Umanità Nova, n.15 del 19 aprile 2009, anno 89

G20: cronistoria di una morte assurda


"Se qualcuno desidera lamentarsi per il comportamento delle forze di polizia è necessario che lo faccia in maniera esauriente, in modo da dimostrare con fatti l'accaduto. Questo è molto importante, sia per preservare la fiducia dei londinesi verso la polizia, sia per gli uomini della polizia stessa" (comunicato della polizia metropolitana di Londra dopo i fatti del G20).
Mercoledì 1° aprile, durante le dimostrazioni contro il G20 a Londra, nei pressi della Banca d'Inghilterra, un uomo improvvisamente cade a terra in Cornhill street, tenta di rialzarsi, ma ricade sull'asfalto. Qualcuno tra i presenti richiama l'attenzione della polizia poco distante e dopo poco tempo un'ambulanza interviene, solo per confermare che l'uomo è ormai deceduto. Sono circa le 19,30 di un giorno che ha visto nella City di Londra fronteggiarsi duramente la polizia e migliaia di dimostranti appartenenti ai più svariati schieramenti; nell'immediatezza del fatto nessuno riesce a dare un'identità al morto, nemmeno l'età è sicura, tanto che si parla di un trentenne. Ad ogni buon conto, già tre ore dopo il decesso, un comunicato della polizia nega qualsiasi coinvolgimento della stessa nell'accaduto.
Solo il giorno successivo, in mattinata, un comunicato della Metropolitan Police chiarirà che l'uomo è stato identificato quale Ian Tomlinson, 47enne venditore di giornali nella City, che nulla aveva a che fare con le dimostrazioni. Restano tuttavia oscure le cause della morte, finché il successivo 3 aprile l'autopsia rivela che la morte di Ian Tomlinson è stata causata da un banale infarto.
Ma anche oltremanica le bugie hanno le gambe corte, a maggior ragione nel caso di fatti che coinvolgono la polizia. Iniziano quindi a circolare le prime testimonianze che smentiscono la versione ufficiale dei fatti.
Si è intanto messa all'opera la solerte IPCC (Indipendent Police Complaints Commission), la commissione indipendente che è incaricata di svolgere indagini nel caso di sospetti abusi da parte della polizia, ma della quale un suo ex membro ha dichiarato testualmente "(la IPCC) interviene sempre troppo tardi e per deliberare è ancora più lenta", mentre un alto personaggio rimasto ignoto ha dichiarato a chiare lettere alla stampa: "sometimes they just don't seem to be very independent". (Qualche volta non sembrano essere molto indipendenti)
Di contro, affluiscono ora ai media molte testimonianze di chi ha assistito al fatto e denuncia le percosse che sarebbero state inferte al povero Tomlinson, tanto che il quotidiano The Guardian le pubblica nell'edizione del 5 aprile assieme ad alcune foto che mostrano Ian a terra dinanzi a un cordone di poliziotti. Per questo la IPCC, criticando aspramente il giornale con l'accusa di voler aizzare la famiglia di Tomlinson, conferma come non risulti evidenza alcuna di una aggressione da parte della polizia.
Il 6 aprile, però, anche la IPCC inizia a vedersi scivolare il terreno sotto i piedi. Di fronte alla crescente irritazione della pubblica opinione, la Commissione ora timidamente ammette che in effetti qualche contatto tra la polizia e Tomlinson sarebbe avvenuto, tanto che annuncia che la polizia metropolitana sta interrogando i suoi membri apparsi nelle foto pubblicate dal Guardian.
Il 7 aprile mattina, infine, scoppia la bomba. Il sito del Guardian mostra un video, girato da un ignoto "Fund Manager" statunitense, nel quale il povero Tomlinson viene inquadrato mentre cammina tranquillamente con le mani in tasca a pochi passi da un cordone di poliziotti che avanza in tenuta antisommossa e munito di cani. Pochi istanti e uno dei "tutori dell'ordine" si stacca dal cordone e colpisce Tomlinson alla nuca con un manganello, scaraventandolo poi a terra.
Tomlinson batte violentemente la testa sull'asfalto e resta intontito a sedere; viene poi aiutato a risollevarsi da un giovane, mentre i poliziotti presenti assistono passivamente, senza battere ciglio, nonostante l'azione sia stata assolutamente gratuita e brutale.
Sono stati sufficienti solo cinque giorni per sbugiardare la versione della polizia e per mettere sotto assedio la IPCC che, per tutta risposta, imperiosamente intima a The Guardian di togliere immediatamente il video dal suo sito, evidentemente ignara di vivere nell'era di Internet. Il video in questione, infatti, è stato subito postato su Youtube e di lì ha fatto il giro del mondo, sollevando per ogni dove commenti molto poco edificanti circa i metodi brutali e le squallide menzogne della polizia inglese.
Iniziata con una immediata quanto incauta asserzione di innocenza da parte della polizia, la vicenda si é ormai trasformata in un processo pubblico alla polizia medesima. Da successive testimonianze e filmati affluiti alla stampa, i poliziotti sono stati infatti sbugiardati; ad esempio, una testimone ha confermato alla IPCC ed alla stampa di avere visto Tomlinson malmenato già due volte, molto prima di finire a terra; è stata inoltre smentita l'asserzione dei poliziotti di essere stati presi a sassate e tiri di bottiglie mentre assistevano Ian Tomlinson steso a terra. E' risultato infatti che una sola bottiglia di plastica (vuota) è stata tirata, come si vede in un filmato in mano alla redazione del Guardian; l'equipaggio dell'ambulanza, inoltre, dichiara di aver tentato di contattare via radio la polizia, ma che la chiamata era stata da questa rifiutata. Per finire in bellezza, dai filmati e dalle foto risulta in maniera lampante che molti poliziotti avevano il volto volutamente mascherato, così come avevano nascosto la propria targhetta di identificazione. Insomma, una vera e propria Waterloo per la polizia londinese, tanto che i sondaggi la danno in caduta verticale nella considerazione dei cittadini.
Ma non tutto brilla sotto il sole e anche nelle isole britanniche la polizia è pur sempre la polizia. Attualmente, infatti, il poliziotto che ha colpito Tomlinson è stato sospeso dal servizio, ma, dopo ben 48 ore dalla sospensione, non è ancora stato interrogato dalla "imparziale" IPCC. Pesantissimi dubbi sono stati inoltre sollevati circa la scelta del medico cui affidare la prima autopsia, il Dr. F. Patel, nel recente passato al centro di due controversi casi di cronaca nera, conclusi dal valente dottore con un bel verdetto di morte per attacco cardiaco. Uno dei casi riguardava un uomo di colore, deceduto mentre era custodito in una stazione di polizia...
Nulla di nuovo sotto il sole, diranno i nostri italici lettori, abbiamo visto ben altro noi.
Ma qui siamo in Inghilterra, la patria dell'habeas corpus, non siamo in lontani paesi quali, esempio del tutto casuale, la penisola italiana, citata due giorni fa nell'editoriale di uno dei principali quotidiani britannici come patria dei famigerati "police thugs of Genoa G8".
Riuscirà una sequenza video girata casualmente a non far dimenticare negli anni a venire l'assurda morte di Ian Tomlinson?

S. Holmes

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