Umanità Nova, n.12 del 29 marzo 2009, anno 89

Contro le politiche del G14


Sembra di vivere una situazione irreale. La crisi economica avanza a grandi passi, tutti i giorni, travolgendo i recinti delle nostre protezioni l'uno dopo l'altro.
Nubi ancora più minacciose si addensano nel futuro prossimo. Ognuno si lamenta e si arrabatta per conto proprio, ma sembra non esserci la coscienza collettiva della gravità della situazione che viviamo: cioè, che il costo della crisi economica viene tutta riversata sulle spalle dei lavoratori, pensionati, precari, disoccupati e ceti popolari più in generale.
 Si registrano piccoli falò di resistenza e di lotta a macchia di gattopardo, ma non c'è la grande fiammata in grado di incendiare la prateria.
Eppure potrebbe accadere da un momento all'altro se il fumo che annebbia la vista con le molte, troppe, false promesse, inutili aspettative e deleterie attese si dirada a tal punto da far prendere coscienza che solo un'azione dal basso decisa e coordinata è l'unica via percorribile.
E' nostro impegno lavorare in tal senso.
Pur in una pratica di attività quotidiana, dobbiamo anche coniugare lo sforzo di valorizzare i momenti di mobilitazione generale e di lotta che le prossime scadenze ci offrono. La prima, per importanza che ci sta di fronte, è certamente quella della manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo, nel giorno in cui si riuniranno i ministri del welfare del G14, nell'intento di dare la risposta alla loro crisi, con la vecchia e amara medicina di sempre verso i ceti popolari più disagiati in termini di bassi salari, basse pensioni, disoccupazione, tagli dei servizi sociali, pressione fiscale.
La manifestazione di contrasto ed opposizione è promossa dall'area del sindacalismo di base, principalmente dal Patto di Base, opportunamente partecipata da tutte le altre componenti sia del sindacalismo di base che dell'opposizione sociale, rivendicando sia gli aspetti più sindacali quali il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro, gli aumenti salariali e delle pensioni adeguati e collegati al costo della vita, la garanzia del reddito ai disoccupati, ma anche garanzia dei servizi sociali e dell'abitazione per tutti.
E' anche importante e fondamentale rivendicare sì i tagli, ma delle spese militari, la chiusura di tutte le basi militari ed il ritiro di tutte le truppe in missioni all'estero, cose delle quali ancora gli stessi lavoratori e la popolazione più in generale non percepiscono a sufficienza la gravità e il danno che tutto ciò arreca.
Non facciamoci troppo spaventare dalla eccessiva baldanza e arroganza con cui l'attuale potere in carica porta avanti le politiche più conservatrici e reazionarie attraverso leggi, atti repressivi e provvedimenti vari di una assurda barbarie.
E' un potere con la fisionomia del gigante, ma, per le contraddizioni insite, con i piedi di argilla. Ed è nostro compito picconare dal basso per frantumare la base su cui poggia. I nostri picconi sono gli spiragli di coscienza delle classi subalterne.Lavoriamo con tenacia per coordinare le varie anime dell'opposizione, dalle lotte aziendali a quelle nella società. Un buon esempio di resistenza sociale unitaria è quello che recentemente si è manifestato a Milano per far fronte alla politica repressiva di chiusura degli spazi autogestiti.
Facciamo in modo che le accuse lanciate dal Ministro Brunetta di "guerriglieri" nei confronti dell'Onda, dopo i fatti alla Sapienza di Roma, si materializzino in una reale ribellione contro l'attuale società e un'Onda capace di propagarsi in tutti gli ambiti sociali.
E' importante, pertanto, sostenere la manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, tenendo conto anche delle scadenze successive, in ordine: il 4 aprile (giornata contro la Nato), il 23 aprile (lo sciopero generale del sindacalismo di base con mobilitazioni regionali), sempre il 23 aprile la manifestazione a Siracusa contro il G8 ambiente, e questa estate in Sardegna (mobilitazione contro il G8).

Enrico Moroni

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