Umanità Nova, n.12 del 29 marzo 2009, anno 89

Giovanni Orazio Rinaldi


Giovanni Orazio Rinaldi nasce il 23 febbraio del 1883 a Napoli, da Marco Orazio e Giuseppina De Luca. Completate le scuole superiori si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Urbino: in quel periodo abbraccia le idee anarchiche e svolge propaganda tra gli operai e gli studenti, diventando un assiduo lettore del quotidiano socialista "l'Avanti!". In una lettera riservata della prefettura di Cosenza, del 26 aprile 1906, si legge: "E' di carattere buono, educato civilmente, d'intelligenza svegliata, abbastanza colto". A Spezzano Albanese possiede delle proprietà terriere e quando periodicamente vi si reca, frequenta qualche socialista non essendovi, in quella comunità, degli anarchici. Durante i periodi di permanenza in Calabria continua a mantenere i rapporti con i socialisti e gli anarchici di Urbino. Nel 1904 tenta di costituire un circolo politico a Spezzano Albanese, senza però riuscirvi. Nello stesso anno, ritornato a Urbino, partecipa alla commemorazione di Garibaldi e per questo viene condannato dalla Pretura di quella città a 3 giorni di arresto - per aver issato insieme con altri una bandiera anarchica, rifiutando di compiere il gesto di obbedienza - e viene anche querelato per ingiurie a un sacerdote in Urbino salvo poi ottenere la rescissione della querela. Nel 1906 completa gli studi conseguendo la laurea in giurisprudenza presso l'università di Urbino e inizia a esercitare la professione presso lo studio dell'avv. Arturo Santini anch'egli anarchico. Si sposa con Anita Santini (nella carte di polizia si parla, in modo errato, di Teresa Sabatini). L'8 aprile dello stesso anno, alle ore 11.00, tiene in Acqualagna una conferenza sul tema: "Le condizioni economiche del contadino". L'oratore, alla presenza di un centinaio di persone di tutti i ceti, dimostra il gran distacco che passa fra la classe lavoratrice e quella borghese, enumerandone le differenze economiche e sociali. Il giovane avvocato anarchico si intrattiene sull'utilità dell'organizzazione, accenna a quanto è avvenuto a Fossombrone, località in cui i contadini vincono la loro battaglia grazie alla buona organizzazione. Nei suoi comizi Rinaldi invita, con particolare forza, le folle convenute all'astensione nelle elezioni politiche e termina il suo dire mettendosi a disposizione dei lavoratori di Acqualagna per quei consigli di indirizzo di cui avessero bisogno. La conferenza dura circa un'ora e non si verificano incidenti. Dal 16 al 20 giugno 1907 prende parte attiva ai lavori del Congresso Anarchico che si tiene a Roma, interviene a tutte le sedute,  prendendo spesso la parola nei temi posti all'ordine del giorno. Nella seduta di chiusura del 19 giugno caldeggia, insieme ad altri, la fondazione di un giornale unico anarchico dal titolo "L'alleanza libertaria" da pubblicarsi, nell'ottobre successivo, a Roma o ad Ancona. Nel mese di febbraio del 1907, partito alla volta di Spezzano Albanese, viene segnalato dal sottoprefetto di Urbino a quello di Castrovillari, che viene anche informato del conseguimento di laurea da parte di Rinaldi. Nell'aprile del 1908 è segnalato dal prefetto di Pesaro al Ministero dell'Interno a causa della sua corrispondenza col noto sovversivo Alfredo Palladio finalizzata a costituire in quella città una sezione dell'Associazione Italiana antimilitarista. Nell'ottobre del 1911 il Sottoprefetto di Castrovillari  propone la radiazione dal registro schedario del sovversivo Rinaldi, comunicando che "lo stesso non è da ritenersi più pericoloso per i suoi principi politici, giacchè non fa alcuna propaganda ed attende unicamente all'amministrazione della sua proprietà, mercè la cui rendita vive con agiatezza unitamente alla sua famiglia". Anche l'Arma dei Carabinieri, all'uopo interpellata dal Sottoprefetto, esprime parere favorevole. Il 3 gennaio 1912, il Questore di Ancona segnala al Ministero dell'Interno che Rinaldi  è abbonato al periodico "Germinal" che si stampa in quella città.                                                                       
A partire dal 1918 si dedica all'educazione politica dei braccianti agricoli di Spezzano Albanese completamente trascurati e con loro rivendica le terre demaniali. Si iscrive al Partito Socialista Massimalista diventandone fiduciario e poi segretario per il circondario di Castrovillari. Dedica in quegli anni tutte le sue migliori energie per il riscatto delle masse lavoratrici agricole. Tiene costanti e duraturi rapporti di collaborazione politica con gli ex deputati Mancini e Mastracchi e collabora con i giornali "la Parola Socialista" e "l'Avanti!". Nel 1921 è, con Antonio Gramsci, tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia partecipando, dal 15 al 20 gennaio del 1921, al 17° congresso del Partito Socialista Italiano che si tiene a Livorno presso il Teatro Goldoni. Il 1 maggio 1925 insieme ad altri 32 sovversivi di Spezzano Albanese, issa la bandiera rossa con la scritta "W il martire Matteotti e la libertà". Viene arrestato dalla polizia fascista, denunciato e poi assolto perché il fatto non costituiva reato. Il 3 dicembre 1926 è arrestato in esecuzione dell'ordinanza della Commissione provinciale di Cosenza, che il giorno prima lo aveva assegnato al confino per 3 anni - in quanto considerato il massimo esponente del Partito Socialista Massimalista della provincia.      
Destinato a Lagonegro, viene liberato il 13 marzo del 1928, condizionalmente, dopo aver trascorso in carcere e al confino 1 anno, 3 mesi e 11 giorni Non avendo dato più luogo a rilievi, nel 1933 viene radiato dall'elenco delle persone pericolose da arrestare in determinate contingenze. Alla caduta del fascismo, viene nominato Commissario Straordinario di Spezzano Albanese subentrando, il 14 settembre 1943, all'ultimo Podestà Ambrogio Cassiani. Muore a Spezzano Albanese il 1/02/1960. A questa bella figura di antifascista libertario i contadini di etnia albanese dedicano una bella poesia (conservata presso la sede della F.A.I. Spixana) a perenne memoria per tutto il bene profuso "dall'avvocato dei poveri" nei confronti della comunità spezzanese.

RedSA

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