Sembra di vivere una situazione irreale. La crisi economica avanza a
grandi passi, tutti i giorni, travolgendo i recinti delle nostre
protezioni l'uno dopo l'altro.
Nubi ancora più minacciose si addensano nel futuro prossimo.
Ognuno si lamenta e si arrabatta per conto proprio, ma sembra non
esserci la coscienza collettiva della gravità della situazione
che viviamo: cioè, che il costo della crisi economica viene
tutta riversata sulle spalle dei lavoratori, pensionati, precari,
disoccupati e ceti popolari più in generale.
Si registrano piccoli falò di resistenza e di lotta a
macchia di gattopardo, ma non c'è la grande fiammata in grado di
incendiare la prateria.
Eppure potrebbe accadere da un momento all'altro se il fumo che
annebbia la vista con le molte, troppe, false promesse, inutili
aspettative e deleterie attese si dirada a tal punto da far prendere
coscienza che solo un'azione dal basso decisa e coordinata è
l'unica via percorribile.
E' nostro impegno lavorare in tal senso.
Pur in una pratica di attività quotidiana, dobbiamo anche
coniugare lo sforzo di valorizzare i momenti di mobilitazione generale
e di lotta che le prossime scadenze ci offrono. La prima, per
importanza che ci sta di fronte, è certamente quella della
manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo, nel giorno in cui si
riuniranno i ministri del welfare del G14, nell'intento di dare la
risposta alla loro crisi, con la vecchia e amara medicina di sempre
verso i ceti popolari più disagiati in termini di bassi salari,
basse pensioni, disoccupazione, tagli dei servizi sociali, pressione
fiscale.
La manifestazione di contrasto ed opposizione è promossa
dall'area del sindacalismo di base, principalmente dal Patto di Base,
opportunamente partecipata da tutte le altre componenti sia del
sindacalismo di base che dell'opposizione sociale, rivendicando sia gli
aspetti più sindacali quali il blocco dei licenziamenti, la
riduzione dell'orario di lavoro, gli aumenti salariali e delle pensioni
adeguati e collegati al costo della vita, la garanzia del reddito ai
disoccupati, ma anche garanzia dei servizi sociali e dell'abitazione
per tutti.
E' anche importante e fondamentale rivendicare sì i tagli, ma
delle spese militari, la chiusura di tutte le basi militari ed il
ritiro di tutte le truppe in missioni all'estero, cose delle quali
ancora gli stessi lavoratori e la popolazione più in generale
non percepiscono a sufficienza la gravità e il danno che tutto
ciò arreca.
Non facciamoci troppo spaventare dalla eccessiva baldanza e arroganza
con cui l'attuale potere in carica porta avanti le politiche più
conservatrici e reazionarie attraverso leggi, atti repressivi e
provvedimenti vari di una assurda barbarie.
E' un potere con la fisionomia del gigante, ma, per le contraddizioni
insite, con i piedi di argilla. Ed è nostro compito picconare
dal basso per frantumare la base su cui poggia. I nostri picconi sono
gli spiragli di coscienza delle classi subalterne.Lavoriamo con tenacia
per coordinare le varie anime dell'opposizione, dalle lotte aziendali a
quelle nella società. Un buon esempio di resistenza sociale
unitaria è quello che recentemente si è manifestato a
Milano per far fronte alla politica repressiva di chiusura degli spazi
autogestiti.
Facciamo in modo che le accuse lanciate dal Ministro Brunetta di
"guerriglieri" nei confronti dell'Onda, dopo i fatti alla Sapienza di
Roma, si materializzino in una reale ribellione contro l'attuale
società e un'Onda capace di propagarsi in tutti gli ambiti
sociali.
E' importante, pertanto, sostenere la manifestazione nazionale del 28
marzo a Roma, tenendo conto anche delle scadenze successive, in ordine:
il 4 aprile (giornata contro la Nato), il 23 aprile (lo sciopero
generale del sindacalismo di base con mobilitazioni regionali), sempre
il 23 aprile la manifestazione a Siracusa contro il G8 ambiente, e
questa estate in Sardegna (mobilitazione contro il G8).
Enrico Moroni