Giovanni Orazio Rinaldi nasce il 23 febbraio del 1883 a Napoli, da
Marco Orazio e Giuseppina De Luca. Completate le scuole superiori si
iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di
Urbino: in quel periodo abbraccia le idee anarchiche e svolge
propaganda tra gli operai e gli studenti, diventando un assiduo lettore
del quotidiano socialista "l'Avanti!". In una lettera riservata della
prefettura di Cosenza, del 26 aprile 1906, si legge: "E' di carattere
buono, educato civilmente, d'intelligenza svegliata, abbastanza colto".
A Spezzano Albanese possiede delle proprietà terriere e quando
periodicamente vi si reca, frequenta qualche socialista non essendovi,
in quella comunità, degli anarchici. Durante i periodi di
permanenza in Calabria continua a mantenere i rapporti con i socialisti
e gli anarchici di Urbino. Nel 1904 tenta di costituire un circolo
politico a Spezzano Albanese, senza però riuscirvi. Nello stesso
anno, ritornato a Urbino, partecipa alla commemorazione di Garibaldi e
per questo viene condannato dalla Pretura di quella città a 3
giorni di arresto - per aver issato insieme con altri una bandiera
anarchica, rifiutando di compiere il gesto di obbedienza - e viene
anche querelato per ingiurie a un sacerdote in Urbino salvo poi
ottenere la rescissione della querela. Nel 1906 completa gli studi
conseguendo la laurea in giurisprudenza presso l'università di
Urbino e inizia a esercitare la professione presso lo studio dell'avv.
Arturo Santini anch'egli anarchico. Si sposa con Anita Santini (nella
carte di polizia si parla, in modo errato, di Teresa Sabatini). L'8
aprile dello stesso anno, alle ore 11.00, tiene in Acqualagna una
conferenza sul tema: "Le condizioni economiche del contadino".
L'oratore, alla presenza di un centinaio di persone di tutti i ceti,
dimostra il gran distacco che passa fra la classe lavoratrice e quella
borghese, enumerandone le differenze economiche e sociali. Il giovane
avvocato anarchico si intrattiene sull'utilità
dell'organizzazione, accenna a quanto è avvenuto a Fossombrone,
località in cui i contadini vincono la loro battaglia grazie
alla buona organizzazione. Nei suoi comizi Rinaldi invita, con
particolare forza, le folle convenute all'astensione nelle elezioni
politiche e termina il suo dire mettendosi a disposizione dei
lavoratori di Acqualagna per quei consigli di indirizzo di cui avessero
bisogno. La conferenza dura circa un'ora e non si verificano incidenti.
Dal 16 al 20 giugno 1907 prende parte attiva ai lavori del Congresso
Anarchico che si tiene a Roma, interviene a tutte le sedute,
prendendo spesso la parola nei temi posti all'ordine del giorno. Nella
seduta di chiusura del 19 giugno caldeggia, insieme ad altri, la
fondazione di un giornale unico anarchico dal titolo "L'alleanza
libertaria" da pubblicarsi, nell'ottobre successivo, a Roma o ad
Ancona. Nel mese di febbraio del 1907, partito alla volta di Spezzano
Albanese, viene segnalato dal sottoprefetto di Urbino a quello di
Castrovillari, che viene anche informato del conseguimento di laurea da
parte di Rinaldi. Nell'aprile del 1908 è segnalato dal prefetto
di Pesaro al Ministero dell'Interno a causa della sua corrispondenza
col noto sovversivo Alfredo Palladio finalizzata a costituire in quella
città una sezione dell'Associazione Italiana antimilitarista.
Nell'ottobre del 1911 il Sottoprefetto di Castrovillari propone
la radiazione dal registro schedario del sovversivo Rinaldi,
comunicando che "lo stesso non è da ritenersi più
pericoloso per i suoi principi politici, giacchè non fa alcuna
propaganda ed attende unicamente all'amministrazione della sua
proprietà, mercè la cui rendita vive con agiatezza
unitamente alla sua famiglia". Anche l'Arma dei Carabinieri, all'uopo
interpellata dal Sottoprefetto, esprime parere favorevole. Il 3 gennaio
1912, il Questore di Ancona segnala al Ministero dell'Interno che
Rinaldi è abbonato al periodico "Germinal" che si stampa
in quella
città.
A partire dal 1918 si dedica all'educazione politica dei braccianti
agricoli di Spezzano Albanese completamente trascurati e con loro
rivendica le terre demaniali. Si iscrive al Partito Socialista
Massimalista diventandone fiduciario e poi segretario per il
circondario di Castrovillari. Dedica in quegli anni tutte le sue
migliori energie per il riscatto delle masse lavoratrici agricole.
Tiene costanti e duraturi rapporti di collaborazione politica con gli
ex deputati Mancini e Mastracchi e collabora con i giornali "la Parola
Socialista" e "l'Avanti!". Nel 1921 è, con Antonio Gramsci, tra
i fondatori del Partito Comunista d'Italia partecipando, dal 15 al 20
gennaio del 1921, al 17° congresso del Partito Socialista Italiano
che si tiene a Livorno presso il Teatro Goldoni. Il 1 maggio 1925
insieme ad altri 32 sovversivi di Spezzano Albanese, issa la bandiera
rossa con la scritta "W il martire Matteotti e la libertà".
Viene arrestato dalla polizia fascista, denunciato e poi assolto
perché il fatto non costituiva reato. Il 3 dicembre 1926
è arrestato in esecuzione dell'ordinanza della Commissione
provinciale di Cosenza, che il giorno prima lo aveva assegnato al
confino per 3 anni - in quanto considerato il massimo esponente del
Partito Socialista Massimalista della
provincia.
Destinato a Lagonegro, viene liberato il 13 marzo del 1928,
condizionalmente, dopo aver trascorso in carcere e al confino 1 anno, 3
mesi e 11 giorni Non avendo dato più luogo a rilievi, nel 1933
viene radiato dall'elenco delle persone pericolose da arrestare in
determinate contingenze. Alla caduta del fascismo, viene nominato
Commissario Straordinario di Spezzano Albanese subentrando, il 14
settembre 1943, all'ultimo Podestà Ambrogio Cassiani. Muore a
Spezzano Albanese il 1/02/1960. A questa bella figura di antifascista
libertario i contadini di etnia albanese dedicano una bella poesia
(conservata presso la sede della F.A.I. Spixana) a perenne memoria per
tutto il bene profuso "dall'avvocato dei poveri" nei confronti della
comunità spezzanese.
RedSA