Umanità Nova, n.10 del 15 marzo 2009, anno 89

Non scherziamo col nuleare


Su La Repubblica e su Il Sole-24 Ore dell'8 marzo scorso è apparso un avviso al pubblico della SO.G.I.N. (Società-gestione impianti nucleari) S.p.A. in cui si annunciava di aver predisposto il progetto, ed il relativo studio di impatto ambientale (SIA), per l'impianto di condizionamento prodotto finito (ICPF), ubicato nel sito ITREC di Trisaia, comune di Rotondella in provincia di Matera.
"L'impianto ICPF è finalizzato al condizionamento dei rifiuti liquidi radioattivi attualmente stoccati presso il sito ITREC di Trisaia e di quelli che verranno prodotti durante il decommissioning del sito stesso, mediante un processo di solidificazione con inglobamento della corrente radioattiva in matrice cementizia" .
Nell'avviso si legge anche che "...le analisi condotte sul processo dell'impianto ICPF hanno riscontrato un impatto ambientale trascurabile che porterà i rifiuti radioattivi già presenti nel sito ITREC ad un livello di sicurezza maggiore di quello attuale". Vedremo se nella documentazione che sarà disponibile per la consultazione dei cittadini verranno quantificati questi indici di sicurezza.
L'avviso della SO.G.I.N. annuncia anche che l'impianto ICPF dopo aver trattato i rifiuti liquidi radioattivi del decommissioning, sarà anch'esso disattivato e smantellato. La SO.G.I.N. annuncia la presentazione della "richiesta di compatibilità ambientale" in data 9 marzo 2009 al ministero per l'Ambiente, al ministero per i Beni e le attività culturali e alla regione Basilicata, ai sensi del decreto legislativo 16/1/2008 n. 4, parte II, titolo III, progetti di competenza statale. Dall'avviso si apprende che: "...a decorrere dal 9 marzo 2009 lo studio di impatto ambientale (SIA) e la sintesi non tecnica sono a disposizione del pubblico per la consultazione presso la regione Basilicata a Potenza e presso la Provincia di Matera ed i comuni di Rotondella, Policoro e Nova Siri". Infine l'avviso informa che ai sensi dell'art. 24, comma 4 del decreto legislativo 4/2008, chiunque abbia interesse può presentare in forma scritta, nel termine di sessanta giorni, istanze, osservazioni o pareri ai tre ministeri sopracitati ed alla regione Basilicata.
A questo punto suggerisco ai lettori di Umanità Nova di leggere tutto l'art. 24 ed anche l'art. 23 del dlgs 4/2008. Ci si accorgerà che la SO.G.I.N. ha indicato i luoghi nei quali i cittadini possono consultare la documentazione cartacea ma ha dimenticato di indicare anche il sito per la consultazione elettronica. La SO.G.I.N. sarà obbligata a ripetere la pubblicazione dell'avviso nella forma corretta.
Torniamo all'art. 24. Al comma 6 è scritto che "...l'autorità competente può disporre che la consultazione avvenga mediante lo svolgimento di una inchiesta pubblica". Nel testo in inglese della Convenzione di Aarhus, alla quale si fa riferimento nell'art.3-sexies del dlgs 4/2008, si parla dello svolgimento di una "...udienza pubblica, come appropriato".
La convocazione di una udienza pubblica, che ha come caratteristica il contraddittorio, non è quindi una opzione lasciata alla discrezionalità dell'autorità competente. Dovremo batterci affinché il tardivo recepimento della direttiva 85/337/CEE, Convenzione di Aarhus e direttiva 2003/35/CE non si traduca in una beffa.
Bisogna tener presente che da una decina di anni in Italia si accentua il deficit di democrazia. La classe politica declama il diritto dei cittadini alla partecipazione democratica ma, nei fatti, continua a negarla. Chi fonda il suo potere sulla delega vede come il fumo negli occhi la partecipazione dei deleganti, esercizio di democrazia diretta che scavalca la delega. A proposito del nucleare c'è da segnalare l'intera pagina apparsa su NOVA (supplemento a Il Sole-24 Ore del 5 marzo 2009) dedicata al riciclaggio delle scorie e l'accordo, siglato di recente a Roma, relativo ad un programma nucleare italo-francese. Tutto ciò in assenza, in Italia, di un Piano energetico nazionale (l'ultimo è del 1987) con relativo dibattito parlamentare preceduto da un confronto tra cittadini ed istituzioni.
Per sgomberare il campo da eventuali equivoci: è indispensabile la presa di coscienza del diritto di partecipare ai processi decisionali di progetti, piani e programmi che hanno una ricaduta sul territorio e quindi sulla qualità della vita e sulla salute nostra e delle generazioni future. Ma rivendicare questo diritto non è sufficiente per ottenerlo. E' necessario che la presa di coscienza sia abbinata alla disponibilità alla lotta per pretendere il rispetto dei nostri diritti e impedire che scelte autoritarie vengano calate sulla nostra testa e sulla nostra pelle.

Giacomo Buonomo

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