Umanità Nova, n.13 del 5 aprile 2009, anno 89

Guerrigliero semantico


La circostanza è abbastanza nota: lo scorso 19 marzo, durante una conferenza stampa congiunta con la ministra Gelmini a Palazzo Chigi, il ministro dell'innovazione Brunetta affermava, all'indomani delle cariche della polizia contro gli studenti alla Sapienza di Roma: "Non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte della associazione Onda. Ma vedo che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti, quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri".
Le reazioni, ovviamente, non tardavano di fronte a tale sconcertante dichiarazione, certo dissonante rispetto al consueto ritornello a cui siamo abituati secondo cui gli oppositori sociali vengono puntualmente definiti come teppisti, squadristi, estremisti violenti, vandali, etc.
Tra i primi ad intervenire il precedente ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, che invitava la Gelmini quale "persona moderata" a prendere le distanze, osservando che "additare genericamente come guerriglieri gli studenti, soffiando sul fuoco e fomentando gli animi è un atteggiamento irresponsabile".
La beata Mariastella, chiamata in causa, commentava glissando: "il ministro Brunetta come tutti sanno a volte usa toni forti e provocatori"; mentre da parte sua Giorgia Meloni, la cameratesca ministra delle Politiche giovanili, ha invece preferito accusare i centri sociali che, tanto per cambiare, "si sono impossessati del nome L'Onda, originariamente rappresentativo di un movimento spontaneo e non violento".
Da parte loro, le realtà studentesche moderate si sono premurate di rassicurare tutti riguardo le proprie innocue intenzioni, quasi come se l'essere stati definiti "guerriglieri" fosse un'offesa di cui vergognarsi, assieme alle magliette con Che Guevara.
Per la Rete degli Studenti: "Il nostro è un movimento pacifico, sono il governo e la Polizia che stanno cercando di creare uno stato di guerriglia". Dello stesso tenore le timide proteste dell'Unione degli universitari che, dopo aver accusato Brunetta di essere "l'unico guerrigliero", hanno sottolineato che così "si alimenta un clima di tensione contro chi dissente".
Di contro, per i fascistelli di Azione Studentesca "Brunetta è stato troppo generoso. I guerriglieri di solito hanno l'appoggio della popolazione che li sostiene contro l'esercito invasore. I collettivi nelle università vorrebbero giocare ai guerriglieri, ma sono solo dei teppistelli ignorati dalla maggioranza della popolazione studentesca".
Interessante pure una presa di posizione dell'Associazione nazionale dei funzionari di polizia: "tutti i politici, sia quelli al governo che quelli all'opposizione, moderino i termini, poiché le loro parole sopra le righe corrono il serio rischio di tradursi inevitabilmente in pietre e molotov contro poliziotti e carabinieri, costretti a gestire situazioni sempre più difficili".
A quel punto, l'esuberante Brunetta ha dovuto fare marcia indietro e tornare al registro consueto; ma poiché l'opinione che egli ha di sé è inversamente proporzionale alla sua statura, ha scelto di smentirsi, rilanciando.
La precisazione del ministro, pubblicata su La Stampa del 21 marzo, meriterebbe una pubblicazione integrale; ma ecco gli stralci più significativi: "Ho definito «guerriglieri» i non studenti dell'Onda. Mi sono sbagliato e corretto subito dopo: sono teppisti che giocano alla guerriglia (...) gruppi di facinorosi e violenti, richiamandosi ora alla simbologia nazista ed ora a quella comunista, con una tale bassezza di contenuti e vuoto d'idee da essere comunicanti (...) non vanno sottovalutati. Osservate quel che succede in Grecia, respirate il clima della piazza francese, fate i conti di una crisi che ancora morde, e valutate la necessità di non distrarsi da chi è pronto ad approfittarne per trasformare il disagio (che c'è) in rabbia, la protesta (legittima) in scontro, la manifestazione in pestaggio, l'opposizione in violenza".
Si tornava quindi all'ormai consueta condanna del "teppismo", su cui tutti appaiono concordare, dall'estrema destra agli ectoplasmi di centrosinistra. Infatti, appena pochi giorni dopo, il Pd del Piemonte biasimava con espressioni analoghe a quelle di Brunetta il blitz antirazzista al ristorante per ricchi: "Non di protesta politica si tratta, ma di inaccettabile vandalismo che nulla ha a che fare con la difesa dei diritti degli immigrati e con la lotta alla povertà. L'ennesima azione posta in essere da una frangia minoritaria che pensa di fare giustizia dei torti subiti dalla povera gente ma che dimostra solo disprezzo per le istituzioni e le regole della cittadinanza (...) Il Pd del Piemonte è impegnato a fianco dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutte le persone che fanno fatica in questa fase di profonda crisi economica ed auspichiamo che questi gruppetti vengano al più presto isolati e messi in condizione di non recare ulteriori danni".
Ormai la prospettiva di un sisma sociale turba i sonni sia del governo che dei politicanti d'ogni risma, compresa quella sinistra sempre pronta a criticare i modelli conformisti veicolati dalla televisione e dalla cultura dominante, ma che, di fronte al primo timido segno di contestazione o conflitto, si mette ad elargire patetiche lezioni di moderazione e bon ton.

K.a.s.

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