Umanità Nova, n.10 del 15 marzo 2009, anno 89

Brunettiadi


"L'approvazione da parte del Senato del disegno di legge Brunetta pone qualsiasi soggetto interessato alla materia in una posizione di non rinviabile scelta, ossia quella di partecipare al cambiamento"…
"A fronte di una disponibilità totale e di un lavoro serio e costruttivo, la Cisl rivendica maggiori condizioni economiche e professionali per tutti i lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Questo per la nostra organizzazione è il modo per rispondere alle sfide dell'innovazione che oggi più che mai ci vengono poste".
Gianni Baratta, Segretario confederale della Cisl

"È certo, comunque, che, così come l'amministrazione pubblica ha sempre sofferto del circolo vizioso dell'irresponsabilità (tra dirigenti che non amano essere valutati e dipendenti che non gradiscono, a loro volta, di essere posti sotto stress dai dirigenti), questa stessa tenaglia sembra aver frenato il Governo nel suo disegno di legge e nella sua gestione parlamentare. In particolare, penso al fatto che la maggioranza e il Governo hanno rifiutato di accogliere quelle parti del nostro disegno di legge che avrebbero reso più stringente il nesso fra valutazione e obiettivi fissati ai dirigenti, il nesso fra obiettivi e risultati, il nesso fra risultati e retribuzioni.
Su questi punti, mi sembra che il disegno di legge del PD fosse molto più chiaro e netto, molto più incisivo di quanto non sia il disegno di legge che stiamo esaminando oggi."
Pietro Ichino, Senatore del Partito Democratico – intervento sul DDL Brunetta

"Le norme previste dal disegno di legge ora approvato definitivamente non portano allo snellimento delle procedure e a una vera efficienza né pongono un freno alle dinamiche clientelari che hanno dilatato a dismisura la spesa pubblica. La legificazione del rapporto di pubblico impiego riporta a situazioni già viste: un intervento improprio della politica nell'organizzazione del lavoro e nelle relazioni sindacali.
Se questa azione non fosse dettata da pregiudizio e facili slogan, il ministro si accorgerebbe che i contratti già consentono di valutare i dipendenti, di distribuire in modo equo le risorse del salario accessorio, di formarli, di sottoporli a sanzioni in caso di inadempienze rispondendo meglio alle esigenze e alle finalità di una moderna pubblica amministrazione."
Da un comunicato stampa della FLC CGIL del 25 febbraio 2009
Il cosiddetto DdL Brunetta è solo uno fra i tanti provvedimenti che caratterizzano la febbrile attività legislativa del governo nel suo assieme e del nostro eroe in particolare.
Come è possibile rilevare dalle prese di posizione che riportiamo in apertura, la CISL, con vezzosa disponibilità, provvede a sostenerne l'attuazione con l'evidente intento di condizionarla in qualche misura (piaccia o meno la CISL è il principale sindacato del settore pubblico), la CGIL leva nel vento le bandiere e il PD sostiene e critica, con una linearità al limite della schizofrenia, la politica governativa.
Proviamo a vedere cosa contiene questo vaso di pandora:
1.    l'articolo 1 è un piccolo capolavoro di statalismo antistatalista. Stabilisce, infatti, che le leggi che riguardano i rapporti di lavoro dei dipendenti pubblici possono essere derogate dai contratti solo se le leggi stesse lo prevedono. In altri termini, la contrattazione nel pubblico impiego viene seccamente depotenziata e viene affermato con forza il primato della politica.
2.    anche l'articolo 2 contiene, fra i molti provvedimenti messi in cantiere, un esempio della dialettica al limite della contorsione del governo, dopo aver posto innanzi la privacy come scudo contro i pm cattivacci,  il comma 1 dell'art. 2 del DdL prevede "l'accesso diretto alle informazioni relative alla valutazione del personale dipendente" agli organi di vertice politico delle pubbliche amministrazione. Insomma il buon ragionier Rebaudengo verrà trattato alla stregua dello squatter Inzillaghi, la privacy vale solo dai parlamentari in su e dai capimafia in giù, per gli altri libero controllo in libero stato. L'articolo 2 poi, oltre all'ennesimo elenco di inni al merito, contiene anche l'obbligo di residenza nella sede prescelta per almeno un quinquennio per i vincitori di concorso e un premio alla stanzialità. Dalla marca trevigiana, il nostro ministro colpisce, con evidente piacere, i sudisti ansiosi di tornare in famiglia;
3.    l'articolo 3 è essenzialmente volto a blindare la contrattazione con una tal dovizia di dettagli che viene da chiedersi se non sarebbe stato più semplice abolirla. Ma anche Brunetta ha un cuore e qualcosa da fare ai sindacalisti ha ritenuto di lasciarlo;
4.    nell'articolo 4 che tratta dei controlli sulla qualità dei pubblici servizi, dei controlli sui pubblici dipendenti et similia, e che potremmo intitolare "bastonate vere ai lavoratori e carote marce agli utenti", si può rilevare che, nella pletora di disposizioni volte a colpire i pubblici dipendenti, ve n'è una che appare suggestiva e riguarda la cosiddetta Class action che è previa anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici nel caso si discostino dagli standard qualitativi ed economici fissati o violino le norme preposte al loro operato. La possono proporre singoli cittadini, associazioni o comitati a tutela degli interessi dei propri associati, a condizione, però, che il ricorso sia preceduto da una diffida volta a responsabilizzare il dirigente o la struttura a porre in essere, senza troppi indugi, le misure correttive idonee a porre rimedio alle violazioni, omissioni o mancati adempimenti. Se non verrà fatto, si andrà in giudizio (davanti al giudice amministrativo) per ottenere il ripristino del servizio e degli standard a disposizione degli utenti. Non si potrà, però, ottenere il risarcimento dei danni, per i quali resta ferma la disciplina vigente (giudice ordinario). Viene specificato, poi, che per i servizi pubblici locali i procedimenti davanti alle Autorità di settore avranno la priorità sulla class action. La class action, cioè, non potrà proseguire se un'Authority indipendente ha già avviato un procedimento. In pratica la class si può avviare, ma non per obiettivi veniali. Bizzarra come scelta per un governo fautore del libero mercato e dell'arricchimento individuale, ma tant'è;
5.    gli articoli seguenti sono tutti solfeggi sullo stesso spartito: sanzioni, merito, professionalità e la logica brunettiana è chiara: si è cominciato col sanzionare i malati, si prosegue sanzionando tutti raccogliendo il senso comune, in qualche parte fondato ed in gran parte costruito ad arte contro i lavoratori del settore pubblico.
Si tratta, di conseguenza, di cogliere appieno la rilevanza della manovra in atto e di costruire le necessarie iniziative di resistenza e di lotta.

Cosimo Scarinzi

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