Umanità Nova, n.10 del 15 marzo 2009, anno 89

I nazi-investigatori della Caffarella


Il 18 febbraio la polizia di Roma arresta due presunti stupratori rumeni, un 20enne e un 36enne, "faccia da pugile", che vivono miserevolmente in una tenda.
Così viene descritto l'evento da chi ha la competenza istituzionalizzata per farlo: "Un lavoro fatto in strada, di pura investigazione, di intuito e senza l'aiuto di supporti tecnici. Un lavoro da veri poliziotti" (il questore Caruso intervistato da "Repubblica"). Uno degli arrestati infatti confessa: "L'abbiamo violentata per sfregio".
Questa è invece la descrizione dell'evento nell'ottica incompetente di uno degli arrestati: "Sono stato picchiato e minacciato negli interrogatori, prima dai poliziotti romeni e poi da quelli italiani. M'hanno fatto vedere una foto e mi hanno chiesto se lo conoscevo: certo che lo conoscevo, era Racz. Io non l'avevo mica accusato di niente... ma mi hanno riempito di botte e mi hanno costretto a dire che ero stato io" (dichiarazione raccolta dal "Corriere"). Insomma, proprio un lavoro di pura investigazione e da veri poliziotti. Che forse – sì, forse – nell'indagine hanno proiettato i loro pregiudizi razzisti e il loro virile machismo per sentirsi migliori dello "straniero" (è il noto meccanismo psicologico del "capro espiatorio").
Fatto sta che le analisi del Dna hanno scagionato i due romeni. Ma gli investigatori non si danno per vinti. Vogliono un rumeno purchessia, a cui estorcere la "verità" con un altro lavoretto di pura investigazione. Così, infine, si mostrano per quello che sono veramente. Dinanzi alla seguente dichiarazione d'ignoranza e malafede non c'è forse che tenga: "La convinzione degli investigatori, ricavata grazie ad un esame accurato del cromosoma "Y" estratto dal Dna, è che bisogna ricominciare a cercare nella comunità rumena. Attraverso l'analisi di questo particolare componente si può infatti ricavare l'etnia del profilo genetico e in questo caso il risultato raggiunto conferma che la nazionalità è proprio quella".
Che cos'è che non funziona in questa frase? "Profilo genetico", "cromosoma", "Dna" sono vocaboli della scienza biologica. "Comunità", "etnia", "nazionalità" sono invece concetti sociopolitici, che qui stanno, ipocritamente e ascientificamente, al posto di un'altra parola taciuta e insieme evidente: "razza".
Ora, non solo l'identificazione di un ceppo del Dna ha carattere statistico e non individuale. Non solo ha valore distintivo per gruppi umani restati lungamente isolati dal resto del mondo o scarsamente esogamici. Ma riguarda per giunta una scala temporale di secoli. La Romania, come dichiara il nome stesso, fu popolata da coloni romani. Nel X secolo gruppi slavi (ungheresi, rumeni e polacchi) arrivarono in Calabria per contrastare l'avanzata dei Normanni: almeno 40.000 unità di cavalleria pesante, agli ordini dei Bizantini, e lì sono rimasti. In Sicilia ci sono stati gli arabi per due secoli. E anche in Spagna.
Tanti italiani hanno nel cromosoma "Y" alleli di avi arabi, rumeni, scandinavi, polacchi, greci, turchi... Anche i geniali investigatori e poliziotti italici, pur con le loro ossessioni e i loro fantasmi razzisti.

RedB

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