Umanità Nova, n.11 del 22 marzo 2009, anno 89

Operai in rivolta


Pubblichiamo un documento di un'assemblea di lavoratori greci del gennaio scorso. Il documento pur se datato è di un certo interesse e dà una chiave di lettura anche di più recenti fatti di cronaca. Non a caso Guglielmo Epifani ha chiesto la riconoscenza del governo italiano perché ".. l'azione della CGIL ha impedito che la situazione precipitasse come in Grecia e in Francia".

Noi operai, impiegati, disoccupati, lavoratori precari, greci o immigrati, che non siamo spettatori e abbiamo partecipato dal primo momento alle manifestazioni, agli scontri con la polizia, alle occupazioni nel centro e le periferie d'Atene; noi che molte volte abbiamo dovuto lasciare il nostro posto di lavoro e i nostri impegni quotidiani per scendere in piazza fianco a fianco con gli alunni, gli studenti e gli altri proletari in lotta,
abbiamo deciso di occupare la sede della Confederazione Generale dei Lavoratori della Grecia (CGLG) per:
- Trasformarla in un luogo di libera espressione e d'incontro dei lavoratori;
- Far cadere il mito creato dai media, secondo il quale i lavoratori erano e sono assenti dagli scontri e che la rabbia manifestata tutti questi giorni riguarda solo 500 "anarchici" e "hooligans" e frottole del genere, mentre negli schermi televisivi i lavoratori erano presenti come le vittime degli scontri, nello stesso momento in cui i licenziamenti di migliaia di lavoratori provocati dalla crisi capitalista in Grecia e in tutto il mondo vengono presentati come qualcosa di "naturale".
- Denunciare e portare alla luce il ruolo della burocrazia sindacale nel minare la rivolta e non solo questa. La CGLC e tutto l'apparato burocratico che la appoggia, da decenni mina le lotte dei lavoratori; negoziano la nostra forza-lavoro, prolungando il regime dello sfruttamento e della schiavitù salariata. È esemplare il suo atteggiamento mercoledì scorso (10 dicembre) quando hanno annullato il corteo programmato per quel giorno e si è limitata ad un breve concentramento in piazza Sintagma, cercando di isolare i manifestanti dal "virus" della ribellione.
- Perché vogliamo aprire per la prima volta ai lavoratori – come conseguenza della "frattura" nel sociale che ha prodotto questa rivolta - questa sede costruita con i nostri contributi e dalla quale siamo esclusi. Per tutti questi anni abbiamo affidato il nostro destino a "salvatori" di ogni genere fino al punto di perdere ogni traccia di dignità. In quanto lavoratori dobbiamo assumere le nostre responsabilità invece di delegare le nostre speranze a leaderini "illuminati" e "abili" rappresentanti. Dobbiamo prendere la parola in prima persona, incontrarci tra di noi, parlare e decidere per agire contro l'attacco su tutti i fronti che stiamo subendo. Creare forme di "resistenza collettiva" dal basso costituisce l'unica soluzione.
- Promuovere l'idea dell'autorganizzazione e della solidarietà nei posti di lavoro; dei comitati di lotta e delle iniziative collettive dal basso, abolendo le burocrazie sindacali.
Per anni e anni abbiamo dovuto sopportare la miseria, il ruffianesimo e i soprusi nei posti di lavoro. Ci siamo abituati a contare i nostri  colleghi morti, la cui morte viene etichettata come "incidenti sul lavoro". Ci siamo abituati a disinteressarci degli immigrati - i nostri fratelli in lotta - che vengono assassinati. Ci siamo stufati di vivere con l'ansia di come procurarci il salario, i contributi e una pensione che sta diventando sempre di più un miraggio.
Nello stesso modo in cui stiamo lottando per non abbandonare la nostra vita nelle mani dei padroni e dei burocrati, non abbandoneremo mai nelle mani dello Stato e dell'apparato giudiziario i rivoltosi arrestati.

Rilascio immediato degli arrestati e chiusura dei procedimenti penali contro di loro.
Autorganizzazione dei lavoratori
Sciopero generale.

O saremo noi a scrivere la Storia o la storia sarà scritta senza di noi!
O saremo noi a scrivere la storia o sarà una vita senza senso!

Assemblea Generale di Operai in Rivolta

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti