"L'approvazione da parte del Senato del disegno di legge Brunetta
pone qualsiasi soggetto interessato alla materia in una posizione di
non rinviabile scelta, ossia quella di partecipare al cambiamento"…
"A fronte di una disponibilità totale e di un lavoro serio e
costruttivo, la Cisl rivendica maggiori condizioni economiche e
professionali per tutti i lavoratori delle pubbliche amministrazioni.
Questo per la nostra organizzazione è il modo per rispondere
alle sfide dell'innovazione che oggi più che mai ci vengono
poste".
Gianni Baratta, Segretario confederale della Cisl
"È certo, comunque, che, così come l'amministrazione
pubblica ha sempre sofferto del circolo vizioso
dell'irresponsabilità (tra dirigenti che non amano essere
valutati e dipendenti che non gradiscono, a loro volta, di essere posti
sotto stress dai dirigenti), questa stessa tenaglia sembra aver frenato
il Governo nel suo disegno di legge e nella sua gestione parlamentare.
In particolare, penso al fatto che la maggioranza e il Governo hanno
rifiutato di accogliere quelle parti del nostro disegno di legge che
avrebbero reso più stringente il nesso fra valutazione e
obiettivi fissati ai dirigenti, il nesso fra obiettivi e risultati, il
nesso fra risultati e retribuzioni.
Su questi punti, mi sembra che il disegno di legge del PD fosse molto
più chiaro e netto, molto più incisivo di quanto non sia
il disegno di legge che stiamo esaminando oggi."
Pietro Ichino, Senatore del Partito Democratico – intervento sul DDL Brunetta
"Le norme previste dal disegno di legge ora approvato definitivamente
non portano allo snellimento delle procedure e a una vera efficienza
né pongono un freno alle dinamiche clientelari che hanno
dilatato a dismisura la spesa pubblica. La legificazione del rapporto
di pubblico impiego riporta a situazioni già viste: un
intervento improprio della politica nell'organizzazione del lavoro e
nelle relazioni sindacali.
Se questa azione non fosse dettata da pregiudizio e facili slogan, il
ministro si accorgerebbe che i contratti già consentono di
valutare i dipendenti, di distribuire in modo equo le risorse del
salario accessorio, di formarli, di sottoporli a sanzioni in caso di
inadempienze rispondendo meglio alle esigenze e alle finalità di
una moderna pubblica amministrazione."
Da un comunicato stampa della FLC CGIL del 25 febbraio 2009
Il cosiddetto DdL Brunetta è solo uno fra i tanti provvedimenti
che caratterizzano la febbrile attività legislativa del governo
nel suo assieme e del nostro eroe in particolare.
Come è possibile rilevare dalle prese di posizione che
riportiamo in apertura, la CISL, con vezzosa disponibilità,
provvede a sostenerne l'attuazione con l'evidente intento di
condizionarla in qualche misura (piaccia o meno la CISL è il
principale sindacato del settore pubblico), la CGIL leva nel vento le
bandiere e il PD sostiene e critica, con una linearità al limite
della schizofrenia, la politica governativa.
Proviamo a vedere cosa contiene questo vaso di pandora:
1. l'articolo 1 è un piccolo capolavoro di
statalismo antistatalista. Stabilisce, infatti, che le leggi che
riguardano i rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici possono essere
derogate dai contratti solo se le leggi stesse lo prevedono. In altri
termini, la contrattazione nel pubblico impiego viene seccamente
depotenziata e viene affermato con forza il primato della politica.
2. anche l'articolo 2 contiene, fra i molti
provvedimenti messi in cantiere, un esempio della dialettica al limite
della contorsione del governo, dopo aver posto innanzi la privacy come
scudo contro i pm cattivacci, il comma 1 dell'art. 2 del DdL
prevede "l'accesso diretto alle informazioni relative alla valutazione
del personale dipendente" agli organi di vertice politico delle
pubbliche amministrazione. Insomma il buon ragionier Rebaudengo
verrà trattato alla stregua dello squatter Inzillaghi, la
privacy vale solo dai parlamentari in su e dai capimafia in giù,
per gli altri libero controllo in libero stato. L'articolo 2 poi, oltre
all'ennesimo elenco di inni al merito, contiene anche l'obbligo di
residenza nella sede prescelta per almeno un quinquennio per i
vincitori di concorso e un premio alla stanzialità. Dalla marca
trevigiana, il nostro ministro colpisce, con evidente piacere, i
sudisti ansiosi di tornare in famiglia;
3. l'articolo 3 è essenzialmente volto a
blindare la contrattazione con una tal dovizia di dettagli che viene da
chiedersi se non sarebbe stato più semplice abolirla. Ma anche
Brunetta ha un cuore e qualcosa da fare ai sindacalisti ha ritenuto di
lasciarlo;
4. nell'articolo 4 che tratta dei controlli sulla
qualità dei pubblici servizi, dei controlli sui pubblici
dipendenti et similia, e che potremmo intitolare "bastonate vere ai
lavoratori e carote marce agli utenti", si può rilevare che,
nella pletora di disposizioni volte a colpire i pubblici dipendenti, ve
n'è una che appare suggestiva e riguarda la cosiddetta Class
action che è previa anche nei confronti delle pubbliche
amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici nel caso si
discostino dagli standard qualitativi ed economici fissati o violino le
norme preposte al loro operato. La possono proporre singoli cittadini,
associazioni o comitati a tutela degli interessi dei propri associati,
a condizione, però, che il ricorso sia preceduto da una diffida
volta a responsabilizzare il dirigente o la struttura a porre in
essere, senza troppi indugi, le misure correttive idonee a porre
rimedio alle violazioni, omissioni o mancati adempimenti. Se non
verrà fatto, si andrà in giudizio (davanti al giudice
amministrativo) per ottenere il ripristino del servizio e degli
standard a disposizione degli utenti. Non si potrà, però,
ottenere il risarcimento dei danni, per i quali resta ferma la
disciplina vigente (giudice ordinario). Viene specificato, poi, che per
i servizi pubblici locali i procedimenti davanti alle Autorità
di settore avranno la priorità sulla class action. La class
action, cioè, non potrà proseguire se un'Authority
indipendente ha già avviato un procedimento. In pratica la class
si può avviare, ma non per obiettivi veniali. Bizzarra come
scelta per un governo fautore del libero mercato e dell'arricchimento
individuale, ma tant'è;
5. gli articoli seguenti sono tutti solfeggi sullo
stesso spartito: sanzioni, merito, professionalità e la logica
brunettiana è chiara: si è cominciato col sanzionare i
malati, si prosegue sanzionando tutti raccogliendo il senso comune, in
qualche parte fondato ed in gran parte costruito ad arte contro i
lavoratori del settore pubblico.
Si tratta, di conseguenza, di cogliere appieno la rilevanza della
manovra in atto e di costruire le necessarie iniziative di resistenza e
di lotta.
Cosimo Scarinzi