Pur volendomi concentrare sulle belle immagini in bianco e in nero
che in questi giorni vediamo in TV: bambini educati, ordinati,
impeccabili nel loro bel grembiule nero; rispettosi: si
alzano in piedi quando appare la loro affettuosa maestra, e poi… Che
quadretto idilliaco! Forse dovevo vivere in QUELL'EPOCA LI':
sicuramente, gli insegnanti venivano considerati con più
rispetto. Ma io vivo nel terzo millennio dove le cose sono ben diverse
con moltissimi colori, tantissimi suoni che ti stordiscono e ti
confondono.
Nel nostro paese, purtroppo, prospera e vegeta una enorme massa di
criminali che è cresciuta nel ventre di una politica
sporca ed egoista, che di essa si serve per ingozzare l'amico di
partito e non pensa al paese.
Questi sono i risultati.
Si sente da lontanissimo la puzza di attacco alla scuola pubblica che
trasale dalle pagine della legge 137, che taglia posti, ore, sostegno,
laboratori e quant'altro nella primaria italiana. Una norma tradotta in
legge di Stato con il titolo che addirittura parla di "misure urgenti".
Di sicuro era urgente sferrare l'ennesimo colpo ad uno dei capisaldi
del "moribondo" welfare italiano, quello del sapere, dell'istruzione.
Di sicuro c'è anche che il provvedimento firmato dalla ministra
Gelmini, un avvocato, non certo un'insegnante o una pedagogista (quanto
mai un'educatrice), piuttosto che una psicologa… si traduce in un
graditissimo regalo alle scuole private, in Italia in mano alla mafia
del Vaticano. Quante famiglie costrette dal ricatto di un lavoro sempre
più precario, mobile e soprattutto flessibile, saranno
obbligate, chi potrà permetterselo, è ovvio… a ricorrere
a preti e suore per affidare i propri bambini oltre le cinque ore che
garantirà nel futuro la scuola statale? Solo loro potranno
offrire, a costi per nulla caritatevoli, tempo prolungato e mense. E
gli altri bambini? Per i più sfortunati non resterà che
allenarsi fin da piccoli al ruolo di reietto sociale. Da affidare,
appena adulti, alle cure della polizia o delle associazioni umanitarie.
Perché è all'assistenza che la signora Gelmini ci sta
portando… ovvero quell'assistenza che le nuove insegnanti "fortunate"
saranno chiamate a fornire presso la Scuola primaria. Proprio come
più di 30 anni fa! Ma ci riusciranno?
Certo che no!
Difficile, se non impossibile, sarà l'integrazione sociale dei
bambini disabili, stranieri, o con difficoltà familiari o
sociali varie… fino ad ora era risolto abbastanza bene dal maestro di
sostegno, da ora in poi la soluzione qual è: la ghettizzazione?
E a proposito dei tagli? Tagli che serviranno ad incrementare l'erario
dello stato… perché sarebbe ingenuo ritenere che la 137
costituisca un dispositivo sorretto da istanze pedagogiche. In
realtà si tratta solo di una risposta alla grave crisi della
nostra finanza pubblica, null'altro.
Non è una riforma sorretta da una base ideologica né da
un intervento riformatore, ma è mossa da una logica
economicistica, risultando essere, pertanto, un attacco frontale alla
scuola pubblica nel suo complesso e riportandoci indietro facendola
pagare ai meno abbienti.
Stanno ricreando una scuola di classe che solo i ricchi potranno
permettersi. Appare, però, quanto mai lecito interrogarsi se
converrà davvero tanto contrarre il numero delle cattedre
alla scuola primaria con il ritorno al maestro unico se il rischio
sarà sicuramente quello di "bruciare", con l'isolamento e con un
violento attacco alle competenze, anche quegli ultimi docenti a
cui piace il proprio lavoro e che, soprattutto, continuano a crederci.
Nonostante tutto.
Ma nessuno può offendere così la dignità di una persona!
Chissà quanti dei precari sarebbero in ruolo se avessero pagato
come la nostra Gelmini per ottenere ciò che oggi usa per fare
piazza pulita di esseri umani che con sacrificio hanno studiato e
vorrebbero poter mantenere dignitosamente le proprie famiglie? Saranno
le solite frasi di circostanza, ma il problema è la politica
italiana tutta! Non vi è programmazione in nessun settore, ma
solo l'accattonaggio di voti per riscaldare poltrone che nemmeno
riescono a mantenere!
Noi, popolo, dobbiamo sentire il dovere di abbandonare questo
pericoloso torpore che ci immobilizza e ancora non ci fa scendere in
piazza per scrivere una pagina di storia.
Del resto, l'avvio della riforma Gelmini si è preannunciato
infuocato già in vista delle iscrizioni per il prossimo anno: le
scuole ad oggi non sono pronte a ricevere le richieste delle famiglie e
sui docenti incombe la mobilitazione e lo slittamento delle nomine. Il
maestro unico e le modifiche sull'orario scolastico sono le maggiori
novità con cui si ritroveranno alle prese gli alunni dalla
materna alle medie per il 2009-2010: novità che rendono
particolarmente delicata la scelta della scuola per il prossimo anno.
Allo slittamento del termine delle iscrizioni fino al 28 febbraio non
ha fatto seguito alcun chiarimento sull'organizzazione per il prossimo
anno, in molte scuole elementari non sono stati neppure distribuiti
modelli di iscrizione con un'articolazione dell'orario da 24, 27, 30 e
40 ore.
E, non dimentichiamocene, la Gelmini, dopo la sua chiara volontà
di cancellare l'ottimo modello didattico della scuola elementare,
confermato da tutti i tagli alla scuola voluti da Tremonti
e ridicolizzando l'istruzione con i grembiulini e i voti in
condotta "BOCCIANTI", ha completato l'opera sferrando una poderosa
bastonata anche all'Università. Secondo la cialtronesca teoria
scolastica berlusconiana, il decreto di oggi "valorizza il merito,
premia i giovani e la gestione virtuosa degli atenei e introduce
trasparenza nei concorsi universitari", tramite una serie di
provvedimenti spacciati per "anti-baroni", con un fumo mediatico che
supera persino quello delle "grembiulate". In realtà si
confermano sia le drastiche riduzioni di finanziamenti alle
Università sia il blocco delle assunzioni e la non sostituzione
di chi andrà in pensione.
Comunque, al di la' della motivazione specifica che lo ha prodotto, un
nuovo sommovimento giovanile contro le riforme di scuola ed
università imposte dalla generale ristrutturazione europea
è sceso in piazza, contrastato, nel tentativo di farlo passare
per istigatore/di sinistra/violento-poi in realtà sarà
(al seguito di filmati visionati dalla stessa TV pubblica)
cercato di fermare dai soliti fascisti (Blocco Studentesco/Azione
Studentesca e vecchi fasci/nostalgici, un po' troppo avanti con
l'età per essere "studenti"...) senza però riuscirci-
giungendo, inoltre, dopo molti anni di silenzio, in cui i giovani sono
stati (ma sono ancora, in realtà) oggetti di consumo e gli
studenti cavie di precarietà.
Il rifiuto della riforma Gelmini non è mera volontà di
conservazione di questo presente, presente che invece si vuole
cambiare, rivoltare; la "difesa della scuola pubblica" contiene un
forte rifiuto dell'accelerazione privatistica che gli ultimi governi
hanno imposto in ossequio alle direttive dei loro padroni.
E' un'onda che parla e si muove secondo linguaggi e spinte dell'epoca
presente, nuove e diverse dalle mummie del passato che lo vorrebbero
ingabbiare e farlo assomigliare alla roba del passato.
Probabilmente, anche l'asettico e "scandaloso" rifiuto
dell'appartenenza a "destra e sinistra" traduce in sintesi un lungo e
profondo processo di abbandono di ogni illusione da "delega in bianco"
o da "utile sponda istituzionale".
E' per questo che in molti tentano di cavalcare l'onda, incapaci di
controllarla se non di fermarla; ancora una volta, si agitano blindati
e truppe di quanti vogliono questa "nuova pantera" senza unghie,
addomesticata, magari da esibire nei loro circhi mediatici.
Ci prova il governo, dicendo che la vera "maggioranza" è
silenziosa perché appoggia la Gelmini; ci prova il P.D.
(spudoratamente, come solo loro sanno fare...), in cerca di base di
massa per la rivincita alle europee della primavera 2009; ci provano i
radicali per rientrare in quel parlamento da cui sono stati espulsi; ci
prova il sindacato di stato, a difesa della scuola e
dell'Università dei privilegi, delle carriere facili, dei
baroni, e delle tessere; e ci provano pure i fascisti, forti a Roma del
loro sindaco, con i soliti metodi da picchiatori (bastoni alla mano,
protetti dagli sbirri), mazzieri e provocatori .
In attesa che qualcosa accada, è importante organizzare
assemblee nelle scuole, nei comuni, informare i genitori e famiglie,
partecipare ad ogni tipo di iniziativa di protesta, allestire banchetti
agli ingressi delle scuole, esprimere il proprio dissenso, come intero
istituto, anche con striscioni antigovernativi.
Dobbiamo agire e non più sperare!
Un Libero Pensiero nelle scuole