Umanità Nova, n.9 dell'8 marzo 2009, anno 89

Autocostruzioni in paglia


Stanchi di cercare una soluzione abitativa nella valle in cui abitiamo nel sud della Francia, nel marzo 2008 abbiamo deciso di provare a costruire una piccola casetta di paglia.
Questa é la traccia di una lavoro che speriamo possa essere utile a chiunque cerchi una risposta creativa, autonoma, economica ed ecologica ad uno dei bisogni più elementari della vita di uomini e donne.
Gli attrezzi che abbiamo avuto a disposizione sono davvero molto semplici, così come le tecniche utilizzate. Importantissima é stata la solidarietà di tutte e tutti coloro che si sono avvicinati qualche ora, qualche giorno, qualche settimana...
Ci sembra importante condividere il nostro lavoro, convinti che non esista una ricetta perfetta per costruire una casa e che chiunque possa intraprendere questa strada servendosi e arricchendosi delle esperienze esistenti.


FONDAMENTA
L'obiettivo di questa prima fase è quello di costruire una struttura che permetta alla paglia di non essere in contatto con il suolo. Una delle tecniche più comuni è quella di costruire una base di pietra o di mattoni sulla quale poggerà la struttura di legno e paglia.
Dovendoci adattare al territorio accidentato noi abbiamo preferito costruire una sorta di palafitta sulla quale è stata fissata l'infrastruttura di appoggio del pavimento.

PAVIMENTO
Infrastruttura: due travi di grande dimensione (1) sostengono il peso della casa. Queste sono sospese dal suolo grazie a quattro muretti a secco cioè costruiti con pietre senza cemento (2) sui quali sono incastrate. Perpendicolarmente alle due travi portanti sono inchiodate sette travi parallele tra loro (3) (più o meno, visto che la forma della casa è irregolare) che sosterranno il pavimento.  
Inchiodati agli estremi delle due travi portanti, quattro pali verticali (4) delimitano i quattro angoli della nostra casa. Questi quattro pali faranno da base alla struttura del tetto.
Isolamento: un pavimento di semplici assi di legno non é sufficiente a isolare dal freddo e dal vento. Per isolare il nostro pavimento abbiamo sfruttato lo spessore delle travi dell'infrastruttura come intercapedine, a cui abbiamo inchiodato da sotto delle assi di recupero (5), che in termini tecnici vengono chiamate «pelli». Sono le parti del tronco più esterne, dunque piuttosto ricurve e costitutite per la maggior parte da corteccia così da non poter essere adoperate per pavimenti e superficie lisce. In seguito abbiamo riempito questo spazio (di circa 15 cm) con grandi quantità di felci secche e ricci (vuoti!) di castagne mischiati ad un fango argilloso un po' liquido (6).
Due precisazioni: la stagione e la presenza di un fitto sottobosco di queste specie é pesata molto nella scelta del nostro materiale isolante, ma allo stesso scopo potete usare qualsiasi altra specie facilmente reperibile nelle vostre zone (tanto per fare un esempio, gli steli di girasole e di lavanda sono molto usati in questi casi, così come la paglia e la lana di pecora). Quel che é importante ricordare in proposito é infatti il principio che affinché un materiale possa fungere da isolante é necessario che al suo interno sia presente un cuscino d'aria.
La seconda precisazione é che il fango non é che l'elemento che lega l'isolante, costituito dalla specie vegetale da voi scelta: una volta bagnata dal fango, quest'ultima ridurrà di molto il suo volume, per cui prevedete di raccoglierne grandi quantità.
Pavimento: Una volta riempito tutto lo spazio con l'isolante, facendo davvero attenzione a non lasciare interstizi in cui l'aria si possa insinuare, abbiamo inchiodato le travi del pavimento (7), precedentemente piallate, alla struttura di base.

TETTO
Avere un tetto sulla testa è fondamentale sotto diversi punti di vista. Da una parte ti protegge dalla pioggia mentre lavori e protegge il pavimento e i muri di paglia (IDROFOBI!) durante le fasi di costruzione e, dall'altra, é proprio alla struttura di legno del tetto che vengono fissati i telai di porte e finestre.
Il nostro è un tetto vegetale: l'isolamento è cioé costituito da uno spessore di terra posto sulla superficie del tetto, ragion per cui la sua pendenza non può essere eccessiva. Ci é stata consigliata una pendenza compresa tra il 3 e il 7%, ma noi, per la natura del materiale che abbiamo adoperato, abbiamo scelto di farne una del 10% e per ora la terra sembra avere una buona tenuta..
Struttura: il principio è simile a quello della struttura del pavimento. Vi sono 2 travi (8), parallele a quelle portanti del suolo, inchiodate ai 4 pali verticali, e una serie di travi (9) (ogni 60 centimetri circa), più o meno parallele tra loro, perpendicolari a quest'ultimi.
Affinchè il peso del tetto sia distribuito su diverse basi di appoggio e non gravi semplicemente sui 4 pali verticali, lungo il perimetro della casa ne sono stati aggiunti altri (10). Le strutture (17) che sosterranno i telai di porte e finestre svolgono anch'esse la funzione di punti di scarico del peso del tetto (cfr. Più avanti).
Un tetto vegetale ha bisogno di una struttura di base  piuttosto rigida e regolare, onde evitare avvallamenti della sua superficie sotto il peso della terra, pericolosi per la formazione di eventuali pozzanghere sulla propria testa.
Nello spazio tra le travi (circa 60 cm, cfr. sopra) abbiamo fissato delle canne di bamboo (11):  visto che il bamboo non ama essere inchiodato, lo abbiamo semplicemente legato alla struttura di legno con uno spago piuttosto robusto. Su questa base abbiamo a sua volta appoggiato dei tappeti di cannicciato (12), sempre nel tentativo di creare una base per la terra il più in piano possibile. Su quest'ultimo strato di cannicciato  é stata distesa una cerata (13) (recuperata… potete usare qualsiasi altro materiale, come pezzi di moquette o simili) per proteggere il materiale che rende impermeabile il tetto: una superficie di plastica agricola (14). Ahimé, questi sono i due unici elementi di materiale non biodegradabile della nostra casetta, ma non si può scherzare con le intemperie e le nostre finanze non ci permettevano di acquistare altro.  
Il tutto é stato fissato ai bordi delle travi con un sistema piuttosto «artigianale»: non ve lo stiamo a descrivere in quanto non si tratta di nessuna tecnica speciale, bensì di una forma di adattamento al materiale che avevamo a disposizione. Il principio da tenere a mente é piuttosto quello di tentare di immedesimarsi in una goccia di acqua che cerca di penetrare dove non é gradita: cercate di renderle impossibile il suo progetto!   
Isolante: Una volta accertata l'assenza di eventuali future pozzanghere, abbiamo coperto la plastica con un fine strato di paglia (15) (per evitare che le pietruzze presenti nella terra, potenti alleate della goccia di acqua, possano danneggiare il materiale impermeabilizzante) e infine aggiunto uno strato di terra (16), grossolanamente setacciato, di circa 10 cm di spessore.
Comincia allora uno dei lavori più delicati e gradevoli di questa fase, quello cioé del giardiniere! Le specie che si possono piantare variano in funzione del clima e dei gusti.
L'unico accorgimento che ci sentiamo di ricordarvi é di fare attenzione a piantare specie che non  necessitino di troppe cure e le cui radici non siano eccessivamente profonde e robuste. E, naturalmente, attenzione ai «ricordi» con cui uccellini di passaggio vi potrebbero omaggiare:  non sia mai che un nocciolino deposto sul vostro tetto si possa trasformare in un albero.
Visto il peso notevole che acquista il tetto ricoperto di  terra, noi abbiamo preferito stenderla dopo aver costruito i muri.

MURI
L'aspetto più importante da prendere in considerazione nella scelta delle balle di paglia é la loro compressione: più sono compresse, più la costruzione é isolata, solida e ignifuga. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, un muro di paglia ben compresso ha infatti una grande resistenza al fuoco e, a differenza del classico mattone di cemento, non esplode se sottoposto a una fonte di calore estremo.
Porte e finestre: prima di costruire i muri, bisogna decidere dove si vogliono collocare porte e finestre. Come accennato prima, i telai degli infissi vanno fissati su travi (17) che vengono inchiodate al pavimento e alla struttura di legno del tetto. Avendo usato materiale di recupero, non sempre abbiamo potuto avere finestre dotate di telaio, per cui alcune sono solo delle fonti di luce che non si possono aprire.   
Costruzione: i muri della nostra casa sono di paglia  di farro e grano biologici, fornita da una agricoltore della zona.
Le balle di paglia sono state incastrate comprimendole negli elementi verticali che costituiscono la struttura della casa (i pali verticali (4) (10) e le travi (17) su cui sono fissate le cornici di porte e finestre), appoggiate sul lato più corto  e sovrapposte le une sulle altre fino ad arrivare al tetto. Ogni piano di paglia é stato compresso da un'asse orizzontale (18) inchiodata ai pali verticali, in modo tale che la balla di paglia rimanga incastrata non solo nel senso della lunghezza, ma anche in quello dell'altezza. Negli spazi in cui le balle di paglia non erano della misura adeguata, ne abbiamo dovuto costruire ad hoc (19), smontando e rimontando quelle che ci erano state consegnate, cercando di perdere il meno possibile la loro compressione.
Ovviamente rimangono parecchi buchi e fessure, che in seguito vanno riempiti con paglia sfusa mischiata ad un fango molto spesso (un'altra volta, il fango non é isolante ma solo un collante, per cui il materiale principale per riempire tali spazi deve essere la paglia).
Intonaco (20): una volta riempiti tutti gli spazi, si passa alla fase di intonacatura. La quantità di mani d'intonaco e la natura dello stesso dipende molto dalle condizioni climatiche, dalle risorse disponibili in zona, nonché dalle preferenze personali. Nel nostro caso abbiamo deciso di usare una terra, piuttosto argillosa, che abbiamo cavato direttamente dalla montagna.
Il primo strato é costituito da una mistura molto liquida di terra e acqua, che abbiamo spruzzato sui muri con un pennello (più veloce sarebbe stato con l'apposito nebulizzatore). Quando tale strato si asciuga, la paglia é ancora chiaramente visibile, ma questo non é un problema: la sua finalità é quella di fare da base al secondo strato d'intonaco, molto più spesso e coprente, che da solo non avrebbe nessuna presa sulla paglia. Una volta steso il secondo strato con le mani, la paglia appare molto più coperta e i muri cominciano ad apparire molto più lisci (cominciano a sembrare dei muri "normali" e i visi dei passanti  sembrano un po' meno spaventanti e sgomenti...).
Abbiamo poi passato ancora uno strato di terra all'interno, prima di uno strato di rifinitura in cui alla terra abbiamo aggiunto della calce (metà terra, metà calce). Questa mano é stata data con un pennello e lisciata con una spugna, cercando di eliminare le continue screpolature che si formano sulla superficie. Per evitare di incorrere in tale problema, vi consigliamo di inumidire le pareti ogni volta che passate una nuova mano e di cercare di evitare che si asciughino troppo rapidamente (un buon metodo è quello di coprire la parete appena intonacata con delle superficie di plastica in modo da ritardare l'asciugatura).
Per quel che riguarda l'esterno, alla seconda mano di terra ne é seguita una terza di terra e calce, quest'ultima in proporzione molto maggiore che all'interno (circa 1 a 4), cercando in tal modo di preservare le superficie esterne, viste le piogge torrenziali che possono cadere nella zona. Anche in questo caso, infatti, le proporzioni di calce e terra sono variabili e dipendono dal clima e dal tipo di rifinutura che si vuole ottenere.  

Con le rotondità dei suoi muri rossi di terra e le piccole imperfezioni di un lavoro artigianale la casa é finita: mancano solo una stufa, un letto, un lavandino. Magari, ogni tanto, dovremo passare una mano di terra sulle pareti esterne e, col tempo, sarà sempre possibile aggiungere facilmente nuove stanze secondo i nostri bisogni e i nostri desideri.
Nella valle si dice che il lupo cattivo, travestito da prefetto, potrebbe  da un momento all'altro venire a soffiare sulla nostra casetta… chissà che non si riesca a sfruttare il suo soffio per avere l'elettricità?  

Marta e Sam

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