenti quel giorno si recarono in ospedale per medicazioni,
eppure quelli che hanno testimoniato fino ad ora dicono di essersi
fatti male accidentalmente, addirittura a causa di una fuga
precipitosa, perché presi dal panico. Ma dal 2005 ad oggi cosa
è cambiato? Prima di tutto, anche se è cambiato il
comandante dei vigili, il processo di militarizzazione non si è
fermato. Nel tempo si sono moltiplicati gli inseguimenti e i fermi
molto aggressivi svolti dai vigili nei confronti di ambulanti, sempre
stranieri. Poi arrivò il 29 settembre 2008, quando uno studente
ghanese di nome Emmanuel fu fermato nel campetto di fronte alla sua
scuola, rincorso, picchiato, sequestrato per ore in questura. Questa
storia denunciata dal ragazzo stesso, appellato con epiteti razzisti e
malmenato, ha dato luogo ad una procedura di restrizioni dei pubblici
uffici per quasi tutti coloro che parteciparono all'azione e in
particolare per alcuni ha portato agli arresti domiciliari. Nei giorni
successivi all'episodio emerse che all'interno del corpo dei vigili era
stato creato un gruppo 'speciale', detto 'nucleo operativo di pronto
intervento'. Alcuni dei componenti di questo corpo furono impiegati per
il tentativo di sgombero del 29 settembre '05 al "Mario Lupo", dove si
distinsero per la 'vivacità'.
In ultima battuta
Il documento citato sopra, prodotto esattamente 4 anni fa, è di
un'attualità scottante. Ci sono processi all'interno delle forze
dell'ordine che non si arrestano anche se cambiano le dirigenze,
processi forti. La propaganda sulla sicurezza ha alimentato paure che
hanno spostato l'opinione pubblica fino a farle accettare la violenza,
purché in mano alle cosiddette forze dell'ordine. Ma era
necessario aspettare di vedere la foto della faccia di un giovane,
gonfia e irriconoscibile, fare il giro di tutti i giornali d'Italia,
per capire che qualcosa non va?
Ateneo Libertario Parma