Umanità Nova, n.16 del 26 aprile 2009, anno 89

informAzione


Benevento. A processo

Venerdì 17 aprile 2009 si è svolta presso il Tribunale di Benevento la seconda udienza del processo che vede imputati cinque compagni per il reato di "vilipendio delle forze armate", riferito a un'iniziativa antimilitarista svoltasi il 4 novembre 2006, che finì – lo ricordiamo – con 4 ore "ricreative" in caserma.
Il Tribunale, era per l'occasione zeppo di guardie e scherani dello Stato di ogni tipo. All'entrata era stato anche montato un metal detector per controlli mirati. Per entrare, passando sotto le forche caudine, gli imputati e alcuni solidali, sono stati sottoposti a una generica perquisizione.
In aula erano presenti naturalmente carabinieri e Digos, chiamati a testimoniare contro i compagni. Purtroppo gli "illustri signori" non hanno potuto aprir bocca, in quanto l'avvocato della difesa, in fase predibattimentale, ha esposto un vizio di forma nel procedimento. Sembra che per il reato di vilipendio sia necessaria, per procedere con le indagini, l'autorizzazione del Ministero di Grazia e Giustizia. Non solo tale autorizzazione è assente dagli atti, ma latitante è anche la richiesta stessa di tale atto. Dopo un'affannosa quanto infruttuosa ricerca dell'atto nel faldone da parte del PM, il giudice ha deciso il rinvio che dovrebbe dare il tempo all'accusa di provare (probabilmente invano) a trovare l'autorizzazione mancante.
Il prossimo appuntamento è quindi fissato al 5 giugno. Con le guardie a bocca asciutta e costrette a un riso amaro, esprimiamo ancora una volta solidarietà ai nostri compagni e fratelli.

Contro la guerra e chi la produce.

Gruppo Anarchico, "Senza Patria", Benevento
http://gaa.noblogs.org

Castel Bolognese. La progettualità anarchica

Come preannunciato, il 5 aprile, nella sede della Biblioteca Libertaria Armando Borghi di Castelbolognese, si è tenuto il seminario su "La progettualità anarchica", avente come riferimento il libro di Andrea Papi Per un nuovo umanesimo anarchico, appena pubblicato con le edizioni Zero in condotta. Relatori l'autore del libro e Giampietro "Nico" Berti che ne ha curato la postfazione.
Il seminario si inserisce all'interno di un ciclo su "libertarismo e politica" che prevede cinque momenti di riflessione e di dibattito, da svolgersi tutti nell'arco complessivo di un anno. Il primo incontro, sul tema "Berneri ed il problema di una azione politica libertaria", ha avuto luogo la domenica 8 febbraio, con Stefano D'Errico come relatore. Ad entrambi i seminari già svolti hanno preso parte una quindicina di persone, diverse delle quali provenienti da altre località. Il prossimo seminario, sul tema "Il problema della libertà", è previsto per fine maggio.
Andrea Papi ha svolto la sua relazione sviluppando brevemente i punti del libro incentrati sulle problematiche e sul senso di un progettare anarchico che voglia agire per l'auto/costruzione di una società alternativa fondata sui presupposti libertari dell'anarchismo. A tal fine ha sottolineato che è indispensabile ridefinire l'immaginario per realizzare un vero e proprio cambio di paradigma nella collocazione che la specie umana deve fare di sé nel contesto in cui è collocata (da qui il nuovo umanesimo, cioè il modo nuovo di concepirsi nel mondo e nell'universo). Ne consegue l'assunzione della complessità, su cui si fonda l'esistente, come nuovo riferimento epistemologico, e della molteplicità come elemento fondante della qualità delle relazioni. Ne scaturisce la proposta strategica della sperimentazione fin da ora dell'alternativa, una vera e propria "società nella società", che tenda a dilatarsi all'insieme del corpo sociale e, facendosi, a modificare l'immaginario collettivo.
Nico Berti ha incentrato la sua relazione sul fallimento assoluto del comunismo e sulla completa vittoria del capitalismo. Il capitalismo, sostiene, ha saputo interpretare la modernità mentre il comunismo, variante specifica del socialismo, non c'è riuscito. Comunismo inteso soprattutto come eliminazione della proprietà privata. A suo dire, questa è la problematica di fondo irrisolta che ha affondato la sinistra e con essa l'anarchismo. Ne consegue che finché non si risolveranno questi nodi ogni possibilità progettuale è destinata al fallimento.
Il dibattito che ne è scaturito è risultato un'ottima occasione per approfondire le tematiche di partenza e per riflettervi sopra al di là del banale o dello scontato. Pur non convergendo verso una vera e propria soluzione dei nodi posti in essere, è stato convenuto sull'importanza fin d'ora della sperimentazione dell'alternativa allo stato di cose presente, oltre che sull'indispensabilità libertaria del superamento delle forme del capitalismo assunte dal sistema di potere vigente.

L'incaricato

Milano. I fatti del San Paolo

16 Marzo 2003 in via Brioschi muore Davide Cesare (Dax), ucciso a coltellate da due neofascisti. Quella stessa sera, poche ore dopo, davanti al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo dove Dax era stato trasportato, i suoi compagni vennero aggrediti e pestati a sangue da carabinieri e polizia accorsi in massa e armati di tutto punto.
I giornali riportarono immediatamente la notizia dell'assassinio di Dax come un fatto di sangue tra punkabbestia e balordi culminato in tragedia, mentre la feroce carica fin dentro i locali del pronto soccorso veniva spiegata con un intervento "umanitario" per impedire che gli amici "tentassero di trafugare la salma" ! Da parte sua, in maniera più esatta ma ben più agghiacciante l'allora questore di Milano, Boncoraglio, commentò ironicamente: "A volte si prendono, a volte si danno".
Seguirono a raffica le notizie che svelavano la verità, quella vera: un vero e proprio pestaggio contro i compagni del centro sociale O.R.S.O., nel quale militava Dax, testimoniato da chi tra i presenti, fosse un medico, una infermiera o un passante, aveva potuto vedere come si erano svolti effettivamente i fatti. Addirittura, una ripresa video da una casa vicina aveva immortalato due tutori dell'ordine mentre colpivano a calci e mazza da baseball chi era caduto a terra inerme
Tutto questo non è stato sufficiente, nei primi due gradi di giudizio, per ristabilire la verità. Nemmeno i casi di palese falsa testimonianza che avevano trasformato in aula carabinieri e poliziotti da testimoni a indagati, nemmeno le incredibili ammissioni di rapporti costruiti a tavolino, nemmeno le contraddizioni nella versione delle sedicenti forze dell'ordine.
Anzi, i compagni di Dax sono stati ritenuti colpevoli dalla democratica magistratura milanese e due di loro (le vittime) sono stati addirittura condannati alla pena di un anno e otto mesi di carcere, con l'aggiunta della beffa di essere costretti a risarcire lo stato per la cifra folle di 100.000 euro, mentre i due soli condannati tra le FF.OO. sono stati poi prosciolti in appello da una giustizia che - dietro il motto secondo il quale la giustizia è uguale per tutti - rivela appieno il suo essere completamente di parte.
Il 7 maggio prossimo la vicenda avrà il suo epilogo a Roma, in cassazione. Non nutriamo assolutamente l'illusione sul fatto che, in questo clima di repressione a tutto campo, lo Stato possa tornare sui suoi passi riconoscendo quale sia stata la verità dei fatti. Per questo crediamo, ancora una volta, che la verità può essere affermata solo con un movimento di lotta che si opponga a questa come a tutte le ingiustizie perpetrate dallo Stato.

RedM

Reggio Emilia. Cariche in piazza

A Reggio Emilia dal 30 marzo 2009 è vietato manifestare in centro storico durante i fine settimana. Questa decisione è stata presa da questore, prefetto e sindaco (amministrazione di centro sinistra) in ossequio alla direttiva con cui il ministro Maroni consigliava l'applicazione di un simile divieto in tutte le città. Il divieto non è stato comunicato in nessun modo e se ne è appresa l'esistenza grazie a un trafiletto sulla Gazzetta di Reggio in ventesima pagina.
Ma non tutta la città è rimasta a guardare la progressiva riduzione di libertà che è in atto: venerdì 17 aprile, dalle 19 in poi diverse centinaia di persone si sono riversate in centro storico con un corteo festoso e comunicativo, organizzato da diverse realtà tra cui la FAI Reggiana, per dire no agli assurdi divieti che l'amministrazione sta emanando: divieto di bivaccare, di sedersi sui gradini in centro, di manifestare. Questa manifestazione era già in previsione prima di quest'ultimo divieto.
Sabato 18 aprile era stata organizzata, dall'assemblea "Io non ho paura", a cui partecipano diversi gruppi (lab. Aq16, FAI, sindacati di base, etc) e singoli una assemblea pubblica in Piazza Fontanesi, una delle piazze interessate dal divieto, per cominciare un percorso e un dialogo con la cittadinanza. L'assemblea non era autorizzata. Quando un consistente gruppo di compagni, una trentina, ha tentato di entrare in piazza, polizia e carabinieri hanno fatto cordone davanti e dopo pochi istanti di fronteggiamento hanno estratto i manganelli e hanno caricato, colpendo diversi manifestanti.
Data l'inagibilità della piazza i manifestanti si sono spostati verso piazza Prampolini, dove vi è il comune, questa volta in corteo, ma lì la polizia ha imposto di sgomberare entro pochi minuti sennò avrebbero caricato. A questo punto il corteo ha percorso la via Emilia, la principale strada di Reggio. All'improvviso e senza nessuna ragione un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa ha caricato la coda del corteo e ha ferito a colpi di manganello almeno quattro compagni e un passante. Un altro compagno è stato colpito alle spalle, con un manganello, da un carabiniere quando la situazione si era calmata. Dopo quest'ultimo attacco a freddo da parte delle forze dell'ordine i manifestanti hanno raggiunto, in corteo il centro sociale Aq16 dove si è tenuta un'assemblea.
E' interessante notare che, nonostante sia la prima volta da diversi anni che a Reggio accadano scontri, seppure di bassa entità, i giornali locali hanno dato pochissimo spazio alla vicenda con qualche trafiletto (tranne il Carlino che ci ha dedicato due pagine per lo più di fotografie) pieno di falsità e riducendo la vicenda ad uno scontro "estremisti contro polizia". Anche alla manifestazione di venerdì è stato dedicato pochissimo spazio.
E' evidente la volontà di occultare qualsiasi gesto di resistenza e di contestazione al potere. E' evidente come si faccia passare sotto silenzio le violenze attuate dalla polizia nei confronti di chi dimostrava, pacificamente, contro un sistema liberticida. E noi sappiamo benissimo che il silenzio è complice. Nessuna reazione da parte dei politici locali, intenti in una demagogica campagna elettorale tutta "legge & ordine".

lorcon

Vittorio Veneto. Contro il G8 agricoltura

Dopo una settimana di allarmismo preventivo veicolato da Il Gazzettino, Corriere del Veneto, TG Regionale RAI, etc. che ipotizzavano fantapolitiche calate di Black Bloc per assediare il G8 dell'Agricoltura, arroccato nel castello di Cison di Valmarino (Tv), sabato 18 aprile si è tenuto a Vittorio Veneto l'annunciato presidio promosso dalle realtà anarchiche e libertarie (riunite nell'Assemblea contro il G8) al quale hanno partecipato quasi un centinaio di compagn*, nonostante il maltempo e la totale militarizzazione del centro storico, in ostaggio di oltre duecento uniformi con contorno di poliziotti-fotografi e giornalisti-sbirri, sotto la supervisione del comandante provinciale dei CC e del prefetto di Treviso, coadiuvati dai solerti digos anche di altre città. L'iniziativa si è svolta comunque positivamente. Dietro lo striscione "Multinazionali, sfruttamento, ogm: ecco i semi della democrazia": banchetti con materiali di controinformazione, interventi, musica, pane e formaggio, nonchè ottimo vino autoprodotto. Alla salute nostra e alla faccia dei soliti terroristi statali che non hanno mancato di fermare, prima e dopo il presidio, svariati compagn* sia del luogo che in trasferta.

Un report

Saronno. TeLOS vive

"Il TeLOS rappresenta un pugno nell'occhio nell'ennesima città vetrina... Meglio zittirci in fretta, prima che le nostre idee possano attecchire in qualche cuore libero e possano diffondere il malcontento tra gli sfruttati e gli ultimi, i diseredati e gli invisibili".
I lettori di U.N. ricorderanno il nome del TeLOS (Territorio Libero Occupato Saronnese), lo spazio occupato di Saronno (Va), di chiara ispirazione libertaria (vedi "Saronno: i guastafeste", n.39 del 7/12/08), sgomberato nel gennaio di quest'anno. Ebbene, l'8 marzo 2009 il TeLOS è rinato a nuova vita, occupando alcuni locali facenti parte di un grande complesso industriale da anni in rovina. Alla occupazione era seguita, il 14 marzo, una manifestazione che, nonostante la spropositata presenza di CC, PS e Digos, aveva visto ancora una volta sfilare per le vie della cittadina alcune centinaia di giovani, a dimostrazione di come, anche in queste plaghe desolate, qualcuno resiste caparbiamente alla omologazione e al quieto vivere.
Da allora il TeLOS ha svolto nella nuova sede attività di aggregazione sociale e giovanile mediante l'organizzazione di concerti e cineforum, ospitando inoltre attività spiccatamente militanti quali un incontro con l'Assemblea Antirazzista di Milano, un concerto di Alessio Lega e la presentazione, a cura dell'autore, del libro Le scarpe dei suicidi di Tobia Imperato.
La presenza in città di una realtà sociale nei fatti antagonista, deve però avere causato qualche prurito alla giunta di centro-destra cittadina che, ultimamente, ha addirittura inaugurato uno spazio giovanile comunale denominato SpazioAnteprima, un'area di ben 300 metri quadri dove i giovani possono organizzare concerti, eventi, aperitivi, insomma, un finto centro sociale creato dal nulla e al nulla destinato, all'interno del quale però sono stati notati aderenti a un locale gruppo ultras di estrema destra.
L'altra faccia della medaglia, consiste purtroppo in una serie di azioni intimidatorie svolte ultimamente nei confronti dei giovani del TeLOS da parte dei locali carabinieri. Da tempo infatti costoro hanno iniziato una serie di azioni di disturbo, consistenti inizialmente nel ronzare di notte di fronte allo stabile, passando poi con la perquisizione di chi si avvicinava al TeLOS, con il fermo di quattro aderenti al collettivo, accusati di avere attacchinato nel centro di Saronno, e quindi portati in caserma con i "consueti metodi" e rilasciati, solo dopo esservi stati trattenuti per ben dieci ore, previa denuncia per danneggiamento e resistenza, accompagnata da una multa per non avere indossato le cinture di sicurezza dell'auto nella quale si trovavano al momento del fermo.
Infine, il 17 aprile all'alba, quattro carabinieri si sono presentati a casa di un aderente al collettivo alla ricerca di... udite, udite: "armi, proiettili, materiale esplodente, missili e bombe". Inutile dire che di tutto questo armamentario nulla è stato trovato e che, evidentemente non soddisfatti, i militi hanno preannunciato una denuncia al compagno per il reato di "presunto danneggiamento" e la prosecuzione delle indagini.
E' evidente che il TeLOS vivo e in buona salute, capace di richiamare l'attenzione dei giovani del saronnese e non solo,  rappresenta per il potere locale uno smacco cocente, una anomalia da cancellare il più presto possibile prima che possa diventare un pericoloso esempio.
Non sembra però che il TeLOS sia disposto a lasciarsi cancellare senza combattere!
Per maggiori informazioni:
http://collafenice.wordpress.com/

RedM

Terni. Anarchici contro il muro

Si è svolto, nella serata di martedì 14 aprile, presso la sala Laura del multicentro sociale La Siviera l'incontro-dibattito con Haggai Matar, di Anarchists Against the Wall, intitolato "Palestina, apartheid del terzo millennio. Un progetto razziale sotto l'egida dell'Occidente", promosso da: Circolo Libertario Ternano "Carlotta Orientale, Circolo anarchico umbro "Sana Utopia", Individualità anarchiche e libertarie, Blog Lgc, Confederazione Cobas di Terni.
L'incontro, organizzato in pochissimi giorni, ha avuto una partecipazione limitata, compensata dal fortissimo interesse dei presenti e dall'alta qualità del dibattito. Tra i molti punti interessanti toccati, la descrizione delle diverse e sempre più pervasive forme di militarizzazione della vita quotidiana di palestinesi e israeliani, l'isolamento e inebetimento mediatico di questi ultimi che consente a molti di conservare una "buona coscienza" nei confronti dei palestinesi, e nel contempo assistere inerti alla loro strage, gli sviluppi dei comitati e delle azioni dirette contro la costruzione del muro, l'inasprimento della repressione nei confronti di tali iniziative, cui ormai neanche la presenza di attivisti israeliani pone più argine.
L'incontro è stata occasione per la raccolta di un piccolo contributo per Anarchists Against the Wall, che in questo momento deve sostenere fortissime spese legali per la tutela dei molti compagni incarcerati in seguito alle azioni intraprese. Gli organizzatori e i partecipanti  tutti ringraziano fortemente Haggay per la sua disponibilità e testimonianza.
Per il giorno 8 maggio, è invece previsto, presso la stessa sede, a cura del Circolo Libertario Ternano "Carlotta Orientale e di altre organizzazioni e individualità, un incontro sul tema "Sionismo" con la partecipazione di Miriam Marino (Ebrei contro l'occupazione) e Mauro Pioppi, autore di un recente saggio sull'argomento.

M. C.

Rifugiati dalle guerre  occupano a Bruzzano

Venerdì 17 aprile a Milano una comunità di circa 300  migranti, composta per la maggior parte da rifugiati politici eritrei, etiopi, somali e sudanesi, ha occupato un ex residence degradato e abbandonato nella periferia Nord della città dell'Expo, in via Senigallia 6 a Bruzzano.
Donne, uomini e alcuni bimbi provenienti da una situazione di estrema precarietà, da paesi martoriati dalle nostre bombe nelle cosiddette "missioni di pace", hanno aperto, paradossalmente, con quest'azione, una finestra di visibilità. Sono i sopravvissuti all'indifferenza, ai lager di stato, ai silenzi mediatici e ai rifiuti dalla politica. Arrivati in Italia da anni e scaricati continuamente da tutte le amministrazioni locali dei paesi dove in piccoli gruppi si erano stabiliti,  hanno deciso finalmente  di non essere più invisibili. Chi ha lo status di rifugiato non può iscriversi nelle liste d'assegnazione delle case popolari, non può accedere al mercato del lavoro, non ha diritto all'assistenza sanitaria permanente, ma solo soggetta alla validità del permesso di  soggiorno. Antirazzisti e solidali in questi giorni sono accorsi per dare una mano "vera" e non quelle pagliacciate tipo Conferenza Antirazzista Mondiale dell' ONU dove tutti governi del mondo prima producono  orrori, guerre, morte e distruzioni e poi cercano di fare i "businnes" sulla pelle dei migranti e dei lavoratori del mondo. Altra perla milanese: lo sceriffo decorato sempre più disturbato, imbozzolato nei suoi deliri razzisti,autoritari e fascisti se la prende con "i centri sociali responsabili di tutto". Probabilmente i suoi padroni, quelli che con l'expo si faranno i soldi veri,  gli stanno soffiando sul collo. Si rassereni sceriffo, siamo solo all'inizio.

Commissione Antirazzista FAI

Mentre ci accingiamo ad andare in stampa i compagni della Commissione antirazzista ci comunicano che è in corso lo sgombero da parte delle forze del disordine.
Circa trecento gli occupanti e i compagni presenti. Sul prossimo numero forniremo i dovuti aggiornamenti.
R.Dem

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