Umanità Nova, n.13 del 5 aprile 2009, anno 89

informAzione - 2


Torino. Solidali con gli immigrati in lotta

Sabato 28 marzo si sono svolte due iniziative in sostegno alle lotte degli immigrati chiusi nei CIE. In mattinata si è tenuto un punto info, promosso dalla FAI torinese al Balon con mostra, distro, musica e volantinaggio. Presenti anche alcuni lavoratori immigrati in lotta contro il caporalato. Nel pomeriggio l'Assemblea Antirazzista di Torino aveva proposto un presidio al CIE di Corso Brunelleschi. Vi hanno partecipato una cinquantina di antirazzisti. Oltre le tradizionali battiture di ferri, all'esposizione della mostra sul pacchetto sicurezza ci sono state alcune dirette a radio Blackout da altre località dove si stavano svolgendo analoghe iniziative. Purtroppo un violento acquazzone ha impedito allo striscione gigante con la scritta "libertà" di librarsi in cielo sollevato da palloncini. Non importa: ci saranno altre occasioni. Il 28 si è data una prima risposta alle urla che, da qualche settimana, si levano dai CIE di mezz'Italia. Urla nel silenzio.
Quando, a fine febbraio, il governo ha deciso di prolungare la reclusione dei CIE da due a sei mesi, è partita una disperata resistenza. Nei CIE di Torino, Milano, Roma, Bari, Gradisca, Bologna, Trapani ci sono stati scioperi della fame, materassi bruciati, proteste sui tetti. A Bari in tre si sono cuciti le labbra. Si, proprio così: con ago e filo a legare le labbra. A Trapani, al Serraino Vulpitta, vi è stato un principio di rivolta quando un immigrato si è tagliato con le lamette. Il 21 marzo il cortile del CIE di Torino si è sporcato di sangue. Il sangue di due tunisini che si sono incisi a fondo le braccia per evitare la deportazione prevista quel giorno. Il video di quel sangue è stato cancellato da youtube perché certe brutture non si devono vedere. Robe dell'altro mondo, il mondo separato dei "clandestini", uomini e donne dichiarati illegali, rinchiusi in attesa di deportazione. Per loro soprusi, pestaggi, cure negate, sedativi nel cibo sono pane quotidiano. E, a volte, ci scappa anche il morto. Come a Torino, il 23 maggio scorso, quando un immigrato, lasciato senza assistenza, è morto di polmonite. A Roma un algerino stava male: è stato curato a manganellate ed è morto nella sua cella il 19 marzo. In entrambi i casi era la Croce Rossa a gestire il CIE, dove, come dissero la scorsa primavera alcuni immigrati rinchiusi in corso Brunelleschi, "Si sta come cani al canile. Gridi e nessuno ascolta". Ovunque, alle proteste dei reclusi, la polizia reagisce a suon di botte, minacce, perquisizioni con cani, telefoni spaccati. Urge rompere il silenzio intorno alle gabbie per immigrati.
Piovono pietre e nessuno può stare al riparo in attesa di tempi migliori: mettersi in mezzo è un'urgenza ineludibile. Se non ora, quando? Se non io, chi per me?
Foto del presidio al CIE a quest'indirizzo:
http://piemonte.indymedia.org/article/4527

R. Em.

Spoleto. Brushwood, il 7 aprile inizia il processo

La vicenda più inquietante e allo stesso tempo grottesca degli ultimi anni a Spoleto approda alla fase processuale.
Rinviati a giudizio per terrorismo e altri reati specifici, dopo aver subito una lunghissima e ingiusta carcerazione ( fino a 400 giorni, tanti sono stati quelli passati da Michele senza libertà ) i 4 ragazzi di Spoleto si trovano ad affrontare un processo fondato solo sul pregiudizio politico e sulla necessità di confermare un'ipotesi accusatoria, che il Comitato 23 Ottobre in questi mesi ha smontato punto per punto, a partire dalla grottesca accusa di terrorismo per ragazzi colpevoli, chi di niente, chi di aver fatto scritte sui muri, chi di una bravata che non richiede neanche la carcerazione preventiva, e che, alla faccia dell'associazione terrorista, neanche si conoscevano tra loro.
Abbiamo portato alla luce le contraddizioni incredibili presenti nell'impalcatura accusatoria. Ricordiamo come esempio, che per l'incendio all'ecomostro che è stato interpretato come attentato, negli atti dell'accusa viene completamente rovesciato quello che è scritto nella relazione dei Vigili del Fuoco. Le carte processuali sono piene di crepe e il processo si fonda su deduzioni prive di fondamento che sono meno che indizi.
L'Avvocato Marco Lucentini definì abnorme l'atto di rinvio a giudizio del GUP di Perugia, in quanto istruiva illegittimamente una sentenza di condanna. Abbiamo confrontato e rese pubbliche in questi mesi sentenze su casi analoghi misurando un arbitrio giudiziario totale, fino al punto che accuse simili ( ma assai meno gravi erano le accuse specifiche nei confronti dei 4 giovani spoletini ) hanno condotto a sentenze opposte.
Abbiamo perciò registrato in questo anno e mezzo che non c'è nessuna certezza giudiziaria.
Il rischio perciò è che in queste condizioni possano prevalere gli interessi di parte di chi ha organizzato l'operazione Brushwood, a prescindere dalla verità. Gli avvocati difensori faranno la loro parte fino in fondo e se c'è ancora un po' di giustizia l'associazione terrorista svanirà così come era stata creata dalla fantasia dell'accusa.
Sarà bene però che il clima di mobilitazione che per mesi ha sostenuto la battaglia per la libertà di Michele, Andrea, Damiano e Dario, torni a farsi sentire, per non lasciare sola la verità.E' necessaria la stessa partecipazione che ha consentito che un intera città, Spoleto, abbia condannato da subito un'operazione repressiva verso 4 sui giovani figli, togliendogli qualsiasi credibilità.
Per chi vorrà esserci, l'appuntamento è per martedì 7 aprile, alla Corte di Assise di Terni.

Comitato 23 ottobre

Pisa. Boicottaggio delle merci israeliane

Nel pomeriggio di sabato 28 marzo nel centro-città è stato fatto un banchetto/volantinaggio per il boicottaggio delle merci israeliane, in solidarietà con le popolazioni palestinesi che soffrono e che resistono, contro l'apartheid ed il genocidio, in sostegno al movimento di azione diretta congiunta della Cisgiordania (palestinesi+israeliani+attivisti internazionali) e agli anarchici contro il muro. Il banchetto/volantinaggio è stato organizzato dal gruppo Kronstadt Anarchico Toscano e dagli Anarchici Pistoiesi.
Per il futuro si prevedono altri volantinaggi anche in altre località e una iniziativa pubblica con cena di sottoscrizione per gli anarchici contro il muro il 24 aprile al Centro Sociale pisano Rebeldia.

Claudio, uno dei compagni organizzatori

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