Umanità Nova, n.16 del 26 aprile 2009, anno 89

Maestro in b/n, maestro unico!


Pur volendomi concentrare sulle belle immagini in bianco e in nero che in questi giorni vediamo in TV: bambini educati, ordinati, impeccabili nel loro bel  grembiule nero;  rispettosi: si alzano in piedi quando appare la loro affettuosa maestra, e poi… Che quadretto idilliaco! Forse dovevo vivere in QUELL'EPOCA LI': sicuramente, gli insegnanti venivano considerati con più rispetto. Ma io vivo nel terzo millennio dove le cose sono ben diverse con moltissimi colori, tantissimi suoni che ti stordiscono e ti confondono.
Nel nostro paese, purtroppo, prospera e vegeta una enorme massa di criminali che è cresciuta  nel ventre di una politica sporca ed egoista, che di essa si serve per ingozzare l'amico di partito e non pensa al paese.
Questi sono i risultati.
Si sente da lontanissimo la puzza di attacco alla scuola pubblica che trasale dalle pagine della legge 137, che taglia posti, ore, sostegno, laboratori e quant'altro nella primaria italiana. Una norma tradotta in legge di Stato con il titolo che addirittura parla di "misure urgenti". Di sicuro era urgente sferrare l'ennesimo colpo ad uno dei capisaldi del "moribondo" welfare italiano, quello del sapere, dell'istruzione.
Di sicuro c'è anche che il provvedimento firmato dalla ministra Gelmini, un avvocato, non certo un'insegnante o una pedagogista (quanto mai un'educatrice), piuttosto che una psicologa… si traduce in un graditissimo regalo alle scuole private, in Italia in mano alla mafia del Vaticano. Quante famiglie costrette dal ricatto di un lavoro sempre più precario, mobile e soprattutto flessibile, saranno obbligate, chi potrà permetterselo, è ovvio… a ricorrere a preti e suore per affidare i propri bambini oltre le cinque ore che garantirà nel futuro la scuola statale? Solo loro potranno offrire, a costi per nulla caritatevoli, tempo prolungato e mense. E gli altri bambini? Per i più sfortunati non resterà che allenarsi fin da piccoli al ruolo di reietto sociale. Da affidare, appena adulti, alle cure della polizia o delle associazioni umanitarie. Perché è all'assistenza che la signora Gelmini ci sta portando… ovvero quell'assistenza che le nuove insegnanti "fortunate" saranno chiamate a fornire presso la Scuola primaria. Proprio come più di 30 anni fa! Ma ci riusciranno?
Certo che no!  
Difficile, se non impossibile, sarà l'integrazione sociale dei bambini disabili, stranieri, o con difficoltà familiari o sociali varie… fino ad ora era risolto abbastanza bene dal maestro di sostegno, da ora in poi la soluzione qual è: la ghettizzazione?
E a proposito dei tagli? Tagli che serviranno ad incrementare l'erario dello stato… perché sarebbe ingenuo ritenere che la 137 costituisca un dispositivo sorretto da istanze pedagogiche. In realtà si tratta solo di una risposta alla grave crisi della nostra finanza pubblica, null'altro.
Non è una riforma sorretta da una base ideologica né da un intervento riformatore, ma è mossa da una logica economicistica, risultando essere, pertanto, un attacco frontale alla scuola pubblica nel suo complesso e riportandoci indietro facendola pagare ai meno abbienti.
Stanno ricreando una scuola di classe che solo i ricchi potranno permettersi. Appare, però, quanto mai lecito interrogarsi se converrà  davvero tanto contrarre il numero delle cattedre alla scuola primaria con il ritorno al maestro unico se il rischio sarà sicuramente quello di "bruciare", con l'isolamento e con un violento attacco alle competenze,  anche quegli ultimi docenti a cui piace il proprio lavoro e che, soprattutto, continuano a crederci. Nonostante tutto.
Ma  nessuno può offendere così la dignità di una persona!
Chissà quanti dei precari sarebbero in ruolo se avessero pagato come la nostra Gelmini per ottenere ciò che oggi usa per fare piazza pulita di esseri umani che con sacrificio hanno studiato e vorrebbero poter mantenere dignitosamente le proprie famiglie? Saranno le solite frasi di circostanza, ma il problema è la politica italiana tutta! Non vi è programmazione in nessun settore, ma solo l'accattonaggio di voti per riscaldare poltrone che nemmeno riescono a mantenere!
Noi, popolo, dobbiamo sentire il dovere di  abbandonare questo pericoloso torpore che ci immobilizza e ancora non ci fa scendere in piazza per scrivere una pagina di storia.
Del resto, l'avvio della riforma Gelmini si è preannunciato infuocato già in vista delle iscrizioni per il prossimo anno: le scuole ad oggi non sono pronte a ricevere le richieste delle famiglie e sui docenti incombe la mobilitazione e lo slittamento delle nomine. Il maestro unico e le modifiche sull'orario scolastico sono le maggiori novità con cui si ritroveranno alle prese gli alunni dalla materna alle medie per il 2009-2010: novità che rendono particolarmente delicata la scelta della scuola per il prossimo anno. Allo slittamento del termine delle iscrizioni fino al 28 febbraio non ha fatto seguito alcun chiarimento sull'organizzazione per il prossimo anno, in molte scuole elementari non sono stati neppure distribuiti modelli di iscrizione con un'articolazione dell'orario da 24, 27, 30 e 40 ore.
E, non dimentichiamocene, la Gelmini, dopo la sua chiara volontà di cancellare l'ottimo modello didattico della scuola elementare, confermato da tutti i tagli alla scuola voluti da Tremonti  e  ridicolizzando l'istruzione con i grembiulini e i voti in condotta "BOCCIANTI", ha completato l'opera sferrando una poderosa bastonata anche all'Università. Secondo la cialtronesca teoria scolastica berlusconiana, il decreto di oggi "valorizza il merito, premia i giovani e la gestione virtuosa degli atenei e introduce trasparenza nei concorsi universitari", tramite una serie di provvedimenti spacciati per "anti-baroni", con un fumo mediatico che supera persino quello delle "grembiulate". In realtà si confermano sia le drastiche riduzioni di finanziamenti alle Università sia il blocco delle assunzioni e la non sostituzione di chi andrà in pensione.
Comunque, al di la' della motivazione specifica che lo ha prodotto, un nuovo sommovimento giovanile contro le riforme di scuola ed università imposte dalla generale ristrutturazione europea è sceso in piazza, contrastato, nel tentativo di farlo passare per istigatore/di sinistra/violento-poi in realtà sarà (al seguito di filmati visionati dalla stessa TV  pubblica) cercato di fermare dai soliti fascisti (Blocco Studentesco/Azione Studentesca e vecchi  fasci/nostalgici, un po' troppo avanti con l'età per essere "studenti"...) senza però riuscirci- giungendo, inoltre, dopo molti anni di silenzio, in cui i giovani sono stati (ma sono ancora, in realtà) oggetti di consumo e gli studenti cavie di precarietà.
Il rifiuto della riforma Gelmini non è mera volontà di conservazione di questo presente, presente che invece si vuole cambiare, rivoltare; la "difesa della scuola pubblica" contiene un forte rifiuto dell'accelerazione privatistica che gli ultimi governi hanno imposto in ossequio alle direttive dei loro padroni.
E' un'onda che parla e si muove secondo linguaggi e spinte dell'epoca presente, nuove e diverse dalle mummie del passato che lo vorrebbero ingabbiare e farlo assomigliare alla roba del passato.
Probabilmente, anche l'asettico e "scandaloso" rifiuto dell'appartenenza a "destra e sinistra" traduce in sintesi un lungo e profondo processo di abbandono di ogni illusione da "delega in bianco" o da "utile sponda istituzionale".
E' per questo che in molti tentano di cavalcare l'onda, incapaci di controllarla se non di fermarla; ancora una volta, si agitano blindati e truppe di quanti vogliono questa "nuova pantera" senza unghie, addomesticata, magari da esibire nei loro circhi mediatici.
Ci prova il governo, dicendo che la vera "maggioranza" è silenziosa perché appoggia la Gelmini; ci prova il P.D. (spudoratamente, come solo loro sanno fare...), in cerca di base di massa per la rivincita alle europee della primavera 2009; ci provano i radicali per rientrare in quel parlamento da cui sono stati espulsi; ci prova il sindacato di stato, a difesa della scuola e dell'Università dei privilegi, delle carriere facili, dei baroni, e delle tessere; e ci provano pure i fascisti, forti a Roma del loro sindaco, con i soliti metodi da picchiatori (bastoni alla mano, protetti dagli sbirri), mazzieri e provocatori .
In attesa che qualcosa accada,  è importante organizzare assemblee nelle scuole, nei comuni, informare i genitori e famiglie, partecipare ad ogni tipo di iniziativa di protesta, allestire banchetti agli ingressi delle scuole, esprimere il proprio dissenso, come intero istituto, anche con striscioni antigovernativi.
Dobbiamo agire e non più sperare!

Un Libero Pensiero nelle scuole

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