Umanità Nova, n.10 del 15 marzo 2009, anno 89

Bel lAvoro


A cura della Commissione Lavoro della Federazione Anarchica Milanese

Alla SO.GE.TER  lavoratori senza diritti in lotta

Tofan Nicu, Arapalea Babriel, Mitrofan Anton, Presero Aureliam sono 4 lavoratori provenienti dalla Romania. Lavoravano per la cooperativa ELLEPI TRANSPORT che a novembre 2008 ha chiuso il rapporto di lavoro con la ditta committente SO.GES.TER. di San Giuliano (MI), con la quale hanno continuato a lavorare ed essere pagati fino a gennaio 2009. La nuova cooperativa subentrata, non contenta di spremerli come limoni, ha imposto il dimezzamento dei salari. Per i  4 lavoratori, su un totale di 12, che hanno rifiutato queste paghe da fame, è scattato senza appello il licenziamento e il non pagamento di 3 mensilità arretrate.
E' un gioco sporco quello delle cosiddetta cooperative di appalto che in realtà coprono la funzione di "vergognoso caporalato". Un capitalismo senza più regole che con accanimento vuol far pagare la propria crisi ai lavoratori e in cui il ricatto contro gli immigrati è ancora più spietato. Se non li fermiamo in tempo distruggeranno le nostre esistenze.
Una prima iniziativa di lotta è stata messa in atto giovedì 5 marzo, quando a partire dalle 7,30 circa 25 persone si sono presentate ai cancelli della SO.GES.TER (oltre agli operai licenziati hanno dato il loro sostegno il comitato antirazzista milanese e una rappresentanza dello Slai Cobas) per impedire il passaggio dei camions e la riuscita dello sciopero. Anche i pochi operai al lavoro hanno ampiamente solidarizzato con il presidio oltre gli stessi camionisti.
I 2-3 carabinieri presenti hanno cercato di intimidire con minacce varie. Il grosso del presidio ha tenuto la posizione fino alle 11, continuando in forma ridotta fino  alle 15, quando i carabinieri si sono presentati con un documento da parte della azienda, con il quale si convoca una rappresentanza dei licenziati in settimana, per cercare un accordo. Si spera. Vi terremo informati.

Animata dimostrazione operaia per le strade di Seoul

Sabato 28 Febbraio alcune migliaia di dimostranti guidati dalla Confederation of Trade Unions hanno tenuto una dimostrazione nel centro di Seoul, poi sfociata in violenti scontri con la polizia, al termine della quale 31 partecipanti sono stati arrestati sotto l'accusa di avere assalito le forze dell'ordine con tubi di metallo e lanci di mattoni, causando alcuni feriti. Circa 3.000 dimostranti, operai e studenti, hanno invaso sin dalle prime ore della mattina il centro di Seoul, contro le politiche economiche e sociali del governo che stanno riversando il costo della crisi economica sulla classe lavoratrice e inoltre protestando contro la poca o nulla attenzione prestata su questo problema da parte dei media.
La dimostrazione, che si sarebbe dovuta tenere nella Cheonggye plaza, già completamente circondata dalla polizia, si è presto spostata in tutto il centro della città, mentre piccoli gruppi di dimostranti hanno dato vita a scontri protrattisi sino alle prime ore del mattino della domenica.

Alla direzione della Ahlstrom non piacciono i sindacati di base

Nel n.9 di U.N. questa rubrica aveva trattato il caso dei lavoratori della Ahlstrom di Gallarate, in presidio da due mesi contro la chiusura della fabbrica ed improvvisamente convocati dalla direzione per il 3 marzo presso la sede dell'Unione Industriali di Torino.
Chi pensava a un lieto fine resterà purtroppo deluso; all'incontro di Torino infatti si sono presentati, convocati dall'azienda, anche i rappresentanti della CGIL e della CISL, ben presenti a Cressa (No), Mozzate e Carbonate (Co), mentre alla Ahlstrom-Gallarate i 20 dipendenti sono tutti tesserati AL Cobas.
Secondo quanto riportato dai rappresentanti sindacali dell'AL Cobas e confermato anche dalla CGIL di Novara, l'intenzione degli Industriali e della multinazionale finlandese era di aprire non un solo tavolo bensì due tavoli separati: uno con Cgil e Cisl, l'altro con l'AL Cobas, ritenendo evidentemente imprescindibile mantenere una netta linea di demarcazione anche in questo delicatissimo frangente. Inutile dire, la cosa ha sollevato accese discussioni tra i presenti a Torino, tanto che i delegati gallaratesi hanno fatto ritorno senza essere ricevuti. «Faremo un'assemblea con i lavoratori – spiega un delegato di AL Cobas - A questo punto penseremo ad iniziative più incisive e azioni più forti per conservare i posti di lavoro».

All'ATM cresce la protesta

All'Atm, trasporto urbano milanese, dal 2 al 6 marzo è stato attuato per l'intera settimana, come forma di mobilitazione, l'astensione delle prestazioni dello straordinario per inviare un primo importante segnale di, riscontrando una situazione peggiore di 5 anni fa (quando esplose la grande lotta). A 14 mesi dalla scadenza del contratto delle pur misere 150 euro di aumenti che il sindacato confederale e autonomi sventolavano un anno fa, adesso di parla di una misera mancetta di pochi euro, con lo spettro, da parte aziendale, di defraudare di diverse giornate di riposo e di aumentare l'orario di lavoro. La spinta maggiore viene dai più giovani "che, per far fronte ad una sopravvivenza precaria portata ai massimi livelli, sono costretti alla dura asprezza di giornate lavorate lunghissime". In un comunicato a firma del Comitato Lavoratori in Lotta Atm si afferma anche: "Siamo costretti a cominciare a muoverci in maniera autorganizzata, decisa e con quel vigore che ci viene imposto dalle necessità e dalle impellenti scadenze quotidiane e mensili. Adesso basta! Non se ne può più! Guai a chi tocca gli orari di lavoro! Subito consistenti aumenti salariali a partire dagli ultimi!!! – E si conclude -  Hanno voluto la crisi! Che la paghino loro!"
Dopo il buon risultato raggiunto con questa prima iniziativa, che ha visto i tranvieri Atm astenersi massicciamente dagli straordinari, sicuramente si cercherà l'intensificazione e l'allargamento della lotta per un adeguato rinnovo del contratto, ma anche per il ritiro immediato del DDL Sacconi e della legge 146/90.
                    

A Milano mobilitazione per il diritto di sciopero

Come prime risposte all'ulteriore e grave attacco  al diritto di sciopero, con le nuove norme previste dal governo, i sindacati di base Cub, Conf. Cobas, SdL  hanno indetto delle mobilitazioni in Lombardia con assemblee e presidi in tutte le province il 6 e 7 marzo.
Il documento che promuoveva le iniziative evidenziava: "avviene proprio quando è più grave la crisi economica, più pesante le conseguenze per i lavoratori e maggiore la necessità di risposte determinate. Lo scopo del governo è quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero – concludendo –  Un colpo di mano che va sventato sul nascere".  A Milano venerdì 6 si è svolta dalle 9,30 alle 12 un'assemblea presso la Casa della cultura alla presenza di delegati, rappresentanti del sindacato di base e lavoratori, in cui è stata ribadita l'urgenza di attivare la mobilitazione e la lotta. E' seguito un presidio davanti alla prefettura fino alle 14 dove circa 200 attivisti, innalzando le bandiere dei sindacati di base, hanno vivacemente protestato.

Per contatti e invio informazioni alla rubrica:
bel-lavoro@federazioneanarchica.org

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